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Lui & Lei

Scherzi del dating


di Membro VIP di Annunci69.it Uragano_3
03.10.2022    |    602    |    0 6.0
"Giorgio estrasse il cazzo dalle tette della donna e terminò di far gocciolare il suo arnese sui capezzoli della stessa..."
Era arrivato, dopo diversi giorni di messaggi reciproci, il momento dell’incontro. Giorgio e Nadia si erano accordati per vedersi al bar Centrale, un locale particolarmente adatto allo scopo per via di quella fila di tavolini appartati. I due, che conoscevano bene il locale, avevano convenuto di sedersi al penultimo tavolino e di mostrarsi a vicenda un biglietto da visita col nickname utilizzato: Bisonte A69 per lui e Leonessa A69 per lei.
Tutto filò liscio come da programma, caffè compreso senonché la “chimica” non produsse i risultati auspicati e l’incontro si concluse con un nulla di fatto, da entrambi accettato con signorilità; Nadia ringraziò Giorgio per il caffè e si avviò verso l’uscita.
Durante l’incontro l’ultimo tavolo della fila fu occupato da un’altra donna. Una donna bellissima ed estremamente elegante che, sfilatosi il cappotto, esibì una gonna a tubino con camicetta bianca piuttosto attillata e tacchi a spillo.
La donna era in attesa di un lui che tardava ad arrivare e non faceva mistero di mostrare il proprio disappunto ma, allo stesso tempo, aveva seguito attentamente il colloquio tra Giorgio e Nadia e, constatatone l’infruttuoso epilogo, decise di giocarsi con Giorgio le proprie carte. Sul retro di un biglietto da visita scrisse Bufala A69 e lo mostrò a Giorgio che fu molto piacevolmente sorpreso.
La donna ruppe gli indugi, invitò Giorgio a sedersi e si presentò:
“Piacere Giorgio. Io sono Monica”.
Mentre si presentava le sue gambe, sotto il tavolo si intrecciavano sapientemente con quelle di Giorgio e strusciava le caviglie sottilissime lungo i polpacci dell’uomo. Poi aggiunse:
“Mentre parlavi hai detto di essere un meccanico. Dato che sono un po’ a pezzi mi farebbe piacere se tu mi montassi….. Dopotutto sei un Bisonte ed io voglio essere la tua Bufala”.
Nel frattempo Monica si era tolta la scarpa destra e, sotto il tavolo, aveva strusciato la pianta de suo piedino tra le cosce muscolose di Giorgio percorrendole tutte fino a saggiare la consistenza del pacco; tolse anche l’altra scarpa e, replicando la mossa precedente, riuscì a serrare il cazzo di Giorgio e iniziò a masturbarlo.
La fronte di Giorgio era imperlata di sudore; sentiva il cazzo sempre più duro anche perché, nel frattempo, Monica aveva slacciato un paio di bottoni della camicetta esibendo un decolleté irresistibile. Fu a questo punto che Monica, passandosi la lingua sulle labbra, domandò a Giorgio:
“Hai la macchina qui nei paraggi?” e Giorgio rispose:
“Certamente”.
“Accompagnami a casa allora, è a soli dieci minuti da qui. Là approfondiremo la nostra conoscenza”.
I due uscirono dal locale e salirono sull’auto di Giorgio.
Non appena ebbero imboccato la tangenziale Monica allungò la mano sinistra sul pisello di Giorgio. Lo impugnò in un primo momento senza slacciargli i pantaloni. Essendo l’erezione divenuta quasi incontenibile Monica liberò rapidamente la belva dalla gabbia. Lo stringeva alla base e, con ritmo sapiente, mentre Giorgio guidava, lo segava evitando accuratamente di farlo venire.
Monica poi scostò la cintura di sicurezza in modo tale da potersi piegare in avanti; aveva tutte le intenzioni di fare un pompino a Giorgio. Serrò il glande tra le labbra carnose e succhiò con un ritmo inizialmente blando e dolce ma che andava crescendo fino a diventare frenetico. Il cazzo di Giorgio spariva per intero all’interno di quel tunnel del piacere e la cosa si protrasse fino a quando non arrivarono sotto casa di Monica.
I due, dopo una frettolosa ricomposizione dei loro abiti, scesero dalla macchina ed entrarono nel portone del palazzo ove abitava Monica, uno di quegli edifici di inizio ‘900 ricco di marmi e dai pavimenti a mosaico. L’ascensore era già lì, pronto ad accoglierli. Si trattava di un ascensore piuttosto datato, il suo percorso era ingabbiato tra scale, pianerottoli e piani ammezzati, molto lento e con una cabina per massimo due persone. L’ideale in quel momento e a quell’ora tarda; Monica fece entrare prima Giorgio, lo seguì e chiuse prima il cancello e poi le porte scorrevoli che erano manuali. Premette poi il pulsante del nono piano, quello dell’attico di Monica. L’ascensore era appena partito quando Monica appoggiò il culo sul cazzo di Giorgio, si strusciò un poco e sollevò la gonna fino a scoprire due chiappe sode, una pelle di seta bianchissima lasciata generosamente libera dalle calze autoreggenti e da un sottilissimo perizoma di pizzo nero. Monica scostò il perizoma e disse a Giorgio:
“Sento che ce l’hai durissimo. Tiralo fuori e mettimelo nella figa; presto! Ce l’ho fradicia di voglia”. L’ascensore era intanto arrivato tra il quarto e il quinto piano e Monica premette volutamente il pulsante di arresto. Giorgio intanto aveva iniziato a stantuffarla con colpi vigorosi che lei accompagnava con gemiti di piacere e respiro affannoso. La pelle delle sue chiappe schioccava come una frustata ad ogni colpo di Giorgio che, dopo alcuni minuti, premette nuovamente il tasto del nono piano facendo ripartire l’ascensore. Fu a quel punto che Monica disse:
“Siii, così! Continua così! Sbattimi, sbattimi tutta. Lo voglio sentire tutto dentro. Sbattimi, sbattimi forte!”
L’ascensore arrivò al nono piano e Giorgio interruppe la penetrazione per consentire a Monica di aprire la porta di casa. I due entrarono e, chiusasi la porta alle loro spalle Monica saltò su abbracciando il collo di Giorgio e serrando le cosce attorno alla vita di lui. Ripresero in tal modo il coito questa volta l’uno di fronte all’altra. Gli indicò velocemente la prima porta alla sua destra, quella della camera da letto. Giorgio entrò e, ruotando su sé stesso con Monica in braccio che lo baciava, camminò retrocedendo verso il lettone fino a sdraiarsi. Monica era adesso sopra di lui e lo cavalcava; si sfilò la camicetta e il reggiseno liberando le sue tettone da urlo e, contemporaneamente, Giorgio si tolse la camicia. Monica cavalcava ad un ritmo sempre più frenetico e, piegandosi su Giorgio, ne fece scomparire il viso, inghiottito nel solco di quel seno immenso.
Monica decise di cambiare posizione, si mise a pecora sul letto e disse a Giorgio:
“Ti voglio dietro, voglio che mi sbatti come abbiamo fatto in ascensore!”
Giorgio si mise dietro Monica, le infilò il cazzo nella figa e riprese a timbrarla vigorosamente con lei che urlava:
“Siiiiiiii! Così! Più veloce, più forte! Sbattimi, sbattimi tutta! Fammi venire!”
La frenesia del ritmo fece raggiungere rapidamente l’orgasmo a Monica che squirtò copiosamente sul lettone e aggiunse:
“Bravo, il mio meccanico Bisonte! Adesso lo voglio tutto nel culo”.
Giorgio cambiò rapidamente buco e riprese a sferzare le natiche carnose della donna con colpi possenti che la facevano sobbalzare. Dopo alcuni minuti Giorgio disse:
“Sto per venire. Voltati! Te lo voglio mettere tra le tette. Voglio schizzare lì in mezzo e regalarti una collana di perle!”
Monica si voltò e Giorgio si mise a cavalcioni sul suo ventre. Lei gli afferrò il cazzo ancora pulsante e ci sputò sopra per lubrificarlo. Poi si spalmò un po’ di saliva sulle tette e vi accolse l’uccello facendolo scomparire tra quelle montagne di carne soda. Iniziò poi a strofinarlo sapientemente dicendo:
“Dammela! Dammela tutta la tua sborra! La voglio tra le tette, nei capelli, sul viso! Schizza! Riempimi tutta!”
Stimolato anche da quegli incitamenti Giorgio non resistette più, si produsse in un gemito prolungato e iniziò a schizzare. Un primo fiotto fuoruscì tra le tette di Monica e terminò sotto il suo mento. La colata di sborra si divise tra i due lati del collo andando a formare una sorta di collana bianca. Altri fiotti terminarono ora tra i capelli della donna, ora sul suo viso. Giorgio estrasse il cazzo dalle tette della donna e terminò di far gocciolare il suo arnese sui capezzoli della stessa.
Mentre lei si spalmava quella lozione sul seno e aveva il mento e le labbra impastati di quella marmellata biancastra e filante, prese in bocca il cazzo di Giorgio e iniziò a leccarlo e a succhiarlo per ripulirlo al meglio.
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