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Prime Esperienze

L’Adolescenza di Serena 1


di Salina
25.03.2024    |    6.213    |    8 9.9
"“No, no” disse Serena infilandosi i pantaloncini e la canottierina “E’ solo che è tardi”..."
Questo racconto è un omaggio ai tanti lettori che si sono appassionati al personaggio di Serena, tanto da voler conoscere l'evento scatenante della sua adolescenza che l'ha resa la Serena che oggi avete potuto leggere.
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Non tutte le estati sono uguali ma ce n'è una che resta più unica delle altre. È quella che segna il passaggio verso l’adolescenza. Per Serena fu l’estate della sua prima vacanza senza i genitori. Pochi giorni al mare con gli zii in una piccola isola siciliana.
La mattina del suo arrivo Serena la trascorse in totale relax. Aveva cominciato tutta l’intenzione di prendere seriamente il sole e si era prefissa di non perdere un solo pomeriggio intero di tintarella.
“Va bene, se vuoi puoi rimanere qui in spiaggia. Ti aspettiamo a casa verso le 18, le 19 al massimo”
”Va bene. Grazie zia” la felicità per quella prima prova di autonomia si concretizzò in un grosso bacione sulla guancia di zia Angela.

“Stai attenta in spiaggia, e, se fai il bagno, non allontanarti troppo” le raccomandò lo zio, come sempre apprensivo quando si trattava della nipote che le era stata affidata dal fratello.

“Contaci zio. Starò attentissima!” promise Serena guardandoli allontanarsi.
Quel pomeriggio per raggiungere la spiaggia indossava un perizomino azzurro con un reggiseno dello stesso colore, una canottierina stretta nera, infradito e un paio di pantaloncini da mare. La prima sosta fu al bar che dava proprio sulla spiaggia dove, al bancone, si imbattè in suo cugino Luigi che sorseggiava una birra.

“Oh buon pomeriggio cugina” la salutò allegramente il ragazzo, soffermando più del dovuto lo sguardo sulla scollatura e sulle gambe.

“Buon pomeriggio” salutò Serena.
Nonostante tra di loro ci fossero solo tre anni di differenza, quello si poteva considerare a tutti gli effetti il primo momento in cui Luigi si rivolse alla cugina non considerandola una bambina da ignorare. La differenza di tre anni di età può essere minima come un abisso, tutto dipende dal periodo della vita in cui si manifesta. Quella fu l’estate in cui quei tre anni si accorciarono pericolosamente.

“Il mio ombrellone è poco distante. Sono solo pochi passi, se vuoi”.

Si avviarono dalla parte opposta del bar e dopo pochi minuti di camminata, durante i quali parlarono del più e del meno, attraversa la prima fila di lettini, dove molti ombrelloni erano piantati uno vicino agli altri.
“Siamo un po’ stretti qui” disse Luigi “Ma si sta benissimo. L’ombrellone è un riparo indispensabile dal sole a quest’ora”

L’ombrellone di Luigi era orientato dalla parte opposta rispetto agli altri e proprio di fronte vi era una barca di legno rovesciata. Difficilmente qualcuno avrebbe potuto vedere chi c’era ad occupare quel pezzo di ombra, nonostante la spiaggia non fosse proprio deserta il posto dove il ragazzo aveva condotto la sua cuginetta era molto riservato e al riparo da sguardi indiscreti, quelli degli altri ovviamente non il suo.
“Vieni, vieni, mettiti pure comoda come se fossi… a casa tua” le disse gentilmente Luigi.

Serena prese possesso dello spazio occupandolo con il suo telo da mare giallo. Sembrava una vera e propria oasi, stranamente e contemporaneamente isolata e nel pieno del casino di una spiaggia di agosto. Intorno a loro non c’era nessuno, tra chi era in acqua e chi al bar , si sentiva solo in lontananza il vociare di gente rilassata in vacanza che non avrebbe trovato nulla di interessante in due ragazzi giovani sotto un ombrellone al riparo di una barca.

Come se potesse leggere nel pensiero di Serena, Luigi non perse tempo: “La mia ragazza ha pensato bene di fare un giro in paese. Sai, è fissata con lo shopping e deve assolutamente vedere tutti i negozi di qualsiasi posto in cui vada!” esclamò ridendo per tranquillizzare la cugina e allo stesso tempo lasciare intendere cose a cui lei non stava neanche pensando.

Serena sorrise educatamente ma quella precisazione sull’assenza della fidanzata le mise addosso una strana agitazione. Poi si sedette sulla piccola sediolina da spiaggia.

“Allora, come è stare in vacanza senza i tuoi tra i piedi?” si interessò subito Luigi.
“Bello” si limitò a rispondere Serena “anche se sono qui solo da mezza giornata praticamente”.
“Bene bene, è un’isola piccola che in realtà non ha nulla di veramente particolare ma vedrai che qualche giorno lo trascorrerai piacevolmente” cercò di entrare più in confidenza Luigi.

Serena annuì, impaziente di togliersi i vestiti per il caldo e forse non solo.

“Allora” esordì ancora Luigi, che indossava un costume a pantaloncino piuttosto largo e una maglietta a maniche corte “cosa aspetti a levarti i pantaloncini? Non vorrai fare il bagno con quelli” le chiese in tono neutro.
“Si, è proprio quello che stavo pensando” disse Serena forse un po' troppo entusiasta.
Luigi per darle il buon esempio si sfilò la maglietta.
“Dai fammi vedere come sta la mia cuginetta in costume” disse affabilmente Luigi mentre coglieva lo sguardo della ragazza scendere curiosa dal suo petto verso l’addome.

Serena rimase un attimo interdetta ma pensò che in fondo non ci fosse nulla di male dato che erano cugini. Così timidamente imitò il cugino nello sfilarsi la maglietta e rimase in bikini davanti a Luigi.
”Vediamo… Mi sembra che l’azzurro ti stia bene” le disse.

“E’ un costume dell’anno scorso, mi sembra un po’ stretto, tirano leggermente” gli disse Serena senza rendersi pienamente conto della provocazione che gli aveva appena lanciato.
“Non mi pare. Girati un po’ che vediamo se posso allentartelo un pò”.

Serena si girò, Luigi sembrava davvero tranquillo e per nulla malizioso nel fissarle il culetto mentre armeggiava con il pezzo di sopra, poi le disse di levarsi anche il pantaloncino. Ancora non del tutto consapevole dello spogliarello che stava offrendo a un ragazzo più grande in un luogo pubblico, Serena lo fece e si girò. Luigi rimase a contemplare lo splendido triangolino della fighetta, messo in risalto dal costume effettivamente un po' stretto e lei allargò impercettibilmente le gambe. Notò subito qualcosa risvegliarsi sotto i pantaloncini del cugino e lì iniziò a collegare il suo sederino come causa e la fatica che il ragazzo faceva a tenere le gambe attaccate l’una all’altra come effetto.

“Oddio, ti sta benissimo” le disse Luigi “mi sembra la misura perfetta” per farti una radiografia alla fica, pensò ma non lo disse.

“Dici?” chiese Serena dubbiosa, cercando di guardarsi il sedere con la coda dell’occhio.
Anche Luigi stava osservando le rotonde chiappette della cugina, che il costumino metteva bene in risalto. Seguiva con lo sguardo la linea del perizoma fino a dove si allargava a contenere la fighetta leggermente pronunciata di Serena.

“Si, è perfetto” disse Luigi non sapendo più se si riferisse al costume o al culo mentre sentiva il cazzo stringergli nei pantaloncini.
Durante tutta quella scena che si stava prolungando più del dovuto, Serena mostrava quell’ingenuità tipica della sua età ma si univa a uno sguardo profondamente curioso. Luigi decise, dunque, di continuare con la massima cautela possibile, un solo errore, una richiesta troppo esplicita avrebbero potuto insospettirla e rovinare ogni cosa.

“Adesso mettiti comoda e goditi il sole” le disse sorridendo Luigi.
Serena seguì il consiglio stendendosi a pancia sotto e chiudendo gli occhi. Luigi, fissando spudoratamente quel delizioso perizoma e approfittando del fatto che Serena non poteva vederlo, prese a massaggiarsi lentamente il pacco. Il cazzo gli stava per esplodere, cominciava quasi a dolergli da tanto era duro, quel corpicino perfetto e quasi immacolato gli faceva venire dei giramenti di testa.
Tolse la mano appena in tempo, Sara aprì gli occhi sbadigliando e stiracchiando le cosce toniche e vellutate.
Il ragazzo la guardò girarsi e per poco non gli venne quasi un colpo. Finora si era concentrato soprattutto sul culetto della ragazza, ma ora si accorse che anche il suo seno meritava il giusto apprezzamento. Contenuto a stento dal costume, Luigi poté osservare le perfette rotondità delle tette, generose ma senza essere troppo vistose. Si legavano armoniosamente col resto del corpicino un po’ minuto che faceva dunque da sfondo perfetto per quel bel paio di tette.

Serena, su invito di Luigi, si girò su un lato. La visione del profilo del seno ebbe un effetto dirompente su Luigi, il suo cazzo era al massimo dell’erezione e, se la cosa si fosse protratta, sarebbe stato obbligato a slacciarsi i pantaloncini. Quel corpo che stava ormai sbocciando, il visino dolce e delicato, quella labbra carnose e tremendamente sexy rappresentavano, per Luigi, un bocconcino che non si sarebbe fatto scappare per nulla al mondo.

Decise che era il momento di osare un po’ di più, era necessario per capire se con quella ragazza vi erano margini per giungere ad un livello successivo. Sapeva bene che ogni gesto, ogni parola doveva essere calibrata perfettamente, ed osservare le reazioni che essi generavano era il segreto per giungere all’obiettivo. Mise in conto anche la possibilità che tutto naufragasse ma questi erano i rischi e sapeva che chi non rischia rimarrà sempre a bocca asciutta.

“Ma che scemo, non puoi restare al sole senza la crema!” esclamò Luigi, congratulandosi con se stesso per averla portata. “Eccola! Puoi metterne quanto vuoi”.

Serena sorrise e lo ringraziò, cominciando a spalmarla sulle cosce e le spalle.

Dopo essersi seduto, lasciò che Serena facesse da sola regalando a un uomo inconsapevolmente, il primo spettacolino di una lunga serie. Passarono solo pochi attimi e Serena si accorse che da un lato del costume riusciva a scorgere qualcosa di segreto del cugino. Il costume tipo boxer quando il ragazzo era seduto di fronte a lei con le gambe incrociate si allargava per lasciar intravedere quello che non riysciva più bene a contenere. Mentre spalmava più lentamente la crema, Serena buttava ogni tanto lo sguardo tra le gambe del ragazzo, il quale sapeva perfettamente che Serena, di natura curiosa come tutte le ragazze della sua età, avrebbe certamente dato un’occhiata proprio là.

Luigi si mise in posizione strategica, seduto con le gambe aperte, in modo che il pacco si vedesse particolarmente bene. Si guardò il cavallo, il rigonfiamento dei pantaloncini era sempre più evidente e quei pantaloncini larghi lo scoprivano in maniera clamorosa.

Serena gettò un primo sguardo verso Luigi, e si accorse che lui non la vedeva, lei stesa e lui seduto permetteva sguardi in direzioni diverse, l’unica cosa che poteva vederle lui erano le gambe e il sedere. Di lui lei poteva vedere solo parte delle gambe, ciò che c’era in mezzo fino al busto.
“Tutto ok?” interruppe il silenzio Luigi.

“Si grazie” disse Sara gettando uno sguardo più prolungato verso lo scroto di Luigi che faceva capolino dalle pieghe del costume. Con grande stupore osservò il cavallo dei pantaloncini di Luigi notando un rigonfiamento. Imbarazzatissima distolse subito lo sguardo, convinta di essersi sbagliata. Ma passarono solo pochi secondi e la curiosità di Serena ebbe la meglio. Cercò di nuovo con gli occhi Luigi e vide di nuovo le sue gambe aperte, e un grande gonfiore proprio all’altezza del cavallo dei pantaloni. Diventò rossa, l’imbarazzo era sempre più evidente ma rispondeva alle domande che le faceva Luigi con la maggior naturalezza possibile.

Luigi si rese subito conto che Serena aveva notato quello che lui le voleva far notare. Ne era sicuro dal suo tono di voce, improvvisamente fattosi più timoroso e incerto. Continuò l’esperimento. Decise che quella sarebbe stata la prova del nove, avrebbe capito se Serena fosse una ragazza inconsciamente desiderosa di emozioni nuove e diverse, da grande.

Mentre le faceva altre domande Luigi allungò la mano e se la portò sul cavallo. Lentamente cominciò a massaggiarsi il cazzo, che sotto i pantaloncini era diventato di marmo.

Il fatto che le facesse domande di natura generale avrebbe fatto credere a Serena che lui era assolutamente convinto che lei non potesse vederlo.

Serena aveva rallentato le operazioni di incrematura, il cuore le batteva all’impazzata, era per lei una situazione completamente nuova, ed era allo stesso tempo intimorita ma curiosa. In fondo era convinta che lui non sapesse che lei poteva vederlo e questo la rassicurò. Così buttò un’altra occhiata tra le sue gambe e vide la mano di Luigi che lentamente si massaggiava il cavallo.
Si mise la mano di fronte alla bocca e fermò sul nascere un sospiro di sorpresa. Rimase ferma in quella posizione, ad osservare la mano di Luigi che continuava nel massaggio. Si scoprì più curiosa di quanto credeva e non riusciva a distogliere lo sguardo da quella scena. Stranamente non provava quasi nessun timore, non aveva mai avuto la percezione che corresse un qualsiasi pericolo. Per un breve attimo immaginò come potesse essere sotto e subito si vergognò di quel pensiero, che le era venuto però in modo naturale e istintivo, e arrossì violentemente.

Improvvisamente percepì una strana sensazione di umidità, scese con la mano e la infilò nel piccolo slip. Capì di essere bagnata, come poche altre volte le era capitato di essere. Era la prima vera situazione trasgressiva che viveva e il suo corpo reagì in una maniera per lei del tutto inaspettata.
“Ma che mi succede?” si disse.
Le salì intensa la voglia di toccarsi, una sensazione che la scombussolò totalmente, una cosa a cui non era assolutamente preparata.
Quasi spaventata da quella reazione si fermò immediatamente e disse a Luigi “Non ho l’orologio, forse dovrei andare”.
Luigi si fermò, si ricompose e, dopo essersi alzato in piedi, le domandò se c’era qualcosa che non andava.
“No, no” disse Serena infilandosi i pantaloncini e la canottierina “E’ solo che è tardi”.
”Ma dobbiamo ancora fare almeno un bagno” disse astutamente Luigi.
Serena, però, era rossa in volto e piuttosto agitata. Luigi la guardò, capì subito che Serena aveva visto tutto e la cosa non l’aveva certamente lasciata indifferente. Aspettò allora quel gesto che gli avrebbe dato la conferma che l’esperimento fosse riuscito in pieno. E il gesto arrivò subito, non dovette attendere neanche un minuto.
Aspettando il momento in cui Luigi non potesse accorgersene, la cugina gettò uno sguardo sul suo cavallo, quasi come a cercare ancora la vista di quell’attraente gonfiore. Fu uno sguardo veloce, fugace, ma per Luigi rappresentò la prova che cercava.

Era sicuro ora che questa timida ragazza era alla ricerca di emozioni forti e particolari. Solo che fino a quel momento non ne era assolutamente cosciente.

“Io… devo andare, dai ci vediamo a casa” gli disse Serena e mentre Luigi le stava per rispondere lasciò veloce la spiaggia per tornare a casa.

Luigi, rimasto solo, sorrise. L’esperimento era andato a buon fine e pensò che nei prossimi giorni lui e suo fratello Giacomo ne avrebbero viste delle belle. Aveva intravisto nello sguardo di Serena quella voglia nascosta che cercava solo qualcuno che la facesse esplodere.
Intanto Serena era tornata a casa in fretta e furia ed i suoi zii arrivarono di lì a poco.
“Allora” le chiese zio Paolo “come ha passato la sua prima giornata di vacanza la mia nipotina?”
Serena non sapeva che rispondere, alla fine al mare non ci era neanche andata.
“Bene zio” improvvisò” ma sono stata poco in spiaggia, faceva troppo caldo”.
Mentre la zia preparava la cena, Serena ripensò alla situazione del pomeriggio, e si sorprese a pensare ancora a quello che aveva visto, alla sua tanto improvvisa quanto sorprendente reazione e a quanto fosse stata imprudente a cacciarsi in una situazione del genere. Ma, rassicurata dalla certezza che Luigi non si fosse accorto di nulla, cominciò a riflettere su quale era l’effetto che il suo corpo faceva agli uomini e, tra un misto di vergogna e piacere, pensò che quello accadesse magari anche a quelli che le fissavano il culetto sul bus o al bar. Ripensò ora con più consapevolezza anche agli sguardi dei padri delle sue amiche, quando si trovava a casa di qualcuna di loro per studiare, o ai complimenti e agli sguardi che riceveva dagli altri genitori in occasione delle partite di pallavolo. Scacciò questi pensieri, le era difficile riuscire a capire cosa le stesse succedendo, metabolizzare quanto aveva appena realizzato non era certo una cosa che poteva fare nell’arco di pochi minuti e, con questi affannosi pensieri nella testa, si sedette a tavola a mangiare con gli zii.

Con la scusa della stanchezza per il primo giorno di mare, dopo cena Serena si buttò sotto la doccia e si chiuse in camera. La sua mano non poteva più aspettare prese ad accarezzare i pantaloncini, poi scivolò sotto l’elastico degli stessi e delle mutandine, trovando la sua fica bagnata e bollente, che implorava di poter esplodere in un potente orgasmo rimandato da tutto il pomeriggio.

Si maledisse per aver portato con sé il suo vibratore, ma aveva paura che qualcuno le avesse scoperta e raccontare di quello sconosciuto che glielo aveva regalato sarebbe stato troppo complicato da spiegare. Non poteva permettere che succedesse, sarebbe riuscita a darsi piacere lo stesso ripensando al cugino.
Non ha tempo di penetrarsi, non riesce, deve attaccare il suo clitoride, maltrattarlo, colpirlo, fotterlo come era sicura avrebbe fatto Luigi. Per poter godere doveva ammetterlo: stava pensando al suo cazzo! Tre dita affondano dentro la sua giovane vagina tirando fuori desiderio liquido, alimentando il fuoco della sua perversione che stava nascendo quella sera. Perdendo ogni freno si fotte con violenza con un suono viscido che fuoriesce dalla sua fica schizzando gocce sul letto.

“Scopami, Luigi…” sussurrò mentre un senso di vergogna avvolse il suo viso.

“Scopami, Luigi…” un’altra voce dalla stanza accanto stava dando fiato ai pensieri di Serena. Era Alessandra, la fidanzata che suo cugino stava fottendo senza riguardo, devastandone la passera e strizzando una grossa tetta; e la ragazza, che più che eccitata o appassionata, sembrava entusiasta di quel trattamento.

Una parte di Serena, non poteva negarlo, la stava invidiando, mentre le sue dita continuavano a possederla, in un crescendo di umori che colano lungo le sue gambe e riempivano l’aria della stanza di eccitazione e suoni liquidi. Pochi minuti dopo, un gemito di piacere sfuggì dalle sue labbra, mentre un’ondata di calore attraversava il suo corpo lasciandole una sensazione di soddisfatta stanchezza.
Chiuse gli occhi, si sentiva quasi male all’idea di essersi sditalinata pensando a suo cugino. Ma, al contempo, non poteva che desiderarlo dentro di lei, mentre usava il suo corpo per spegnere il furore che gli aveva provocato.

La cosa la confondeva, la straniva… preferiva non pensarci. Quando riapre gli occhi, resta in ascolto dei rumori della stanza accanto: si aspettava che avessero finito, ma non era così. Non poteva vederlo ma in quel momento Alessandra era inginocchiata davanti a Luigi, e lui stava usando la bocca della fidanzata per raggiungere piacere: le teneva ferma la testa e la sua pancia piatta che sbatteva contro il viso della ragazza; lei stringeva le chiappe di Luigi, strizzandole come lui aveva fatto con le sue grosse tette.
Serena non poteva evitare di immaginare mentre Alessandra infilava un dito nel buco del culo del ragazzo per aumentarne il piacere e farlo spruzzare come un idrante.

Il pensiero e l’emozione del pomeriggio le fece rendersi conto di voler essere in mezzo a loro due, con Luigi che la fotteva violentemente e Alessandra che la leccava in mezzo alle chiappe… O anche il contrario, o il contrario ancora.

Il grido di Luigi che viene la strappa dai suoi pensieri. La sua attenzione viene riportata completamente sul ragazzo che nell’altra stanza spingeva il bacino contro il volto della ragazza, lo ritraeva lentamente, lo spingeva di nuovo verso di lei, il lungo cazzo bagnato, che luccicava di piacere vaginale e saliva di Alessandra, e scompariva completamente tra le sue labbra.
Luigi, infine, smette di muoversi, resta immobile dentro la bocca della ragazza. Soffoca un gemito roco, rilassandosi visibilmente dopo qualche secondo, chiudendo gli occhi e la bocca. Le accarezza i capelli mentre sfodera il cazzo dalle sue labbra, ora privo delle dimensioni che Serena aveva ammirato in spiaggia, liberando un fiume di saliva e sborra collosa e densa che cade sulla maglietta di Alessandra e sul suo maestoso seno scoperto.

Luigi riuscì a mettere via il suo grosso cazzo nei pantaloni con una certa difficoltà, mentre lei inghiottiva quanto aveva in bocca sollevando la testa e deglutendo. Lui però non riusciva più a pensare a lei non lei, riposto il suo strumento di piacere e chiuso il bottone dei jeans, il pensiero tornò alla cugina che dormiva nella stanza accanto. La tentazione di bussare alla sua porta fu fortissima ma si trattenne e arrivato vicino alla sua porta tirò dritto verso il bagno.

Serena, intanto, lo osservava dal buco della serratura, con un misto di desiderio, eccitazione e disprezzo. Ma il disprezzo lo stava provando nei confronti di se stessa all’idea che lui usasse il suo corpo per il suo piacere, che la fottesse senza il minimo rispetto del fatto che erano cugini, immaginare quel grosso e lungo cazzo sprofondare nella sua fica grondante e nella sua bocca di adolescente famelica per svuotare il suo piacere dentro, non faceva che renderla ancora più desiderosa ed eccitata. Strinse le cosce Serena, comprimendo le grandi labbra come se avesse paura e piacere insieme che qualcuno le potesse guardare la fica in quel momento.

Luigi scomparve chiudendosi alle spalle la porta del bagno e Serena tirò un sospiro di sollievo e di agitazione per tutti quei pensieri.
La sua mano destra era scivolata di nuovo sul suo giovane sesso, le dita accarezzavano il clitoride che, tanto era eccitata, le sembrava grosso quanto il cazzo di Luigi. Le faceva male toccarlo ma non poteva smettere. Doveva godere di nuovo, liberarsi di quel desiderio oppressivo.
Avvicinandosi alla finestra per cercare di alleviare la calura di quell’agosto siciliano, scorge in strada la figura di quella zoccola che si è appena fatta fottere da suo cugino.

Non riesce a impedirsi di sporgersi e sbirciare fuori dalla finestra, cercare la ragazza dai capelli di fuoco e il seno prosperoso.
L’eccitazione che non la faceva ragionare divenne in un attimo insopportabile quando i suoi occhi incontrano quelli di Sara. La ragazza la fissa, sorride leggermente. Solleva una mano in segno di saluto.
Resta un attimo a guardarla, ritardando il momento in cui Serena si sarebbe potuta liberare dall’orgasmo, poi, soddisfatta, si avvia lungo la strada e scompare. Serena sente le gambe cedere e quell’ultimo orgasmo se lo regala davanti alla finestra, rimpiangendo di aver atteso che la ragazza non fosse più nei paraggi.
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