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50 sfumature di Fede


di Federossetta
04.09.2023    |    4.559    |    6 9.2
"Mi sollevai in ginocchio guardando con faccia interrogatoria Massimiliano che mi abbracciò con forza baciando il collo a lungo..."
Ecco che arrivò il primo dei due weekend che avrei dovuto passare alla magione, e con esso anche il mio padrone. Arrivò tardi la sera del sabato e si confidò che inizialmente fu stupito del mio livello di ambientazione in così poco tempo. Purtroppo non ebbi il piacere di stare con lui perché uscì a cena con la compagna e i figli, ma quando tornò la notte tarda era solo.
Non avendogli praticamente parlato non sapevo i suoi piani e quindi quando entrò nella mia casetta senza bussare all'una di notte mi sorprese in mutandine e canottiera a vedere la televisione spaparanzata.
"Ohhh che giornata" esclamò buttandosi anch'egli sul divano. Era stato con la famiglia tutto il tempo e sembrava stremato, per fortuna aveva riportato tutti a casa e per lavoro avrebbe dovuto fermarsi dalla madre da solo.
Gli chiesi se volesse qualcosa da bere ma era davvero stranamente stanco, così tanto da sembrare vulnerabile e non più il padrone perentorio che conoscevo.
Volle che mettessi la testa sul suo grembo per vedere assieme la TV e lo ascoltai: in 10 minuti già russava. Non potei staccarmi perché le sue manone erano appoggiate sulla mia testa e non volevo svegliarlo quindi chiusi gli occhi e mi addormentai con lui.
Erano passate appena un paio d'ore che fui costretta a svegliarmi, la televisione era ancora accesa ma qualcosa mi dava fastidio occludendomi la bocca.
"Mmmmh" annaspai cercando fiato. Infilato in gola avevo il cazzone del padrone che si era svegliato e pareva ristabilitosi completamente. Staccandomi persi consistente saliva da bagnarmi il mento e inspirai a fondo. Mi sollevai in ginocchio guardando con faccia interrogatoria Massimiliano che mi abbracciò con forza baciando il collo a lungo.
"Puttanella vedi di svegliarti che stanotte ho voglia di godere e farti godere"
"Ci-ci sono, fammi tua"
"Bene" sogghignando si alzò in piedi con me tra le sue braccia esile come una spiga al vento. Mi attaccai al suo collo guardando dove mi stava portando. Uscì nella notte di inizio settembre facendo tremare ogni parte di me che ero ancora scoperta, e mi portò nella stanza delle tentazioni. Qui mi sistemai e rimanendo in piedi con ubbidienza assecondai le sue richieste.
Mi fece indossare una lingerie rossa in pizzo che fasciava tutto il corpo lasciando buchi in alcune parti come le tettine, il fondoschiena e le parti basse. Poi mi legò in piedi a delle manette faccia al muro.
Ad un tratto sentii il suo corpo aderire al mio da dietro.
"Non fare resistenza" mi sussurrò ad un orecchio.
Le sue dita si infilarono tra le mie gambe spingendo sulla stoffa del vestito. Quel gesto improvviso mi fece sobbalzare.
Poi si interruppe bruscamente e fece risalire la mano fino alle mie natiche facendomi spaventare ancora una volta.
La sua mano scese nuovamente tra le gambe per afferrare il bordo della lingerie in velluto, intrufolandosi poi sotto la stoffa. Il contatto con la sua pelle mi provocò un ennesimo sobbalzo. Sentivo i soffici polpastrelli cominciare a scorrere su di me, mi carezzavano l’interno coscia risalendo pian piano fino alla mia intimità. La sua mano si bloccò a contatto con la stoffa delle mie mutandine.
Poi il rumore della zip dei pantaloni mi fece perdere ogni speranza.
La sua mano cominciò a massaggiare il mio sesso attraverso la stoffa. Provai disgusto misto ad eccitazione ad essere trattata come un giocattolo, ma sapevo che non potevo sottrarmi da questa tortura.
Le dita della sua mano continuarono ad insistere sulla mia fessura, scorrendo in avanti e indietro provocandomi una crescente eccitazione. Sentivo che stavo cominciando a bagnarmi e a inzuppare la stoffa.
Sentii le sue mani scivolare nuovamente sulle cosce per tirarmi su il vestito. Poi le sue dita agganciarono l’elastico delle mutandine. Le sentii scivolare verso il basso, in pochi istanti l’ultima barriera che proteggeva il mio sesso cadde sulle mie caviglie. Adesso aveva libero accesso alla mia intimità.
Mi accorsi che Massi non era un tipo frettoloso. Voleva godersi ogni istante.
Alla fine sentii il tocco sul mio buchino farcito dal plug. Emisi un gemito strozzato sentendo che il mio violentatore mugolava soddisfatto estraendo la sorpresina.
‘Vedo che la signorina non è indifferente alle mie mani’: mi disse sogghignando.
La sua mano tornò nuovamente tra le mie cosce, le sue dita decise spinsero sul mio ano penetrando lentamente nella mia fessura. Mi massaggiò con i polpastrelli. Il mio sesso era già abbondantemente bagnato e non servì fare troppa pressione. Qualche istante più tardi raggiunse il mio fulcro del piacere. Il suo tocco mi fece sussultare. Un’improvvisa vampata avvolse il mio corpo. Mi lasciai sfuggire un gemito, inarcai il collo all'indietro cercando con le labbra di baciare il suo.
La confusione causata dal piacere che mi stava dando e il disgusto di essere usata come un oggetto continuarono a farsi la guerra nella mia mente. Avrei voluto tentare almeno una resistenza passiva, mi ritrovai invece a godere delle sue intime carezze che risvegliavano la femmina che era in me.
Improvvisamente tolse la mano dal mio sesso, armeggiando dietro di me.
Ero troppo confusa e assonnata per capire cosa stesse combinando. Poi un improvviso calore colpì il mio sesso. Il porco aveva deciso di assaporare con la bocca il sapore dei miei umori. Sentii la lingua frugare nella mia intimità, sfiorare lo scroto per poi leccare con avidità gli abbondanti succhi della mia vulva anale. Il suoi attacchi audaci e sfrontati minarono la mia lucidità, cercai di respingere il piacere ma con il passare del tempo, vittima dei suoi perversi massaggi intimi, delle sue avide leccate, mi scoprii sempre più vogliosa. Gemetti con forza.
Appena finito di leccare, il mio violentatore si tirò nuovamente su. Sentii che era arrivato il momento: una leggera pressione sull'ano slabbrato mi fece intuire che aveva poggiato il suo glande all’ingresso della mia fessura. L’ennesimo disperato tentativo mi fece urlare: ‘Noooooooo, pietaaaaa! Fermati! Lasciami andareeeeeaaaaaaaaaaahhhh’
Venni sopraffatta da un piacere impetuoso che annullò ogni mia resistenza. Sentii il suo membro farsi strada dentro di me, immaginai il suo glande paonazzo che veniva minuziosamente lubrificato dai miei succhi e massaggiato dalle pareti del mio retto, sentii le labbra anali accogliere e accarezzare delicatamente la pelle del suo sesso. Alla fine di un tempo che mi sembrava infinito sentii il bacino che aderiva alla pelle del mio culo e i suoi testicoli toccare le mie cosce. Era fatta. Era dentro di me dopo tutto questo tempo. Il mio sesso completamente violato.
Cominciò a muoversi penetrandomi con movimenti lenti ma decisi. Mi arresi al piacere.
In tutto questo ancora ero rimasta di schiena al violentatore, quindi iniziai a maturare una certa curiosità sulle sue espressioni che intuivo essere piene di godimento. Quando si fermò ne approfittai per girarmi un minimo, manette permettendo, ma lui con un movimento deciso mi piantò ancora al muro, tirò su le mie mani e le legò più strette alle manette che pendevano dal soffitto.
Con uno strappo netto squarciò il vestitino corto rosso che mi aveva dato, arrossandomi le spalle. Ero nuda e sentivo il lato b esposto ad una fresca arietta che entrava nel buco violato. Il suo fiato si posò sul mio collo, la lingua esplorò ogni lembo di pelle prima di sculacciarmi con veemenza e senza preavviso penetrarmi di nuovo. Questa volta fece più male perché ero in una posizione scomoda e il culetto a mandolino permise alla sua verga di entrare più a fondo. Le sue grosse mani stavano schiacciando le mie tettine, pizzicando i capezzoli.
La calma mi stava lasciando: cominciai ad essere infoiata e urlare come una maialina. Chiesi di più, pretesi di più, volli che questo "ciaf ciaf" aumentasse ancora il ritmo.
"Sfondami il culo ti pregooooaah"
"Sì troia lasciami romperti dall'interno"
Dopo un tempo indefinito in cui parevamo due animali in calore, si fermò e armeggiò con le manette. Finalmente libera, staccai la faccia dal muro e mi girai verso di lui in un bacio selvaggio e passionale. Ci rotolammo per terra dalla foga, salii su di lui e mi impalai grazie al mio fondoschiena che aveva assunto la consistenza di un panetto di burro. Legando i capelli in una coda iniziai la mia cavalcata, mentre l'uomo mi afferrava il seno penzolante. Adesso le tettine erano alla sua mercè e in poco tempo diventarono rosse fuoco. Purtroppo si stufò presto della posizione e mi fece alzare con una pacca. Prese da una cassettiera collare e guinzaglio e senza chiedere il permesso mi legò come una cagnolina. Il vestito rosso squarciato venne messo da parte.
"Abbaia per me cagna"
Simulai un cane inginocchiato al suo cospetto mentre lui si godeva la scena. Mi stava piacendo essere trattata con personalità e di conseguenza partecipai anche con più voglia al gioco di ruolo.
Prese la punta del guinzaglio, mi fece mettere a pecorina e poi tirò in modo che da inarcare la schiena mentre mi impalava. Sentii il cazzo bagnato farsi ancora strada nel mio retto ispezionando angoli inesplorati e toccando parti che la prostata mi restituì in una eccitazione pura. Di conto mio stavo sbavando, nel frattempo cercai di allentare la presa perché mi stavo sentendo strozzare.
Proprio come una cagna, guaii appena tirò con più veemenza perché stava venendo.
Mi girò a pancia in su ed esplose in una fontana di piacere, prima dentro di me e poi continuò sulla mia pancia. Per finire mi pose in bocca quel grande verme voglioso che stava diventando molle e che pulii da ogni liquido con voglia.
Senza uscire dalla stanza, ci trascinammo sul letto nero dove ci addormentammo, ancora bagnati ma soddisfatti e con il guinzaglio attorno al collo arrossato.

La mattina arrivò in fretta e mi svegliai perché mi sentivo spostata di peso. Massimiliano stava uscendo e in dormiveglia sentii dire "Riposati, è domenica e ti sei meritata il giorno libero dopo ieri notte"
Mi sentii adagiare con cura su un tappeto e senza farmi troppe domande mi riaddormentai. Quando mi risvegliai era più o meno ora di pranzo e mi accorsi di cosa era successo quella mattina confusionaria. Non stavo più su un comodo letto ma in una vera e propria cuccia per cani in un angolo di quella stanza del piacere, il collare e il guinzaglio legati con un lucchetto e il mio corpo nudo adagiato su un tappetino che almeno era comodo. A portata della catena del guinzaglio mi aspettava ben riposta una imbracatura bondage in pelle che mi avrebbe reso a tutti gli effetti una cagnolina sexy. Per fortuna avevo le mani libere e in poco tempo mi vestii come il padrone voleva con le fasciature del nuovo vestito che lambivano ogni parte del corpo solleticandolo. Poi mi coricai aspettando qualcuno o qualcosa.
Fui destata dal rumore del chiavistello che rivelava l'entrata del padrone, il quale aveva una ciotola per me.
"Vedo che ti sei già ambientata nella tua nuova cuccia cagnolina Fede, ti piace?"
"Sì anche se non sono proprio il tipo..."
"Silenzio cagna!" -Ciaf!- Aveva appoggiato il cibo al mio cospetto e aveva preso una frusta dal muro con la quale mi aveva percosso.
"Non voglio sentirti parlare finché non ti dirò che il tuo ruolo da cagnolina sarà terminato, fino ad allora dovrai abbaiare.
"Ma io devo andare in bagno..." altra frustata.
"Per quello ti ci porto io quando lo ritengo necessario, prima bevi e mangia" detto questo uscì.
Annuii ubbidiente e mangiai cibo per umani in una ciotola per cani. Tempo un'oretta ed era di ritorno, tolse la ciotola e mi slegò dalla cuccia. Avevo la vescica che stava scoppiando e non feci nessuna domanda quando mi chiese di gattonare con lui all'aperto. La luce del sole mi accecò, quindi i primi passetti a quattro zampe li feci alla ceca. Mi portò sotto un albero: "Fai quello che devi fare cagnolina"
Sollevai una gamba e iniziai a espellere il liquido con estrema riconoscenza, ma ricevetti uno schiaffetto.
"Non ho detto cagnolino, ma cagnolina!" Capii che voleva che facessi pipì come le cagne normali allora mi sedetti e lo guardai mentre espletavo i miei bisogni.
Nel frattempo siccome eravamo nel giardino eravamo stati raggiunti dai due cani della signora Dina che mi guardavano con occhi che non lasciavano presagire nulla di buono.
"Andiamo prima che diventi a tutti gli effetti una cagna" disse Massi che mi tirò per il guinzaglio di nuovo verso la cuccia. Quasi corsi a quattro zampe perché nel frattempo i cani avevano stabilito che sarei diventata la loro nuova puttanella e si avvicinavano pericolosamente al mio buchetto scoperto con il loro lungo pene scappellato. Ogni tanto sentivo le cappelle appoggiare sull'ano ma il mio padrone aveva l'ardire di allontanare i suoi cani in calore in tempo. Entrai tutta affannata nella stanza delle tentazioni e mi accucciai un po' scossa ma con un pizzico di eccitazione.
"Tieni" Massimiliano mi sporse un plug con una codina attaccata "con questo non rischiamo più che venga stuprata dai miei altri cani"
Mi infilai il plug eccitandomi ancora di più e abbaiai inginocchiata cercando di fare capire che volevo il suo cazzo. Di rimando lui estrasse la verga ascoltando il mio desiderio e la infilò con forza tutta dentro la mia bocca. Mi stava scopando la gola con forza e alcune volte insisteva qualche secondo lasciandomi senza fiato. Come una padrone quando la sua cagna non si comporta bene, mi schiaffeggiava con forza finché l'ultimo schiaffo non fu quello del suo cazzo ricolmo di liquido seminale che sgorgò tutto sulla mia faccina da animale.
Così come era venuto se ne andò lasciandomi di nuovo sola per qualche ora, ma non scordando di legarmi mani e piedi in modo che non potessi liberarmi da sola.
Il pomeriggio fu una noia mortale, per fortuna avevo una sorpresina nel buchino che mi stuzzicava di continuo e quindi ne approfittai per venire più volte strusciandomi sul tappetino della cuccia. Mi sentivo davvero sottomessa ma mi piaceva, a parte i dolorini dovuti alla scarsa movimentazione.
Alla sera sentii che arrivava l'ora della libertà per via di voci di alcuni uomini provenienti dall'esterno. Il rumore del chiavistello anticipò l'ingresso del mio padrone che sorrise a vedermi circondata da un laghetto di umori.
"Ti prego liberami, sono stata legata tutto il giorno" provai a implorare... ma niente, lui sogghignava piaciuto e gli occhi sembravano presagire nulla di buono.
"È arrivato un premio per questa cagnolina che è stata ubbidiente" si girò verso l'ingresso e i due uomini che stavano aspettando fuori fecero il loro ingresso.
"E ovviamente un premio anche per i due braccianti migliori, a patto che rimanga un segreto tra noi quattro"
Con occhi pieni di voglia guardai dal basso della mia cuccia i neo-entrati: si trattavano dei capi-squadra dei ragazzi africani per la raccolta.
Massimiliano stava ridendo in un angolo, si era equipaggiato di una video camera e un sigaro preparandosi a immortalare la scena.
I due ragazzi nel frattempo mi avevano accerchiata, sganciando il guinzaglio che mi legava e sciogliendo il nodo ai polsi mi avevano spostato di peso sul letto.
Iniziai a baciare con passione il più alto dei due che nel frattempo stuzzicava i miei capezzoli. Da dietro sentii sfilare il plug, con un forte plop causato del pomeriggio passato a godere.
Ero seduta su un letto con due ragazzi prestanti che mi stavano toccando ovunque e mi sentivo al settimo cielo anche se totalmente esposta e dominata, sia da loro che dal mio padrone che stava filmando il tutto masturbandosi.
Non pensai troppo alla scena e continuai a fare quello che mi risultava meglio, la cagnolina. Mentre baciavo lo spilungone, la mano libera accolse senza preavviso il polso dell'altro ragazzo e lo strinsi con forza accorgendomi che era un po' troppo molle. Mi staccai dal bacio per capire cosa stesse succedendo e mi accorsi che stavo impugnando il serpentone del lavoratore che prima mi stava massaggiando il buchino e ora era nudo alla mia sinistra con il cazzone in tiro nella mia mano. Quest'ultimo era più basso del compare ma sembrava un modello greco talmente aveva i pettorali definiti e i quadricipiti gonfi. Mentre il ragazzo alto si svestiva mi concentrai su quel cazzo così grande che una mano non bastava per stringerlo. Mi posizionai in ginocchio per segarlo a due mani, poi annusarlo passandolo nelle narici e infine invitandolo a entrare tra le mie labbra vogliose. Provai a fare un deep throat ma ne entrò solo metà nonostante sentissi la bocca strapiena. Nel frattempo iniziai a sentire l'altra verga schiaffeggiarmi la guancia perché ne voleva anche lei. Allora con esperienza accolsi anche quella bellissima asta nel mio orifizio orale riuscendo con più successo a farla sparire nella mia gola. Iniziai un ping pong di cazzi nella mia bocca, prima uno e poi l'altro, soddisfacendo i rispettivi proprietari che mugolavano di piacere. Avrei potuto continuare perché mi stava piacendo a dismisura, non fosse che arrivò la voce del cuckold: "Adesso basta, scopatela che non avete più molto tempo"
A malincuore tutti e tre ci staccammo da quel vortice di risucchi e leccatine e mi sentii spostare di peso seduta sopra al ragazzo più alto. Entrambi spacchettarono i loro preservativi e aiutai quello con il cazzo enorme a infilare il suo prima di prenderlo di nuovo in bocca. Sotto di me, l'altro ragazzo stava facendo da solo e in un attimo lo sentii sollevarmi il bacino e impilarmi sul suo membro lubrificato.
"Aaaaahn" uscì questo urletto dalla mia bocca ripiena di una prelibatezza nera e grossa. Saltellavo sul cazzo sotto di me tenendomi saldamente alle mani del ragazzo, mentre davanti vedevo solo la verga enorme che entrava e usciva dalla mia bocca ormai spalancata da diversi minuti. Ogni colpo mi faceva godere ed ebbi il primo orgasmo dei tanti di quella sera.
Cambiammo allora posizione, lasciandomi esposta al bracciante con il membro mastodontico. Per l'occasione mi coricato di schiena guardando il carnefice e divaricando il più possibile le gambe che arrivavano a toccare quasi le tettine. Ormai il buco era violato e quindi la cappella entrò senza indugi, ma ci volle l'aiuto dell'amico per aggiungere la corretta quantità di lubrificante in modo di fare entrare tutta la lunghezza del cazzo. Mi pareva di sentire muovere dentro la pancia, oltre l'ombelico. I primi colpi assestati dal ragazzo furono lenti e dolorosi, poi l'intestino si adattò allargandosi sempre più e questi ebbe strada libera per violentare il mio povero buchino da cagna.
In tutto questo avevo di nuovo l'altro cazzo in bocca, in modo da non rimanere a secco e dopo una decina di minuti di stantuffate quest'ultimo dimostrò il piacere di essere coccolato dalla mia lingua espellendo liquidi su liquidi sulla mia faccia e sul corpo esile e sottomesso che mi ritrovavo.
Senza dire niente, il ragazzo che era appena venuto si vestì di nuovo, salutò e rigraziò il padrone e uscì.
Nel frattempo io ero concentrata a non smontarmi sotto i colpi di quella macchina da guerra che mi ritrovavo tra le gambe. Avevo le unghie aggrappate alle sue coscie in modo da limitare seppur per poco il suo ritmo incessante e mi pareva di essere sempre più vicino a farlo godere.
Invece niente, l'africano sembrava non mollare e continuò altri 5/10 minuti prima di cambiare posizione trovandone una che lo faceva godere di più. Mi fece mettere a gattoni con il culo a punta, lui in piedi sul letto che tenendosi alle mie chiappe poteva dare colpi più forti e soprattutto entrare fino in fondo alle mie viscere. Affondai i denti nel cuscino e pregai sperando finisse il prima possibile, con il gusto dello sperma del compare sul palato. Passati una decina di minuti lo sentii urlare con foga ed estrarre cazzo e preservativo dal mio ano martoriato. In men che non si dica subii una doccia di sborra che colò lungo tutta la schiena arrivando fin dietro le orecchie. Non lo salutai neanche talmente ero stremata, rimasi coricata a pancia in giù e quasi non mi accorsi che un altro cazzo mi stava entrando nella fighetta che nel frattempo era diventata una galleria.
Probabilmente era il padrone che stava approfittando di una porta aperta, anzi spalancata, per scaricare la tensione accumulata vedendo il threesome appena filmato. Entrò e uscì ad un ritmo lento per venire dentro il mio culo dalla consistenza di burro, ma tanto io ormai ero in trance e mi accorgevo di poco o nulla.
Mi addormentai così, sognando di essere dominata da tutti i lavoratori che stavano alla cascina.
Verso l'ora di cena mi svegliò Massimiliano senza citare niente di quello che era successo qualche ora prima e mi aiutò a risistemarmi. Avevo il liquido seminale di tre uomini diversi diventato secco sul mio corpo, quindi fui avvolta da un accappatoio e trasportata in braccio nella mia casetta. Qui mi aiutò a sganciare il completo bondage che, talmente era stato stretto, mi aveva lasciato il segno dei ferretti. Poi una doccia e infine mi volle pronta per la cena con la madre, cosa che riuscii a compiere trascinandomi e parlando il meno possibile. Dopo cena mi coricai con Massimiliano sul divano e guardammo abbracciati il filmino hard appena passato. Un po' mi vergognavo visto quanto ero stata porca ma vidi che Massi era molto fiero e quindi quei 35 minuti passarono veloci con la mia mano che massaggiava il suo pacco.


Come già accennato, avete letto la continuazione di "Una proposta di lavoro piccante". Dopo più di 20 racconti scritti tutti con un fondamento di realtà ed esperienze vissute sulla propria pelle, questo scritto invece è frutto di un sogno quindi un tentativo di uscire dalla mia comfort zone. Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni, e anche se avete idee o perversioni per una possibile continuazione. Intanto vi ringrazio per la lettura e il supporto sempre costante, la vostra Fede❤💋
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