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La vicina con gli stivali


di callaghan
17.09.2023    |    5.774    |    12 9.6
"Entrai dal portoncino e salii la rampa di scale, la porta era accostata, diedi un colpetto ed entrai..."
Piccola premessa, abito in una frazione di un piccolo comune dove gli abitanti si possono contare sulle dita di 10 mani. Di tanto in tanto si sente qualche chiacchiera di Tizio che si è invaghito della moglie di Caio e via dicendo. Quindi naturalmente fuori da ogni occasione e tentazione, almeno locale. Tuttavia c'è una mia vicina di casa, amica della mia signora, che frequenta spesso casa mia. Comportamento sempre irreprensibile ad onore del vero. Una signora matura che, nonostante varie esperienze, non ha trovato l'anima gemella. Carina senza strafare, con due tette belle sode, un fisico un po' minuto ma tonico, un paio di coscette niente male ed un culetto davvero notevole. A volte dà una mano per qualche lavoro di giardinaggio e quando la vedo china con il bel culetto all'aria, mi ha sempre ispirato di metterglielo dentro senza tanti complimenti e martellarla per bene fino a riempirla. Naturalmente è una situazione molto rischiosa, ragion per cui non mi sono mai fatto avanti pur avendolo immaginato diverse volte. Un po' di tempo fa doveva appendere un mobiletto in una posizione un po' scomoda. Era un sabato, la domenica dopo aveva una cerimonia per cui era andata dall'estetista e dalla parrucchiera. Quando era di ritorno, come d'accordo, mi avvisò per fare il lavoretto programmato. Portai i miei soliti attrezzi e andai a casa sua a 20 metri da me. Entrai dopo aver suonato e rimasi di stucco. Capelli sistemati, trattamento estetico ed un bel paio di jeans che le facevano il culetto meglio del solito... In due parole una altra Martina! "Come siamo belli stasera" azzardai mentre quella vista ebbe su di me un effetto notevole suscitandomi desideri e fantasie e procurandomi una mezza erezione. Cercai di fare finta di nulla ma il mio amichetto in basso non voleva saperne di riposare, anzi! Salii sulla scaletta che mi permetteva di fare il buco per lo stop da una parte e scesi per passare dall'altra parte. Nonostante i miei sforzi non riuscii a
passare senza strusciare il mio cazzo gonfio nei pantaloni sulle sue natiche sode. Ero molto imbarazzato, Martina aveva certo sentito il mio pacco strusciarle dietro ma non aveva detto nulla. Feci l'altro buco e appendemmo il mobiletto.
"Sai - dissi - vederti cosi bella oggi mi ha fatto un brutto effetto!" riferito all'erezione che avevo manifestato. "E questo secondo te sarebbe un brutto effetto!?" ribatté. Ci fu un lungo attimo di silenzio, Martina si avvicinò e mi toccò il pacco non ancora a riposo. Non credevo ai miei occhi quella occasione che tante volte avevo immaginato, mi sembrava davvero a portata di mano. Mi slacciai i pantaloni e Martina senza dire una parola si inginocchiò davanti a me e me lo prese in bocca. Si esibì in un pompino notevole, le esperienze fatte non erano state inutili! Le tenevo la testa dietro per infilarglielo più a fondo possibile ma me le tolse biascicando con il cazzo in bocca che le avrei rovinato il lavoro della parrucchiera. Del resto tra mani e
bocca non avevo di che lamentami, glande, asta e palle venivano trattate con molta cura. Stavo per venire e Martina serrò la sua bocca intorno al mio cazzo, che eiaculava a ripetizione, senza farne cadere una goccia. Poi sputò lo sperma su un paio di fazzoletti prima di ripulire con cura il mio cazzo.
"Sai, non mi ero mai spinto oltre una situazione abbastanza "normale" per evitare qualunque chiacchiera o complicazione, ma mi sembra ci siano le premesse per approfondire la nostra conoscenza" dissi mentre Martina annuiva.
"Direi che potremmo continuare, a me non dispiacerebbe" la buttai la.
"Neanche a me..." rispose.
"Ti confesserò una fantasia che mi frulla in mente da parecchio tempo... Non sai quante volte ti ho immaginata con indosso un bel paio di stivali altissimi sopra il ginocchio con zeppa e tacchi alti, eccitanti che mi fanno impazzire e ti slanciano rendendoti ancora più intrigante, desiderabile e sexy ".
A quelle parole Martina si avvicinò, ma non avevamo più tempo e la situazione rischiava di diventare pericolosa.
"Facciamo così - dissi - te ne regalo un paio come piacciono a me ed alla prima occasione te li porto e ti aiuto ad indossarli, che ne dici?" dissi in modo malizioso.
Martina annuì "Perché no?", certo bisogna muoversi con discrezione, sai che qui anche i muri hanno occhi e orecchie".

Cominciai a cercare su internet un paio di stivali come piacevano a me e li immaginavo indosso alla mia vicina. Durante la ricerca mi imbattei in una tutina con dei pantaloni tipo leggins aperti sotto effetto bagnato che mi piacevano molto.
Li volevo per lei da mettere sotto gli stivali. Feci l'ordine facendo arrivare il tutto da un amico fidato e rimasi in attesa. Il materiale arrivò abbastanza rapidamente, ma non avendo un posto sicuro, li consegnai direttamente a Martina con la raccomandazione di tenerli per quando avremmo avuto modo di vederci.
Un po' di tempo dopo capitò l'occasione. Per motivi familiari sarei rimasto un a notte da
solo e informai la mia amichetta. Ci preparammo all'incontro, la avrei avvisata una mezz'ora prima di raggiungerla. Finalmente arrivò il momento di salire, ero decisamente eccitato, immaginavo Martina mentre indossava la tutina e gli stivali.
Entrai dal portoncino e salii la rampa di scale, la porta era accostata, diedi un colpetto ed entrai. La stanza era quasi buia e vidi la sagoma di Martina da un lato.
"Buonasera tesoro, ti aspettavo" disse. Già immaginavo che la avrei aiutata ad indossare gli stivali che le avevo regalato quando la luce iniziò a crescere di intensità illuminando l'ambiente. Con molto stupore la vidi avvicinarsi al centro della stanza, aveva già indosso il mio regalo, e una stupenda tenuta con corsetto di pelle aderente con le cinghiette e le fibbie che lo chiudevano davanti e due coppe che sostenevano il bel seno ancora abbastanza sodo, una maschera fetish che lasciava scoperti bocca ed occhi, il tutto sulla tutina aderente aperta sull'inguine ed un paio di eleganti mutandine di pizzo a coprire.
"Sono sicura di essere di tuo gradimento" disse maliziosa mentre infilava un paio di guanti in latex oltre il gomito in modo molto sexy e rituale. Annuii, letteralmente folgorato da quella visione.
"Ho capito che ti sarebbe piaciuto quando ho visto gli stivali e la tutina. Mi hanno fatto tornare alla mente una parte del mio passato. C'è stato un periodo della mia vita nel quale mi vestivo spesso in questo modo, e frequentavo diversi uomini che apprezzavano molto. Credo che immagini anche perché, erano uomini piuttosto abbienti che accompagnavo in brevi viaggi o durante le vacanze estive. Volevano essere dominati ed io li accontentavo.
Frusta e scudiscio erano trattamenti quotidiani, assieme al farli eccitare e negare loro l'orgasmo fino a farli implorare di venire. Spesso li obbligavo a farlo sugli stivali mentre li scudisciavo e poi immancabilmente facevo bere il loro piacere e ripulire con la lingua quello che avevano sporcato ma non solo. Qualche volta capitavano degli arroganti, i miei preferiti, godevo nell'umiliarli e nel sodomizzarli con lo strap-on, anche brutalmente, facendoli sentire delle nullità, ma non si è mai lamentato nessuno, anzi." sorrise maliziosamente.
Ci fu qualche attimo di silenzio, poi Martina riprese
"Vedo che sei molto stupito per quello che ti ho detto, e lo capisco perfettamente, ma ho sempre cercato di tenere il mio passato, diciamo da mistress semiprofessionista, molto riservato. Poi è capitata questa occasione e ho deciso di fare un salto all'indietro, ormai
siamo direi in confidenza e sono certo che manterrai il segreto. In ogni caso tranquillo, mi piace anche il sesso tradizionale, ci mancherebbe!"
Ero quasi inebetito da quella situazione così eccitante. Mi mandò in bagno per una seduta di pulizia e scomparve nella stanza da letto. L'adrenalina era alle stelle così come la mia eccitazione mista a timore e desiderio per quella situazione così intrigante e inaspettata. Tornai nella stanza da letto e mi disse di sdraiarmi sulla schiena, si mise a cavalcioni sul mio torace con le mutandine davanti alla mia faccia, sentivo l'odore del sesso...
"Adesso faremo quello per il quale sei venuto, proprio come immaginavi, ma devi promettermi che alla fine esaudirai un mio desiderio" disse con voce calda ma ferma.
In quella situazione avrebbe potuto chiedermi qualunque cosa che avrei accettato... Feci cenno di si e cominciò a strusciare la fighetta depilata davanti alla bocca, io leccavo ma a causa delle mutandine non avevo un contatto diretto, desideravo leccarla e succhiarla ma non potevo. Martina continuava ad ancheggiare alimentando il mio desiderio, mentre con la mano mi stuzzicava il pene durissimo dietro di lei. Continuò un po' ed infine decise di togliere la barriera, si rimise nella posizione di prima e cominciai a leccare e succhiare avidamente il clitoride. Anche a lei piaceva e la sentivo incitarmi, finché decise di mettersi in posizione 69, io continuavo a leccare e succhiare avidamente mentre la sua bocca lavorava il mio membro turgido, sentivo che non sarei resistito a lungo, ma Martina ci sapeva fare. Si fermò in anticipo e si avvicinò alla mia bocca, le sua lingua contro la mia, ci carezzavamo a vicenda, sentivo la pelle degli stivali sotto le mie mani e mi eccitava moltissimo, stringevo dolcemente le tette sotto il corsetto in un turbinio di sensazioni. Il pene aveva perso un po' vigore ma godevo di quello stato così piacevole.
Poi la sua mano guantata tornò a carezzarmi l'asta e lo scroto risvegliandolo fino a farlo inturgidire di nuovo. Si mise a cavalcioni sopra di me e cominciò a strusciare la sua fighetta sopra il mio cazzo ancheggiando e dopo qualche secondo si impalò. Anche io cercavo di muovermi facendo su e giù, ma sentivo che non avrei resistito molto e volevo continuare. Girai Martina su un fianco e mentre stavo per prenderla da dietro mi trovai davanti alla punta del cazzo il buchino del suo bel culetto. Misi un po' di lubrificante sul dito e glielo infilai.
Ebbe un piccolo sussulto ma si rilassò subito e continuai con due dita scorrendo e roteando. L'eccitazione era al massimo, la misi a pancia in giù sdraiata ed io a cavalcioni sopra di lei, lubrificai il mio cazzo con cura assieme al forellino e lo puntai. Non mi sembrava vero, quel bel culetto tondo e sodo che tante volte avevo immaginato di violare stava per essere mio. Cominciai a spingere delicatamente finché si apri alla mia pressione, sentivo le pareti del retto aderire perfettamente al membro che entrava, ero al culmine dell'eccitazione, pompai un po' finché sentii il piacere arrivare, aumentai il ritmo in modo
quasi selvaggio e le inondai il retto di sperma con una quantità di liquido che non ricordavo da tempo. Mi chinai sopra di lei carezzandola e baciandole la schiena, ero davvero felice per quel piacere così intenso e ed a lungo fantasticato.
Mi sfilai e ripulii tutto. Sussurravo parole dolci all'orecchio di Martina e si mise con la testa sul mio petto. Carezzavo eccitato quella figura vestita di pelle e latex.
Fu a questo punto che lei mi ricordò il suo desiderio. Mi disse di sdraiarmi a pancia in giù con un cuscino sotto, immaginavo cosa aveva in mente, ma ormai ero deciso a provare, in fondo era il prezzo che avrei pagato per averle fatto anche il culetto. Cercai di rilassarmi e la vidi mentre si preparava.
Prese da un cassetto un magnifico strap-on di buona dimensione ma non enorme, nero, perfettamente nervato fissato ad una stupenda imbragatura con i bordi elegantemente borchiati e le fibbie laterali di fissaggio con un doppio penetratore interno, vaginale ed anale. La vidi lubrificare i due plug interni e indossarlo. Si allacciò le fibbie laterali ben tese e si mostrò con un pizzico di vanità.
Infilò sullo strap-on un profilattico e salì sul lettone. Prese il tubetto del lubrificante e cominciò ad ungere il mio buchetto massaggiandolo. Quel trattamento era piacevole, mi rilassai per godere di quel massaggio erotico, sentii un dito entrare delicatamente, poi due
mentre Martina mi chiedeva se gradivo. Poi fu la volta di un dildo gonfiabile, posizionato proprio sullo sfintere, veniva tenuto in posizione mentre lo pompava, mi sentivo allargare ma ancora senza fare male, poi la dimensione divenne più importante, cominciava a diventare fastidioso e Martina se ne accorse.
Mi lasciò un po' così per far abituare l'anello a quella dilatazione. Dopo un po' mi liberò e si mise a cavalcioni sopra le cosce, sentivo lo strap-on ben lubrificato scorrere in mezzo al solco delle natiche delicatamente, poi Martina cominciò ad avvicinarsi al buchetto, sentii premere per entrare, il lubrificante in quantità finché sentii la punta dentro, scivolò ancora un po' poi uscì e lubrificò ancora, rientrò dentro e stavolta lo sentii arrivare fino in fondo,
lentamente ma senza esitazione. Non sentivo dolore, la mia vicina ci sapeva fare, prese a pomparmi dapprima lentamente, poi con più velocità, la sentivo ansimare eccitata.
Di tanto in tanto usciva ed aggiungeva lubrificante, sentivo scorrere dentro quel replicante, immaginavo Martina dietro di me che mi sodomizzava vestita da mistress, le sue mani poggiate sulla schiena. Io con gli occhi chiusi assaporavo quel trattamento eccitante e piacevole nello stesso tempo.
Sentivo il membro riprendere consistenza, finché lei si fermò, si chinò sopra di me
sussurrandomi come fosse davvero soddisfatta di aver replicato una serata alla sua vecchia maniera.
Scese dalle mie gambe e si tolse l'imbragatura, il fallo che aveva nella fighetta era bagnatissimo dei suoi umori, lo presi e leccai avidamente, poi lei si stese accanto a me e continuammo a carezzarci.
Naturalmente ci promettemmo che lo avremmo fatto ancora! Vicini, in sintonia
e con desideri complementari, cosa volere di più?
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