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Gay & Bisex

Amore ... e altri rimedi - 1/2


di leatherbootsfetish
11.11.2023    |    7.027    |    9 9.4
"Poi si rialzò e abbracciandomi nuovamente mi disse: “Vuoi che muoia di freddo qui oppure mi porti a scopare nel tuo letto?” Continua…..."
Alla fine, era arrivata la tanto agognata pioggia. L’estate era finita e l’umido grigiore della città aveva preso il sopravvento.
Giornate così mi mettono sempre malinconia e quando sono in questo stato divento fastidioso con chiunque mi stia intorno. Non vedevo quindi l’ora di poter tornare a casa per farmi i cazzi miei, senza vedere o parlare con nessuno.
Appena rientrato trovai però un pacchetto ad aspettarmi. Una sorpresa che mi tirasse su di morale e che mi facesse uscire da quel mood negativo era esattamente ciò di cui bisogno, per cui lo aprii rapidamente, distruggendo il nastro e il fiocco che qualcuno aveva messo con molta cura e strappando con impazienza la carta che lo avvolgeva.

Nella confezione era alloggiato uno strano oggetto in plastica rigida di un colore azzurro acceso con una forma particolare che ricordava una L, il cui pieghevole interno identificava come un massaggiatore prostatico dotato di telecomando.
Provai un misto di curiosità e scetticismo leggendo che al suo utilizzatore sarebbero state garantite sensazioni intense e mentre me lo rigiravo tra le mani pensai che, alla fine, non era altro che un vibratore.
Avevo sentito parlare molto di questo tipo di giocattoli e in passato sono stato anche tentato di provarli, ma non ne avevo mai visto uno dalla forma così strana né, tantomeno, me lo ero mai ritrovato tra le mani.

Un biglietto scritto a mano completava la confezione.
Come avevo immaginato non poteva che essere un regalo di Mike e sul biglietto aveva scritto semplicemente “Il segreto per rimanere giovani sta nell’avere una sregolata passione per il piacere”.
Sorrisi tra me e me pensando a come quell’uomo conoscesse perfettamente le mie debolezze.
Quando le sue richieste, o meglio i suoi ordini, avevano cominciato a superare il livello di guardia ho preso la decisione di cedere il mio posto a un ragazzo più giovane e più depravato di me. Mike mi ha compreso e mi ha lasciato andare, preoccupandosi addirittura di trovarmi un lavoro che fosse più in linea con le mie aspettative e da quando sono andato a vivere per conto mio il nostro rapporto si è evoluto in qualcosa di leggermente diverso. È rimasto solido ed appagante grazie alle sue regole ben precise ma si è fatto più sporadico, anche perché oggi abbiamo decisamente meno occasioni per poter stare insieme.
Ciò che è rimasto immutato da allora è la mia dipendenza psicologica da quell’uomo. Lui sa sempre come trovare le chiavi giuste per entrare nella mia testa per poter fare ciò che vuole del mio corpo.

Improvvisamente preso da mille fantasie lo chiamai per ringraziarlo.
“Ho bisogno che tu mi faccia vedere come si usa. Che ne dici se facessi un salto a trovarti?” gli dissi pieno di aspettative.
“Tu non cambi proprio mai” mi rispose. “Basta farti avere un giocattolo nuovo che subito la tua testa malata comincia a volare. Purtroppo, non sarò in città per qualche giorno e dovrai quindi cominciare a fare pratica da solo. Ma non ti preoccupare, ho dei piani su di te per il mio ritorno”.
Si fece una gran risata e mi salutò, ma quando spensi il cellulare mi resi conto di come fosse bastata quella voce calda e ferma per eccitarmi e per far nascere dentro di me un bisogno disperato di qualcuno con cui fare un po’ di sesso.
Ovviamente, il mio primo pensiero andò a Francesco.

Ogni volta che mi chiedono se ho un compagno nella vita io rispondo affermativamente pensando a lui.
Francesco è la mia roccia, il mio porto sicuro, la mia ancora. È senza dubbio l’amante e l’amico migliore che uomo narcisista ed egocentrico come me possa desiderare. Tenero, appassionato, divertente e disinibito, Francesco è di una generosità senza fine e si fa sempre in quattro per soddisfare qualunque mio desiderio. Ci vediamo piuttosto spesso, ma sono sicuro che lui vorrebbe veder evolvere il nostro rapporto in qualcosa di più definito.
È altresì cosciente di quanto io sia inaffidabile e di come la mia superficialità abbia più volte messo a dura prova la nostra relazione. Così, nonostante non potremmo mai fare a meno uno dell’altro, abbiamo deciso di vivere il nostro rapporto in maniera aperta.
Una delle cose che ci tiene saldamente legati è la convinzione che qualunque tipo di rapporto tra due persone sia in continua evoluzione e che debba essere alimentato giorno dopo giorno senza dare nulla per scontato.
Entrambi abbiamo avuto le nostre esperienze e talvolta le abbiamo condivise, ma per tutte queste ragioni qualche tempo fa abbiamo deciso che non sarebbe stato saggio vivere sotto lo stesso tetto.

Così lo chiamai per invitarlo a uscire per cena, lasciando ampio spazio per eventuali ulteriori programmi per il resto della serata. Purtroppo, anche lui aveva già preso altri impegni e, sinceramente dispiaciuto, mi disse che non avremmo potuto vederci.
Chiusi la telefonata e appoggiai quell’ormai inutile scatola sul tavolino, perdendo ogni tipo di interesse.
Mi ritengo sessualmente appagato e non ho quindi bisogno di infilarmi un congegno elettronico su per il culo per trovare la mia soddisfazione.

Ma ormai ero determinato a trovare qualcuno che mi evitasse di passare la serata da solo, così cominciai a pensare con chi avrei potuto trascorrere un po’ di tempo in allegria.
Pensai a Fabio e con l’occasione farmi rendere ciò di cui si era indebitamente appropriato. Ci eravamo visti spesso in quell’ultimo periodo ma non volevo che si mettesse in testa strane idee circa il nostro rapporto. Quando siamo insieme facciamo del grandissimo sesso, ma nulla che vada al di là di questo.
Per un attimo mi venne in mente di contattare il mio amico virtuale, ma mi stava sulle palle l’idea di passare la serata davanti al PC a chattare a distanza, scrivendo frasi senza senso a una persona che nemmeno conoscevo. E poi era ormai qualche giorno che non si faceva più vedere on-line.
Pensai alla mia amica Sonia, ma era impossibile che fosse disponibile con un preavviso così breve.

Maurizio, Enrico, Luca, Leonardo…
Per una ragione o per l’altra nessuno andava bene e così, una volta indossata la mia logora tuta da casa, mi stavo rassegnando a saccheggiare gli avanzi del frigorifero con la previsione di una serata in solitudine davanti alla televisione, quando il cellulare cominciò improvvisamente a squillare con la suoneria dedicata a Francesco.
“Non volevo che tu rimanessi tutto solo, così mi sono liberato all’ultimo momento facendo una figura di merda con i miei amici”. Mi disse con il suo tono allegro. “Se sei ancora dell’idea di vederci puoi passare a prendermi quando vuoi”.
Chiusi la telefonata rendendomi conto ancora una volta di essere costantemente in debito con quell’uomo.
Mi levai la tuta con impazienza buttandola sul pavimento per poi ficcarmi velocemente sotto la doccia pieno di una nuova energia.
Indossai una comoda felpa sopra a jeans e stivali e uscii di corsa per andare all’appuntamento.

Trovammo posto in uno dei nostri ristoranti preferiti appena fuori città dove ormai siamo di casa e dove non fanno più caso a noi quando ci sfioriamo le mani sul tavolo oppure chiacchieriamo guardandoci negli occhi. Quella sera Francesco mi faceva più sesso del solito e avevo una voglia matta di averlo tra le braccia e giocare con lui. Mi stuzzicò per tutta la sera, strusciando la gamba contro la mia o bisbigliandomi frasi sconce, così dopo cena gli proposi di proseguire la serata a casa mia e lui accettò con gioia.
Ho giocato con lui per tutto il tragitto, accarezzandogli le gambe o saggiando la consistenza della sua erezione dentro ai jeans ed ero sempre più eccitato, ma appena entrati in casa il suo sguardo cadde immediatamente sulla scatola abbandonata sul tavolino.
“E questa cos’è?” mi chiese aprendola incuriosito.
“Uno dei soliti pensieri di Mike” gli risposi con tono incolore facendo a finta di non notare il largo sorriso sul suo volto.

“Un massaggiatore prostatico? Non sapevo che tu avessi bisogno di questi aggeggi” mi disse divertito.
“No, infatti. Non so neanche bene come funzioni. Lascialo perdere e concentriamoci un po’ su di noi. È tutta la sera che faccio pensieri sconci su di te e adesso vorrei poterne realizzare almeno un paio” gli dissi facendogli segno di sedersi di fianco a me sul divano. Ma lui rimase in piedi con quell’oggetto in mano e dallo sguardo che aveva capii che gli stava passando qualcosa per la testa.
“Ti faccio una dimostrazione del suo utilizzo. Dammi solo un po’ di tempo per preparami” mi disse mentre spariva velocemente in camera da letto.
Lo stavo aspettando da un bel po’ di minuti chiedendomi le ragioni di quell’improvviso entusiasmo e riflettendo su tutto il tempo che stavamo buttando invece di scopare, quando riapparse completamente nudo.

Quell’uomo mi piace da impazzire non solo per il fatto che i nostri cervelli viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, ma anche per il fisico mozzafiato del quale ha una cura a dir poco maniacale. Pur non essendo un frequentatore assiduo delle palestre il suo corpo è naturalmente tonico e definito. Cazzo e palle sono ben proporzionati e un ciuffo di peli biondi, corti e curati, mette in risalto quella bella dotazione. Dato che non sopporta peli sul resto del corpo, la sua pelle è sempre liscia e luminosa
Lui sa quanto riesce ad eccitarmi e non perde quindi occasione per rimanere nudo quando siamo insieme.

Si avvicinò porgendomi il telecomando e si sedette sul divano appoggiando la schiena al bracciolo, con una gamba piegata sul cuscino ed un piede a terra. Mi guardava con un sorriso di sfida, mentre ostentava in maniera oscena la virilità rilassata tra le sue gambe aperte.
Stavo posando il telecomando per avventarmi su di lui quando Francesco mi bloccò, alzandosi leggermente per mostrarmi l’oggetto che aveva infilato nel sedere. Poi con calma mi illustrò le varie funzioni del telecomando e disse: “Tu adesso lo farai partire cominciando dalla prima velocità. Io ti dirò quando aumentare e quando diminuire”.
Non capivo il senso di tutto ciò, ma quando cominciammo mi fu tutto più chiaro.

Non appena feci partire il vibratore, Francesco spalancò gli occhi per la sorpresa. Poi li socchiuse assumendo quello sguardo estatico che gli avevo già visto tante volte durante i nostri amplessi e il suo corpo cominciò a muoversi languidamente mentre si accarezzava il cazzo che cominciava a prendere vigore.
Ogni volta che me lo chiedeva aumentavo l’intensità o modificavo il programma e lui rispondeva di conseguenza contorcendosi per effetto delle sollecitazioni, smanettandosi il cazzo diventato ormai durissimo.
“È fenomenale … bellissimo” diceva in preda al godimento. “È pura estasi”.
Quel gioco cominciava ad intrigarmi e l’erezione che spingeva da dentro ai miei jeans lo testimoniava.
Io controllavo il giocattolino a distanza mentre Francesco si accarezzava il corpo e mugulava come se fosse stato posseduto. Si menava il cazzo eretto mentre, con gli occhi chiusi, continuava ad accarezzarsi i pettorali, i capezzoli e il ventre.
Si vedeva quanto stava godendo di quel trattamento e le contrazioni dei suoi muscoli raccontavano l’immenso stato di piacere nel quale si trovava in quel momento.

Ma io mi sentivo un inutile spettatore senza nessun ruolo che andasse al di là del semplice azionamento del telecomando, così decisi di spegnere quell’aggeggio senza preavviso e Francesco tornò improvvisamente in sé spalancando gli occhi per la sorpresa, mal celando la delusione di quella brusca interruzione.
“Adesso che mi hai fatto vedere come funziona vai a toglierti quell’aggeggio. A te ci penso io” gli dissi cercando un’intonazione da macho nella quale, eccitato com’ero, nemmeno io credevo.
Quando si alzò per andare in bagno si chinò in avanti mostrandomi nuovamente il fondoschiena e mi mandò uno sguardo malizioso. “Dovrai darti un bel da fare per poter essere all’altezza di questo coso” mi disse insolente.
Rimasi nuovamente solo e adesso ero ancora più su di giri. Stare davanti al mio compagno guardandolo godere senza avere nessun ruolo attivo nella vicenda non mi aveva fatto piacere ma, dovetti riconoscerlo, mi aveva eccitato parecchio.

Francesco rientrò ancora completamente nudo mentre stavo cercando una soluzione per dare un po’ di sollievo all’asta eretta che mi ritrovavo nei pantaloni, rimanendo sdraiato sul divano con la testa appoggiata sul bracciolo. Senza proferire parola si sistemò dietro di me chinandosi in avanti per far scorrere le mani sul mio corpo. Potevo solo percepire il suo cazzo moscio premuto contro la mia nuca, ma ciò bastò per farmi eccitare ancora di più.
“Ho visto che ti è piaciuto il mio nuovo giocattolino” gli dissi fintamente imbronciato. Francesco venne di lato e mi si accucciò di fianco cominciando a baciarmi mentre mi accarezzava il viso con una mano e infilava l’altra sotto alla felpa facendomi inturgidire i capezzoli mentre li sfiorava e li pizzicava con le dita.
“A me piaci tu” disse tra un bacio e l’altro. “Soltanto tu sai come darmi ciò di cui ho bisogno” rinforzò il concetto facendo scivolare la mano fino ad accarezzare il cavallo dei pantaloni dove trovò il mio cazzo eretto ad aspettarlo. Mi guardava negli occhi con il sorriso stampato in volto senza dire nulla, mentre continuava a far scorrere lentamente il palmo della mano lungo il mio uccello ancora imprigionato. Lo sentivo, caldo e pulsante sotto ai jeans, che chiedeva di essere liberato, ma Francesco stava prendendo tempo facendomi impazzire dal desiderio.

Pensai che volesse farmela pagare per aver interrotto il suo divertimento perché improvvisamente smise di accarezzarmi il pacco e invece di farsi strada per impossessarsene venne ad accoccolarsi di fianco a me sul divano. Infilò la mano sotto alla felpa per sfiorare i peletti sul mio petto facendomeli rizzare per poi seguire il profilo dei pettorali con le dita.
Quello è il suo modo di dirmi che ha bisogno di essere coccolato. Così gli passai la mano tra i capelli come si farebbe con un bambino per poi sfiorargli le labbra con la punta del dito indice. Francesco aprì la bocca cominciando a succhiarmelo sensualmente.

All’improvviso mi disse languido: “Mi sta venendo freddo. Ho bisogno che tu mi scaldi”. Così mi sdraiai sopra di lui coprendo interamente il suo corpo con il mio per poterlo baciare a mia volta, tenendogli la testa ferma tra le mani. Usando i pollici gli accarezzavo gli occhi e le tempie continuando ad approfittare di quella bocca mentre il mio bacino lo schiacciava sui cuscini del divano.
Dopodiché, ancora completamente vestito, mi misi a cavalcioni su quel corpo nudo che adoravo mentre i suoi occhi stavano attenti ad ogni mia mossa e mi strizzava il sedere con le mani. Lo baciai con passione sul collo inebriandomi del suo profumo maschile per poi dedicarmi al resto. La mia bocca gli mordicchiò i capezzoli duri facendolo sussultare, mentre le mani accarezzavano tutto il corpo.
Continuando a scivolare su di lui lo baciai sui fianchi dove sapevo che si trovano le sue zone più sensibili. Scesi ancora fino ad arrivare all’ombelico, dentro al quale giocai a lungo con la punta della lingua, finché non arrivai al suo cazzo eretto, umido e scappellato.
Lo presi in mano e cominciai a baciarlo sul filetto, intorno alla base della cappella e sulla punta sentendo il suo corpo che si irrigidiva per il piacere. Mi dedicai a lungo e con impegno a quel manganello senza però trascurare le palle gonfie sottostanti. L’odore del suo cazzo mi è sempre piaciuto da impazzire e adoro tenere la faccia in mezzo alle sue gambe.

Lui gemeva, gradendo evidentemente quel servizio. Me lo portai alla bocca facendolo scivolare piano al suo interno per poter assaporare tutti i rilievi con le labbra e cominciai a succhiarglielo pompandolo su e giù, aiutato dalla lingua. Francesco cominciò a muoversi languidamente chiedendomi di non smettere.
Dato che conoscevo molto bene quel corpo e le sue zone erogene, cominciai ad accarezzarlo all’interno delle cosce per poi giocare con il pollice attorno al suo buchetto mentre continuavo il lavoro di bocca, aiutandomi con la mano e aumentando la velocità.
L’eccitazione era troppa e stava rischiando di venire da un momento all’altro, così decise che era arrivato il momento di perdonarmi e di dedicarsi un po’ a me.

Mi fece scendere con lui dal divano e cominciò a baciarmi lì in piedi come solo lui sa fare. La lingua rientrò decisa nella mia bocca e mi abbracciò aderendo con il corpo contro il mio, trasmettendomi tutta la sua impazienza e la sua eccitazione.
Volevo prolungare quel momento all’infinito così feci scorrere la mano sulla nuca per tenere quella bocca nella mia, mentre portavo in avanti il bacino per fargli sentire tutta la mia rigidità.
Prendendo nuovamente l’iniziativa, si accucciò rimanendo in equilibrio sulla punta dei piedi e affondò il viso sul mio pacco usando i denti per mordicchiare il cazzo attraverso il tessuto dei jeans. Poi cominciò ad armeggiare con i bottoni, aprendoli uno ad uno con una lentezza esasperante. Infilò una mano all’interno e me lo impugnò saldamente. Potevo sentire la sua mano calda che me lo avvolgeva e godetti di quel contatto. Poi, con estrema cautela, lo estrasse senza però slacciare la cintura. Lo leccò alla base, lo baciò delicatamente sulla cappella e se lo fece scorrere sulla faccia senza mai staccare gli occhi dai miei, tenendosi saldamente in equilibrio con le mani arpionate alle mie cosce.
Ormai mi conosceva bene e sapeva quanto mi piace osservare dall’alto, in posizione dominante, il mio uomo che si dedica a me.
Io lo guidavo accarezzandolo sulla testa, stabilendo il ritmo e facendogli capire dove insistere, mentre godevo come un forsennato di quel magnifico servizio.

Poi si rialzò e abbracciandomi nuovamente mi disse: “Vuoi che muoia di freddo qui oppure mi porti a scopare nel tuo letto?”

Continua…
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