L'esperimento di Beatriz Preciado
libri 14.04.2009 0 | Canali: libri
Beatriz Preciado è una filosofa spagnola, insegnante di Teoria dei generi e Storia politica del corpo presso l'Universitè de Paris VIII, teorica ed attivista del movimento queer. La Preciado è anche autrice di diverse pubblicazioni, interventi e saggi di un certo spessore che difficilmente lasciano indifferenti gli addetti ai lavori. Nel 2000 scrive “Manifiesto Contrasexual”, il Manifesto Contra-sessuale acclamato dalla critica francese come una delle opere di pensiero più dissacrante e influente del nuovo millennio. Il libro non assomiglia a niente di già letto o già scritto.
Non si parla di maschile e femminile, ma di corpi desideranti o soggetti parlanti impegnati quotidianamente in una bio-rivoluzione silenziosa contro la strumentalizzazione della sessualità e la tirannia imposta dalle stereotipizzazioni di genere. La sfida lanciata dall’autrice è affascinante: costruire una società di individui liberi, in cui la sessualità torni ad essere esclusivamente luogo di produzione e scambio di piacere e non costituisca più la chiave di lettura della nostra identità, né un pretesto per spartire poteri, assegnare obblighi o privilegi.
La notevole capacità critica e l'attitudine a mettere in discussione persino ciò che appare indiscutibile, hanno aiutato Beatriz Preciado ad esplorare le vette più ardite del pensiero.
Dopo tanto parlare, decide di sperimentare su se stessa la possibilità di spostare i confini dell'identità sessuale. Prende per tre anni il testosterone per capire come sarebbe cambiata facendosi crescere peli e muscoli e racconta la sua esperienza in un libro appena uscito in Francia, “Testo Junkie”. Il saggio va ben oltre il resoconto di un'intossicazione volontaria e non vuole essere un trattato di farmacopornografia (termine coniato dalla stessa autrice) fantascientifica; vi sono condensate una vertiginosa serie di riflessioni, che spingono a ripensare gli ormoni come una prigionia imposta.
In Francia, dove attualmente risiede, così come in Italia, la mancata accettazione della propria identità genetico-sessuale viene considerata alla stregua di un qualunque disagio psichico e classificata come “malattia mentale”. Così, per ottenere il testosterone, la Preciado ha dovuto dichiararsi affetta da disforia sessuale (incoerenza tra sesso biologico e identità di genere) e presentarsi davanti a un comitato di psichiatri. Comincia applicandosi microdosi da 50 mg di gel sulla spalla, tre volte la settimana. Quattro o cinque giorni dopo l'assunzione, il suo corpo ha iniziato a reagire. Aumento della muscolatura, energia da vendere e una libido puramente genitale.
“Sembra di avere un martello tra le gambe, una continua sensazione di urgenza. Ero assalita da questa pulsione di camminare per ore in città. Uscivo, ed ero davvero pronta a farmi la prima persona che incontravo. Questa sensazione è stata codificata come mascolina, virile, ma è un'esperienza che può essere vissuta, sperimentata da qualsiasi corpo. In endocrinologia, la quantità "giusta" di testosterone di una persona non è mai stata definita con precisione. Quanto testosterone ci vuole per definirsi uomo? Forse dovremmo prendere in considerazione la dimensione culturale, politicamente costruita, della biologia [...] nella quale anche la libido entra in gioco”.
Fin qui si è parlato di speculazioni filosofiche, ma può anche capitare di nascere in un corpo e sentirlo come una prigione. Può capitare di nascere donna e sentirsi uomo, di desiderare ardentemente modificare il proprio corpo seguendo l'urgenza psichica di avere un aspetto esteriore conforme alla propria interiorità.
Secondo le statistiche, il fenomeno del transessualismo ha un'incidenza compresa tra 1 su 30.000 e 1 su 100.000 nascite. Tra questi solo un caso su cinque è un individuo biologicamente femmina con psiche maschile (Female to Male – FtM). Si tratta di una condizione poco comune, ma vi sono migliaia di transessuali che vivono tra la gente.
Proprio in queste settimane su CultTv, canale satellitare di Sky va in onda “Uomini nati donna”, che racconta la storia vera di quattro ragazze Nidia, Serena, Rosanna e Rosalia, che hanno deciso di rivoluzionare il proprio corpo e cambiare sesso. Il programma, l'ultima frontiera del reality, segue passo passo il percorso delle protagoniste che si sono rivolte al Saifip, il Servizio per l´adeguamento tra identità fisica e identità psicologica, centro specializzato presso l'ospedale San Camillo di Roma, uno dei pochissimi ospedali italiani in cui è possibile effettuare l'intervento.
“Persone che soffrono di una forte dissociazione tra l´aspetto esteriore e quello interiore”, dice il professor Nicola Felici, direttore del Centro che viaggia al ritmo di una cinquantina di interventi l´anno; “non sentono di appartenere al sesso che gli è stato attribuito alla nascita”. Un disagio che devono però provare, dimostrando di capire bene cosa devono affrontare, prima di iniziare una trasformazione che “è molto più complicata da femmina a maschio”.
Si tratta di un processo complicato che ogni donna affronta a modo suo, e come in ogni percorso di trasformazione, le difficoltà da superare - di ordine giuridico, medico, sociale e psicologico - sono innumerevoli. Le paure e i dubbi sembrano a volte insormontabili. Ma il sogno di una nuova identità è troppo forte e l'unica certezza è quella di voler mutare in modo definitivo e irreversibile la propria identità. All'inizio si affronta un trattamento psicologico che dura mediamente due anni, un percorso di auto-esplorazione e rafforzamento del sé. Poi cominciano le terapie ormonali che accompagnano e seguono gli interventi chirurgici.
Cambiare sesso, per la complessità biologica del corpo femminile, è molto più complicato per una donna che per un uomo. Le operazioni sono molto invasive; comportano la rimozione del seno prima, dell'utero e delle ovaie poi e infine la ricostruzione dell'organo genitale con la falloplastica. La parte più delicata è la cura ormonale a base di testosterone che, portando all'eliminazione totale degli estrogeni, trasforma definitivamente le donne in uomini.
In seguito agli interventi chirurgici occorre ricorrere al tribunale per la richiesta di rettifica anagrafica. Con la rettifica anagrafica il soggetto acquisisce a tutti gli effetti il ruolo sociale, legale e giuridico del sesso di elezione, compresa la possibilità di contrarre matrimonio. La procedura legale relativa può durare da 4 mesi a 1 anno.
Il calvario burocratico procede parallelamente al coming out in società; presentarsi nuovamente ad amici e conoscenti, ben consapevoli dei pregiudizi, della reticenza e della diffidenza che l'altro inevitabilmente mostra difronte ad una realtà tanto complessa e delicata.
Per saperne di più:
http://www.azionetrans.it/ftm.html
http://www.transizioneftm.it/index.asp
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