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Prime Esperienze

La prima volta - Cap. 5


di Movimento1974
02.04.2016    |    6.149    |    1 9.3
"Dopo tre o quattro di queste manovre riuscii ad “appizzare” appena la punta mentre lei, sotto, iniziava a gridare..."
Smise di piovere forte dopo un quarto d’ora da quel magnifico pompino. Ne approfittai per accelerare un po’ e percorrere quelle poche decine di chilometri che ci separavano dalla nostra alcova. Non volevo che si raffreddasse perchè sapevo benissimo che il primo orgasmo serviva solo ad eccitarla di più. Doveva avere ancora una fontana tra le cosce e il silenzio che accompagnò il resto del viaggio confermava questa mia impressione. Stava zitta zitta e secondo me aveva una voglia matta di continuare da sola a masturbasti visto che non poteva in alcun modo approfittare del mio cazzo. Arrivammo a casa mia che erano le 19. Iniziammo a baciarci sul portone proseguendo per tutte le scale fino al secondo piano dove era il mio appartamento. Li la misi contro la porta di casa e ficcandole la lingua in bocca le alzai la gonna riuscendo così ad ammirare le sue gambe inguainate nelle autoreggenti e quelle magnifiche mutandine nere che le coprivano la figa. Entrammo, le mostrai la mia camera e corsi subito in bagno per lavare il cazzo ancora sporco e appiccicaticcio. Tornai in camera e la trovai con ancora il cappotto addosso che guardava la poltrona sulla quale giacevano alla rinfusa libri e appunti delle lezioni. Mi avvicinai per riprendere il gioco da dove l’avevo lasciato, ma lei mi respinse e mi spinse sul letto.
“Sta fermo” disse “adesso fai fare a me”.
Mi sedetti sul bordo del letto con le gambe molli e iniziai a guardarla. Lei prese prima gli appunti e li mise sulla scrivania, spostò poi la poltrona per metterla davanti all’ampio specchio che era mezzo metro più a destra e lasciò scivolare a terra il cappotto. Iniziò a sbottonarsi la camicetta lasciandomi intravedere le tette contenute a fatica dal reggiseno nero coordinato con le mutandine, si abbassò le spalline del vestito facendolo scivolare fin sulla pancia e liberò quelle magnifiche poppe. Si vedevano solo i capezzoli, turgidi e rivolti all’isnù, e metà delle areole, il resto era coperto da quella camicetta di raso nera che contrastava con il colore chiaro della sua pelle. Mi diede solo qualche secondo di tempo per ammirarla, poi si girò, sali con le ginocchia sulla poltrona voltandomi le spalle e sporgendosi col busto fuori dallo schienale, per darmi modo di vedere il suo davanzale e la sua espressione eccitata riflessa nello specchio, e fece una magia!!!! Si, una magia, perché mai il mio fratellino ebbe una erezione così rapida e violenta prima di allora. Messa il quel modo, a quattro zampe, iniziò a sollevare la gonna del vestito facendo arrivare la falda posteriore sulla sua schiena consentendomi di ammirare quel bel culo sodo e rotondo. Fatto ciò si abbassò le mutandine lasciandole a metà coscia, si girò a guardarmi e ruotò lentamente il bacino con un movimento così sexy che ce l’ho ancora stampato nella mente. Non contenta si portò l’ndice proprio sul buco del culo e iniziò a massaggiarlo.
“Adesso vieni” mi disse.
“Fermati” le gridai. E rimasi seduto ad ammirarla per un po’ di tempo con la figa che si stava dischiudendo e le natiche aperte mentre col dito passava e ripassava sul buchetto. Aveva la schiena inarcata, i capezzoli turgidi e l’espressione di libidine e godimento stampata sul viso rivolto verso l’alto, con gli occhi socchiusi, che guardavo riflesso nello specchio. Ad esaltare quel culo erano le mutandine lasciate ancora li a metà coscia e la gonna alzata che lo incorniciava splendidamente rendendolo ancora più appetitoso.
Mi avvicinai togliendomi i pantaloni e i boxer, mi inginocchiai davanti a quella visione come se fossi in trance, le spostai il dito e iniziai a leccarla avidamente. Prima dall’esterno, da sopra a sotto arrivando anche alla figa, poi ficcando la faccia tra le sue natiche che tenevo aperte con due mani cercando di affondare la punta della lingua nel buco del culo.
“Si amore…..mi stai scopando il culo con la lingua…..daiiiii….continua…..di più….”
Era partita, sapevo che quel primo orgasmo nella macchina sarebbe servito solo a farla diventare un po’ più disinibita. Stava godendo, anche perché inizio a penetrarsi da sola la figa con le dita. Godevo anche io ad affondarle la lingua nel culo, sentivo che piano piano si apriva, impercettibilmente, dandomi la possibilità di andare sempre più a fondo.
“Siii….così….è bellissimo….vengo col culo amore….vengo col culo…..”
E raggiunse così il secondo orgasmo.
Mi rialzai che ancora stava godendo, girai la poltrona verso lo specchio, le tolsi tutto tranne quelle bellissime autoreggenti, la feci sedere e mi misi alle sue spalle con l’uccello all’altezza della bocca. Capì subito le mie intenzioni e lo afferrò tra le labbra iniziando a farmi un pompino aiutandosi con entrambe le mani. Io però non restai fermo, mentre lei continuava il suo lavoro di bocca mi chinai un pochino, ficcandoglielo ancora più a fondo, e le sollevai prima il culo sulla poltrona per poterlo ammirare meglio, le misi la gamba destra a cavalcioni del bracciolo mentre la sinistra la presi e la sollevai verso l’alto per portarmela alla bocca e baciarla gustandomi il pompino. Che visione in quello specchio ragazzi. A causa della gamba che le tenevo sollevata anche il buco del culo era rivolto verso l’alto e lo potevo ammirare assieme a quella figa oscenamente aperta e fradicia. Smisi di baciarla e le scostai un po’ di più la gamba per aprirla meglio ed esporla alle mie voglie.
“Guarda quanto sei porca col la figa tutta aperta tesoro”
Si staccò per un momento e si guardò compiaciuta allo specchio riprendendo immediatamente a succhiarmi. Mi chinai nuovamente e le infilai due dita dentro mentre vedevo che continuava ad ammirarsi con la coda dell’occhio attaccandosi sempre più forte al mio cazzo. Gliela aprii completamente e la accarezzai con l’intero palmo della mano facendola bagnare ancora di più. Raccolsi i suoi umori e li spalmai sul buco del culo iniziando a penetrarlo delicatamente con la punta dell’indice.
“Siiii…….nel culo e nella figa amore…..mettimi due dita…uno in culo e uno nella figa”
Lo feci levandole il cazzo dalla bocca e dandole la possibilità di guardarsi mentre veniva brutalmente violata in tutti i buchi dalle mie dita. Iniziai un lento su e giù in entrambi i suoi pertugi, ormai l’indice riusciva ad entrarle completamente nel culo aiutato anche dalla lubrificazione della saliva che le mettevo leccandole ogni tanto l’orifizio anale. E lei era ferma li a guardarsi nello specchio, ad osservare quell’andirivieni delle mie dita che la stavano allargando sempre di più. Godeva come non aveva mai fatto vedendosi aperta in quel modo. Decisi che era il momento di accelerare i tempi e ficcarle nel culo qualcosa di ben più grosso del dito. La feci alzare, andai a prendere il lubrificante (vasellina che si usa per fare non so che agli strumenti musicali a fiato), mi sedetti al suo posto sulla poltrona, girandola ancora una volta per avere la completa visuale nello specchio, la feci stendere con la pancia sulle mie gambe avendo cura che le tette le sporgessero oltre il bracciolo. Le aprii per bene le cosce accarezzandole il solco delle natiche e rimasi folgorato dalla visione del culo che svettava su quelle gambe aperte a compasso con le autoreggenti che aumentarono ancora di più la mia eccitazione. Quando fu un po' più rilassata iniziai a spalmarle la vasellina, ebbe un sussulto all’inizio perché era un po’ fredda, ma passò subito e cominciò ad assecondare con i movimenti del bacino la penetrazione con le dita. Era ancora un lago nella figa e la esortai a toccarsi mentre ero arrivato a ficcarle entrambe le falangi dentro.
“Toccati adesso….ti piace? Vero?”
“Siiiii…..sto sbrodolando…..”
Mentre il ritmo della penetrazione diventava sempre più veloce e profonda
“Hai visto che si fa fare la porca della tua amica dal ragioniere?”
Trasalì. Guardò prima me negli occhi e poi il suo culo nello specchio mentre lo stavo stantuffando con entrambe le dita.
“Siiiii…….piace tanto anche a me……non fermarti”
E la sentii abbandonarsi completamente sulle mie gambe e accelerare il ritmo del ditalino che si stava facendo.
“Vengo col culo…oh si vengo col culo….vengo co culo….siii….mi piace….vengo col culooooooo”
E arrivò al terzo orgasmo con le mie dita ficcate completamente dentro e le sue che andavano a 1000 all’ora in quella figa martoriata.
Decisi che era abbastanza largo e rilassato ormai. La feci rimettere a pecorina sulla poltrona, mi spalmai un po’ di vasellina sul cazzo, puntai la cappella sul buco del culo e iniziai a spingere. Niente, era ancora troppo stretto, o la mia cappella troppo grossa, no so. Lei, d’altra parte, l’aveva sentito e anziché assecondare la penetrazione era sobbalzata in avanti mandando a vuoto la spinta. Ci riprovai immediatamente, questa volta però le feci reclinare la testa sullo schienale in modo da avere le natiche un po’ più aperte e, soprattutto, impedirle di muoversi quando avrei iniziato a penetrarla. Appoggiai nuovamente la capocchia al suo culo e questa volta la spinsi dentro in maniera più delicata e progressiva, strusciandola energicamente per cercare di dischiudere quel delizioso fiorellino anziché trafiggerlo a tradimento. Dopo tre o quattro di queste manovre riuscii ad “appizzare” appena la punta mentre lei, sotto, iniziava a gridare. Erano dei rantoli a dire il vero, un po’ strani, dei lunghi “ahhhhhhhh….ahhhhhhhhh…ahhhhhh” che si mise a ripetere non appenda iniziai a spingerlo aiutandomi con la mano come se stessi facendomi una sega con la cappella incastrata nel suo ano.
“Ti faccio male?”
“Siiii……ma continua…continua….ahhhhhhhh….continua….ahhhhhhhh”
Spinsi ancora di più e sentii finalmente entrare tutta la cappella accompagnata da un urlo, di dolore questa volta. Mi fermai, lei sotto di me era rigidissima e diceva solo
“fermo fermo fermo……”
“Amore, te l'ho messo in culo finalmente….il peggio è passato…vedrai”
E cosi dicendo iniziai a muoverlo impercettibilmente. Lentamente, pochi millimetri per volta…dentro e fuori, dentro e fuori, mentre lei aveva ripreso con il suo “ahhhhhhhh….ahhhhhhhhh…ahhhhhh”.
Trascorse poco tempo prima che sentissi il cazzo un po’ meno stretto in quella morsa e provai ad affondarlo un po’ di più mentre lei iniziava nuovamente a toccarsi la figa. Un po’ alla volta, sempre più a fondo, avevo già mezzo cazzo dentro quando lei cambiò musica alternando qualche “siiiii” ai suoi rantoli.
Incoraggiato accelerai il ritmo, sentivo che era bello largo la dentro e arrivavo ogni volta quasi a tirar fuori la cappella allargando sempre di più il suo sfintere. Ormai era tutto dentro e i suoi “siiiii” avevano lasciato il posto a:
“Mi stai scopando il culo…ohhhh….mi stai scopando il culo…..mi hai aperto il culo….ohooooo….anche dietro ora….……ahhhh……ti piace?”
“Da morire…..non vedo l’ora di svuotarti dentro le palle”
“Chiavami nel culo amore….chiavami il culo….dai……”
E iniziò ad assecondare i miei colpi, sentendo che ormai il cazzo entrava e usciva come se si trovasse nella sua figa bagnata, dopo essersi alzata col busto tenendo le braccia sullo schienale per farsi toccare le tette mentre la scopavo. La stavo inculando finalmente, ero riuscito a chiavarla per bene nel culo e adesso anche lei sembrava apprezzare vista la passione con cui si voltò per baciarmi. Ormai era aperta per bene e il cazzo, giunto a fine corsa, cercava di andare ancora più a fondo alla ricerca di un maggiore piacere.
“Sborrami dentro adesso” mi disse “veniamo insieme”
Capii che era esausta e aumentai il ritmo per raggiungere più velocemente l’orgasmo. La feci piegare nuovamente, la presi con le mani sulle natiche e iniziai a farla andare su e giù col cazzo nel culo come se fosse un astuccio per il mio strumento. Mi stavo letteralmente massaggiando il cazzo all'interno del suo corpo. La sborrata arrivò in poco tempo, una scossa elettrica che mi sconvolse tutto e mi fece accasciare sulla sua schiena, con l’uccello ancora piantato nelle sue natiche che schizzava lunghissimi fiotti di sperma. La riempii tutta e la sborra iniziò a colarle dal culo non appena lo tolsi fuori.
“Amore…..mi hai aperta in due” mi disse con il fiatone e l’aria soddisfatta
“E tu mi hai distrutto…spero tu abbia goduto un decimo di quanto ho goduto io”
“E’ stato forte anche per me, non mi ero mai sentita così eccitata. Penso tu te ne sia accorto”
“mmmmm…ti riferisci a quelle dolci paroline che mi dicevi mentre ti scopavo?”
“si….ma non mettermi in imbarazzo adesso”
“Cosa hai detto che dovevo fare per venire?”
“Sborrarmi nel culo …..riempirmelo tutto con la tua sborra…..farla scolare come sta facendo adesso…… Sei contento quando faccio la porca in questo modo?”
“Ti amo amore mio”
“Anche io”
E rimanemmo tutta la serata in quel lettone a farci tante coccole e anche un’altra scopata.
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