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Prime Esperienze

Lilliput esiste!


di trentinox
10.09.2021    |    9.332    |    1 9.6
"Poco illuminato e lontano dalla strada, sembrava il posto perfetto..."
Dopo le lunghe notti calde di luglio il fresco d'agosto regalava una piacevole sensazione. Il sole non aveva più tutta la sua forza: stanco del gran lavoro estivo oramai si coricava sempre prima regalando alla luna e alle prime avvisagle dell'autunno più spazio.

Marco passeggiava con passo svelto lungo il marciapiede cercando di tenere a bada i dubbi che lo investivano "Sarà troppo freddo? Forse non trovo nessuno, in fin dei conti abbiamo organizzato tutto troppo in fretta, magari ci hanno ripensato, e come dargli torto? Trovarsi con uno sconosciuto come me, no, di sicuro non ci sono" continua a ripetersi mentre avanzava.

Marco si era iscritto diversi anni fa ad una comunità scambista online su suggerimento di un amico. "Singolo sportivo, bull fantasioso" riportava nel suo profilo accompagnato da un paio di foto timide, poco esplicite e quasi sicuramente troppo caste. Di tutt'altro tenore invece gestiva il profilo l'amico, ben più attivo, che arricchendo la propria galleria di trofei di caccia e di vittoriose conquiste sul campo. Marco proprio non riusciva a essere così, e l'amico per questo lo scherniva.

"E' una tecnica di conquista: mostra i tuoi trofei e attira l'attenzione, più mostri le tue attitudini più possibilità hai di essere contattato e di portare a casa il risultato" continuava a dirgli, supportando la sua vincente teoria con aneddoti di notti miracolose con procaci e voluttuose donne sempre diverse o mirabolanti esperienze con coppie di ogni età ed orientamento.

Marco era diverso: ai tempi non era alla ricerca di campi di battaglia, era solo curioso. Lui aveva una compagna e non sentiva la necessità di crearsi un palmarès di conquiste, i suoi momenti di gloria li poteva avere senza faticare e soprattutto senza il bisogno sbandierarli ai quatto venti.

"Mi sento un Gulliver su un'isola inesplorata, voglio trovare la mia Lilliput! altrimenti non mi metto a navigare" rispondeva sempre all'amico che lo prendendeva in giro.

Ma a quel tempo probabilmente l'isola di Lilliput non era sulla rotta di Marco che, dopo poco tempo e poche energie investite, si dimenticò pure di essersi iscritto ad una community. Si sà come vanno queste cose se non si è convinti: tutto finì nel dimenticatoio, si sposò poco dopo e persino l'amico smise di acclamare le proprie maratone sotto le coperte.

Tutto rimase congelato nella mente di Marco fino a una settimana fà quando, leggendo il giornale, venne a conoscenza di una insolita, almeno per lui, pratica sessuale che veniva chiamata con il termine inglese di dogging. Ad essere sinceri il nome gli parve fin da subito quasi offensivo: "portare a spasso il cane" era davvero svilente come definizione. Ma un qualcosa gli stuzzicò comunque la mente.

"Nel dogging di solito la lei di coppia si esibisce per uno o più singoli in macchina o all'aperto, mentre il compagno si compiace degli effetti che la sua lei genera agli avventori e di quanto questi riescano a darle piacere". Questo era quello che Marco aveva capito essere il dogging.

Lui aveva sempre ricoperto un ruolo unicamente attivo e protagonista nei vari giochi di letto; non aveva mai considerato di poter ricoprire ruolo secondario di semplice spettatore. Certo, osservare la sua compagna che si dava piacere da sola era una cosa che lo eccitava parecchio ma comunque era solo uno dei momenti, non l'unico.

"Guardare una sconosciuta che si eccita nel sapere che la stai guardando e sfiorando?" era la domanda che si stava ponendo. Decisamente una cosa nuova per lui, ma proprio perchè diversa dal solito tran-tran questa situazione iniziò a farsi sempre più viva e persistente nelle sue fantasie tanto che alla fine decise di provare a concretizzarla.

Quando Marco rispolverò il suo vecchio account sulla Community si accorse subito che la maggior parte profili delle coppie e delle donne iscritte come singole riportavano tutti lo stesso concetto, seppur declinato in diverse maniere, ma sempre molto chiaro "NO SINGOLI". Leggendo questi veti Marco si ricordò dell'amico e del suo atteggiamento irruento e realizzò che tante delle storie raccontate da lui fossero state sicuramente solo fantasie.

Marco era perplesso, con tanta competizione e diffidenza come emergere? Decise di leggere qualche profilo cercando di capire cosa si nascondesse dietro gli annunci, così da poter provare a offrire con educazione la sua proposta solo a chi avrebbe apprezzato. Marco, educato nella vita reale, lo voleva essere anche in questo ambiente virtuale: prese ad esempio il vecchio amico e decise di fare il contrario di come avrebbe fatto lui.

Marzia&Lupo, questo era il nick della coppia che tra i tanti annunci aveva attirato la sua attenzione: poche foto, sobrie quasi quanto le sue, lei abbondante nelle forme ma mai ostentate, lui semplicemente normale, non un Big Jim palestrato e nemmeno il fratello gemello di Rocco.

Nell'annuncio Marzia e Lupo si definivano una coppia innamorata ma aperta a nuove esperienze e curiosa. Scrivevano di essere alle prime armi e alla ricerca di qualocosa di soft, di nuovo, ma senza fretta e senza obblighi. All'apparenza cercavano la stessa cosa.

Proprio a loro Marco decise di scrivere un messaggio, cercando di dosare le parole per non dare l'impressione di essere quel che non era. Quando ricevette la risposta al messaggio di saluto una settimana dopo rimase stupito, oramai non ci contava più. Ne seguirono altri in cui si scambiarono curiosità ed aspettative senza però andare mai nel vivo del discorso. Marco non voleva forzare la mano voleva lasciare gestire i tempi alla coppia. Poi finalmente Lupo chiese "cosa proponi?" e Marco rispose subito "Giovedi sera va bene?".

Il parcheggio dove dovevano trovarsi è defilato, tra una campagna e un capannone oramai in disuso da anni. Poco illuminato e lontano dalla strada, sembrava il posto perfetto. Mano a mano che si avvicinava Marco era sempre più convinto di non trovare nessuno, ma arrivato all'imbocco della stradina che porta al parcheggio ecco un uomo sulla quarantina avvicinarsi con un sorriso: "Marco? ciao, io sono Lupo". Marco sorrise e salutando a sua volta.

Lupo era cordiale e alla mano ma si capiva che stava studiando Marco:, nulla di personale certo, ma era evidente che prima di dare il suo placet ad avvicinarsi alla macchina dove Mazia stava aspettando voleva farsi un'idea più chiara di chi fosse davvero questo sconosciuto. Anche Marco voleva capire se poteva fidarsi, "se ne leggono di tutti i colori sui giornali" si diceva tra sè e sè.

Dopo qualche minuto di chiacchiere e battute Lupo fece un cenno con la mano "la macchina bianca, nell'angolo buio de parcheggio, Marzia ti aspetta e ricorda le regole: non aprire la portiera se non è lei a farlo, non toglerti mai la mascherina...e non sporcarmi la macchina".

Mentre si avvicinava non sapeva cosa aspettarsi, l'emozione gli cresceva in gola e un fremito lo elettrizzava, davvero stava vivendo questa avventura? Arrivato alla macchina vide una ragazza sorridente, capello lungo e mosso, camicia bianca di almeno una taglia più piccola che evidenziava se mai non si fosse intuito già di per sè la sinuosità del corpo che stringeva. Era sicuramente Marzia. Con la luce interna accesa, ma senza aprire portiera o abbassare il finestrino, Marzia salutò Marco con la mano poi, abbassato di poco lo schienale del sedile chiuse gli occhi ed iniziò una lenta ma continua carezza che partiva dal viso e scendeva fino alle gambe soffermandosi su ogni curva del proprio corpo quasi a volerle sottolineare ed enfatizzare.

Marco era rapito da quella scena, ma non voleva apparire troppo invadente quindi si era appoggiato alla macchina con il fianco in modo da poter assistere allo spettacolo che lei gli stava regalando più comodamente. L'emozione di Marco era evidente, i pantaloni erano oramai tesi e mal celavano il suo grado di eccitazione. Marzia pareva non curarsi di lui e continuava il suo gioco di seduzione spogliandosi poco a poco e accarezzandosi sempre più intensamente: era chiaro che si stava eccitando e, seppur chiusa nella macchina, Marco poteva sentire il suo ansimare e vedere il suo viso sfumarsi di un delicato rossore sulle gote mentre con la lingua di tanto in tanto si inumidiva le labbra.

Lui poteva ammirare quel seno rondo con un aureola scura ed un capezzolo pronunciato solo dal finestrino, ma questa piccola tortura in realtà non faceva altro che eccitarlo ancora di più. Adesso poteva vederla in tutta la sua bellezza, Marzia oramai quasi nuda si sfiorava e eccitava sempre di più e sempre incurante dello sconosciuto spettatore.

Marco aveva iniziato a toccarsi i pantaloni, non riusciva più a trattenersi e proprio in quel momento Marzia fece qualcosa di inatteso: si fermò, aprì la portiera e invitò Marco ad avvicinarsi. Marco, senza nemmeno accorgersene, si ritrovò in piedi davanti a Marzia seminuda ancora seduta in macchina: lei iniziò a slacciargli i pantaloni. Con una naturalezza che non si sarebbe aspettato di avere Marco iniziò a toccare e stringere quel seno tanto desiderato mentre lei aveva già in bocca il suo membro.

Le labbra di Marzia erano calde e la sua bocca si muoveva in sincronia con la lingua eccitandolo sempre di piu'. Quando lui stava per esplodere, Marzia si mise quello che era diventato una verga tra i seni. Quella stretta morbida e calda fece venire Marco copiosamente tra quelle morbide colline come da parecchio tempo non gli capitava.

Mariza sorrise compiaciuta e dopo essersi ripulita con la stessa tranquillità iniziale disse "Adesso vai, è tardi e domani si va tutti a lavorare" poi salutando con la mano, richiuse la portiera. Solo in quel momento Marco si accorse che Lupo era vicino alla macchina e che con uno sguardo divertito e orgoglioso guardava prima lui poi lei "Grazie Marco per aver giocato con Marzia, alla prossima".

Marco si ritrovò solo nel parcheggio deserto, ancora emozionato e stupito e prima di capire di dover andare si fermò un secondo a guardare in cielo le poche stelle visibili.

"Freschetto stasera a Lilliput" disse a voce alta scoppiando poi a ridere.

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