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D'un tratto lo riconobbe e fu come se lo vedesse per la prima volta.
Lo guardò nella luce di una notte color indaco, in un tempo sospeso, perenne, simultaneo, nella verità di un canto antico che squarciò ogni realtà effimera ed illusoria.
Lo vide prostrato, arreso, vulnerabile, eppure estremamente forte e dignitoso mentre si umiliava
strisciando verso di lei.
Senti che era venuto al mondo, sorgendo dalla nuda terra, solo per il desiderio di appartenerle e capi che in quell'appartenenza era racchiusa tutta la sua essenza e il senso della sua esistenza.
Fiera e generosa Ella lo accolse pestando il suo capo.
Lo schiacciò come se fosse il capo del serpente, con la serenità maestosa di un tocco vigoroso, non con l'intento di ferire, bensì di accogliere e onorare.
Lo sentì fremere, ansimare, recitando preghiere d'amore e gratitudine e per rispondere ad esse, sali e si erse sul suo corpo, senza negargli il piacere di poter percepire tutto il suo peso e di poter soccombere sotto di esso, giungendo a quello stato di beatitudine che il suo spirito anelava.
Li in quell'istante, in quel tempo perenne e simultaneo, l'uomo e la Donna poterono ricongiungersi e svelarsi, essere il punto di fuga dell'infinito, l'attimo fugace ed eterno in cui la terra si fonde con il Cielo.
Lei vide e senti tutto questo e senti quell'uomo, il suo schiavo, gemere sotto i suoi piedi cantando le sue lodi.
Lo guardò nella luce di una notte color indaco, in un tempo sospeso, perenne, simultaneo, nella verità di un canto antico che squarciò ogni realtà effimera ed illusoria.
Lo vide prostrato, arreso, vulnerabile, eppure estremamente forte e dignitoso mentre si umiliava
strisciando verso di lei.
Senti che era venuto al mondo, sorgendo dalla nuda terra, solo per il desiderio di appartenerle e capi che in quell'appartenenza era racchiusa tutta la sua essenza e il senso della sua esistenza.
Fiera e generosa Ella lo accolse pestando il suo capo.
Lo schiacciò come se fosse il capo del serpente, con la serenità maestosa di un tocco vigoroso, non con l'intento di ferire, bensì di accogliere e onorare.
Lo sentì fremere, ansimare, recitando preghiere d'amore e gratitudine e per rispondere ad esse, sali e si erse sul suo corpo, senza negargli il piacere di poter percepire tutto il suo peso e di poter soccombere sotto di esso, giungendo a quello stato di beatitudine che il suo spirito anelava.
Li in quell'istante, in quel tempo perenne e simultaneo, l'uomo e la Donna poterono ricongiungersi e svelarsi, essere il punto di fuga dell'infinito, l'attimo fugace ed eterno in cui la terra si fonde con il Cielo.
Lei vide e senti tutto questo e senti quell'uomo, il suo schiavo, gemere sotto i suoi piedi cantando le sue lodi.