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SAN VALENTINO


di isaenrico
09.01.2023    |    2.639    |    0 8.3
"Le si illuminarono gli occhi dalla felicità ed io le sorrisi, colma di gioia..."
Era il giorno di San Valentino, volevo farle una sorpresa.
Mio marito era convinto che, come ogni sera, stessi andando a lavorare; invece avevo ricevuto solo qualche ora prima una telefonata dai miei datori di lavoro, che mi annunciavano una serata libera.
Non dissi nulla nemmeno a lei. Presi la macchina alle 20:00 e la chiamai come sempre, mentre mi dirigevo verso l’autostrada. Ero agitata ed emozionata allo stesso tempo, l’adrenalina mi scorreva nelle vene impetuosa, mentre fuggivo da lui, per regalare a lei un’indimenticabile serata.
Alle 20:15 finsi di essere arrivata al lavoro, la salutai con la promessa di sentirci più tardi e continuai a percorrere l’autostrada per un’ora.
Non ebbi difficoltà a trovare casa sua. Parcheggiai nel cortile e la chiamai, incamminandomi verso la porta della sua abitazione.
Rispose stupita al telefono: «Pronto. Amore, cos’è successo?»
Faticai a trattenere una risata e le dissi: «Niente tesoro, tranquilla. È solo che… non so se son davanti alla casa giusta.»
Sogghignai sperando non se ne accorgesse ma, dall’altro capo del telefono, non ricevetti risposta.
«Ci sei ancora?» le chiesi.
La porta si aprì in quell’istante. Uscì in pigiama, i capelli ricci e sciolti le cadevano sulle spalle. Le si illuminarono gli occhi dalla felicità ed io le sorrisi, colma di gioia.
Mi corse incontro e ci abbracciammo forte, finalmente eravamo di nuovo insieme.
Mi portò in casa sua, dove dovette presentarmi a sua madre, ma poi andammo a rifugiarci nella sua camera.
Appena entrate, mi saltò al collo e mi baciò con desiderio.
«Sei pazza, completamente pazza.» mi disse, baciandomi ancora, mentre la stringevo fra le mie braccia.
La spinsi dolcemente verso il letto, calandomi su lei, e le sussurrai: «Non abbiamo molto tempo tesoro, ma lascia che ti dia il mio regalo di San Valentino.»
Acconsentì con la testa, lasciandosi amare da me. Tenendo le mie labbra sulle sue, iniziai a strusciarmi sul suo corpo.
I vestiti diventarono presto barriere da abbattere. Iniziai sollevandole la maglia, i suoi seni erano liberi dal reggiseno. Glieli circondai con le mani, osservandoli e iniziando a baciarli. Col palmo passai leggera sui capezzoli, che si indurirono all’istante. Ne presi uno fra le labbra, succhiandolo e il sapore dolce della sua pelle, si impossessò di tutti i miei sensi, accrescendo l’eccitazione.
Senza smettere di stuzzicarla con la lingua, l’aiutai a sfilarsi la maglietta. Subito dopo, lei iniziò a liberarmi dalla divisa, costringendomi a interrompere quel caldo gioco sul suo petto.
Tornai sulle sue labbra, carica di passione, col solo desiderio di appoggiare il mio busto nudo sopra il suo.
Il calore dei nostri corpi si mescolò. I miei seni appoggiavano sui suoi capezzoli turgidi. Le mie mani, affamate del suo corpo, lo percorsero senza sosta, esplorando ogni centimetro di quella pelle rosea.
Sentire la punta delle sue dita scivolarmi sulla schiena, mi procurò brividi di piacere. La desideravo con tutta me stessa e, separando le mie labbra dalle sue, le dissi: «Ora tesoro, voglio farti mia.»
Mi misi in piedi di fronte a lei che, rabbrividendo al suono di queste poche parole, si lasciò sfilare i pantaloni.
Prima di liberarmi dai miei, accarezzai la stoffa dei suoi slip neri, umidi di desiderio, e sentii il calore che emanava il suo sesso.
Mi affrettai a denudarmi nella penombra. Lei osservò eccitata ogni mio movimento, senza mai far nulla per aiutarmi. In seguito le tolsi gli slip, accarezzandole le gambe con le nocche.
La osservai completamente nuda di fronte a me, mentre serrava le gambe per nascondermi la sua intimità. Il suo imbarazzo mi eccitò di più, le misi le mani sulle ginocchia e, dolcemente, la invitai a mostrarmi la sua nudità.
Presi la sua gamba destra e me la misi sulla spalla, inginocchiandomi sul tappeto ed iniziando a percorrerla con piccoli baci. Arrivata all’interno coscia, la sfiorai con la lingua disegnando una linea immaginaria, che mi portava verso il monte di Venere. Da lì scesi sulle grandi labbra, baciandole e leccandole.
Gentilmente mi intrufolai fra esse alla ricerca del clitoride, il suo sapore iniziò ad impadronirsi della mia bocca. La torturai avidamente mentre, carica di piacere, lei non riusciva a stare ferma e, con le mani fra i miei capelli, mi costringeva a proseguire.
Continuai a far scivolare la mia lingua dentro e fuori di lei finché, improvvisamente, sollevai il viso dal suo sesso.
Le sorrisi maliziosa e, adagiandomi nuovamente sopra di lei, la presi per le mani, baciandola e riempiendole la bocca del suo sapore.
Iniziai a danzare sul suo corpo, mantenendo inizialmente un movimento lento e leggero, ma poi lasciai scivolare le mani lungo i suoi fianchi, prendendole il bacino nei palmi e la movenza si fece più pesante e veloce.
I suoi sussulti di piacere fecero aumentare sempre più la mia euforia, accrescendo il nostro ardore a dismisura.
Spinsi una mano fra i nostri corpi ed andai ad esplorare la sua intimità. Indugiai qualche istante sul suo clitoride, prima di penetrarla. La sua eccitazione mi riempì la mano. Mentre le sue dita affondavano sui miei glutei, continuai ad ondeggiare sopra di lei. Introdussi un altro dito, fra le labbra del suo sesso, ed emise un gemito.
Le spinte del mio corpo mi accompagnavano dentro di lei, facendola sussultare ogni volta e, poco dopo, sentii il suo orgasmo avvicinarsi sempre più velocemente.
Proseguii senza rallentare, lasciando che la mia mente mi tramutasse in uomo. Potevo sentire il mio sesso sfregare fra le sue labbra ed addentrarsi nel suo corpo.
Uno sciame di brividi mi percorse dalla nuca, lungo tutta la spina dorsale e, mentre immaginavo di finire dentro lei, il suo corpo fu invaso da tremiti di piacere.
Raggiungemmo insieme l’apice, sussultando e stringendoci.
Mi abbandonai sul suo corpo. Lei mi accarezzò i capelli umidi ed io mi portai le dita, che avevo usato per penetrarla, fra le labbra, assaggiando il suo sapore.
La guardai soddisfatta, la baciai e le dissi: «Buon San Valentino, tesoro.»
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