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Il vecchio moroso


di xbisex
14.05.2023    |    13.915    |    5 9.5
"In un lampo, mentre sentivo l’ascensore arrivare, mi sfilai le mutandine e quando Mauro mi comparve davanti lo stupii mostrandogliele con enfasi e malizia..."
“Ma chi si ricorda!” sbottò Patrizia “Sono passati 50 anni!”
“Dai, non fare la furba, non puoi negarmi questa curiosità”
Ho il cazzo dentro la sua figa e solo a parlarne mi si era indurito ancora di più e lei se ne accorse sussultando dispettosa sopra di me a smorza candela.
“Su dimmelo, confessa” lei sospirò forte muovendosi lentamente avanti e indietro, facendo scivolare ritmicamente il cazzo dentro di lei.
“E va bene se ti fa piacere te lo dico, poi non fare il geloso” sentii la sua vagina stringermi il pisello, quindi anche lei condivideva la mia eccitazione rivangando episodi .. seppur di diversi decenni!

Tutto era accaduto qualche giorno fa, in una particolare occasione, quando inaspettatamente ci era venuto a trovare il suo ex moroso di tantissimi anni fa che aveva una sua passione nell’indagare e ricostruire la genealogia degli abitanti del suo territorio e siccome Patrizia aveva un cognome che risultava presente in tanti documenti del comune e della parrocchia, aveva chiesto un incontro per parlarne e scoprire parentele del suo presunto casato.
Era una scusa? Fatto sta che mi accorsi che Patrizia fosse un po' agitata e che per l’occasione finalmente abbandonava i suoi perenni calzoni per indossare, caso ormai più unico che raro, una vaporosa gonna e perfino le scarpe con il tacco.

Lui era stato il suo ultimo ragazzo prima di me e ricordo che all’epoca la sua preferenza tra l’uno e l’altro era stata un poco incerta. Credo che Patrizia avesse passato un periodo in cui stette, felicemente penso, in due scarpe differenti, come diceva il detto.
Magari un giorno si divertiva con (lo chiamo Mauro) e qualche giorno dopo era tra le mie braccia.
Eravamo in quella età che si ‘sperimentavano’ altre e più decise opportunità di far sesso. Era finito il periodo dei soli baci e dei vari smanettamenti nel buio di un cinema.
Il cazzo si era finalmente palesato del tutto, era uscito dai pantaloni e reclamava più attenzione da parte mia e della ragazza del momento. Prima di Patrizia ci fu solo qualche volenterosa sega con la manina della morosa precedente, poi schifata dallo sperma abbondantemente eiaculato! Ricordo ancora i suoi strilli inorriditi!

Ma con Patrizia partimmo subito alla grande. Fui lei a prendere certe iniziative che in effetti mi diedero da pensare che avesse già avuto altre esperienze simili.
Ci trovammo, dopo altri incontri, in una festa organizzata in un appartamento al mare. E in qualche lento, come altre volte, le feci sentire la mia proverbiale eccitazione, e se ogni tanto mi tiravo indietro con il timore di esplodere, era lei a spingere sulla mia patta. Ad un certo momento era talmente chiaro che a noi due occorreva un po' più di privacy che ci allontanammo dai locali della festa per poterci appartare fortunosamente in un garage deserto.

Fu lei a slacciarmi i pantaloni e a chinarsi davanti a me per prendere il mio cazzo in bocca, il tutto in pochi istanti febbrili. A me pareva di sognare ed ebbi difficoltà nel cercare di far durare quel mio primo pompino. Solo la giovane età e i neuroni al massimo mi diedero la forza, anche dopo essere venuto, di mantenermi ancora ben eccitato per farle raggiungere anche lei l’orgasmo con il cazzo ancora bello duro e rigido.
Quella di poter godere solo facendo un pompino è stata poi da sempre una sua caratteristica unica, assieme alla discontinua voglia di ingoiare lo sperma che non sempre gradiva.

A quel punto, visto la facilità di tale inaspettata prestazione, i miei pensieri si confondevano tra il supporre che lei fosse una che la dava via facile o che l’ardore dimostrato fosse un suo desiderio di compiacere il sottoscritto, in quella occasione magari a causa anche dai tanti bicchieri di liquori ingeriti in quella epica festa casalinga. Chiaro che successivamente mi sarebbero piaciute sperimentare altre prestazioni da lei e cercai di strapparle altri appuntamenti e altre opportunità.
Ma venni a sapere che lei ‘ufficialmente’ stava ancora con tale Mauro e per quello al momento cercava di evitarmi dopo quella nostra fugace intimità. Poi si sa cosa può succedere a quella età, 16-17 anni, sarebbe bastato un improvviso litigio, ci si mandava fanculo e ci si rendeva disponibili per un altro ragazzo, e probabilmente così successe anche con Patrizia.

Fu un periodo ribollente di passioni e di amori alternati.
Quindi, dopo tante insistenze, neanche troppe in verità, finalmente Patrizia mi concesse di fare la mia prima, agognata scopata, in una uggiosa mattina, quando insieme marinammo la scuola.
Da bravo coglione senza precauzioni di sorta, gli venni dentro, talmente eravamo su di giri, fortuna volle non ci rimanesse. Poi passata una settimana o due con me, poteva capitare che lei e Mauro si rimettessero insieme. E io come facevo a non immaginare che facesse ancora sesso anche con lui? Quel pensiero era insieme deleterio ma anche stuzzicante. Già all’epoca la gelosia non faceva breccia su di me, ma anzi, la consapevolezza di dividersi una donna era già per me una cosa assurdamente eccitante .. la qual cosa poi ci facilitò in quella esperienza, dopo diversi anni, di ‘scambio coppia’ con Aldo e Serena.

Ma Patrizia non ammise mai di fare sesso completo con Mauro dopo aver chiuso la loro relazione. Si trincerò nella assoluta negazione e scansò qualsiasi mio dubbio o curiosità. Era evidente che si era innamorata di me e voleva evitare di apparire come fosse una troietta a disposizione dei due maschietti, almeno fino a quel momento.


“Siii! Scopavo anche con Mauro” strillò in preda al godimento “Gli ho dato anche il culo, se proprio vuoi saperlo!”
Ebbi un moto di stupore. “Che troia” dissi in preda all’eccitazione “Glielo hai dato prima di me?. Avevi detto una bugia allora, dicevi che eri vergine nel culo !”
“Siiii! Mi inculava prima che ci conoscessimo. aaaah !” lei si sentì zoccola e aumentò il movimento sul mio cazzo che sentiva diventare sempre più duro.
“Un momento” dissi in preda al desiderio di una rivalsa effimera. Scivolai fuori dalla sua figa e puntai l’uccello tra le sue chiappe.
“Ah, così? vuoi punirmi?” disse sorridendo, mentre senza esitare, mi afferrò il cazzo e lo mise in posizione sotto il suo buco. Io le afferrai i glutei e li scostai per facilitare l’ingresso.
Non ci fu bisogno di gel o altro, l’uccello era talmente bagnato dagli umori di Patrizia che la cappella scivolò dentro senza impedimenti, superò lo stretto sfintere e il cazzo penetrò dentro per intero fino a schiacciarmi le palle.
“Sei contento adesso? Ora sai che la tua mogliettina era una puttanella anche da giovanissima”
“Be, non avevo molti dubbi” mormorai cercando di resistere alle sollecitazioni “Se non lo eri lo saresti comunque diventata con me” e aggiunsi “E con Aldo e Serena”
Patrizia iniziò un lento su e giù; arrivava quasi a sfilare la cappella e poi scivolando ritornava ad essere piena dentro l’ano.
“Sei proprio una zoccola, ti piace farti fare il culo anche se adesso fai tante storie”
“Ormai non ho più l’età per certe pratiche. Poi con il mio culo ti sei già divertito parecchio!”
“Non solo io o Aldo, anche Mauro .. poi chi altri? Confessa puttana”
Lei si sfila bruscamente l’uccello un po' stizzita.
“Ci terresti proprio a saperlo?” sospira “Volendo sai quanti cazzi avrei potuto avere a disposizione? Tra colleghi e nostri cari amici, direi diversi .. se volevi fossi una puttana, non avevi che da dirlo subito”
“Sciocca! ma si, se ti facevi pagare, perché no” scherzai.
Lei esitò, sembrò avere voglia di dire qualcosa ma si bloccò. Tornò al sesso interrotto.
“Ora basta confessioni, tieni dritto con le mani quel pistolino che vogliamo fare il giochetto ‘tutto fuori, tutto dentro’ così ti accontento una volta tanto”

Allontanai ogni pensiero e mi concentrai per quel gioco altamente godurioso. Patrizia avrebbe lavorato sulle ginocchia per far uscire e far entrare il mio cazzo ad ogni movimento di ‘smorza candela’. Una specie di ‘tortura’ per far schiattare di orgasmo il poveretto capitato sotto di lei.
Iniziò a far scivolare il cazzo dentro, poi bruscamente si sollevò e il cazzo tornò all’aria, ci fu così una successione del caldo anale e del fresco fuori. Facilmente immaginavo il suo buco del culo che rimaneva dilatato mentre l’uccello usciva e non faceva in tempo a richiudersi del tutto per il brusco rientro del cazzo. La cappella sembrava saltellare allegramente nello scalino dello sfintere procurandomi un piacere a cui dovetti soccombere dopo pochi su e giù.
“Vengo!” urlai. Patrizia fu svelta nel tornare con il culo pieno e a fermarsi per apprezzare quel mio gonfiarsi dentro l’ano e sentire le tante contrazioni mentre finalmente sborravo dentro di lei.

Si stese accanto a me accarezzandomi il petto e i radi peli.
“La tua rotta nel culo ti ha soddisfatto, amore?”
Con il respiro ancora accelerato mi chinai su di lei e le baciai le labbra, quelle labbra che erano scivolate anche sui cazzi di Aldo e Mauro e magari di qualcun altro che ancora mi nascondeva.
“Aveva un bel cazzo Mauro?” chiesi di punto in bianco, mentre un’idea strampalata mi attraversava la mente,
“Ancora lì sei? ..be non era messo male, mi pare”
“Ti andrebbe di chiavare ancora con Mauro?” dissi in un lampo.
Lei mi guardò e per un attimo i suoi occhi luccicarono, poi si strinsero furenti.
“Stronzo!!” urlò e mi diede una sberla in testa.

Ma mi bastò quel suo rapido, inconfondibile ammiccare per poi, con un po' di insistenza, riuscire a convincerla ad una inaspettata e imprevedibile esperienza ..considerando la nostra età.

(seconda parte)

Mi accorsi di quanto era stato efficace l’aver installato quel mio input libertino nella testa della moglie, quando Mauro tornò un’altra volta da noi, con le sue ultime novità.
Discussero all’inizio dei vari parenti di Patrizia, scoprendo personaggi e avi di cui non si immaginava nemmeno l’esistenza. Io ero un po' messo da parte e quindi ogni tanto li lasciavo soli a disquisire sul fantomatico albero genealogico della moglie.

Avevo notato che, come l’altra volta, Patrizia aveva curato il suo aspetto in prospettiva di incontrare ancora il suo antico ex.
Un po' di trucco leggero, la maglietta aderente per far risaltare il petto, la gonna più corta che da seduta risaliva pericolosamente scoprendo sempre più le sue cosce.
Vedendola farsi più interessata ad apparire al meglio, una certa emozione mi aveva già preso quel tardo pomeriggio, regalandomi un pisello un po' ‘voluminoso’ che forse si notava sotto i miei calzoni leggeri.

Sapevo da tempo che la moglie di Mauro era da diversi anni paralizzata dalla vita in giù per un fatale aneurisma e quindi che l’andamento famigliare e specialmente sessuale, non era certo minimamente facile, e non mi sarei stupito che Mauro potesse avere altre conoscenze femminili per soddisfare almeno in parte quelle sue esigenze corporali. In fondo mi faceva un po' pena e quindi non mi sarebbe proprio dispiaciuto che potesse tentare di provarci con mia moglie, che a ben vedere non sarebbe stata immune alle sue avance ..detto fatto!

Dopo una mezz’ora di loro chiacchiere, per distrarmi un po' mi proposi di fare un the per prenderci un poco di pausa, così mi allontanai e iniziai a trafficare in cucina. Mi accorsi subito che la loro conversazione, in mia assenza, aveva preso un certo tono sommesso e più confidenziale.
Con fare cauto e senza farmi vedere tornai vicino alla porta del soggiorno e colsi quell’attimo di loro intimità. Vidi una mano di Mauro palpare i seni di Patrizia con movimenti sinuosi.
“Non sono più quelle tue minuscole tettine che ricordavo” lo sentii dire sottovoce, mentre la moglie non si sottraeva minimamente al quel tocco malandrino, anzi i suoi capezzoli iniziarono a sporgere sotto la stoffa.
“No certo, ora ho una bella quarta misura” disse schernendosi “Non ti piacciono così?” aggiunse con ironia e malizia, facendo fare un balzo al mio povero pisello intrappolato nei calzoni.
“E il tuo bel culo?” fece Mauro insinuando la mano sotto la gonna di Patrizia che in quel frangente lo stoppò con incerta determinazione.
“E’ ancora più grosso!” si lamentò e poi, rammentando la nostra chiacchierata mentre scopavamo, gli confidò “Ma lo sai che a mio marito gli feci credere di non aver mai fatto sesso anale prima di lui? C’è rimasto un po' male quando gli ho confessato che invece ..”
“Ma dai! Poteva rimanere un segreto tra noi due, sciocca” disse cercando di soffocare una risata.
“Poi ti racconto cosa mi ha anche proposto quel pervertito, te lo scrivo via mail”

Avevo udito fin troppo ed ero eccitato da quello che avevo sentito e che avevo visto. Non pensavo veramente che Patrizia potesse dimostrarsi subito così in simbiosi con il suo ex. E che volesse confidargli anche quella mia bizzarra idea di tornare a farsi chiavare da lui.
Dopo ben più di 40anni!

Abbandonai la mia posizione nascosta e lasciai che passassero un altro po' di tempo tra loro, visto il tono confidenziale e le lunghe mani di Mauro che ancora si muovevano senza impedimenti sul corpo di Patrizia. Vidi che quella sua mano sotto la sottana non fu più fermata mentre davo un’ultima, occhiata veloce.

Geloso? Manco a pronunciare tale vocabolo. Il cazzo era come in perenne erezione ed era talmente al limite che pensai di farmi una sega per non esplodere!
Poi dopo un bel po' feci un certo chiasso e mi presentai con teiera e tazzine. Non volevo certo sorprenderli, anzi architettai di lasciarli ancora una volta da soli, palesando di aver bisogno di andare un attimo in cantina a prendere una cosa qualsiasi.
Loro due ebbero quasi difficoltà a soffocare un certo entusiasmo che anch’io condividevo. Non so cosa esattamente combinarono in quel frangente, quando rientrai li trovai un poco sudati e con scambio di occhiate decisamente intriganti .. il Mauro sicuramente aveva voluto limonare un po' con mia moglie, visto il sottile sbaffo del rossetto di Patrizia che poi scoprii aver lasciato campo libero tra le sue cosce alle mani dell’ex moroso.
Non avrei mai immaginato che quel giorno fossero già arrivati ad un bel punto di partenza fintanto che accompagnando Mauro alla porta vidi una bella macchia umida sul retro della gonna di Patrizia. Anche lei si era un bel po' eccitata tra toccamenti e confidenze

Tra le altre cose sapevo bene qual era la password della mail di Patrizia e certamente avrei curiosato su quello che si dicevano e si confidavano.
A quel punto potevo pure io pretendere un poco di godimento Perciò presi la palla al balzo e appena chiuso l’uscio di casa l’afferrai da dietro e le sollevai la gonna. Con sorpresa vidi che non indossava le mutande e i glutei erano tutti umidi, per non parlare della vagina che pareva si fosse pisciata addosso, tanto era bagnata!
“Come mai senza mutande?” dissi divertito ed eccitato mentre infilavo il mio povero e torturato uccello dentro la sua figa bollente.

“Le avevo” mormorò sibillina quella troia di mia moglie. ”Ho fatto un regalo…”

(terza parte)

“Ti desidero”
Lessi quella minuscola frase nella mail di Mauro con enorme soddisfazione.

Approfittando che Patrizia qualche giorno dopo era uscita con delle amiche, mi ero subito adoperato per scoprire se già avessero iniziato iniziato una loro trama attraverso le mail. Mi sorprese che quella singola frase era stata mandata da Mauro la sera stessa dell’ultimo incontro. Patrizia gli aveva poi risposto il giorno successivo, forse dopo una nottata di dubbi e ripensamenti.
‘Non essere sciocco, alla nostra età? Non vedi come sono ridotta? Grassa, con i capelli bianchi, insomma un disastro!’ scrisse nella pagina mail.
‘Ti voglio così come sei Patrizia. Mi piace il tuo corpo florido, anch’io del resto sono cambiato, invecchiato. Adoro il tuo seno, le tue gambe sode, grazie di avermi permesso di toccarti’

Quel suo ex ci andava diretto pensai, il pisello si gonfiava nei calzoni e dovetti aprirmi la patta. Continuai poi a leggere quelle loro mail che si erano scambiati, una dietro l’altra, la mattina successiva, quando dovetti andare al vecchio ufficio per districarmi in certe procedure catastali.
Quindi in quel frangente erano stati liberissimi di fare conversazione. Mi stupiva che non avessero usato WA, ma Patrizia non era molto fiduciosa nell’usare lo smartphone e forse non aveva tutti i torti. Proseguii a leggere il loro botta e risposta e a tormentarmi con emozione crescente.

‘Che matto. Però mi hai dato conforto ed anche una certa emozione. A proposito che ne hai fatto delle mie mutandine?’
‘Le ho leccate non sai quante volte. Il mio pisello ha molto apprezzato. Mi sono masturbato con quelle indosso e sono venuto sporcandole tutte, ora le dovrò pulire. O preferisci che te le riporti con il mio sperma?’
‘Schifoso! Lavale subito e tienitele. Sei un bel porco, forse fai concorrenza a mio marito.
‘Non sai quanto! Ecco, ti volevo chiedere; cosa dicevi a proposito di Gianni. Che proposta ti avrebbe fatto?’

Seguì una mezz’ora di pausa di Patrizia, forse rimuginava se era meglio non riferirgli della mia sciagurata idea. Quella era una sorta di confine, dopo di che, visto l’approccio deciso di Mauro, non ci sarebbero stati più impedimenti su quello che poteva succedere.
Quello che scrisse fu come un suo disco verde.
‘Be, non ci crederai, ma non gli dispiacerebbe che tu mi volessi ancora scopare. Ma non sono sicura che parlasse seriamente. Però a me fa piacere qualche complimento e quelle tue mani mi hanno regalato qualche emozione. Tanto noi abbiamo già avuto qualche esperienza, sopra le righe’
‘Scusa, sono curioso, cosa intendi con ‘sopra le righe’? Cosa avete combinato di così eclatante?’

La mail successiva di Patrizia fu come un fiume in pena.
‘Insieme abbiamo avuto una esperienza di ‘scambio coppia’, ti parlo di almeno una ventina di anni fa, forse più. Devo confessarti che ci siamo divertiti moltissimo giocando con i due maschietti e con l’altra signora. Abbiamo provato anche il sesso bisex .. tra donne è davvero incredibile come sia stupendo! Ed anche gli ometti qualche volta si sono divertiti tra loro. Era eccitante vedere mio marito farsi chiavare da Aldo e viceversa.
‘Mi fa quasi piacere che Gianni possa essere un po' frocio .. del resto anch’io mi sono divertito con altri uomini’
Ebbi un momento di sano imbarazzo misto a condivisione .. in fondo siamo tutti potenzialmente omosessuali o quantomeno bisex. Ma Patrizia aveva un’altra storia da raccontare ..

‘Poi da sola ho fatto anche la ‘puttana’ per circa un anno. Ma non intendo come una che va con tutti, scopavo a pagamento con una persona molto anziana che pur di convincermi ad andare con lui mi aveva proposto una discreta cifra, ma non ti rilevo l’importo. Di questo Gianni non sa nulla, quindi tienitelo per te!’

Di questo suo ultimo segreto ne ero proprio all’oscuro. Dovetti leggere più volte quelle sue frasi per assimilare quella novità. Una persona forse più normale di me sarebbe trasecolata a quella confessione, avrebbe preteso spiegazioni, chiesto il divorzio. Io invece, a parte lo stupore iniziale, ebbi una incredibile eccitazione, il cazzo diventò talmente duro da farmi male!
Incredibile Patrizia! Sebbene condotta dal sottoscritto (e con il contributo di Aldo) alle più alte vette di godimento, mai avrei pensato e sperato che riuscisse a realizzare i sogni e le idee più strampalate di un pervertito come me! Riuscire a farla diventare una vera zoccola fino in fondo.
Un po' capivo la sua reticenza riguardo a quella sua attività da ‘prostituta’. Lei sapeva benissimo che non mi sarebbe dispiaciuto che potesse avere qualche altra ‘avventura’, anzi glielo prospettavo da sempre e più volte. Quello che le aveva impedito di condividere quell’esperienza con me, pensai fosse quel ‘ farsi pagare’ per la sua prestazione. Forse un suo ultimo baluardo di perbenismo che le impediva il coinvolgimento con il marito: esercitare come una vera zoccola, ma con un limite di decenza.

Fantastica la mia Patrizia una autentica PUTTANA! .. unica curiosità: quanto si era fatta pagare la troia ?

Dopo quella mail ci fu da parte di Mauro una pausa che si prolungò per diversi minuti, anche lui pensai, un poco spiazzato dall’ultima mail della moglie, poi scrisse.
‘Patrizia non mi stai prendendo in giro, spero. Ma voglio credere a quello che dici, mi fa un immenso piacere crederci. Anch’io del resto, come sai bene della mia situazione in famiglia, non dovrebbe stupirti che ogni tanto avessi l’assoluto bisogno di trasgredire. Ho incontrato diverse persone in questi anni, coppie, donne, uomini e anch’io ho qualche scheletro nell’armadio. A questo punto vorrei proporti di incontrarci da soli. Posso chiamarti adesso che ne parliamo magari a voce? Dopo puoi benissimo cancellare la chiamata. Dai, dimmi di si’
‘E va bene, però appena sento che arriva Gianni interrompiamo, ok?’
‘Tesoro, ti chiamo subito, prima che tu ci ripensi!’

Qui finì la mia intrusione con sommo dispiacere. Vagai subito con la fantasia di loro probabili incontri. Li potevo quasi vedere mentre scopavano a casa nostra, a casa sua, in auto, o in un sordido alberghetto.
Era quindi l’apoteosi di quella mia idea partita senza troppo fondamento e che sembrava invece potersi realizzare con estremo piacere di entrambi i personaggi.

Passarono diversi giorni in cui si poteva percepire a casa nostra una certa tensione nell’aria. Come un fluttuare di propositi e di idee balzane tremendamente emozionanti. Quella settimana scopammo ben due volte e con una furia che lasciava intendere la, non troppo vaga impressione, che sarebbe potuto accadere qualcosa di importante e intrigante.
Pensai di favorire un loro incontro prospettando a Patrizia di aver bisogno di andare in ufficio a sbrogliare la matassa riguardante quella nostra pratica catastale. Quando glielo dissi sembrò quasi trattenere il respiro. Le confermai che il prossimo giovedì sarei stato tutto il pomeriggio tra le scartoffie e il giorno dopo, guarda caso, il buon Mauro si proposte di passare da noi per le ultime novità riguardanti l’albero genealogico di Patrizia.
Potevo supporre che nel suo parentado ci potesse essere stata anche una signora ‘allegra’ o appunto una vera meretrice, per giustificare una sua probabile trasmissione di geni alla mia cara mogliettina troia e puttana.

“Così non ti facciamo annoiare con le nostre chiacchiere” mormorò Patrizia quel giovedì dopo aver pranzato.
“Questo sicuro, ma forse non vi accontenterete solo di blaterare”
“Stronzo! Poi non sei tu che mi hai felicemente prospettato di poter scopare con Mauro?”
“Hai perfettamente ragione e non avrei nessuna remora se ciò accadesse. Siete dei ‘Grandi Adulti’ ormai, belli vaccinati, quindi avete piena facoltà dei vostri intendimenti. Solo che mi piacerebbe saperlo se ci vai a letto e magari potrei partecipare pure io”
Patrizia mi allungò uno scappellotto ma la sua espressione da tesa sembrava si fosse tramutata in una più che sollevata. Io non ebbi nessuna incertezza nel lasciare la moglie con le sue problematiche; le baciai le labbra, che forse poco dopo si sarebbero posate su un’altra bocca o strette alla verga di un cazzo che non era il mio.
Con emozione crescente, chiusi la porta di casa, entrai in macchina e con una certa fretta arrivai in ufficio quasi senza accorgermene, con la mente che elaborava visioni e situazioni a ripetizione.

Come mi sentivo nella prevedibile prospettiva di diventare un ‘cornuto’? Per me era un termine quasi folcloristico e non aveva nessun valore di demerito e importanza. Oltretutto lo ero già, visto che la moglie si era volontariamente concessa senza forzature o altro e con la mia più che entusiastica benedizione all’amico Aldo e, alla luce delle ultime rivelazioni, anche a questo fantomatico signore anziano.
Che di questa persona avevo già una certa idea di chi potesse essere. Ricordavo quel collaboratore che ogni tanto stazionava nell’ufficio di Patrizia e che non si faceva scrupolo di fare qualche avance a mia moglie. Rammentavo che ad una festa dei soci dove lei lavorava, questo tipo si era appartato parlando fitto, fitto per un bel po' con Patrizia. Se era lui, all’epoca aveva più di settantatré, o settantacinque anni e mia moglie era sotto i quaranta. Sarebbe stata davvero una coppia molto particolare e complimenti a lui per la sua presunta prestanza fisica e sessuale. Ma per quello forse qualche aiutino sarebbe stato più che necessario.

Guardavo scorrere sul PC le varie cartine catastali, ma era ovvio che non ero lì con la testa in quel momento. Chissà se Mauro era già a casa nostra, le era saltato addosso da subito? Avrebbero avuto invece qualche incertezza? Imbarazzi? Da come aveva allungato facilmente le mani l’ultima volta e senza troppi impedimenti da parte di Patrizia, non credo che quei due si sarebbero fatti molti scrupoli o problemi.
Avrei potuto mettere qualche minuscola telecamerina, o anche un semplice registratore, ma avevo preferito invece far lavorare la fantasia, come quando avvisavo Aldo che Patrizia era sola a casa e avrebbe aspettato una sua gradita visita mentre io ero a lavorare fuori città.

Che razza di marito ero? Cornuto e contento?!
Potevo invece fare una telefonata tra un po' e divertirmi nel sentire la sua voce incerta e inframmezzata dai sospiri mentre magari aveva il cazzo di Mauro dentro il culo o nella sua caldissima vagina. Ma poi mi venne quasi naturale l’idea di ‘sorprenderli’ per davvero .. e la mia mente iniziò a ponderare seriamente la cosa ..


(quarta parte - Patrizia)

Il cuore mi batteva veloce, sembravo come una timida scolaretta che attendeva il suo spasimante in fondo alle scale della scuola. A proposito di scuola come potevo dimenticare il mio primo vero insegnate di sesso?
Alle superiori presi una cotta per il supplente di italiano e lui non si fece scrupolo di approfittare della mia totale persona. A lui donai la mia verginità, sia davanti che dietro.
Si, fui bugiarda anche con Mauro, non era stato lui il primo a possedere il mio culo.
Fortunatamente dopo gli iniziali dolori della penetrazione anale, questi si erano dissolti in poco tempo. Scoprii che raggiungevo l’orgasmo anche con quel suo importante cazzone da adulto infilato nel mio sedere da adolescente. Lui era un vero porco, e sotto il suo insegnamento divenni quella persona che ero stata e che ero anche adesso, pure alle soglie dei settanta anni. Una donna abbastanza spregiudicata e attenta a cogliere il piacere in qualsiasi forma si fosse presentata .. almeno, un tempo fa era proprio così.
Dopo quella storia lussuriosa con il professore era stato difficile tornare ai vari ragazzi timidi e incerti di quel periodo. Fu dura trattenere l’eccitazione che sentivo più audace solo per me, la mia vagina, il culo e la bocca reclamavano di essere meglio utilizzate, piuttosto che accontentarmi di qualche timido bacio e qualche mano che frugava tra le cosce e sulle tette. Ma dovevo stare attenta a non farmi etichettare come una gran troia, perché all’epoca bastava ben poco per scivolare nella più turpe ambiguità e nella maldicenza della gente.
Tenni a freno per diverso tempo la mia voglia, divertendomi in solitaria con gli oggetti oblunghi più disparati, dalla frutta e verdura a oggetti di uso quotidiano ..
Poi incontrai Mauro che riuscì a sbloccare la mia verve più estrema. In effetti gli dovevo molto come amante di quell’epoca ancora un poco ‘bachettona’ e repressiva. Quindi in questo frangente avrei avuto l’occasione di esprimere tutta la mia riconoscenza anche a distanza di quarant’anni.

Mi controllai ancora una volta allo specchio. Mi ero truccata con più intensità, la maglietta senza reggiseno sotto, la gonna più corta che possedevo, un po' più su delle ginocchia, le autoreggenti e le scarpe con un tacco non esagerato ma che almeno sembravano sollevare i glutei decisamente flosci. Lo specchio rimandava spietatamente la figura di una donna adulta che rischiava, con tutti quegli accorgimenti, di sembrare quasi ridicola o peggio.
Scappai in bagno per un’ultima pipì. Guardando le mutandine al ginocchio mi chiesi se potevo anche a farne a meno, poi mi ricordai di aver sporcato la gonna quando l’altra volta su insistenza di Mauro gliele avevo regalate, dopo quel suo complicato e rapido smaneggiare nella mia figa.
Ci eravamo goduti uno sbrigativo ditalino mentre le nostre bocche si univano dopo tanto tempo. Le dita di Mauro erano scivolate dentro la mia vagina e con un poco di difficoltà anche nel culetto. Non raggiunsi l’orgasmo ma ci andai vicino, fino a quando sentimmo l’ascensore annunciare il rientro del ‘cornuto’ .. che senz’altro ci aveva lasciato soli per poterci prendere un poco di intimità come sperava. Come era in effetti era successo.

Il campanello suonò e io ebbi quasi la tentazione di non rispondere talmente ero nel panico. Diedi due sospiri e aprii la porta sul nostro pianerottolo. Improvvisamente mi prese un gran calore e sentii perfettamente la mia libido esternare tutta la sua potenza. In un lampo, mentre sentivo l’ascensore arrivare, mi sfilai le mutandine e quando Mauro mi comparve davanti lo stupii mostrandogliele con enfasi e malizia.
“Eccotele in anticipo, così le puoi aggiungere alla tua collezione, ancora pulite”
Mauro passò in un attimo dallo stupore alla consapevolezza dei mei intenti.
“Patrizia, dovresti averlo capito che le preferisco usate’ e con un ghigno sul volto fu svelto a chinarsi davanti a me, appoggiare i suoi faldoni sullo zerbino, e con un movimento rapido tirarmi su la gonna corta e in ginocchio affondare il suo viso tra il mio pelo.
Lì sulla porta aperta mi anticipò una intensa leccata di figa, quasi fosse un bacio, il più intimo possibile.
“Dai, smetti! Entra dentro prima che ci veda qualcuno” anche se sapevo benissimo che negli altri appartamenti del nostro pianerottolo non c’era nessuno al momento. Volevo sorprenderlo, invece fu lui a stupirmi con quella sua bizzarra iniziativa. Volevo farlo entrare, ma quella sua lingua era piuttosto gradevole, perciò allargai le gambe e ci concedemmo ancora qualche minuto a rischio.
“Basta, ti prego” lo allontanai a malincuore e finalmente chiusi la porta.
Lui mi abbracciò e mi baciò con passione, sentivo il dolce sapore della mia vagina nelle sue labbra. Ebbi in un lampo il ricordo della figa di Serena mentre la mia lingua saettava dentro di lei e bevevo, come in un insolito calice, lo sperma di uno dei due maschietti.

“Hai la vagina completamente umida” mormorò Mauro con un filo di voce “Credo che l’albero genealogico oggi possa attendere” e mentre lo diceva mi girò come una pagina di giornale e tornando ad inginocchiarsi, la sua faccia premette tra i miei glutei.
Era strana quella situazione, era come se Mauro fosse sottomesso alle mie intimità, come fosse un autentico adoratore di una divinità. Certo la cosa non mi dispiaceva affatto, cercai di chinarmi il più possibile e con le mani mi allargai i glutei per facilitarlo nell’impresa. La sua lingua scivolava nel retto cercando di penetrare il più possibile. Se avesse continuato così avrei avuto un primo inevitabile orgasmo, perciò con un po' di determinazione mi scostai da lui.
“Mauro, mettiamoci più comodi” dissi “Fammi respirare un attimo, siamo partiti troppo veloci, non credi?”
“Hai ragione, scusami” ammise “Forse perché era una cosa a cui non ho mai smesso di pensare”
“Cioè?” lo guardai con un certo stupore “Mi vuoi farmi credere che ti sono come ‘mancata’ in tutti questi anni?”
Ci dirigemmo verso il divano riacquistando un po' di normalità, il suo braccio mi circondava la vita che non era più quella di decenni fa, più stretta e con meno spessore attorno.
“Non ti ho mai dimenticata Patrizia, sono stato un folle a lasciarti. Ora la mia vita sarebbe stata ben più diversa” sembrò commuoversi ed ebbi anch’io come un moto di pura nostalgia. Seduti sul divano ci accarezzammo i volti e ci scambiammo qualche leggero bacio come due giovani innamorati. Poi cercai di scrollarmi quel momento di sconforto.
“Bando alle tristezze, ti va di rimembrare un poco di quel periodo?”
Lo sentii come sussultare, anche lui tornò in un attimo alla situazione del momento.
“Hai ragione, hai sempre avuto ragione. Ora spogliati e non temere il tuo aspetto, mi piaci così come sei adesso” disse con un po' di tremore nella voce, mentre le sue mani aprivano la patta dei pantaloni ed estraevano il suo uccello bello dritto e con la cappella umida.

Mi feci forza e mi sfilai quegli unici indumenti che avevo ancora addosso, la maglietta e la gonna, rimanendo con solo le autoreggenti e le scarpe. Ringraziai la mia perspicace che aveva deciso di voler abbassare le tapparelle del soggiorno per creare una certa provvidenziale penombra che smorzava la visione di un corpo di una donna purtroppo non più in forma.
“Toccati un po' .. vorrei vedere che ti masturbi come facevi allora” disse mentre si afferrava il cazzo e anche lui iniziò a segarsi di fronte a me. Mi stesi il più possibile e la mia mano iniziò a strofinare la vagina già bella bagnata. In quel silenzio si sentivano i nostri ansiti e lo ‘sciacquettio’ tra le mie gambe. Gli guardavo il pisello ricordando quante volte era entrato nei miei pertugi, in bocca, nella figa e nel culo. Era un cazzo un po' particolare, con una grossa cappella e la verga più sottile e lunga. Pareva veramente come un fungo dei cartoni animati e certe volte l’avevo preso in giro, ma dovevo ammettere che mi aveva regalato delle belle e goduriose sensazioni, specialmente mentre entrava e usciva dal culo. Lo sentivo allargarmi il buco mentre il suo grosso glande apriva la strada e quando usciva avevo la sensazione come fosse lo stappare di una bottiglia di spumante.

Giocavamo da qualche istante, deliziandoci uno di fronte all’altro, quando il suono del campanello ci fece fare un balzo sul divano dalla sorpresa. Rimanemmo per qualche attimo come congelati, le mani ferme sui nostri sessi.
“Scommetto che è Gianni, non ti allarmare” dissi emozionata “Al massimo si vorrà unire al nostro gioco” dissi speranzosa.
“Non credo” mi interruppe Mauro “Mi sono permesso di invitare una mia amica, molto intima”
Trasecolai e istintivamente raccolsi la mia maglietta per coprirmi.
“Ma sei matto! Come ti è venuto in mente? Non ti bastavo io?” esclamai piuttosto agitata.
“Non devi nemmeno pensarlo. Volevo solo farti un regalo speciale, un omaggio per quelle nostre occasioni perdute”
Da sorpresa inaspettata la cosa sfumò in una curiosità emozionale. Il campanello suonò di nuovo.
“Sei un po' tocco, lasciatelo dire. Voglio sapere chi è”
“Te lo ridico, è una mia amica fidata con cui ho una storia da qualche anno. Anche lei è una persona matura, qualche anno in meno di te e mi aveva espresso un suo desiderio di provare a far l’amore con un’altra donna. Tu mi hai detto di averlo già fatto e ho pensato di farvi incontrare”
Era una idea strampalata e indecente, ma qualcosa in me iniziò a farmi rimembrare quelle vecchie piacevolissime sensazioni di sesso saffico.
“Avrò il piacere di conoscerla ma poi decido io se è il caso che possa unirsi a noi” dissi prima di pentirmi “Vai ad aprire tu mentre mi rivesto, su non farla aspettare” Ci misi poco a indossare gonna e maglietta, gli slip invece rimasero da parte. Mi alzai con un bel po' di agitazione addosso, ma ancora non comprendevo se era solo un comprensibile imbarazzo o oppure anche una certa emozione, per non dire eccitazione. Mi vennero in mente certi flash di me e Serena: lei a gambe larghe in attesa della mia lingua: quanto mi piaceva limonare con lei mentre magari aveva un cazzo di uno dei due infilato nella vagina o nel culo.
Che avventura la nostra!
E mi diedi della sciocca pensando a quante volte volli dire no ad altre esperienze simili.

Mi avvicinai all’ingresso proprio mentre la tipa entrava in casa. Mi sentii sollevata nel salutarla, lei pareva una persona abbastanza anonima, un viso con un naso importante, però con un bel sorriso, matura nel fisico, con un seno generoso come il mio, sebbene il corpo strizzato da un vestito credo di una misura più stretto. Mi piacevano le sue gambe tornite e abbastanza esposte audacemente da un orlo a metà delle cosce. Tutto sommato una donna in un certo qual modo insignificante ma abbastanza piacente e speravo almeno simpatica.
Io volli subito testarla sul suo presunto desiderio di far sesso con un’altra donna.
“Piacere Elena” ebbe il tempo di dire, mentre l’afferrai alle braccia e la strinsi a me, la mia bocca centrò le sue labbra. Lei ebbe un moto di sorpresa, spalancò gli occhi, ma subito le sue mani si strinsero volenterose alla mia vita e nelle nostre bocche le lingue roteavano insieme decise e impazienti come l’avessimo sempre fatto.
“Il piacere è tutto il mio” le dissi staccandomi da lei, asciugandomi le labbra umide “Io sono Patrizia. Puoi chiamarmi Pat. Se voi siete d’accordo vi proporrei di accomodarci in camera da letto per stare più comodi” Vidi Mauro agitare il dito in un gesto di negazione.
“A Elena piace molto l’ambiente della cucina, vero cara?” disse mentre con un certo distacco fece scivolare la zip dietro il suo vestito. Lei in un silenzio un po' imbarazzato lo fece scivolare velocemente ai piedi, consapevole che avesse anche lei un fisico non troppo seducente. Per rendersi più sexi scoprii che indossava un elaborato reggicalze e calze color carne che nell’insieme faceva la sua porca figura, come un emozionante contorno al suo invitante triangolo di pelo.
Per renderla più a suo agio anch’io mi tolsi i due straccetti che avevo indosso. Ci osservammo per qualche momento mentre non si poteva nascondere che la libido saliva senza intoppi nonostante la nostra fisicità non proprio eccelsa.

Mauro ci prese tutte e due per mano e ci condusse in cucina come desiderava questa sconosciuta Elena. A quel punto lasciai tutta l’iniziativa a Mauro, come lui fosse il mio mitico supplente al quale diedi tacita obbedienza oppure ricordando le bizzarre ed esagerate iniziative del vecchio e anziano porco. Ma lui pagava e quindi dovevo fare la puttana fino in fondo.
Lui tolse svelto la piccola fioriera sul tavolo di cucina e mi aiutò a stendermi sopra, rabbrividendo un attimo per il legno freddo. Non era una novità per me scopare su di un tavolo o qualcosa di simile, però dovevo ammettere che la posizione era sempre stata piacevolissima nonostante la non troppo comodità. In quel frangente mi pareva di essere la vittima sacrificale su di un’ara improvvisata.
Cercai di posizionarmi al meglio, cercando di avvicinare il più possibile la vagina al bordo del tavolo, avevo intuito che Elena desiderasse leccarmi la figa. Lei si era già inginocchiata sul pavimento e non attese che fossi pronta, sentii la sua bocca e le sue labbra stamparsi sul mio pelo procurandomi un primo brivido di piacere.
Mauro nel frattempo si era spogliato del tutto e maneggiava il suo lungo pisello portandolo ad una visibile durezza. Allungai la mano e afferrandolo lo trascinai verso di me, in direzione della mia vogliosa bocca, lo strinsi tra le labbra assaporando gli umori che già inumidivano la cappella.

Ero in piena eccitazione con un cazzo in bocca e la vacca sconosciuta che mi leccava appassionatamente la vagina, quando sentimmo aprirsi la porta d’ingresso.

Gianni fece pochi passi e rimase di sale vedendo come eravamo allacciati in quelle posizioni piuttosto ardite.
Io non potei trattenermi nemmeno in quella situazione così scabrosa e continuando a tenere in bocca il cazzo di Mauro, con una voce in falsetto e un po' impedita mormorai:
“Ci-e-eloo, meo marrito!! “

(continua ?)

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