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Le fantasie di Giulia


di Spekkio
24.12.2022    |    2.272    |    0 8.0
"Con gli occhi chiusi e la testa girata verso sinistra, tolsi il dito dalla bocca e lo feci scendere lentamente per sentire se avevo finto di pisciare..."
Prefazione: ho provato a scrivere un racconto per donne, immedesimandomi nell'universo femminile. “Bati”, la mia partner occasionale ma costante e con cui condivido tutto, l'ha letto prima che lo pubblicassi e mi ha consigliato di lasciarlo così perché l'aveva fatta eccitare. Perciò ecco qua.

Le fantasie di Giulia
Da qualche mese ero riuscita a scorgere una piccola luce in fondo al tunnel. Sebbene debole e pulsante, avevo finalmente una direzione verso cui andare per risolvere la situazione sopraggiunta dopo la perdita di Jan. Avevo finalmente deciso di non volgere più lo sguardo al passato. L'avevo promesso più volte a me stessa ma prontamente avevo disatteso ogni aspettativa, ricadendo con costanza nei più neri periodi di depressione, alternati ad attimi di tristezza.
Qualche sera prima mi ero ritrovata a mezzanotte sul divano con il calice di vino rosso versato sui cuscini. La sigaretta fumata nemmeno per metà, si era esaurita forando il tessuto ruvido in cordura del divano rosso. In televisione stava ancora andando avanti Netflix e mentre puntai il telecomando per spengerla, lo schermo diventò nero e vidi il mio riflesso storpiato. Scoppiai a piangere senza sapere perché. Forse la sagoma che avevo visto nel riflesso coincideva con l'immagine che avevo di me stessa da molti mesi e forse in quel momento piansi perché mi facevo pena.
Di getto mi alzai e corsi in bagno a sciacquarmi la faccia. Mi chinai sul lavabo e mi venne un oncone di pianto. Non seppi trattenermi, mi venne da strillare e da strapparmi i capelli. Vidi nello specchio la smorfia della mia disperazione e la accentuai continuando un pianto di disperazione. Di quelli che non fanno rumore e nei quali il respiro trattiene il fiato.
Durò almeno cinque minuti lo stato di disperazione misto ad annullamento e alla fine le lacrime trattenute dai muscoli tirati della faccia, iniziarono a gocciolare come una cascata che precipita lungo una roccia.
Decisi di non asciugarmele perché mi meritavo una faccia così. Avevo davvero toccato il fondo e mi sentivo annullata, inadatta, un verme che strisciava in attesa di essere calpestato.
Poggiai le mani ai lati del lavabo e alzai la testa guardandomi. Ben presto le lacrime cessarono e fui pervasa da un senso di liberazione che partiva dal basso ventre e saliva fino alla gola, dove rimaneva fermo incontrando il nodo che ancora persisteva.
Passai in posizione eretta non appena il pianto era definitivamente cessato e la faccia era tornata normale, sebbene circondata dai capelli cotonati, dopo i vani tentativi di strapparli via.
Mi guardai ancora un attimo ma stavo molto meglio. Sentivo una profonda leggerezza dentro di me e tanta voglia di fare.
Non mi ero mai sentita annullata come quella sera e mi venne da pensare che quella orribile sensazione durata l'eternità di cinque minuti, forse era il segnale che il fondo era stato toccato. Mi sentivo sollevata da questo pensiero, nonostante le strisce bianche di sale lasciate dalle lacrime che vedevo nello specchio.
Mi venne voglia di sentirmi pulita e percepivo di dover lasciare le negatività alle spalle ma non avevo idea di come espellere i cadaveri dei demoni che avevo appena ucciso dentro di me. Mi voltai dando le spalle allo specchio e premendo le natiche sul bordo del lavabo provai una sensazione di allegria che mi fece fare un rapidissimo sorriso isterico ma vero.
Per un attimo pensai che un buon modo di espellere il nero che stavo cacciando da dentro, fosse quello di punirmi. Mi passò per la testa l'idea di pisciarmi addosso, in piedi, poggiata al lavabo e mi venne d'istinto di allargare le cosce piegando le ginocchia verso l'esterno come una ballerina di danza classica. Il breve pensiero di quel momento prevedeva che per liberarmi delle tenebre dovessi punirmi e la cosa migliore da fare era quella. Contemporaneamente mi sarei punita ed avrei espulso via l'oscurità appena sconfitta.
Per qualche secondo ho mosso i muscoli del basso ventre, rilasciandoli come per fare pipì. Avevo chiuso gli occhi e sentivo perfettamente l'aderenza della mutandine sul mio pube. Mi ero immaginata la pipì che sbattendo sul tessuto bianco degli slip, fuoriusciva dai lati colando giù per le cosce come un rigagnolo d'acqua calda. Avrei espulso ciò che avevo dentro con forza e nella mia immaginazione in cui mi osservavo da davanti, vedevo che la pisciata era di quelle forti. Quelle con il getto lungo e duraturo a pressione. E che dopo i primi strizzoni finiti lungo le cosce, avevo iniziato a gocciolare proprio in mezzo alle gambe, mentre la fica era diventata visibile attraverso il tessuto bagnato delle mutandine bianche.
Riaprii gli occhi e mi resi conto che tutto questo non era mai successo. Mi toccai le mutandine sotto, per essere sicura che fosse stata solo un'immaginazione durata pochi attimi ma mi accorsi che avevo davvero voglia di fare pipì.
Spinsi con le mani verso il lavabo dietro di me e andai verso il water già aperto. Mi misi a sedere al contrario del solito, girata verso la parete e mentre lo facevo mi ero tirata giù le mutandine rapidissimamente, portandole alle caviglie che adesso stavano inclinate a quarantacinque gradi, mentre i piedi puntavano le dita per terra, sul pavimento freddissimo.
Inarcai la schiena piegandomi in avanti e portai indietro il sedere fino a quando non sentii la fica toccare il bordo del water. Allora ruotai leggermente il bacino in avanti e chiusi gli occhi alzando il mento. Lasciai andare i muscoli del ventre e iniziai a pisciare.
Sentivo il sibilo e mi immaginavo la fica vista da dietro, con un getto potente e massiccio di pipì che usciva con forza, battendo sulla porcellana dell'interno del water. Il sibilo del getto di pipì era più potente del rumore che faceva sbattendo su water.
Durai diversi secondi con quella pressione e mano a mano i muscoli della pancia che stavo tirando, si allentavano e ben presto avrei dovuto rilasciarli. Resistei il più possibile per mantenere il getto più a lungo possibile ma alla fine dovetti interromperlo ritirando i muscoli e rilasciando un sospiro quasi di eccitazione. Detti un'altra spinta e abbassai la testa poggiando le mani sul bordo del water. Spinsi nuovamente e ricominciai a pisciare provando un senso di liberazione incredibilmente appagante. Spontaneamente mi ritrovai ben presto ancora inarcata e con il mento alzato.
Detti ancora un aio di spinte finché sentii che la pressione diminuiva e allora alzai il busto in posizione eretta, sempre con le gambe protese all'indietro, bloccate dalle mutandine alle caviglie. Mi misi un dito in bocca involontariamente e me ne accorsi mentre stavo continuando a pisciare, però gocciolando. Volgendo lo sguardo in basso, vedevo le gocce che cadevano senza forza e, nonostante con delle rapide spinte riuscissi ancora a creare un flusso, avevo ormai quasi finito.
Mi sentivo decisamente libera, leggera, felice, forte. Con gli occhi chiusi e la testa girata verso sinistra, tolsi il dito dalla bocca e lo feci scendere lentamente per sentire se avevo finto di pisciare. Piegai il polso con il dito indice ad uncino per passarmelo tra le labbra. Sapevo che facendo questo, d'istinto il mio corpo avrebbe risposto con una spinta tirando i muscoli e così accadde. Non appena il dito sfiorò entrambe le labbra passandoci in mezzo, un rapido e caldo getto di pipì investì la parte delle dita vicine al palmo.
Allargai le dita distanziandole l'una dall'altra. Le tesi e tenendo il medio dritto e duro, lo piegai verso di me, piegando leggermente i polpastrelli non appena sentii nuovamente il tocco con le mie labbra ancora decisamente umide. Lo passai diverse volte sulla fessura, l'ultima volta inzuppando il polpastrello dentro. Era piacevole e ad occhi chiusi mi immaginavo di vedere la fica da sotto con la mia mano che strusciava il dito ed il mio volto teso ad occhi chiusi sullo sfondo visto dal basso.
Iniziai a ruotare il polpastrello in prossimità dell'ingresso della vagina. Mi ha sempre eccitato l'idea di vedermi mentre mi tocco. Forse mi eccita più dello sfregamento fisico e del piacere fisico. E' una cosa mentale che mi fa eccitare, a volte, anche solo pensandoci.
Ruotavo lentamente la punta del dito facendo via via più pressione e poi meno, ricominciando il ciclo daccapo ogni volta ed introducendo un ulteriore passo in più, con una piccola pressione in più.
Mi stavo eccitando piano piano e via via iniziai ad alternare la rotazione del polpastrello, a dei passaggi lungo tutta la lunghezza delle labbra, fino alla zona del clitoride, dove mi soffermavo un po' e poi ripartivo.
Dopo pochi minuti sentii che sotto mi stavo bagnando, non più di pipì, ma di una umidità più densa. Continuavo ad immaginarmi la fica ormai gonfia e rossa scura, con dei promontori formati dalle grandi labbra carnose, con al centro il mio dito che, ogni volta, strusciava sempre con un briciolo di forza in più, entrando sempre più dentro.
Il mio corpo iniziava a surriscaldarsi e sentivo il calore al collo, come al petto e soprattutto lì in basso. Iniziava a prendermi la voglia di sentirmi qualcosa dentro. La pienezza, quella sensazione di sentirti piena che sale e che i più bravi amanti, se pur rari, sanno usare per tenerti totalmente in loro possesso come un oggetto di cui possono fare quello che vogliono. La fantasia di vedermi mentre mi stavo toccando lasciava piano piano spazio alle altre fantasie che stavano prendendo il sopravvento.
Sapevo che nel momento in cui mi iniziava la voglia di sentire qualcosa dentro, sarebbe arrivata anche la scena in cui, sempre da osservatrice esterna, mi vedevo mentre un nero possente, muscoloso, completamente nudo e con la pelle lucida dalla fatica, mi scopava con spinte forti repentine, su un letto perfettamente rifatto, sopra una coperta beige decorata con il ricamo di un giglio marrone enorme. Mi vedevo al centro di un letto in mogano, di quelli alti, con lo schienale di legno massello ina una stanza ampia arredata all'antica, con la luce di poche lampadine di quelle a punta, come usavano prima... mi vedevo sul letto mentre lui mi scopava da dietro in una posizione quasi rannicchiata. Non so se piangessi ma l'espressione del volto e le grida non mi permettevano di capire se quell'essere imponente con l'uccello duro e largo mi stesse facendo godere o piangere. Forse entrambe le cose.
Nella fantasia mi avvicinavo lentamente alla scena ma né il nero, né la me che veniva scopata, potevano vedermi. Avvicinandomi sentivo che la voglia di sentirmi dentro quell'uccello lungo e duro era talmente forte che mentre lui mi sbatteva da dietro con dei possenti colpi di bacino in avanti, io andavo indietro con il culo per farlo entrare ancora più rapidamente e fino in fondo.
Non ero ancora arrivata ad inserirmi l'indice o il medio dentro, mentre stavo ancora sul water, inarcata e con la mano sotto, tra le gambe. Ad occhi chiusi mi immaginavo la scena della scopata con il nero ma nella realtà mi piaceva covare la voglia di sentirmi toccata in profondità. Stavo alternando lo sfregamento dell'indice e del medio lungo la fessura della fica ad un furtivo tentativo di metterlo dentro, quando il medio si trovava in prossimità dell'ingresso della mia vagina. Avevo davvero una voglia matta di toccarmi dentro, almeno nella parte interna davanti, dove a volte mi bastava toccarmi pochi istanti per iniziare a gocciolare. Non volevo farlo però, perché ero appena alla prima fantasia e volevo godermi tutto il percorso. Dovevo resistere e continuai con dei movimenti automatici della mano, concentrando tutta la mia parte emotiva nelle fantasie.
Ero nella stanza dove mi vedevo con il nero che stava continuando a scoparmi. Mi ero avvicinata ed ero a fianco di lui che, nel frattempo, mi aveva messo le mani ben salde ai fianchi per sbattermi ancora più forte.
Da quella posizione vedevo incredibilmente bene il suo cazzo che mi entrava dentro con tutto il suo diametro. Quando lui spingeva, i bordi della vagina si contraevano verso l'interno e quando lo faceva uscire si vedevano benissimo le labbra che accarezzavano quell'uccello meraviglioso, tendendosi all'esterno come per accompagnarlo. Ma non lo lasciavano scappare. Un abile scopatore, non c'è che dire... quando l'uccello era quasi del tutto fuori e si intravedeva la punta della cappella, lui lo rispingeva dentro invertendo il verso delle labbra che tornavano a nascondersi.
Mi stava scopando incredibilmente bene. Alla vista di quel cazzo che entrava e usciva riempiendo completamente la mia fica in lunghezza e soprattutto in larghezza, dovei inserire un dito dentro.
Spinsi la mano ancora più sotto di me. Intanto, senza accorgermene, mi ero liberata le caviglie dalle mutandine e con le gambe ero venuta più avanti, per raggiungere meglio la fica li sotto.
Spinsi la mano ancora più in basso piegando il polso e non resistei dall'inserire il medio dentro, premendolo verso il palmo della mia mano su quella piccola superficie ruvida dove sotto si sente l'osso. Ahhh... lì c'è qualcosa di indescrivibile...
Continuavo a vedermi sul letto con il nero che mi sbatteva sempre più forte. Lo facevo da diverse angolature e la cosa più eccitante era sentire le mie grida mentre con il medio mi toccavo ormai solo dentro e sentivo la sensazione di vuoto che scendeva verso il basso. L'onda di piacere che arriva lì alla fica ed esplodendo raggiunge ogni angolo del corpo.
Sentivo che non sarei potuta resistere molto ancora. Ci provavo con tutte le mie forze ma non riuscivo a fermare né la fantasia, né la mano. Con gli occhi chiusi ebbi un istante di pensiero lucido e dissi dentro di me che sarei dovuta venire. Anzi... voluta venire.
Pensai che la fantasia non era ancora abbastanza sviluppata per finirla lì, ma allo stesso tempo sapevo di non poter tornare indietro.
Mi immaginai da davanti con il nero sempre più muscoloso e grosso che mi scopava mentre inarcando la schiena, protendevo la fica verso di lui per farlo entrare meglio. La testa premuta contro la coperta e urla ansimanti, le spinte che davo all'indietro con il bacino mentre lui spingeva avanti... urla e ancora urla... stavo per venire ma non volevo farlo da dentro. Quell'orgasmo lì volevo conservarlo per dopo.
Nella fantasia mi immaginai nuda appoggiata davanti a me che scopavo con il nero. Nuda appoggiata alla parete e allo schienale del letto, in piedi, rivolta verso la me che veniva scopata. Nuda ce mi toccavo la fica allo stesso modo in cui me la stavo toccando nella realtà.
Stavo creando una connessione tra la me reale, la sua proiezione come protagonista in prima persona nella fantasia e la me che stava scopando con il nero.
Eravamo connesse e mi stavo toccando da fuori mentre mi guardavo scopare col nero. Premevo l'indice e il medio sul clitoride ruotandoli ed alternando qualche strisciata lungo tutto il solco della fica, per poi tornare e insistere sul clitoride. Esattamente la stessa cosa che stavo facendo nella realtà, dove ormai avevo estratto l'indice da dentro per non rischiare di venire in quel modo.
Mi strusciavo nella realtà, mi strusciavo nella fantasia e ad un certo punto il nero iniziò a ansimare sempre più forte, arrivando quasi ad urlare, mentre io, con il suo uccello dentro, sollevai la testa volgendo il mento verso l'alto. Mi poggiai sui gomiti e iniziai ad urlare più forte mentre lui si contorceva protendendo il bacino in avanti e la schiena indietro.
Lui urlò un enorme gridò prolungato e sforzato, io rimasi senza fiato per diversi secondi, io che nella fantasia mi stavo masturbando iniziai a urlare come una pazza mentre strusciando le dita sulla pelle sopra il clitoride, iniziai a schizzare davanti a me con getti forti e alternati da qualche secondo.
La me nella realtà stava facendo esattamente la stessa cosa e mentre ero sempre più piegata con la pancia verso il water, ruotando indice e medio sulla pelle del clitoride e premendo con forza, stavo esplodendo in un orgasmo incredibilmente forte e sentivo gli schizzi che fuoriuscivano dalla fica per sbattersi sulle pareti di porcellana.
Schizzai almeno quattro o cinque volte mentre l'orgasmo continuava a pulsare con una forza inaudita e dovevo forzatamente continuare s premere e strisciare.
Mentre l'orgasmo continuava ero connessa con la mia fantasia in cui, gocciolando sulla coperta beige, il nero riempieva di sborra la mia fica. La scena era ora ravvicinata. Mentre ero immobile impalata da quel cazzo enorme che stava sborrando dentro di me, lui si era fermato e ad ogni grido di piacere che lanciava, vedevo il cazzo gonfiarsi e slargare ancora di più quella fica in cui aveva navigato fino ad allora. Mentre nella realtà il mio orgasmo pulsava e schizzavo, lui sborrava con la stessa intensità dentro la mia fica. Vedevo il cazzo già duro, erigersi ancora di più mentre era dentro e potevo sentire le sensazioni che stava provando la me scopata e riempita.
Sentivo il calore della sborra appena fatta dentro, calda, liquida e alimentata da getti di altra sborra uno dopo l'altro, che mi schizzavano sulle pareti interne della vagina, in profondità. Nel mentre stavo venendo e le contrazioni vaginali strizzavano ancora di più quel cazzo duro che ad ogni schizzo, diventava ancora più duro e si drizzava ancora di più premendomi sulle pareti della fica.
Avevo finito di venire ed ero stremata. Anche lui aveva finito e tirando fuori il cazzo, finalmente le labbra avevano potuto accarezzarlo fino alla capella, lasciandolo andare con un risucchio di chi vorrebbe poterlo trattenere per farsi scopare ancora una volta.
Il cazzo continuava ad essere duro anche fuori, bagnato di sborra sulla punta e gocciolante come la mia fica in cui aveva appena sborrato. Io ero rimasta ancora un po' con il culo dritto e la schiena inarcata perché mi sentivo davvero appagata da quella sborrata appena ricevuta e sentivo ancora le pulsazioni che dovevano rientrare. Allargai sempre più le gambe lasciando scivolare le ginocchia sulla coperta beige mentre il nero era sceso dal letto e stava uscendo dalla scena. Chiusi gli occhi per vivere più intensamente quel momento.
Era un momento intimo in cui dalla fantasia dovevano uscire tutti. Un momento di profonda soddisfazione in cui godevo interiormente per essere stata usata fino al punto da aver goduto così tanto, provocato piacere ed essermi fatta riempire di sborra.
Restai diversi minuti ancora sdraiata con le gambe sempre più allargate, il culo ancora dritto e la faccia premuta contro la coperta. Cazzo quando era appagante quella sensazione che avevo ancora dentro dopo l'orgasmo. Cazzo se lo era! Usata, scopata da un cazzo enorme, riempita di sborra e abbandonata...
Passarono ancora dei minuti in cui nella fantasia stava rientrando quella fortissima sensazione interiore raggiunta poco prima e ad un certo punto aprii gli occhi vedendo il beige della coperta.
Riaprii gli occhi anche in bagno, con la fica bagnatissima e le dita della mano gocciolanti. Tirai su la schiena, con le mani mi ravvivai i capelli. Rimasi alcuni secondi a fissare nel vuoto, poi feci un balzo indietro e contemporaneamente mi alzai tirandomi su le mutandine. Andai davanti allo specchio e alzandomi in punta di piedi mi guardai, questa volta con orgoglio. Mi ero finalmente liberata del fardello mentale che mi impediva di provare piacere e finalmente ero riuscita a superare, per la prima volta, quel blocco che ormai era con me da diversi anni.
Finalmente ero pronta. Sentivo che il mondo era mio. Non andai nemmeno a letto sebbene ormai fosse notte inoltrata perché avevo un'energia eccezionale. Feci mattina riordinando casa e alle sette in punto uscii per andare a lavoro. Incrociai alcuni sguardi in metropolitana e riscoprii quella sensazione di sentirsi desiderata che mi mancava da molti anni. Giunsi in ufficio e gli altri notarono qualcosa di positivo in me, tanto che non tardarono a farmelo notare.

Per la prima volta dopo molti anni mi stavo sentendo finalmente me stessa e giurai che non sarei mai più cambiata per piacere agli altri. Che non avrei mai più rinunciato alle mie fantasie per pudore o paura di risultare inopportuna. Nelle settimane successive incontrai alcuni uomini interessanti ma nessuno di loro riusciva ad eguagliare le fantasie a cui avevo dato ormai libero sfogo. Ne creai di nuove, e mi diedi l'obiettivo di riproporre a breve una serata tutta per me... tutta con le mie fantasie... dove prossimamente ne vedremo delle belle.

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