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La scommessa


di GreedyGre
02.03.2023    |    8.535    |    9 9.7
"Sono appoggiata all'impastatrice in funzione Sento sbattere la porta d'ingresso piano, ma non mi volto neanche..."
Metti le cuffie .
Cerca "The Age of Love" di Charlotte de Witte e metti play.
Toccati piano..
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Salgo in macchina... È sabato sera
Chiamo i miei colleghi.
Abbiamo appena finito il servizio e per due giorni potremo riposarci.
"Dai Simo.... È possibile che sono l'unica donna in cucina ma sono sempre pronta prima di voi...."
Usciamo, andiamo a ballare. E io non vedo l'ora stasera.
Accendo il riscaldamento della macchina e mi tempero.
Ho messo un vestito nero aderente, con una scollatura generosa sulla schiena.
Lascia libere le mie gambe e il brivido di tutti quelli che mi sfioreranno passandomi accanto.
Un paio di stivali nuovi che mi permetteranno di ballare fino allo sfinimento.
Mi piace recuperare la mia femminilità dopo tutta la settimana passata a comandare a bacchetta uno staff di chef maschi, per la maggior parte parecchio stronzi.
"Finalmente ce l'avete fatta..."
Sale in macchina Simone. È il mio secondo.
Ha qualche anno meno di me; Anche se non glielo dico mai, è in gamba,molto preciso.
Non mi risponde, alza solo un sopracciglio, abituato alle mie continue frecciatine.
Devo dire notevole stasera nella sua camicia elegante .
Salgono gli altri e partiamo.
Nel viaggio il discorso verte a parlare di figa.
A chi ne prenderà, a chi se la spera a chi ha già una punta quasi scontata che rallegrerà il fine serata.
Sono abituata a questi discorsi e loro sono abituati alla mia presenza mentre li fanno.
"Stasera ragazzi ne prendo anche io..." Ridono
"Perché?" Creo un po' di agitazione.
"Ormai mi avete plagiato... Fate venir voglia anche a me"
È la realtà...
E il fatto di essere lontano da casa, lontana dalla gente che conosco, in un ambiente così vergine mi sprona ad essere più disinibita e coraggiosa.
Li istigo ancora,non mi conoscono ancora così bene.
" Bene, scommettiamoci una settimana di extra in cucina con me..."
Ammiccano tra di loro, pensando di farla franca.

Vivo chiusa in una cucina tutta la settimana, il mio lavoro mi piace, ma appena aprono quella gabbia, ho voglia di godere di ogni cosa di cui mi sono privata.
Mi sento un animale a caccia di prede.
Entro nel locale.
È tardi, perciò è già stracolmo.
La musica è alta come piace a me perché sento i bassi scuotermi il cuore.
L'odore è intenso, profumi di colonie mescolati ad ormoni impazziti e ad alcool troppo spesso rovesciato addosso.
Mi faccio strada tra i corpi ammassati fino al bar e ordino il primo dei miei Gin tonic.
Come speravo la gente mi passa affianco e mi sfiora la schiena, mi drizzo eretta sullo sgabello per quell' eccitazione e ingoio un altro sorso.
La musica ora è abbastanza dura da farmi venire voglia.
Non so dove siano gli altri e non mi interessa.
Ci sono solo io, il mio corpo e la musica che mi sbatte forte.
Come una ladra rubo contatti con chi mi sta affianco.
Mi appoggio ad un braccio, sfrego la schiena contro a qualcuno , infilo le mani nei capelli di una ragazza che balla vicino a me.
Mi piacciono i capelli sciolti e lunghi, che dondolano morbidi.
Sono rossi e mi incantano.
Lei si gira e mi sorride, ricambio.
"Ecco dove sei finita..." Mi urla Simone in un orecchio.
"Ti mancavo?" E gli sfioro una gamba.
Si scioglie in mezzo sorriso capendo che i miei Gin tonic hanno già fatto effetto.
Ecco la mia voglia di mangiarmi il mondo.
Mi avvicino al suo orecchio come per dirgli qualcosa ma ne approfitto per passargli la lingua sul collo fin dietro l'orecchio.
Mi afferra per le mani bloccandomi e la stretta mi eccita.
È decisa ma non si capisce a far cosa.
"Forse dovresti rallentare" mi dice praticamente in faccia.
"La rossa ci rimane male" e guarda di fronte a sé
Mi giro e la mia rossa si sta dileguando... È diretta verso il bagno, ovviamente la seguo.
La trovo in coda, appoggiata al muro.
Si gira appena e mi lancia un occhiata soddisfatta come se fossi caduta inaspettatamente nella sua... di trappola.
È un rosso scuro, che mi sa proprio di peccato ..
Ha un tubino di velluto scuro, collant e un paio di décolleté con tacchi che mi fanno impazzire.
È il suo turno. "Entri anche tu a darmi una mano, vero?" Come fossimo due amiche che si tengono la porta...
Rimango appoggiata all'entrata mentre la vedo alzarsi il vestito e acovacciarsi per fare pipì. Nel mentre mi guarda ed emette un gemito di piacere nel potersi liberare.
"Ti piace così...?" Mi chiede.
Io, presa in contropiede da qualcuno di così spregiudicato sento di aver fatto tombola.
Forse balbettò di si, e come un ragazzino alle prime armi non vedo l'ora di cacciarmici addosso.
Mi si avvicina e guardandomi negli occhi mi mette una mano in mezzo alle gambe, fora le calze perché vuole arrivare subito a capire cosa ha provocato.
Si, sono già molto bagnata ma rimango zitta.
"Voglio sentire il sapore della tua figa adesso, allarga le gambe per favore".
Scende e la sua faccia sparisce sotto di me.
Mi esplode il cuore e sento la sua lingua calda su di me.
È lenta e delicata,armoniosa. Appena sfiora il clitoride sobbalzo ed inarco la schiena.
Mi divora e la mia voglia cresce.
Bussano, mi tappa la bocca con una mano "occupato!" Risponde secca.
Le lecco la mano, le dita che mi caccia in bocca.
"Le vuoi dentro queste dita? Non mi dà il tempo di rispondere perché la sua lingua ora è dentro la mia bocca e le ha già infilate su.
Si gode i miei mugolii e sbatte il palmo della mano sul mio pube.
"Ho capito subito cosa cercavi..."
La sua bocca è dolce, vellutata e sa di caramelle.
Infilo le mani nei suoi capelli e lascio che giochi ancora con la mia figa.
Mi struscio sulle sue tette, ha una buona terza, le mie contro le sue. I nostri capezzoli che si baciano e diventano sempre più duri.
Ho voglia di leccarglieli, ho voglia di mangiarla.
Mi sento Gretel nella casetta di marzapane.
Tutto buono e io insaziabile.
" Si... Ma è ora di uscire adesso" mi dice
"No! Non lasciarmi così per favore" imploro .
Si volta, fruga nella borsetta a tracolla e tira fuori la matita per gli occhi. Mi afferra un braccio e mi ci scrive sopra il suo numero di telefono.
"Scrivimi o chiamami... Fai come vuoi... Mi piacerebbe godere un po' con te. L'antipasto è stato cosi' appetitoso e mi hai scaldata per bene per il mio fine serata." Passa la sua lingua sull'angolo della mia bocca.
Apre la porta ed esce.

Le ragazze in coda sbuffano, io su un altro pianeta.
Di fronte a godersi la scena Simone, forse più allibito di me, sposta lo sguardo e sorride.
Torno in pista e sfogo la mia irrequietezza ballando senza freni.
All'uscita sono accaldata ma serena come di rado.
Il solito fischio nelle orecchie dovuto alla musica alta. Sento il mio respiro calmo e profondo.
Recupero gli altri e ritorniamo verso casa.
"Qualcuno qui ha vinto una scommessa..." Mi tira su il braccio mentre guido e lo scopre dal vestito mostrandolo agli altri.
Un boato riempie la macchina, e l'aria bolle frenetica.
Siamo tutti soddisfatti.

È martedì, siamo di nuovo tutti in cucina.
Il ritmo è sfrenato e la tensione alta.
Abbiamo esagerato anche ieri sera perciò si fa un po' più di fatica.
Ma in un modo o nell'altro arriviamo a fine pranzo e io bramo il letto per potermi riprendere un attimo.
"Dai ragazzi, finite di sistemare ci vediamo dopo, forza! " Li esorto e mi congedo.
Prima di salire in camera, passo in pasticceria a controllare un impasto per la sera. Tutto bene.
Sono appoggiata all'impastatrice in funzione Sento sbattere la porta d'ingresso piano, ma non mi volto neanche. Sarà senz'altro qualcun'altro che ha avuto la mia stessa idea.
"È tutto a posto, puoi andare..." Dico a qualcuno che non so.
"Ehhh no... Ho perso una scommessa... Mi toccano gli straordinari" e sento una mano infilarsi sotto la mia maglietta.
"Ma che..."
Sono immobilizzata sul tavolo, Simone è dietro di me, completamente appoggiato alla mia schiena. Preme tutto contro di me.
È forte, mi prende ancora per i polsi e me li sistema sulla mensola sopra di noi.
Sento il suo respiro sul collo, nell'orecchio.
Sento tutta la sua voglia spingermi sul culo.
" Sono due giorni che penso a cosa può essere successo in quel bagno.... E questa è solo una parte delle conseguenze" mi dice piano.
Sono scioccata... Piacevolmente.
Mi svincolo prendo la situazione in mano e scendo verso la cintura dei suoi pantaloni.
La slaccio lentamente e apro la zip.
Sotto il suo cazzo è già tesissimo.
Lo tiro fuori.
Lo guardo negli occhi...
"Ho sentito la sua lingua su di me"... leccandogli la cappella.
"...così..."
"Mmmmm...." Si delizia.
"Ha assaggiato tutto il mio sapore" e me lo metto tutto in bocca fino in fondo.
Geme e mi preme con le mani la testa sul suo cazzo. Vuole che lo prenda tutto.
Si muove veloce ansimando.
Faccio appena in tempo a rialzarmi che mi solleva e mi siede sul tavolo.
"Poi.... Mi ha esplorato con le dita"
Mentre glielo dico sento il bisogno irrefrenabile di farmi scopare, lo guardo e vedo che non resiste un secondo di più.
Abbasso i pantaloni e mi faccio penetrare subito.
Le mie gambe lo cingono e i suoi colpi mi fanno infradiciare.
"Domani vado da lei...." Riesco appena a sussurrare, lo sento esplodere e la sua sborra calda mi cola sulla pancia.
La settimana di straordinari è appena iniziata, ma io sono un'insaziabile stakanovista.

















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