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Gay & Bisex

Che sogno!


di Berto747
11.07.2022    |    648    |    0 8.7
"Il mio camionista non perdeva un colpo, e proseguiva nella sua opera di sfondamento..."
Una sera primaverile.
Le giornate sono ancora corte, e le serate non molto calde, anzi si stava bene con una leggera maglia a maniche lunghe.
Quella sera, ero solo a casa, immerso nei miei pensieri. Come spesso mi accade in quelle situazioni, la fantasia comincia a lavorare, pensieri erotici si concretizzano nella mia mente, e l’eccitazione cresce. Cresce talmente tanto che mi ritrovo sdraiato sul letto, intento a masturbarmi, mentre, con il mio amico vibratore, tormento il mio buchetto.

L’indomani, a colazione, incontro con un mio carissimo amico, Luca, e gli parlo della sera prima, della mia fantasia.
Lui mi risponde che, un suo amico, gli aveva parlato di un'area di sosta in autostrada, particolarmente frequentata da camionisti e uomini sposati non giovanissimi, con un ampio giardino tappezzato di siepi e gazebo di legno, dove si poteva fare bene, e lui era sicuro che sarei riuscito a realizzare la mia fantasia.
La sera dopo decisi di provare. Nel pomeriggio telefonai al mio amico Luca, chiedendogli se voleva accompagnarmi. Stranamente rifiutò l'invito, trovando scuse molto strane, non era da lui. Ma non insistetti, e passai il pomeriggio intero a prepararmi, depilazione, pulizia interna ecc.
Cala la sera, e mi reco nel luogo indicato da Luca. La mia fantasia era molto estrema ed ero convinto che tale rimanesse, anche perché la ritenevo irrealizzabile. Arrivato sul luogo, mi siedo sotto al tetto di paglia del gazebo, e osservavo il traffico, intenso malgrado l'ora.
Vidi avvicinarsi l'enorme cabina di un camion, rallentare, sbuffare e fermarsi.
Non vedevo l'autista... eppure una delle mie fantasia era proprio quella di un camionista, rude, sudato, stanco, voglioso.
Nel buio della cabina il cruscotto illumina l’ambiente, poi rapidamente si spegne. Un flash rapidissimo nel quale ho a malapena intuito il profilo di una barba folta e scura.
Come ipnotizzato non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella sagoma nel buio della cabina.
A distogliermi, un fruscio, un movimento nella siepe alla mia destra... per un tempo interminabile mi sono diviso fra il mistero del camionista e il mistero della siepe, i sensi accesi, la fantasia galoppante. Un déjà-vu, stavo vivendo l’inizio della mia fantasia. Non ci volevo credere.
Si è avvicinato un uomo, avrà avuto 50 anni, non molto alto.
Ha fatto un giro intorno al gazebo, senza dire niente, senza nemmeno guardarmi, poi si è appoggiato al tavolino di legno e si è aperto la patta dei pantaloni, ha estratto l'uccello e ha iniziato a segarsi, lentamente.
Ho visto la sagoma nella cabina, muoversi, come per sistemarsi meglio. Vedeva il tipo con il cazzo in mano e vedeva me... a due passi da quell'uccello.
Mi sono messo di fronte al nuovo arrivato e senza dire niente mi sono inginocchiato.
Prima leccando le palle, poi percorrendo con la lingua tutta l'asta del cazzo fino ad arrivare all'incavo carnoso sotto alla cappella, infine dentro la mia bocca, iniziando a pomparlo di gusto.
L'uomo si è completamente abbandonato alla mia lingua, gemeva, fremeva, ansimava.
di nuovo un movimento nel fogliame. Ed ecco spuntare un altro uomo, con il cazzo già in mano.
Più giovane e più alto del primo. Non ha perso tempo, si è affiancato porgendomi immediatamente la sua cappella da leccare.
Ho iniziato un gioco ritmato e delicato, passando da un cazzo all'altro, in un turbinio di cazzi e di mani sulla testa.
L'inconfondibile rumore di una portiera che sbatte... e con la coda dell'occhio vedo una figura ancora avvolta nell'ombra, che scendeva dal camion e veniva nella nostra direzione.
Non so quanto tempo è durata l'attesa... nella mia testa si affollavano troppe emozioni, troppe idee, troppi desideri. Stavo succhiando due bei cazzi e stava per succedere qualcosa, lo sentivo. Lo sapevo. Lo avevo già immaginato nella mia testa, la sera prima.
Due mani forti e possenti mi hanno preso per i fianchi e mi hanno alzato, mi hanno diretto con decisione verso il tavolo del gazebo, abbassandomi i pantaloni e gli slip. Ero piegato sui due cazzi, e il culo in alto, a disposizione e pronto per essere usato. Le mani mi aprono le natiche, mettendo in mostra il mio buchetto, sento la saliva che cola fra le chiappe e raggiunge proprio l'entrata del piacere. La cappella che, raccogliendo la saliva che aveva fatto scivolare per lubrificarmi, si appoggia delicatamente sul mio ano.
Poi lo strappo.
Con un solo colpo di reni il camionista ha infilato tutto il suo cazzone dentro di me, lacerante e dirompente. Era grosso, duro e lungo.
Un dolore forte e bruciante. un fuoco che partiva dallo sfintere e si propagava in tutto il corpo.
Non l'avevo visto, ma sentivo che era un cazzo enorme, come sicuramente non ne avevo mai presi prima.
Sorpreso per la rapidità dell'azione, per l'eccitazione mischiata alla paura, per il dolore, stavo per gridare, ma una voce perentoria mi ordina "zitto!". E io, obbediente, non ho fiatato.
Il colosso era completamente dentro di me.
Immobile dopo il primo colpo di sfondamento.
Non ha aspettato che il mio respiro si regolarizzava, non ha aspettato che superassi lo shock e il dolore, mi ha illuso per 3 secondi in una bolla di pena mista a desiderio, poi la bolla è scoppiata e ha preso a scoparmi con vigore.
Dopo l'iniziale sbigottimento i primi due maschi si sono avvicinati di nuovo, ma io stringevo i denti ancora per il dolore. Combattuto fra la voglia di farmi stuprare e il bisogno di scappare.
"succhiali troia"
Due parole.
Due parole che hanno spazzato via tutto.
Il tempo, lo spazio, tutto.
Il dolore non si placava, sentivo le palle del colosso sbattermi dietro. Eppure ho aperto la bocca e ho cominciato a leccare. Ogni spinta del cazzone dentro di me riaccendeva il dolore e la paura. La mia bocca si muoveva sugli uccelli duri che avevo davanti ma la testa non si distoglieva dalle mani del camionista che mi tenevano immobilizzato il bacino, e dal suo cazzone che continuava a stantuffare.
In qualche modo avevo staccato la spina, la mia mente si era staccata ed era come se osserva il traffico in lontananza.
Sono tornato alla realtà quando il 50enne ha sussurrato "eccomi... sborro!"
D’istinto, forse il mio talento, la memoria ormai trasformata in automatismo, ho accolto tutto il suo cazzo in bocca e gli spruzzi caldi che mi riempivano.
Il camionista non si è fermato, il dolore, anche se ancora pulsante, si era ormai sublimato in un calore diffuso.
"leccamelo dai"
anche il secondo arrivato era vicino all'orgasmo. Percorro la sua verga con la lingua umida e ancora sporca della sborra del primo. Lui, senza dire niente, gode. Ho solo visto il primo schizzo raggiungere la mia lingua, poi ho chiuso gli occhi. Ho sentito i fiotti bollenti su tutto il viso e in bocca.
Il mio camionista non perdeva un colpo, e proseguiva nella sua opera di sfondamento.
Ho provato a urlare "basta... ti prego" ma, nemmeno io ero convinto di quello che dicevo.
Ha proseguito a scoparmi, in silenzio, senza delicatezza, cazzo fuori... cazzo dentro...senza una parola.
Ancora un movimento nelle siepi, ed ecco avvicinarsi altri due sconosciuti.
"datti da fare troia" ancora quella voce dura e spietata. Ancora un imperativo imprescindibile.
Il primo era un signore maturo, almeno 65 anni, che, estraendo un cazzo barzotto di dimensioni ragguardevoli, lo ha avvicinato al mio viso, e subito mi ha investito un odore forte e persistente.
Ho riempito il più possibile la bocca di saliva, per cercare di attenuare il probabile cattivo sapore. Mentre facevo questo, voltai la testa verso il mio carnefice ma le sue parole non mi hanno lasciato scampo
"leccalo... apri quella bocca, troia!"
Non volevo. Davvero non volevo. Ho tentato di divincolarmi ma la pressione sui miei fianchi è aumentata e un colpo bene assestato mi ha spinto verso quel cazzone voglioso e odoroso.
L'ho accolto fra dentro la bocca, con la lingua ho iniziato a lavorare sulla cappella, mentre il calore della mia bocca lo avvolgeva. E l'ho pompato, mentre due enormi lacrime mi scorrevano sulle guance.
Un’ altro uomo aveva il cazzo già dritto e me lo sbatteva in faccia mentre continuavo a pompare il cazzo sporco.
La solita storia, il respiro del 65enne si è accelerato, il suo cazzo è stato percorso da una scossa poi...
"oddio" ed ecco lo schizzo, abbondante, denso, salato.
Con le labbra ancora grondanti il secondo uomo mi ha preso la testa e l'ha spinta sulla sua cappella.
In una danza perversa e senza fine sentivo un cazzo che mi scopava la bocca e un cazzo che mi apriva il culo. Il camionista non aveva perso un battito. Profondo e regolare, duro e implacabile.
Come se fosse la stessa scena già vista anche il secondo ha estratto il cazzo dalla mia bocca un secondo prima di venire. E ancora il viso si bagna di sperma caldo e vischioso.
È stato in quel momento che ho sentito qualcosa di caldo colare fra le mie cosce.
Ho allungato una mano, e nel bagliore lunare ho intuito che era sangue.
Il camionista mi stava spaccando il culo, indifferente alle mie suppliche per il dolore e al sangue.
"ti prego... basta... sto sanguinando" provai a gridare. Ma nulla. Di nuovo silenzio, rotto solo dal suo pompare dentro di me, dalle sue palle che schiaffeggiavano le mie natiche, e dal mio ansimare.
Poi di nuovo.
"datti da fare"
non eravamo più soli, altri due con il cazzo in mano puntavano la mia bocca. E io pronto ad accoglierli
Non so quanti cazzi ho succhiato quella notte.
Ho perso il conto, cazzi grandi e piccoli, cazzi sporchi e profumati, cazzi dritti e curvi, che ho leccato e succhiato.
Ho perso il conto degli schizzi che ho ingoiato e che mi hanno ricoperto le guance e il mento.
Non saprei dire nemmeno quanto tempo sono rimasto con quel cazzone dentro a distruggermi il culo, e che mi stava facendo male, ma allo stesso tempo godere, era una sensazione forte e strana.
Sono certo di non esagerare quando dico che ho svuotato almeno 10 paia di coglioni.
All'improvviso solo silenzio.
Ho sentito che eravamo rimasti solo in 2.
Io ed il camionista cazzone, che non si era mai fermato.
Ancora qualche spinta ben piantata, una serie di colpi autoritari e brutali, poi era fuori.
Il bruciore continuava, sentivo il culo aperto e pulsante.
Si porta davanti a me, gridandomi:
"troia!"
ha detto solo questo.
Prendendomi per i capelli, mi ha spinto il cazzo in gola.
Mi ha fottuto la gola come mi fotteva il culo, tenendo ferma la testa e piantando la sua verga di marmo fino in fondo. I sapori erano vari, di culo, del sangue uscito da quella brutale scopata, sudore..
pochi secondi, poi un grugnito, quasi animale.
Le sue mani mi hanno spinto il cazzo in gola e la sua sborra è arrivata abbondante.
Non ho rifiatato e ho dovuto ingoiare tutto senza staccarmi.
Ha continuato a pomparmi in gola fino a che il cazzo non si è ammosciato del tutto.
Senza dire una parola, è risalito nella sua cabina, chiudendo le tendine.
Ero frastornato, estasiato, mi sono asciugato la faccia e il culo con dei fazzolettini.
Sento un altro fruscio provenire dalla siepe, ed eccolo, Luca.
“Ecco realizzata la tua fantasia, non credevo che potevi reggere a tanto. Sono riuscito ad organizzare il tutto in pochissimo tempo, ma sembra sia venuto molto bene. Come stai?”

Mi sveglio di soprassalto, la mano ancora appoggiata sul cazzo gocciolante, sono imbrattato del mio sperma ovunque. Ho sperma anche in bocca, chissà quante volte sono venuto nel sonno. Il vibratore è ancora bene piantato nel culo. Chissà da quanto è lì. Sfilandolo, noto delle piccole tracce di sangue, e il mio culetto molto dolorante. Chissà come lo avrò usato. Mi alzo dal letto e mi sento stanco, svuotato, ma gratificato.
Prima di andare sotto la doccia, guardo il cellulare.
Un messaggio.
È Luca, che mi invita a bere qualcosa al bar.
Sono ancora indeciso se raccontargli del mio sogno, ci penserò sul momento.
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