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Lui & Lei

Due scrittori - 7. Tra sogno e realtà


di yemail
30.12.2022    |    3.076    |    2 9.6
"Finiamo in fretta il dolce, mettendoci le mani addosso di continuo, e passiamo allo scopo più interessante della serata..."
L’idea di trovarmi sia con Claudia che con Carla per provare la pioggia dorata in tre mi sta martellando il cervello da giorni. In questi ultimi tempi ho avuto modo di giocare con loro ben più di quanto potessi anche solo sognare. Le esperienze che abbiamo fatto insieme hanno raggiunto un livello di qualità davvero notevole.

Se qualche mese fa mi avessero chiesto quale fosse il mio desiderio erotico più grande, avrei descritto una situazione molto vicina a quella che sto vivendo, ma non so se sarebbe stato così bello e piacevole. Forse la fantasia non avrebbe raggiunto quello che ho trovato nella realtà.

Devo ammettere che nella mia vita ho avuto tante partner sessuali, e con alcune ho potuto sperimentare esperienze nuove e piacevoli, ma mai mi è capitato di avere un rapporto a tre. So che è il sogno di molte persone, ma dal desiderio al mondo reale spesso passa un’infinità di scogli da superare. Spesso non è una cosa desiderata da entrambi in una coppia, ma anche quando lo è bisogna vedere se coincidono i gusti verso la terza persona, se poi anche su questo si fosse in armonia bisogna trovare questa figura con cui raggiungere lo scopo.

Molto più spesso diventa più semplice essere il terzo, rendersi disponibile per una coppia che desideri un po’ di pepe nella relazione, ma anche qui mi sono più volte scontrato con delle difficoltà. Insomma alla fine ci ho rinunciato pensando che non sarebbe mai successo.

Ora invece mi trovo proprio coinvolto in un’esperienza a tre, ma non una qualsiasi, un pissing threesome. Insomma il mio più grande piacere unito ad un sogno considerato ormai inarrivabile.

Per l’occasione ho pensato di sfruttare di nuovo l’appartamento che ho ereditato, è un’ottima soluzione per evitare di lasciare tracce in casa che potrebbero essere scoperte dalla mia compagna. Poi in questo modo sono sicuro che non ci siano vicini curiosi che possano fare la spia vedendo due donne venire a casa mia.

Ho dato appuntamento alle ragazze direttamente qui, tanto Claudia c’è già stata con me e sa come arrivarci. Io sono arrivato prima di loro per preparare la cena. Così avremo modo di stuzzicarci un po’ prima di divertirci.

Quando suonano apro il portone e le faccio salire attendendole alla porta. Mi presento con in mano il contorno che ho appena sfornato, un grembiule nero che mi copre davanti, ma nessuno altro vestito addosso.

“Queste patate sono bollenti, e le vostre?”

“Che scemo!” Risponde Carla.

“Dovresti pensarci tu a scaldarle,” aggiunge Claudia ammiccando un sorriso, “a quanto pare sei bravo, ma non bruciarle troppo.”

“Ahah no, no, ho l’estintore casomai.” Mi tocco il pacco.

A quel punto le ragazze sono entrate in casa e Carla che è più avanti ha notato che non indosso nulla sotto il grembiule.

“Ma sei nudo!”

“No, ho il grembiule, sto cucinando.”

“Sì ma sotto non hai nient’altro.”

“Come se non mi avessi mai visto nudo. Anzi, il discorso vale per entrambe.”

“Devo dire che trovo la cosa molto intrigante.” Interviene Claudia.

“Dai adesso vado a spadellare, non state lì a fissarmi il culo, andate a sedervi.”

Io torno in cucina e finisco di preparare le ultime cose. In effetti le ragazze non se ne stanno sedute a guardarmi, ma bensì continuano a venirmi vicino per approfittare della situazione. Mentre ho le mani impegnate a cucinare, loro mi toccano e si divertono a distrarmi, è un continuo avvicendarsi delle loro dita che mi passano sulla schiena, sul culo, e che si infilano sotto il grembiule a cercare il mio cazzo, diventato ormai duro grazie ai loro stimoli.

Mi dispiace quasi doverle richiamare all’ordine quando è tutto pronto, ma il tempo per divertirci non manca. Sono comunque molto soddisfatto dell’affiatamento che hanno già dimostrato dai primi minuti, promette bene per i momenti più intimi che ci attendono.

Ci mettiamo a tavola e gustiamo i piatti che ho preparato. Per animare la serata propongo un gioco che ci accompagni durante la cena, metto un timer di qualche minuto sul cellulare, allo scadere del tempo quando suonerà, chi ha la bocca piena dovrà togliere un indumento. Le ragazze apprezzano la proposta ed iniziamo a mangiare. Io non posso partecipare in quanto ho solo il grembiule, ma sarà mio dovere togliere anche quello una volta rimasto l’unico a non essere completamente nudo.

Al primo scadere del tempo è Claudia ad essere pizzicata in flagrante, mentre Carla che stava chiacchierando è salva. Non ho pensato di specificare come scegliere l’indumento da togliere, quindi lasciamo fare a lei che si toglie le scarpe con soddisfazione, diciamo che la penitenza è più che altro un premio per ora.

Dopo qualche minuto suona di nuovo il timer, ora sono entrambe pizzicate in fallo, Carla segue l’esempio dell’amica togliendo le scarpe, mentre Claudia si toglie la maglia.

Facciamo in tempo a finire l’antipasto, ma già all’inizio del primo le ragazze sono rimaste solo in intimo e ben presto anche quello viene levato. Allora è il mio turno di unirmi alle danze. Potrei toglierlo senza nemmeno alzarmi e lasciare l’uccello celato alla vista, ma ne approfitto mettendomi in piedi per far svettare il cazzo indurito dalla vista dei loro corpi.

Arrivati al secondo, siamo anche alla seconda bottiglia di vino, gli animi sono molto allegri e Claudia propone un altro passatempo. Stavolta sono io il protagonista e devo indovinare chi di loro mi succhia il pene da sotto il tavolo, senza vedere. Indipendentemente che io indovini o meno mi piace subito un sacco il gioco.

Mi metto seduto con le gambe larghe in modo da non entrare in contatto coi loro corpi, se dovessi sentire le grandi tette di Claudia appoggiarsi su di me sarebbe troppo facile indovinare. La prima che mi approccia ha un modo delicato, parte con la lingua dalle palle, le percorre per un po’ e poi risale lungo tutta l’asta fino alla cappella, anche qui si sofferma a girare intorno con la lingua e poi appoggia le labbra con un bacio sulla punta, infine le allarga e mi fa entrare in profondità nella bocca.

Non dura molto, non vogliono certo farmi godere troppo, è solo un intrattenimento per ora. Dopo essersi tolta si muovono sotto il tavolo per darsi il cambio. La seconda si avventa direttamente con la bocca, immagino che arrivi con le labbra spalancate perché sento prima un alito caldo, quando mi sento appoggiare sono già avvolto fino a metà uccello. Si muove rapidamente avanti e indietro lasciando una notevole quantità di saliva che fa scorrere la bocca agilmente lungo il mio cazzo. Poi anche lei mi lascia e dopo aver fatto qualche girotondo sotto il tavolo per mischiarsi, riaffiorano.

“Indovina un po’ chi è una e chi l’altra.”

“Cosa vinco se indovino?”

Claudia che aveva lanciato il gioco mi propone anche il premio. “Puoi chiederci di fare qualcosa a tua scelta, ma non troppo esagerato, mi raccomando.”

Sorvolo sull’eventuale penitenza in caso di errore, sono piuttosto certo di indovinare, ma anche se dovessimo decidere una punizione sono certo che sarebbe piacevole, in fondo siamo tutti qui a divertirci.

“La prima credo fosse Claudia e la seconda Carla.”

“Bravo, hai indovinato. Allora hai diritto al premio.”

“Perfetto, vado a prendere il dolce ed uno spumantino per voi. Io come premio vorrei che mi riempiste il calice con il vostro champagne.”

“Ho capito bene? Vuoi un calice di pipì?” Chiede Carla.

“Ma uno di entrambe? O tutt'e due nello stesso?” Specifica Claudia.

“Direi entrambe nello stesso, non voglio che ne facciate troppa così ne rimane di più per altri giochi.”

“Va bene.”

Vado a prendere il dolce e la bottiglia in frigo e torno in fretta da loro. Le trovo impegnate a dividersi il compito di fare centro nel flute. Sono entrambe in piedi che cercano di concentrarsi per farla uscire ma sapendo di non doverla lasciare andare tutta. Intanto che si apprestano a farla, si passano il bicchiere come se fosse uno scettro.

Alla fine è Carla a riuscirci per prima, si mette in piedi, a gambe ben divaricate ed appoggia il bicchiere alla figa, le escono delle goccioline che vanno lungo il vetro e lo appannano quasi immediatamente. Riempie il fondo del bicchiere ma rimane ben sotto la metà, poi riesce a fermarsi e passa il bicchiere all’amica.

"Certo che potevi farla dentro.” Si lamenta scherzosamente Claudia che si ritrova la mano pisciata dato che anche la parte esterna è stata bagnata.

“Non è facile, mi sono lavata anche la mano.”

Accorro verso di lei, mi inginocchio leggermente e come un vero gentleman le faccio un baciamano proprio dove si era pisciata, scatenando le risate delle ragazze.

Claudia tenta un altro approccio per riempire il bicchiere, si mette seduta sulla punta della sedia, allarga le labbra con le dita e ci appoggia il flute. Posso vedere il suo sfintere uretrale attraverso il vetro. Lascia andare il flusso e riempie il resto del calice tenendolo inclinato, fin quasi alla cima, oltre andrebbe a fuoriuscire.

Quando arresta il flusso di pipì e raddrizza il bicchiere, risulta però pieno poco oltre la metà dato che lo teneva di traverso prima.

“Vedo che c’è spazio per un po’ della mia, così facciamo un mix completo.”

“Bella idea, un patto di pipì al completo.”

Claudia mi passa il bicchiere per completare l’opera, ma mi viene in mente un’opzione migliore. Lo infilo nel mezzo delle sue tette e poi le chiedo di tenerle strette con le mani in modo da avvolgerlo saldamente. Mi posiziono davanti a lei e dopo qualche secondo di concentrazione mi parte un getto diretto verso il suo petto. Il primo colpo non va esattamente a segno, ma le colpisce il solco delle tette. Rallento la forza e riesco a far entrare il resto della pipì nel calice. Avendola rallentata così, riesco più facilmente ad interromperla, ma comunque è troppa per il bicchiere ed un altro po’ le si riversa sul seno. Recupero il flute, lo appoggio sul tavolo e massaggio le sue tette finché le copro completamente con la mia urina.

“Adesso possiamo brindare.” Annuncio alzando il calice di pipì mentre loro prendo gli altri con lo spumante. “Ai piscioni!”

“A noi piscioni!” Ripetono in coro.

Claudia non batte in pieno il bicchiere contro il mio, ma solo il piede, per non toccare le parti pisciate con la parte che poi avrebbe messo in bocca. Io faccio un bel sorso e mi gusto il mix dei nostri tre sapori.

“Gusto intenso e ben equilibrato, una nota di agrumi e retrogusto di fieno.”

“Ahah sei proprio un sommelier del piscio.”

“Dai fammi assaggiare.” Chiede Carla.

“Davvero?”

“Sì, non vorrai tenerla solo per te?”

“No, no, è giusto condividere.” Le passo il bicchiere.

“Calda ed amarognola, ma ha quel non so che di buono.”

Il mio cazzo è tornato a pulsare vedendola bere le nostre pipì. Lei prova a passare il flute anche a Claudia, ma questa rifiuta, non se la sente di berla.

Le ragazze notano la mia erezione ancor più vigorosa e non nascondono certo di essere eccitate almeno quanto me. Finiamo in fretta il dolce, mettendoci le mani addosso di continuo, e passiamo allo scopo più interessante della serata.

“Come sono messe le vostre vesciche?” Chiedo per attirare l’attenzione.

“La mia sta esplodendo.”

“Io fatico a trattenerla da quando l’ho fatta nel bicchiere.”

“Bene, allora venite qui.”

Ci spostiamo in salotto, dove c’è uno spazio abbastanza libero a terra per ospitare i nostri giochi senza fare danni. Io mi metto a terra, sdraiato e faccio posizionare loro in piedi. Carla ha i piedi ai lati dei miei fianchi, rivolta verso la mia faccia, così da potermi inondare dalle cosce al torace. Claudia ha i piedi ai lati della mia testa, girata in direzione opposta e può prendermi dal viso fino al pene se fa un getto intenso.

Dalla mia posizione posso godermi entrambi i loro corpi nudi. Claudia si staglia sopra di me a perdita d’occhio, la mia vista parte dalle sue caviglie e risale lungo le gambe che come due arterie stradali vanno a confluire nel suo sesso. Le sue natiche sono strizzate e formano un solco che mi indirizza verso la sua vagina, leggermente aperta e con le piccole labbra bagnate. Il suo clitoride sbuca appena davanti, ed in prospettiva vedo i suoi seni sbucare sopra quasi ad avvolgerlo. Lei mi guarda in mezzo a questi dall’alto.

Carla è più distante alla mia vista, quando guardo verso di lei con pochi spostamenti degli occhi riesco a cogliere tutto il suo corpo, dai capelli che le scendono sulle spalle, passando per i suoi seni sodi, giù lungo la sua pancia piatta, fino alla figa rasata e poi alle gambe in mezzo alle quali, in basso, c’è il mio cazzo.

Con le mani accarezzo le gambe di Claudia spingendomi in alto il più possibile, con lo sguardo rimbalzo tra i loro corpi indeciso su cosa soffermarmi. La visione è talmente piacevole ed eccitante che non c’è nulla che io voglia trascurare.

La prima ad iniziare è Carla, mentre sono ancora preso ad ammirare la scena, sento le prime gocce cadermi addosso. Rivolgo allora lo sguardo nella sua direzione e vedo Carla che è partita con un getto deciso di pipì che cade direttamente sul mio uccello. Mi viene voglia di masturbarmi, ma so che se lo facessi raggiungerei in fretta l’orgasmo per quanto è inebriante la situazione, voglio trattenermi ancora.

Mentre mi godo la visione, Carla inizia a dimenare i fianchi per indirizzare il flusso anche sul resto del mio corpo, spingendo avanti il bacino la fa arrivare fino al mio petto dove infrangendosi rimbalza in goccioline che mi arrivano sul viso. Poi si abbassa anche in ginocchio e spinge indietro la schiena, da quella posizione il suo getto mi colpisce il cazzo ma lo supera anche venendo insù per il resto del mio corpo fino al collo. Rimanendo così e muovendosi avanti e indietro sento la sua figa che si appoggia direttamente sul mio cazzo. La sensazione mi eccita tantissimo, sento il contatto con la sua vulva da cui sgorga direttamente la pipì su di me.

Quando la pipì di Carla finisce, guardo verso Claudia che è ancora ferma come prima. Il suo sguardo è rapito dalla scena che ha visto davanti e sotto di sé.

“E tu niente?” Le chiedo.

“Ero distratta a guardare, ma mi sa che mi abbasso così mi esce meglio.”


“Bene, così posso leccarti intanto.”

“Che furba!” Le dice Carla.

Claudia allora si abbassa verso il mio volto, allarga e piega le gambe ed io vedo aprirsi le sue labbra umide ancora di più. Porta la sua figa a pochi centimetri dalla mia faccia e non appena è arrivata vicino, inizio a leccarla ed assaporare i suoi dolci umori.

Emette dei gemiti di piacere quando la mia lingua le percorre le labbra e cerca il clitoride. Ora in questa posizione ha le chiappe ben aperte e ne approfitto per leccare anche il suo buchetto del culo. Mentre sono impegnato da quelle parti, sento delle gocce calde sul mento, capisco che ha iniziato a pisciare e mi risposto con la bocca sotto la figa.

Sento che la bocca inizia a riempirsi di pipì, il gorgoglio che provoca mi fa eccitare tantissimo e sento il cazzo che mi scoppia. In quel momento una sensazione avvolgente mi prende proprio sull’uccello, per qualche istante immagino che Carla mi stia facendo una sega. Poi la mia mente mette a fuoco ciò che gli occhi non possono vedere. Mi sta scopando!

Io sono impegnato a ingoiare la piscia di Claudia, immobilizzato dalla posizione e dal piacere che mi da, e Carla ne ha approfittato per mettersi sopra di me e scoparmi.

La scoperta mi sconvolge un po’, tanto che non sono lucidissimo in quello che sto facendo. Mi accorgo che la bocca si è riempita di pipì e sta fuoriuscendo lungo le guance mentre io penso a quel che succede.

Tutti i miei buoni propositi di non tradire, di confinare il tradimento alla penetrazione per concedermi una certa libertà ma considerando la mia coscienza pulita, ora sono andati in fumo. Per giunta non per scelta mia. Da un certo punto di vista è meglio però, almeno non sono stato io a fare questo passo per cui ho a lungo lottato, a cui mi sono aggrappato per tenere salda la mia fedeltà. Mi sembra quasi di essere violentato. La situazione di per sé era favorevole perché succedesse, ma in ogni caso è avvenuto senza il mio consenso. Dovrò gestirne le conseguenze.

Ora però cerco di non pensarci, lascio al dopo tutti questi pensieri perché altrimenti rovinerei questo momento, che di per sé è davvero intenso ed eccitante come mai mi è successo prima. Ho la figa di Claudia attaccata alla bocca che mi sta pisciando addosso, sento la figa di Carla che scorre lungo il mio cazzo e ad ogni colpo lo stringe dentro di sé facendolo diventare sempre più duro. Sento la mia cappella che fa quasi male da quanto è gonfia.

Probabilmente se Carla mi avesse fatto una sega o un pompino mentre Claudia mi stava pisciando in bocca, sarei già venuto. Ma ora questa nuova ed inaspettata situazione mi prende sia fisicamente che mentalmente e vorrei farla durare il più possibile.

La pipì inizia a diminuire, riesco a deglutire tutto senza problemi ora che ho ripreso lucidità e che il flusso è rallentato. Con la lingua raccolgo le ultime gocce di piscia dalla figa di Claudia e poi proseguo a leccarla per darle piacere.

Intanto Carla continua a cavalcare il mio cazzo con un tale impeto che mi inebria tutto il corpo. Le ragazze tra l’altro si trovano faccia a faccia, realizzo ora che si stanno osservando da vicino mentre io le faccio godere in modi diversi. Mi piacerebbe tanto potermi staccare per un momento dal mio corpo per poter osservare la scena da fuori, dev’essere una visione molto erotica.

Mi rendo conto che i gemiti di entrambe aumentano sempre più, forse è il fatto stesso di sentire l’una provar piacere che aumenta l’intensità dell’altra, o almeno è così per me. Udire i loro mugolii mi porta molto vicino all’orgasmo.

La prima ad arrivarci è Carla, i suoi movimenti da ritmati diventano incontrollati sopra di me, si trasformano in scatti, e mi stringe forte il cazzo dentro di lei. Non posso resistere a questa piacevole tortura, anche io mi lascio andare in un orgasmo intenso, sento gli schizzi di sperma partire dentro il suo ventre. Anche lei sicuramente li avverte ma non si toglie, sta ancora provando gli ultimi strascichi del suo orgasmo mentre la riempio con il mio.

Mentre vengo aumento inconsapevolmente la foga della mia lingua sulla vagina di Claudia, non posso urlare di piacere così indirizzo in questo modo le mie forze. Sento che anche lei è quasi sul punto di esplodere, quindi mi dedico particolarmente al clitoride per darle il colpo di grazia, ed infatti arriva all’orgasmo poco dopo.

Il suo godimento si protrae mentre continuo a leccarla, finché mi fa capire di fermarmi. Solo allora si sposta dalla mia faccia per sedersi a terra in una posizione più comoda. È in quel momento che vedo per la prima volta Carla seduta su di me con ancora il mio cazzo infilato nel suo corpo. Mi guarda con aria soddisfatta, ignara della tragedia interiore che mi ha provocato.

Il mio cazzo si sta ammosciando, ma lei è ancora lì, sembra aver conquistato un trono che non vuole più mollare. In questo momento mi viene un’idea, spinta anche da un bisogno, che non so come prenderà. Inizio a pisciare anche io, avevo bevuto tantissimo a tavola ed ho faticato a tenerla fino ad ora, ma dopo la scopata lo stimolo è davvero forte.

Le prime gocce escono a fatica, stretto come sono dentro la figa di Carla, tanto che lei non se ne accorge nemmeno, ma mi guarda pensando che siano delle mie spinte, ultimi colpi dell’orgasmo di prima.

Poi si rende conto di cosa sto facendo, apre la bocca, si sente un sibilo mentre fa un lungo respiro. La vedo che allunga la mano destra in mezzo alle gambe, l’avvicina al suo clitoride ed inizia a masturbarsi frettolosamente. Sento le sue dita sbattere alla base del mio pene mentre vado avanti a pisciare dentro il suo corpo. Spingo piano incontrando la resistenza dei suoi muscoli e la fatica della mia vescica piena.

Credo che sia durata meno di un minuto, ma è sembrato andare avanti per moltissimo tempo, prima che finissi è arrivato il suo orgasmo, ancor più intenso di quello di prima. Mentre gode, con il movimento del bacino, spinge fuori il mio cazzo e mi partono ancora alcuni getti di pipì prima che riesca ad interromperla. Intanto dalla sua vagina esce una cascata di piscia, tutta quella che le ho infilato ricade su di me e sul pavimento.

Carla si accascia sul pavimento esausta con la mano ancora stretta tra le cosce.

Ce ne stiamo per qualche minuto a terra a riposarci. Allungo una mano verso ognuna di loro per cercare un contatto, un modo per sentirci ancora uniti. Raggiungo la caviglia di Claudia ed un polso di Carla, stiamo così, semplicemente uniti, senza necessità di altro.

Poi, dopo essermi schiarito la voce, mi rivolgo a Carla. “Mi hai fregato!”

“In che senso?”

“Mi hai fatto infrangere la regola.”

“Quale regola?”

“Quella che mi ero dato sul non arrivare a fare sesso, per non tradire la mia compagna.”

“Io non ne sapevo nulla.”

Guardo verso Claudia cercando un conforto da parte sua.

“In effetti io la sapevo, ma non ho idea se l’avessi detta anche a lei.” Mi dice spiazzandomi.

“Forse non l’ho detta a te, perché non mi aspettavo di arrivare a farlo, visto che sapevo che sei più interessata alle ragazze.”

“Sì, ma ho anche io le mie voglie.” Dice Carla.

“Pensavo non verso di me.”

“Intendo dire che ho spesso pulsioni eterosessuali, voglia di cazzo.” Specifica lei. ”Nel mio caso non si tratta di una questione ormonale e neppure solo fisiologica, lì sono come tutte le altre donne «normali», mi attrae l'interazione sessuale femmina/maschio! Il problema è soltanto che «affettivamente» io sono ormai incapace di dipendere da un uomo!”

“Scusa, non volevo offenderti, non trovo che sia «normale» uno o l'altro orientamento. Ho semplicemente dato per scontato qualcosa che non era tale.”

“La mia era solo una precisazione, di certo non mi offendo se qualcuno evidenzia le mie propensioni sessuali.”

“Ok, ormai è andata e non si torna più indietro.”

“Già, poi personalmente ho apprezzato.”

“Ce ne siamo accorti.” Interviene Claudia.

“Guarda che squirtata! Mi hai lavato tutto!” Scoppiamo tutti a ridere.

Dopo qualche minuto, Carla si alza e mi chiede di usare il bagno per lavarsi. Le dico di andare pure che ho già preparato diversi asciugamani, in vista della serata.

Rimango solo con Claudia che approfitta subito per stuzzicarmi di nuovo. “Ora ho davvero un sacco di voglia di altra pipì tua. Mi resta il limite della bocca e del sapore ma, come una vera iniziazione, averla vista me ne ha fatto venire una voglia difficile da saziare.”

“Ti confido un segreto, prima non l’ho fatta tutta.”

“Ah! Come mai?”

“Primo perché non penso le sarebbe stata tutta dentro, secondo non è facile svuotarsi completamente in quel modo, terzo la volevo conservare per te.”

“Che paraculo.”

“No sul serio, altrimenti una volta uscito avrei potuto finirla.”

“Allora sei proprio un tesoro.” Mi sorride. “Come vuoi farlo?”

“Stavo pensando che oggi sono cambiate le mie prospettive, ormai la mia regola è andata in frantumi, quindi se per te va bene, potremmo non porci più limiti.”

“Per me va più che bene, è già da un po’ che io li avrei tolti.”

“Ok, direi che allora posso soddisfare un’altra cosa che credo ti piaccia.”

“Cioè?”

“Riceverlo nel culo, mi sembra che le tue protagoniste lo preferiscano spesso al sesso vaginale, è una preferenza anche tua o solo narrativa?”

“Beh diciamo che sicuramente fa più scena, ma allo stesso tempo non posso dire che mi dispiaccia, anzi pensandoci è abbastanza autobiografico.”

“Finora le ragazze con cui l'ho provato erano forse troppo inesperte ed ogni volta era più la sofferenza che il piacere, sia per loro che per me. Quindi ho deciso che era meglio giocarci con le dita che infilarci il cazzo. Vediamo come va con te.”

“Ho solo una domanda, vuoi pisciarmi nel culo?”

“Non credo sia una grande idea, una volta un mio amico mi raccontò di averlo fatto, ma con un effetto clistere non troppo simpatico.”

“Già è quello che temevo, anche se probabilmente l’atto in sé sarebbe piacevole.”

“Penso che andrebbe prima pianificato per bene per evitare inconvenienti.”

“Magari un’altra volta.”

“Certo, ora vieni.”

La prendo per mano e la faccio mettere vicino al divano, le faccio appoggiare le ginocchia sul bordo della seduta e le mani in avanti sullo schienale. Si ritrova una via di mezzo tra la pecorina e novanta gradi. Da qui posso dedicarmi per bene a lei standole alle spalle.

Mi inginocchio, appoggio le mani sulle sue chiappe e le divarico per bene, poi mi avvicino ed inizio a leccarle il buchetto del culo per lubrificarlo bene. Sento con la lingua le rugosità del suo fiorellino e le verso quanta più saliva possibile. Poi mi alzo, avvicino la punta del cazzo, sputo sull’asta e con la mano faccio scorrere la saliva su tutta la lunghezza. Quando è pronto glielo appoggio, faccio pressione spingendo il bacino in avanti e tenendo ancora l’uccello in mano. Il suo culo si dilata mentre la mia cappella affonda piano piano, finché sparisce tutta ed una volta passata la corona vedo il buchetto stringersi di nuovo intorno a me.

Il portone è varcato, ora è tutta strada in discesa. Per i ricordi che ho, comunque è andata molto meglio con lei, sicuramente è più avvezza a questa pratica. Il resto del cazzo scivola abbastanza agilmente dentro di lei, ogni centimetro che entra scaturisce una reazione di piacere in Claudia. Mi infilo piano fino in fondo, quindi, quando ne riesco, sputo di nuovo verso il basso per lubrificare ancora. Dopo un paio di movimenti avanti ed indietro trovo la strada spianata da ogni resistenza e continuo a scoparle il culo con gran godimento per entrambi, in un modo che non mi era mai capitato prima.

In quel momento si apre la porta ed entra Carla che è tornata dal bagno con addosso un asciugamano, non tanto per coprirsi, ma perché ci ha subito raggiunti prima di asciugarsi completamente sentendo i nostri versi.

“Ah! Che porci! State scopando senza di me!”

“Tu… hai già avuto… la tua dose!” Risponde Claudia tra un gemito e l’altro mentre continuo a incularla.

Carla si avvicina, lascia cadere l'asciugamano e si infila tra le mie gambe, gira la testa in su ed inizia a leccarmi le palle mentre io mi muovo avanti e indietro nel culo dell’amica. La sua lingua in un punto così sensibile aumenta la mia eccitazione. Sono combattuto tra il muovermi velocemente nell’inculata ed il rallentare per godere i colpi di lingua. Alterno quindi attimi più veloci ad altri più lenti.

Ad un certo punto Carla si interrompe, guardo verso il basso ed incontro i suoi occhi che mi guardano mentre in bocca si è infilata un dito e lo sta lubrificando per bene. Immagino voglia infilarlo nella figa libera dell’amica. Non so come lo prenderà Claudia, a parte quando hanno fatto quel gioco al parco in cui si sono toccate appena la figa pisciata, non credo abbia mai avuto contatti più profondi con un’altra donna.

Al contrario delle mie aspettative però, il dito è per me, sento che con la mano si insinua tra le mie chiappe, si avvicina al buchetto seguendo i miei movimenti, lo massaggia un po’ e poi lo infila. Mi blocco per un attimo, la sensazione mi sorprende per qualche istante, prima mi avvampa ma poi diventa sempre più piacevole. Man mano che lo spinge in profondità, mi fa ingrossare ancor di più il cazzo, lo sento come se raggiungesse un vigore mai visto. Quando arriva a mettere tutto il dito in profondità nel mio culo, io arrivo in fondo al culo di Claudia con il cazzo. In questo momento è talmente gonfio ed infilato a fondo che lei urla.

“Devo uscire, ti faccio male?”

“Un po’ male, sì… ma non provare ad uscire!”

Rassicurato dalle sue parole capisco che anche lei sta provando più piacere, e che quel po’ di dolore è solo dovuto alla necessità di familiarizzare con la situazione.

Riprendo a muovermi, ormai sono completamente avvolto dal godimento, ogni centimetro del mio corpo prova piacere. Il mio cazzo affonda nel culo di Claudia, le mie mani si allungano a cercare le sue tette, la sua figa, la bocca di Carla mi stimola ancora le palle e le sue dita l’ano.

Intanto pare che non sia l’unico a provare immenso piacere, Claudia ormai vittima dei suoi sensi, si lascia andare ad un intenso orgasmo e mentre lo fa mi strizza il cazzo dentro di sé.

Potrei continuare ancora a lungo prima di venire, ma non voglio costringerla ad aspettarmi dopo averla fatta godere così intensamente. Tiro fuori il cazzo dal suo culo, lei sembra volersi lasciar cadere sul divano convinta che io abbia finito, ma la trattengo per i fianchi. Si gira verso di me con lo sguardo per capire cosa fare. Intanto io le entro nella figa. Non mi muovo, entro e sto fermo. Lei capisce.

“Mi vuoi pisciare dentro?”

“Sì”

“Fallo, riempimi di piscio.”

Le sue parole così dirette mi eccitano, ma ho talmente bisogno di farla che mi ci vuole poco per iniziare. Il getto parte subito forte e sento la pipì che scorre nel mio cazzo e poi dentro di lei. Sento man mano che si riempie che la sensazione non è più solo dentro la mia asta, ma sento il bagnato anche intorno al pene. Quando è troppa la quantità di liquido, inizia a fuoriuscire e colare sul pavimento e su Carla che sta sotto di noi.

Estraggo il cazzo e come una diga andata in frantumi esce tutta la piscia dalla figa di Claudia. Un fiume in piena travolge del tutto Carla, che si trova nuovamente bagnata dalla testa ai piedi. Prima di fermare il flusso dal mio uccello, ne parte un po’ che va sul culo di Claudia e fino alla schiena. Poi lo stringo in mano e riesco a bloccare il resto.

“Mettiti giù per terra con lei.” Dico a Claudia mentre mi strizzo il cazzo per fermare la pipì pronta ad uscire.

Le ragazze si mettono vicine, spalla a spalla, io lascio andare la presa all’uccello e mi parte un getto fortissimo che le colpisce in pieno petto. Sposto l’onda di pipì da un corpo all’altro dondolandomi sulle gambe, loro si passano le mani addosso come se si stessero insaponando. Carla si spinge anche a masturbarsi ed allunga la faccia verso di me estraendo la lingua. Riesco a colpirla con il flusso di piscia prima che la potenza diminuisca fino a terminare.

Claudia sembra molto appagata e soddisfatta, mentre l’amica si sta ancora masturbando. Anche il mio cazzo è ancora voglioso.

“Adesso scappa a me.” Annuncia Claudia.

“Aspetta, faccela addosso ad entrambi.”

“Sì, pisciaci tutti.” Aggiunge Carla.

Mi sdraio a terra, a pancia in su, faccio segno a lei di sdraiarsi sopra di me, appoggia la schiena al mio petto, la testa scivola indietro a lato della mia, le sue gambe sono divaricate ed i piedi ai lati esterni delle mie, il mio cazzo è appoggiato alla sua figa.

Claudia si mette sopra di noi in piedi, con le gambe ai lati dei nostri toraci, ho la guancia appoggiata a quella di Carla. Allungo la mano sulla sua figa ed inizio a masturbarla, lei fa lo stesso con il mio cazzo anche se ci arriva a fatica, lo tiene praticamente solo per la cappella ma riesce comunque a darmi un notevole piacere.

Siamo sotto al corpo di Claudia che si staglia in piedi su di noi, quasi statuaria, una versione adulta dei puttini da giardino che fanno la fontanella d’acqua. Parte il suo getto di urina ed arriva sulle tette di Carla, poi prende maggior vigore fino ad arrivarci sul viso. Come ho fatto io prima, anche lei adesso lo indirizza alternativamente tra di noi, che abbiamo tutto il tempo di aprire le bocche, farcele riempire e deglutire quando passa il flusso all’altro.

Carla non ci mette molto a raggiungere l’orgasmo, complice la mia mano e l’abbondante pisciata di Claudia, dopo pochi secondi sta già sussultando sopra al mio corpo. Anche io la raggiungo presto stimolato dalle sue dita, gli schizzi di sborra partono verso l’alto e ricadono sulla sua pancia. Gli ultimi spasmi del mio cazzo lasciano una colata lungo l’asta che sento arrivare sulla mia mano appoggiata alla sua figa.

Anche le ultime gocce di pipì smettono di cadere poco dopo che sono venuto. Mi sento veramente svuotato e soddisfatto. Starei qui a riprendermi senza nemmeno accorgermi del peso di Carla su di me, ma lei si alza, si solleva, si mette di fianco a me, si gira ed appoggia le labbra sulle mie.

Apro la bocca per baciarla, quando sento che oltre alla sua lingua entra tutta la pipì che si era tenuta nella cavità orale. La accolgo ma non la deglutisco, ci diamo un lungo bacio in cui le nostre lingue si avvolgono immerse nell’urina. Per la foga un po’ ci esce lungo le guance, ma poi entrambi ne ingoiamo una parte e ci separiamo.

La serata è andata meglio di ogni più rosea aspettativa, un’esperienza che fino a ieri era stata solo nei miei sogni.

Ci rilassiamo per un po’ di tempo per ripigliarci e poi andiamo a lavarci per riprendere, purtroppo, il contatto con la realtà.

Quando le ragazze si sono rivestite le accompagno alla porta e rimango lì per sistemare. Dopo un paio di minuti sento il campanello e vado alla porta ancora nudo pensando fossero tornate perché hanno dimenticato qualcosa.

Trovo con mia sorpresa Giulia, la mia compagna, che si allontana lungo le scale. Provo a chiamarla ma non mi risponde. La sto per seguire ma ricordo di essere nudo e torno verso casa per prendere i vestiti, quando vedo un biglietto sulla porta: “Sei fortunato che hai questo appartamento, così non devi dormire per strada. Non tornare a casa.”
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