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Lui & Lei

1. Mi presento: Lilli


di lilli1972
05.07.2019    |    5.061    |    36 9.7
"Una sera mi irritai parecchio, mi aveva fatto bagnare tutta e stavo ormai per venire sotto le sue sapienti dita, ma avevo voglia di sentirlo dentro e glielo..."
Ripubblico qui una serie di miei vecchi racconti, scritti una decina di anni fa.
Sono solo alcune delle mie esperienze reali e le mie riflessioni in merito al sesso.

Mi chiamo Lilli, ho (avevo) 38 anni e sono single. Vivo da sola in una città del nord e faccio un lavoro che mi porta spesso in trasferta per qualche giorno.
Fisicamente sono carina, direi normale, non una fotomodella: sono alta 1,65 e sono rotondetta; ho una terza abbondante di reggiseno e un bel culetto.
Mi piace vestirmi in modo classico e poco appariscente; non metto minigonne, non amo i calzoni (solo i jeans quando c’è bisogno di abbigliamento “sportivo”), amo invece molto la lingerie, indosso spesso le calze con il reggicalze mentre apprezzo meno le autoreggenti e sopporto poco i collant.
Ho un rapporto con il sesso molto aperto e libero, mi piace farlo, cerco di farlo spesso, ma non vado a letto con chiunque; per farlo ho bisogno che ci sia un rapporto, un’intesa, una complicità. Sono piuttosto selettiva nella scelta del partner e capita spesso di restare mesi senza un partner fisso. In questi casi - ma non solo in questi casi - ricorro spesso alla masturbazione che mi piace fare con calma, preparandola, regalandomi piacere.
Adoro la letteratura erotica e ho imparato ad apprezzare i film porno soprattutto tramite internet. E gironzolando per internet ho trovato questo sito di racconti erotici. Da qualche settimana lo seguo con interesse, eccitandomi nel leggere le diverse storie (vere? inventate?) che ci sono.
Di solito succede così: trovo un racconto che mi intriga, scritto bene, con situazioni erotiche realistiche e non solo descrizioni di improbabili avventure scoperecce. Se il racconto mi piace allora mi accorgo che la mia passerina si bagna e mi viene voglia di toccarmi. A questo punto cerco mi vado a cercare un film porno che già conosco e me lo guardo.
E qui, davanti al p.c., apro le gambe, appoggio i piedi al bordo della scrivania, sistemo per bene lo schermo del portatile in modo da non avere riflessi e comincio la visione. Dapprima mi accarezzo le cosce, partendo dalle ginocchia, mi sollevo la gonna e arrivo lentamente agli slip. Mi sfioro da sopra gli slip con un dito, prolungo il momento di desiderio fin quando non resisto più, ma mi impongo di andarci piano, mi scosto il lembo degli slip e mi accarezzo con dolcezza la passerina ormai completamente bagnata.
Visto che il film lo conosco, so quando ci saranno le scene per me più eccitanti, di solito mi piacciono le leccate, dove si può vedere la passera pelosa (come la mia) aperta, umida che freme di desiderio; oppure mi piace vedere le donne prese alla pecorina con calze e reggicalze. Mi immedesimo in loro e allora aumento il ritmo del ditalino fino ad arrivare all’orgasmo che mi scuote tutta.

Le mie prime esperienze sessuali non furono particolarmente soddisfacenti. Niente di tremendo, per fortuna, ma neppure nulla di eccezionale. Il sesso mi è sempre piaciuto e mi sono sempre divertita molto anche da sola, ma le prime volte con gli uomini furono francamente un po’ deludenti. Mi aspettavo di più, maggior erotismo, maggiore eccitazione e invece ho sempre trovato uomini interessati alla “prestazione” sessuale in quanto tale e che ti asfissiano chiedendoti “ti piace? stai godendo? va bene così?”.
Io lo capisco da sola se quello che faccio piace a un uomo oppure no, se gode e se va bene... e non capivo perché gli uomini avessero così tanto bisogno di aiuto, istruzioni, conferme.
Con il passare degli anni maturai, imparai a conoscere di più me e gli uomini e me la godetti molto di più. Superai quel pudore che mi impediva di vestirmi con lingerie sexy - sexy ai miei occhi - come le calze con il reggicalze, ad esempio. E imparai ad apprezzare il gusto di sapere che si indossa un reggicalze senza che gli altri lo sappiano… sono molto attenta infatti a mettermi gonne non corte (appena sopra il ginocchio) e a non lasciar trasparire il mio intimo in nessun modo.
Ho avuto molti uomini, alcuni per pochi mesi, altri per qualche anno, nessuno per “una botta e via”. Ho bisogno che ci sia coinvolgimento per andare a letto con qualcuno, in fondo sono molto riservata e se ho voglia di sesso e basta… mi basto da sola, come vi ho già raccontato.

Qualche anno fa ho capito che sono diversa dal normale stereotipo della “femme fatale”: non mi piacciono i palestrati, i muscoli scolpiti, i ventri da “tartaruga”. Preferisco le persone normali ai “belli” che spesso sono pieni solo di loro stessi e non hanno spazio per altro.
Frequentando molti siti porno e vedendo molte foto e film porno, mi sono accorta che lo stereotipo femminile dominante è - ai miei occhi - totalmente privo di interesse e lontanissimo dal mio essere: corpi perfetti, spesso siliconati, passerine completamente depilate… pronte a prenderlo dappertutto. Anche il maschio tipico rappresentato nei porno è spesso lontano da come mi piace: anche l’uccello - scusate - non è come piace a me. Ma per spiegare esattamente cosa intendo, forse è meglio raccontarvi cosa mi è successo una decina di anni fa.

Era qualche giorno che uscivo con un uomo, qualche anno più grande di me, avrà avuto 35-36 anni mentre io ero sui 28. Mi piaceva, era simpatico, spiritoso senza esagerare, presente senza essere asfissiante, baciava benissimo in modo dolce ed appassionato, ma… c’è sempre un “ma”. Non “concludeva”, non arrivava al punto: ci baciavamo, mi toccava, ma poi si ritraeva, era come se non volesse andare oltre. Ero stupita dal suo comportamento. Che gli piacessi era evidente, lo capivo benissimo. La prima volta che mi mise le mani sotto la gonna e sentì il reggicalze, per poco non moriva, lì sul divano. Mi toccava la passera e anche molto bene, ma trovava sempre il modo di sottrarsi alle mie carezze. Eppure gli tirava e parecchio: lo sentivo quando si strusciava contro di me. Ma al momento di passare al dunque, si tirava indietro “non me la sento, scusami” mi ripeteva.
Una sera mi irritai parecchio, mi aveva fatto bagnare tutta e stavo ormai per venire sotto le sue sapienti dita, ma avevo voglia di sentirlo dentro e glielo dissi:
- ma perché non vuoi fare l’amore?
Non rispose e si irrigidì tutto.
- Scusa, ma perché non vuoi? Sento che mi desideri, ma non vuoi fare l’amore… perché? Cosa c’è che non va?
- Sono io che non vado bene - mi disse mortificato.
- Cosa hai che non va? Mi sembra che là sotto tutto funzioni benissimo! - gli dissi indicando il pacco sotto la cintura
- È che... - sussurrò in un soffio
- Cosa? - insistetti - non ho capito
- È… storto. - bisbigliò arrossendo.
- Storto? E cosa vuol dire “storto”?
- Vuol dire “storto” e basta - mi rispose vergognoso
Mi ci volle mezz’ora di pazienza per convincerlo a farmi vedere il suo attrezzo che - ovviamente - nel frattempo si era completamente afflosciato. Lo risollevai rapidamente prendendolo in bocca - a proposito: a me piace moltissimo prenderlo in bocca quando è ancora floscio, gli tiro giù la pelle della cappella con le labbra, lo lecco tutto intorno con la lingua e me lo sento ingigantire in bocca… una sensazione stupenda che non sempre mi è possibile provare perché, di solito, gli uccelli sono già belli tosti quando si arriva alla bocca. Succede solo se si decide di farne una seconda, e spesso anche in quel caso è già duro… Scusate la digressione, ma così mi conoscete meglio.
Dicevo che glielo presi in bocca e rapidamente si indurì e a me - in bocca - sembrava assolutamente normale, né grosso, né piccolo… giusto, insomma.
Lo tolsi di bocca e lo guardai per bene e allora compresi.
- Lo vedi che è storto? - mi chiese lui - È curvo verso il basso e non svetta dritto verso l’alto come tutti i cazzi normali!
In effetti il suo uccello partiva diritto e poi prendeva una piega verso il basso. Lo si poteva tenere in su, ma di suo - pur essendo durissimo - tendeva verso il basso. Evidentemente era un fatto di forma, non di erezione insufficiente.
- Ma chissenefrega! - gli dissi io e togliendomi la gonna e le mutandine aprii le gambe fasciate dalle calze davanti a lui. - Prendimi, ti prego.
Finalmente mi accontentò e si mise nudo sopra di me. Mi strofinò la cappella contro le labbra della passerina ormai bagnatissima, si strusciò verso il basso e verso l’alto, mi stropicciò il clitoride, mi sembrava di impazzire, e finalmente entrò! Che meravigliosa sensazione di pienezza provai! Mai mi era successo, lo sentivo dentro completamente, mi dava sensazioni sconosciute e mai provate. Insomma si adattava perfettamente alla mia passerina.
Ci facemmo una galoppata meravigliosa, mi prese come nessuno mi aveva mai preso, lo sentivo fare parte di me.
Glielo dissi e lui si schermì:
- Ma se gli amici mi hanno sempre detto che il mio uccello faceva schifo e che a nessuna donna sarebbe mai piaciuto.
- E tu gli hai dato retta? E le donne? Non mi dirai che sono la prima donna che porti a letto?
- No, di solito non mi dicevano nulla, ma a me sembrava che lo facessero solo per farmi un piacere… e poi l’ultima donna che ho avuto mi ha detto anche lei che era storto e non ha voluto neppure provare!
“Che cretina” pensai tra me e me.

Rimasi con lui per quattro o cinque mesi, poi finì come a volte finiscono le storie, senza un vero motivo… ma quei mesi furono mesi di sesso intenso e sfrenato e il suo uccello mi piaceva da impazzire, mi entrava nella passerina in modo perfetto.
Da allora mi sono capitati solo altri tre uomini con un uccello curvo verso il basso come quello e tutte le volte ho avuto la conferma che quello è in assoluto il tipo di uccello ideale per me.

Nel prossimo racconto: "Io e le donne"
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