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Gay & Bisex

Il personal trainer _ cap 12


di Membro VIP di Annunci69.it Beat
13.11.2023    |    7.700    |    11 9.2
"Luca sorrise e lo baciò sulle labbra..."
I giorni passarono ed il grande tiglio nel giardino condominiale fece sfoggia delle prime timide gemme che sarebbero scaturite, nei mesi a seguire, in grandi foglie verdi.
Dopo l'episodio nel parcheggio del cruising Carlo ed io tornammo ai nostri ruoli sessuali soliti, anche se di tanto in tanto Carlo mi offrì il suo lato b per essere penetrato da me.
Iniziò a chiamarmi con il nomignolo "Tato" e la cosa non mi dispiacque affatto. Lo trovai dolce soprattutto perché, essendo io figlio unico, non ebbi mai la possibilità di chiamare un fratello maggiore a quel modo.
"Tato, domani devo andare a Siena con papà. Ti va se stasera facciamo pizza e Netflix da te? Ci coccoliamo sotto la copertina?" Mi domandò per telefono quella sera di fine febbraio.

Carlo arrivò con le pizze fumanti in scatole di cartone bagnate per la pioggia fitta che iniziò a cadere in quella fredda sera invernale. Entrò in casa con il cappotto fradicio e lo aiutai ad asciugarsi con un asciugamano. Posizionai i suoi indumenti bagnati sul termosifone e gli diedi una tuta da indossare per stare comodo e caldo.
Mi prese per la mano, mi tirò a se e disse "e se volessi stare nudo?" con il suo sorriso furbo sul viso, ed iniziò a baciarmi con passione.
Si spogliò degli abiti bagnati rimanendo in mutande con un visibile pene in erezione racchiuso nei boxer Calvin Klein.
Adagiò il suo corpo perfetto e peloso sul mio mentre ci sdraiammo sul divano, prese a toccarmi con passione mentre la sua lingua intercettò la mia e iniziò un valzer sfrenato di passione e saliva.
Carlo prese a baciarmi il petto peloso e l'addome, mentre mi sfiló gli slip con qualche difficoltà vista la potente erezione.
Passai una mano sui suoi possenti bicipiti e sulle sue spalle grandi e lisce, senza mai smettere di baciarlo.
Carlo si alzò in piedi, mi prese per i fianchi e mi sollevò dal divano con tutta la sua forza. Lo baciai e avvinghiai le mie gambe intorno alla sua vita, mentre lui iniziò a fare scorrere un dito sul mio sfintere goloso.
Carlo mi baciò e sentii la sua lingua danzare dentro la mia bocca, il suo odore di pulito e di buono riempì le mie narici.
In braccio a Carlo venni sbattuto contro la parte del soggiorno, sollevato da terra e avvinghiato al mio uomo che non smise un secondo di baciarmi con passione.
Carlo si staccò dal bacio e mi fissó, studió i miei occhi, le mie labbra, il mio volto. Fissandomi negli occhi Carlo sorrise e disse "Ti amo Luca".
Sorrisi a mia volta e lo abbracciai, non riuscii a nascondere il mio sorriso che partí direttamente dall'anima.
"Ti amo anche io, Carlo"
Carlo continuó a sussurrarmi il suo amore mentre iniziò a penetrarmi con il suo cazzo enorme.
Continuò a professare il suo amore anche quando ci spostammo a letto e prese a scoparmi con foga sdraiato sopra di me.
"Non smettere mai di dirmelo" dissi in estasi mentre sentii Carlo venire dentro di me, urlando "Ti amo tantissimo!"
I nostri piaceri arrivarono insieme, ci accompagnarono in un orgasmo potente e dolce mentre ci abbracciamo nudi nel letto e lasciammo le pizze a raffreddare sul tavolo del soggiorno.
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Carlo aprì gli occhi nel buio della notte e trovò Luca adagiato sul suo petto, con la bocca semiaperta. Nel silenzio rotto solo dal respiro pesante e ritmico di Luca, si allungó e prese il telefono sul comodino. Lo schermo si accese e la luce fece socchiudere gli occhi di Carlo per il contrasto con il buio pesto in cui si trovò la stanza da letto del suo ragazzo.
I numeri sullo schermo segnarono le quattro e diciassette del mattino; Carlo poggiò il telefono sul comodino, abbracciò Luca e sussurrò al suo orecchio "Tato, devo andare. Devo accompagnare papà a Siena" e baciò dolcemente la guancia e la fronte del suo compagno.
Vide Luca accoccolarsi dolcemente e sorridere, senza aprire gli occhi, sentì il suo ragazzo stringersi al suo petto e ne percepì il calore, il respiro caldo in quella fredda notte d'inverno.
"Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo...Non smetterò mai di dirtelo" Sussurrò Carlo nell'orecchio del suo amato. Luca sorrise e lo baciò sulle labbra.
Si alzò dal letto e inforcò i boxer Calvin Klein, poi iniziò a vestirsi. Luca si alzò dal letto e accese l'abat-jour che rischiarò con la sua luce calda il buio della stanza.
"Ti preparo il caffè?" Chiese Luca ancora assonnato "No Tato, resta pure a dormire" rispose Carlo pieno di premura.
Luca si alzò comunque ed andò in cucina ad armeggiare con la moka ed il fornello e tornò qualche minuto dopo con una tazzina colma di fumante caffè in mano.
Carlo bevve il caffè mentre Luca, infagottato nel plaid, lo abbracciò da dietro e poggiò la sua guancia sulla schiena.
Si avviarono alla porta insieme, Carlo in pantaloni militari e maglione di lana, e Luca foderato nella coperta.
Carlo infilò cappotto e sciarpa, poi si girò verso Luca e lo baciò con passione. Aprì la porta, poi si voltò verso il fidanzato dicendo "ti amo davvero".
"Ti amo anch'io " rispose Luca sorridente sulla soglia della porta d'ingresso.

Carlo scese attraverso le scale del ballatoio di casa di Luca, attraversò il cortile dominato da un grande tiglio e arrivò alla macchina parcheggiata al lato della strada.
La pioggia torrenziale di qualche ora prima lasciò spazio ad una fredda coltre di ghiaccio che rese tutto immobile e cristallizzato.
Con il fumo che uscì dal suo naso ad ogni respiro, Carlo di fiondò in macchina e accese il motore per farla scaldare. Pensò a Luca, alla bella serata insieme, a quei mesi di magia passati con l'amico, a quanto era stato stupido a rischiare di perderlo per le sue paure.
Ingranò la prima e partì.
Carlo guidò nel buio di quella fredda mattina di fine febbraio lungo la Statale 16, incontrando ogni tanto qualche macchina di lavoratori mattutini che, guidando lentamente, si recarono a lavoro.
Sfilò dalla tasca il cellulare, aprì whastapp e scrisse nella chat di Luca

Ti amo

ed inviò il messaggio. Poi un altro messaggio, con lo stesso testo, ed un altro ancora.
Inviò dieci messaggi allo stesso modo tutti al suo ragazzo, poi alzò lo sguardo verso la strada giusto in tempo per rendersi conto dei due grandi fari gialli dritti davanti a lui.
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