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I COLLEGHI DI MIA MOGLIE (II)


di porcelli321
29.09.2020    |    45.713    |    12 9.7
"Lei presa da altri orgasmi rispose” Si sono ancora vergine non ho voluto mai darglielo..."
Il giorno dopo vidi mia moglie prepararsi con maggior impegno per andare al lavoro e indossare un vestitino molto attillato scollato e corto che aveva messo in una cena importante tempo prima.
Le chiesi perché quell’abbigliamento non molto idoneo per l’ufficio. Lei senza troppe parole mi disse che ci sarebbe stata una festa per il suo capo e aveva capito che tutti si sarebbero vestiti in modo elegante per l’occasione e non voleva sfigurare.
Prima di uscire me la rimirai tutta e mi resi conto che così conciata era molto invitante e le scarpe con quei tacchi la slanciavano in modo travolgente. La salutai un po' incerto visto che fino a quel giorno non l’avevo mai vista vestita così per andare in ufficio con un pizzico di gelosia che mi covava dentro.
In realtà la festa l’avrebbero fatta a lei i suoi cari colleghi che il giorno prima avevano scoperto il suo IO ninfomane mai immaginato prima.
Lei non vedeva l’ora di arrivare in ufficio per vedere cosa i suoi colleghi avessero pensato per lei visto che quel giorno ci sarebbero stati solo loro al lavoro. Quando entrò e poterono vedere come si era preparata per la giornata di lavoro le fecero subito mille complimenti apprezzando come avesse messo in evidenza il suo corpo niente male per una 40enne.
Subito vollero vedere che intimo avesse indossato e rimasero molto soddisfatti nel vedere che la mia signora non ne aveva indossato pensando così di fare loro cosa più gradita.
I porcelli iniziarono a farla sfilare tra le scrivanie mentre loro si godevano mia moglie eccitata per essere stata messa così al centro dell’attenzione. Vedendola così bella e provocante dissero che doveva essere punita per non aver mai mostrato quel suo lato di donna vera e sensuale. Per cominciare come prima punizione si meritava una sonora sculacciata per cui la misero appoggiata su una scrivania con il suo culo bene in mostra e a disposizione. Iniziarono così a darle delle sonore pacche sulle chiappe con lei che gemeva come una cagna chiedendo di smettere. Enzo, il suo capo, però non si commuoveva e tanto per rincarare la dose prese una bacchetta di legno e iniziò a percuoterla con quella aumentando il dolore e i gemiti. Ovviamente nel frattempo le avevano alzato il vestito in modo da mettere ben in evidenza le chiappe sempre più rosse e ora striate da quella bacchetta usata ad arte dal suo boss.
Lei piagnucolando li pregava di smettere anche se la cosa la stava eccitando non poco visto che il fatto di essere sottomessa e umiliata era un’altra cosa che la faceva impazzire dalla eccitazione. Tra un gemito e l’altro riuscì a dire “Per favore smettete altrimenti cosa dirò stasera a mio marito quando mi vedrà col culo striato e rosso?” Risero tutti in modo porcello e uno replicò “Non ti preoccupare del tuo maritino tanto ben presto capirà che gran cornuto che è e che gran troia di moglie che ha. Ammesso che già non lo abbia capito. Hehehe”
Alla fine del trattamento tutti le immortalarono le chiappe rosse e striate dicendo che sarebbe stato bello farle vedere a me per godersi la mia faccia.
Poi passarono a sbrigare le pratiche più urgenti ma ogni tanto la chiamavano vicino a loro per baciarla lingua in bocca mentre le strizzavano le tette o le titillavano il clitoride voglioso. I porci però facevano in modo da non farla orgasmare in modo che la sua voglia repressa aumentasse in modo esponenziale per farla sciogliere e rendere ancora più disponibile quando sarebbero passati alla sua monta.
Mia moglie subiva quel trattamento soffrendo come una cagna in calore per la voglia crescente di cazzo che le stavano facendo montare dentro. E man mano che passava il tempo quando la chiamavano vicino a loro iniziava a strusciarsi come una gatta in calore cercando di sentire le loro aste dure. Ovviamente i colleghi non aspettarono altro e si divertivano a mettersela in mezzo a loro e farle sentire come fossero pronti per sfondarsela tutta.
Passò buona parte della mattinata senza altre porcate fino a che Enzo non chiamò Teresa nel suo ufficio e le ordinò di stendersi sulla scrivania e iniziare a sgrillettarsi perché lui aveva voglia di farle un filmetto hard. Tanto per stimolarla meglio prima la baciò in bocca oscenamente e iniziò a titillarle i capezzoli avendo capito come fosse sensibile a quel trattamento. Lei infatti gli disse che avrebbe fatto tutto ciò che lui le ordinava e stendendosi sulla sua scrivania si posizionò a gambe larghe di fronte a lui comodamene seduto sulla sua poltrona. Lei visibilmente eccitata a gambe larghe iniziò ad accarezzarsi una tetta con una mano e sgrillettarsi il clitoride con l’altra chiedendo al boss se era brava come lui voleva. Quello rispondeva con tono porcello dicendo che quel filmetto voleva farlo vedere a me per godersi il fatto di mettermi di fronte alla dura realtà di una moglie ninfomane e sottomessa.
Lei a quella minaccia iniziò a pregarlo di non crearle casini con me perché aveva paura che l’avrei lasciata. Lui le disse che se era vero che avevo il cazzo piccolo non l’avrei mai lasciata perché sapevo che non troverei un’altra donna da potersi scopare. Ma intanto lei continuava a stimolarsi e l’eccitazione della scena le stava crescendo sempre più tanto da farle raggiungere un primo orgasmo. Mentre godeva iniziò a dire ”Ti prego boss fammi sentire il tuo cazzo ho voglia di sentirmi sfondata. Sarò la tua troia. La vostra troia. Non vedi come sono zuppa e vogliosa. Proprio non mi vuoi far sentire il tuo cazzone da toro?” e così dicendo iniziò ad affondarsi tre dita nella fica vogliosa e sempre più zuppa.
A quel punto Enzo chiamò gli altri per far godere anche a loro dello spettacolo di mia moglie ormai nuda a gambe larghe che si sgrillettava vogliosa. In effetti il giorno prima non si era spogliata tutta e la scena della sua nudità colpì non poco i colleghi che la riempirono di complimenti toccandola ovunque e scatenandola ancora di più.
Nel frattempo Enzo iniziò a spogliarsi mettendo in mostra il suo cazzo svettante e prendendola per le caviglie la portò col culo vicino al bordo in modo da avere la fica a disposizione per essere sfondata e riempita. Chiese a due di tenerle le gambe bene aperte e si posizionò in piedi col cazzo puntato sulla sua fica desiderosa di essere sfondata. Iniziò a giocare con la cappella sulle grandi labbra frementi. La tortura era troppo per mia moglie che iniziò a pregarlo di smettere di farla soffrire così e di ficcarglielo tutto dentro. Intanto altri due colleghi le stavano leccando succhiando mordendo i seni per godere della sua eccitazione sempre più travolgente. Alla fine Enzo punto il cazzo sulla fica e con un colpo secco le ficcò dentro la cappella cosa che le strappo un grido misto di dolore e piacere. Lui si fermò e le disse che voleva sentirle dire che era una troia vogliosa di cazzo altrimenti non avrebbe continuato. Lei allora gemendo iniziò a dire “ Si. Si sono una troia. Una cagna vogliosa di cazzo. Una puttana da sfondare in ogni modo. Dai porco non farti pregare e montami come un vero toro. Montatemi a pelle se volete e riempitemi della vostra sborra calda. Dai non fatevi pregare”
Quello contento delle sue parole iniziò a stantuffarla col suo cazzo grosso e duro e le disse “Puttana sarai accontentata e ti monteremo tutti uno dopo l’altro a pelle. Si a pelle e ti sborreremo in fica come una troia qualsiasi e ti manderemo dal tuo caro cornuto bella farcita con la nostra sborra che ti colerà sulle cosce in modo che lui sappia che vacca si è sposato”
Così dicendo continuava quella monta interminabile per lei che era abituata oltre che alle mie misure ben minori anche ad una mia durata minima visto che dopo pochi colpi me ne venivo. Lei godeva senza fine quasi impazzita da quella scopata lunga, porca, intensa e perversa.
Alla fine lui iniziò ad aumentare il ritmo della scopata e dopo un po' insensibile ai lamenti di mia moglie che non teneva più gli orgasmi e i colpi sempre più forti iniziò a sborrarle in fica dicendole cose sempre più oscene: “Troia ti riempio la fica e poi toccherà anche agli altri. Ti rimanderemo a casa bella farcita e tutta sfondata così che tuo marito vedrà che razza di troia che sei. Ti sfondiamo tutta. Mmmmmmmm”
Lei già persa nell’estasi della scopata sentendo quelle parole esplose in un orgasmo mai avuto prima gemendo e godendo e dicendo “Si. Si sfondami tutta fammi sentire cosa significa essere montata da un vero toro come te. Sei magnifico ssssiiiiiiiiiiii. Chiamami troia, puttana, vacca. Godoooooooo!!!!”
Quando il suo capo si staccò da lei la lasciò con la fica tutta aperta e la sborra che le colava fuori copiosamente. I colleghi super eccitati dalla scena si giocarono chi avrebbe dovuto essere il secondo che subito iniziò a scoparsela facendole sentire un altro cazzo bello grosso e voglioso di riempirla tutta. Il porco di turno teneva un ritmo della scopata altissimo cosa che faceva impazzire Teresa soprattutto perché questi faceva quasi uscire fuori il cazzo per ributtarglielo tutto dentro con colpi sempre più forti. La troia si sentiva sempre più sfondata e sempre più cagna e non smetteva di godere. Dopo un po' di quelle pompate anche il secondo se ne venne dicendo “Troia ora ci vorrebbe tuo marito qui per pulirti la fica dalla nostra sborra a colpi di lingua. Se lo meriterebbe proprio quel gran cornuto per non averti dato quello che una puttana ninfomane come te meritava”
Il terzo volle far cambiare posizione a mia moglie e la mise appoggiata di pancia sulla scrivania col suo lato B bello in mostra iniziò a scoparla di fica ma mentre lo faceva con due dita iniziava a stimolarle anche il buco del culo. Lo trovò chiuso e allora le disse ”Troia non mi dire che sei vergine di culo. Possibile che tuo marito non ti abbia mai inculata?. Lei presa da altri orgasmi rispose” Si sono ancora vergine non ho voluto mai darglielo. Non me la sentivo e lui non ha più insistito. Ma perché cosa volete farmi?”
Il collega guardando gli amici disse: “Tranquilla puttana. Abbiamo appena cominciato a farti scoprire che troia ninfomane che sei. Vedrai che dopo che ti avremo rotto anche il culo non ne potrai più fare a meno” e così dicendo iniziò ad aumentare il ritmo della scopata mentre ora con tre dita le lavorava il buco del culo.
Quando lo sentì pronto cacciò il cazzo dalla fica e glielo punto sul buco del culo il cazzo era zuppo di sborra che riempiva la fica di mia moglie e dei suoi umori per cui non aveva di certo bisogno di ulteriore lubrificazione. Dopo averle assestato due forti schiaffi sulle chiappe sentì il buco rilassarsi e allora le ficcò la cappella dentro quel culo ancora vergine.
Lei reagì cercando di alzarsi ma era bloccata da due colleghi che la tenevano ferma sulla scrivania e mentre cercava di liberarsi gemeva: ”No. No ti prego non farlo hai il cazzo troppo grosso mi sventrerai. Sono vergine e non ho mai preso cazzi come i vostri. Ti prego fermati. No mi sento sfondare tutta. Ma che fai ?”
Mentre lei lo implorava gli altri commentavano che era inutile che si ribellasse perché prima di andare a casa anche loro se la sarebbero inculata e sborrata dentro. Il collega che la stava inculando ovviamente era insensibile alle sue preghiere di smettere e continuava l’operazione di sfondamento con sempre più forza fino ad arrivare a ficcarglielo tutto dentro fino ai coglioni. A quel punto l’atteggiamento di mia moglie cambiò avendo superato il momento dello sverginamento era iniziato ad aumentare il piacere della inculata. E mentre quello iniziava la monta di culo lei iniziò a godere e a dirgli” Si porco. SI continua godo godo anche di culo. Mi state trasformando in una troia ninfomane con i vostri cazzi da tori. Non smettere dai vi voglio tutti dentro. Dovete rimandarmi a casa da quel cornuto impotente tutta sfondata e piena della vostra sborra.Siiiiiiiii”
La situazione ormai era senza controllo e anche gli altri si divertirono a scoparsela senza ritegno in culo uno e in fica un altro. L’ultimo volle scoparsela per terra come un animale e quando ebbe finito di scoparsela la lasciò stesa per terra a gambe larghe con il viso stravolto per tutto il piacere che le avevano dato e che lei mai aveva raggiunto in tutte le scopate fatte prima di quella esperienza estrema.
Ovviamente durante tutta la monta le foto e i filmetti gliene avevano fatte in quantità industriale tanto per avere qualcosa che ricordasse a tutti quella esperienza. Mentre era stesa senza più forze per terra li sentiva fare commenti e fotografarle la fica e il culo sfondati e colanti entrambi di sborra. Una scena incredibile con lei che non riusciva più neanche a muovere un dito.
Tutti si rivestirono per andare via e quando lei disse che sarebbe andata in bagno a lavarsi un po' per riandare a casa Enzo con tono autoritario le disse: ” Lavarti? Ma scherzi? Vogliamo che ti rivesti e torni a casa così come sei ora con la sborra che ti cola fuori da ogni buco. E domani tornerai vestita con questi abiti che ti regaliamo per come sei stata brava oggi. Non provare a cambiarti dopo che sei uscita di casa per non farti vedere da tuo marito. Dovrai mandarci una foto fatta da lui stesso a casa prima di uscire per provarci che non stai facendo la furba”
Lei mal ferma sulle gambe ancora tremanti per gli orgasmi avuti si rivestì per come poteva e ritornò a casa. Quando entrò io ero già li ma quando la vidi quasi non la riconoscevo per come era stravolta e tremante. Mi preoccupai ma lei mi fermò dicendomi che oltre al lavoro massacrante lei si sentiva un po' di febbre dovuta forse dall’aria condizionata in ufficio. Così dicendo si diresse verso il bagno e mentre mi passava vicino non potei non sentire un odore forte che lei emanava. Un odore di sesso maschile. Ovviamente mai avrei immaginato di cosa fosse accaduto in ufficio anche se potei notare il suo bel vestitino stropicciato e macchiato qua e la specialmente all’altezza della fica e del culo. Evidentemente durante il viaggio di ritorno la sborra con cui le avevano riempito ogni buco le era colata fuori macchiando la stoffa.
La mattina dopo rimase in bagno più del previsto e quando uscì rimasi senza parole. Aveva una camicetta ampiamente sbottonata tanto che si vedevano i seni liberi e in bella mostra. Poi sotto aveva una mini a balze svolazzante, tipo collegiale, che le arrivava a metà coscia. Il tutto condito da due scarpe con tacchi 12 che le slanciavano le gambe e mettevano ancora più in evidenza il culo.
Io li per li non riuscivo a parlare stupito di come fosse vestita. Poi trovai la forza di protestare dicendole dove avesse intenzione di andare così conciata come mai l’avevo vista prima. Lei un po' rossa in viso mi rispose che voleva cambiare un po' look ma che dovevo stare tranquillo che tanto sarebbe rimasta in ufficio tutto il giorno. Poi dandomi in mano il suo cellulare mi disse: “dai maritino fammi due foto che voglio vedere come sto”.
Io senza neanche accorgermene presi il cellulare e la inquadrai con lei che subito si mise in una posa frontale che evidenziava ancora di più la scollatura facendo intravedere un capezzolo bello duro. Poi si girò e piegandosi un po' in avanti mi ordinò di fargliene un’altra in cui la gonna le saliva all’attaccatura della coscia. Ammetto che mi eccitai non poco ma le dissi che non poteva andare vestita così al lavoro visto che sembrava una troia in cerca di clienti. Lei con un sorrisetto malizioso mi disse “Una troia? E non ti eccita la cosa? Dal bozzo che vedo che hai fatto penso proprio che ti piaccia una moglie troia. Hehehe!”
Poi si riprese il suo cellulare e la vidi trafficare con Watsapp e inviò un messaggio con le foto che le avevo appena fatto. Io le chiesi a chi stava inviando le foto ma lei senza dirmi nulla mi mise una mano sul cazzo stringendomelo forte e iniziando a segarmelo da sopra i pantaloni. Contemporaneamente mi iniziò a sussurrare all’orecchio cose sconce mai sentite da lei prima “Porco senti che cazzo che hai fatto nel vedermi vestita così. Ti eccita la moglie troia vero? Sei un gran porco e vorrei vedere cosa faresti se mi vedessi scopata da sconosciuti magari con dei cazzi molto più grossi del tuo cazzetto. Mmmmm. Senti come freme il tuo cazzetto dai vienitene nei pantaloni porco”
Purtroppo quella situazione e quel suo modo di fare mai visto prima, compreso quel linguaggio scurrile, ebbero l’effetto di mandarmi il cervello in pappa e poco dopo me ne venni miseramente nei pantaloni gemendo come un porco.
Lei iniziò a ridere dicendomi che ero proprio un maritino porcello a venirmene pensando a lei montata da estranei. Senza dire altro mi salutò velocemente e uscì di casa lasciandomi piegato sulle ginocchia con una macchia sui pantaloni segno della mia sborrata.
Quando arrivò in ufficio i colleghi avevano già ricevuto il messaggio con le foto che provavano che lei ubbidendo ai loro ordini era uscita di casa già vestita in modo così provocante e che si era fatta fare le foto proprio da me. I porci però per almeno due o tre ore la ignorarono del tutto lasciandola interdetta visto che si aspettava commenti sulla giornata precedente e su come le stesse il completino che le avevano ordinato di indossare. Entrò in uno stato di ansia perché aveva paura che non piacesse ai suoi colleghi e che la monta di ieri era stata solo una vicenda passeggera.
Verso le 11.00 però Enzo, il suo capo, la chiamò in ufficio e le ordinò di andare al bar a prendere la colazione per tutti. Lei in forte imbarazzo gli rispose che non se la sentiva di scendere al bar dove tutti la conoscevano vestita in quel modo. Lui allora la prese con forza per i capelli e a brutto muso le disse: “Forse non hai capito che tu da ieri non conti più un cazzo. Che da ieri tu dovrai ubbidirci senza fiatare contenta per ogni ordine che ti daremo da eseguire. Del resto anche il tuo maritino ha capito che dovrà fare il bravo cornuto visto che ti ha fotografata e mandata così vestita senza impedirtelo”
Lei visibilmente imbarazzata rispose: “Scusami Enzo non volevo mancarti di rispetto e vi ringrazio per le forti emozioni che mi avete fatto provare ieri ma un conto è stare in mezzo a voi un conto è farmi vedere così vestita al bar.”
Enzo senza fiatare presa una bacchetta di legno lunga circa un metro e sempre tenendo mia moglie per i capelli la costrinse a mettersi di pancia sulla scrivania mettendo in mostra il suo bel culetto. Poi, dopo aver chiamato gli altri collaboratori, iniziò a frustarla sulle chiappe lasciando ad ogni colpo il segno della bacchettata. Lei presa alla sprovvista lanciò degli urli derivanti dal dolore e dallo spavento. Enzo alla quinta bacchettata si fermò e disse: “ Puttana hai capito che devi essere una brava cagna ubbidiente? Ora scendi e vai a prenderci il caffè. E da oggi ci chiamerai sempre “PADRONE”. Capito?”
E lei: “Si. Ho capito” ma a quella risposta ricevette ancora un altro colpo e lei subito si corresse:”Si padrone ho capito”
Scese tutta rossa in viso perché il capo per metterla ancora più in imbarazzo non le fece indossare il soprabito che aveva messo per andare in ufficio e che nascondeva come fosse vestita. Già in ascensore incontrò un impiegato di un’altra azienda presente al piano di sopra che conosceva di vista. Quello rimase imbambolato perché li per li non la riconobbe distratto dalla camicetta sbottonata e le cosce in bella mostra. Quando la riconobbe iniziò a farle mille complimenti iniziando ad avvicinarsi in modo evidente a lei e non togliendole gli occhi dai seni. Lei era sempre più imbarazzata ma nello stesso tempo iniziò ad eccitarsi per i complimenti che mai prima le aveva fatto. Si rese conto che per lei era bellissimo ed eccitante essere notata ed apprezzata anche se in modo porcello.
Arrivò finalmente al bar dopo che quello in ascensore le aveva voluto dare per forza il suo cellulare con la richiesta di chiamarlo per un lunch insieme e così dicendo le aveva appoggiato il pacco duro su una coscia cosa che le provocò una scossa alla fica.
Nel bar i soliti commessi si ammutolirono appena videro chi fosse entrato e come lei avesse cambiato il suo look. Lei tutta rossa in viso ordinò la colazione per i colleghi non vedendo l’ora di tornarsene velocemente in ufficio. I baristi invece, per godersi meglio lo spettacolo, fecero del tutto per perdere tempo invitandola ad accomodarsi per aspettare seduta. Lei senza pensarci si sedette e istintivamente accavallò le gambe; come effetto ci fu che la mini si alzò ancora di più scoprendo un'altra porzione di coscia cosa che non passò inosservata ai baristi che si scambiarono uno sguardo di intesa porcella.
Finalmente lei potè tornare indietro dai suoi colleghi che le dissero che il padrone del bar aveva già chiamato per fare i complimenti per la nuova segretaria. Poi mentre si prendevano il loro caffè vollero sapere come io avessi reagito nel vederla uscire vestita così e per le foto che le avevo dovuto fare.
La troia istintivamente raccontò tutto l’accaduto compresa la mia sborrata veloce nei pantaloni. Enzo allora rivolto ai collaboratori disse: “ Al porco evidentemente piace l’idea di essere cornuto. Che dite lo vogliamo aiutare a capire fino a che punto gli piace avere le corna?”
Tutti approvarono contenti e uno propose di iniziare in modo soft mandandomi delle foto di mia moglie in mezzo a loro con quel vestito molto invitante. Così fecero. Enzo preparò l’auto scatto e disse a mia moglie di mettersi li in mezzo a loro in una foto di gruppo in cui non si capiva dove avessero le mani i suoi colleghi visto che le tenevano in basso dietro la sua schiena. Poi un'altra in cui lei faceva finta di mettere a posto dei faldoni, che le passavano due suoi colleghi, su uno scaffale in alto in una posizione che le faceva alzare la mini così in alto da mettere in mostra un pezzo di culo, ovviamente evidenziando che non portava slip. Poi un’altra mentre porge delle pratiche da firmare al suo capo seduto alla scrivania in cui si vedevano molto bene i seni svettare dalla scollatura. Il suo capo invece le guarda in modo sfacciato i seni mentre tiene una mano in mezzo alle cosce anche se la posizione si intuisce solamente.
Lei li pregò debolmente di non inviarmi quelle foto per non avere problemi con me ma non insistette più di tanto per paura delle bacchettate o di qualcosa di peggio. Quando ricevetti il messaggio dal suo cellulare vidi le foto con scritto sotto “anche mentre lavoro penso a te”. Non potevo credere a ciò che stessi vedendo e la cosa che mi colpì furono gli sguardi porcelli dei colleghi di Teresa e il viso di mia moglie impassibile. Come se fosse una normale scena di lavoro in ufficio.
Ripresomi dallo stupore la chiamai subito ma invece di sentire la sua voce mi rispose il suo capo che quando chiesi di fosse Teresa mi disse: “Sta in archivio con due colleghi perché deve trovare due pratiche e loro le reggono la scala per non farla cadere. Hehehehe” Io rabbrividii sia per il tono della sua risata sia perché immaginai a scena di Teresa sulla scala con i due colleghi sotto che grazie a quella mini oscena si stavano godendo il suo spettacolo. In realtà più che geloso alla fine mi scoprii eccitato e con il cazzo in tiro all’idea che quei due se la stessero scrutando per bene.
Poi Enzo mi fece i complimenti per come quel giorno Teresa si era vestita. Da quel giorno l’avrebbe messa ad accogliere i clienti che venivano in ufficio dandole anche un aumento di stipendio a patto però che cambiasse definitivamente stile di vestirsi e fosse disponibile a degli straordinari serali e in alcuni weekend. Io sempre più inebedito non riuscii a replicare anche perché quello aggiunse: “Se poi farai il bravo maritino che non intralcerà la carriera di tua moglie ogni tanto inviteremo anche te alle nostre riunioni di lavoro. Così ti potrai rendere conto delle doti di tua moglie che sono tutte da scoprire.”
Quelle parole mi accrebbero l’ansia perché nascondevano mille doppi sensi alla luce anche delle foto che mi avevano inviato.
Purtroppo non mi rendevo conto di come il rapporto con mia moglie fosse ormai su una via di cambiamento profondo, radicale e perverso che non si sarebbe più potuto fermare.
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