Tu sei Queer? Alla riscoperta di una non-definizione

Spesso la società tende a marchiare come ‘diverse’ le persone con un orientamento sessuale che non si riflette pienamente in ciò che si considera come normale e ciò, sfortunatamente, porta ad episodi di intolleranza; il mondo, però, è un posto così bello e interessante che ognuno deve sentirsi libero di esprimersi come meglio crede.

Proprio con questo spirito si è iniziato a riutilizzare il termine ‘queer’, che vuole raggruppare tutti coloro che non sono eterosessuali. Il gender può essere fluido, così come la sessualità di ognuno di noi, che senso ha, allora, appartenere per forza ad una certa categoria? Come fare se non ci si sente inclusi in nessuna delle definizioni classiche che vengono imposte?

Un termine ombrello

Una persona queer può considerare se stessa omosessuale, transessuale, pansessuale, asessuale oppure, perché no, non si definisce in nessun modo.

Non a caso, Queer sembrerebbe derivare dal termine tedesco quer, che significa ‘di traverso’. Lo spirito ribelle, il rifiuto della pubblica morale, l’ostilità ad inserirsi in categorie e schemi fanno di questa parola un gioioso e anarchico grido di libertà, contro ogni forma di discriminazione.

Una parola in Evoluzione

In passato il termine Queer, soprattutto nella cultura anglosassone, veniva spesso usato come insulto omofobo, in quanto è sinonimo della parola ‘strambo’, e non veniva utilizzato se non con intenti discriminatori. Per fortuna, dagli anni Novanta si è assistito ad una sorta di rivalutazione della parola, al punto che, quando è espressa con la lettera maiuscola, sta a significare l’intero movimento di chi non vuole definire per forza la propria sessualità. 

A partire da allora, sono sempre di più le persone che amano considerarsi Queer, al punto che l’acronimo LGBTQ+ ha sostituito quasi del tutto la sigla, per così dire, iniziale, che non includeva tutto un variegato mondo, ricco di sfumature per molti impercettibili, che merita di essere preso in considerazione.

Parafrasando Ezra Miller: «Sono aperto all’amore, dovunque esso sia».