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Gay & Bisex

Un paio di scarpe nuove (parte II)


di lickslave
28.09.2013    |    7.059    |    1 9.6
"Poi gli chiedo se gli va un pompino e, a seconda di cosa mi risponde, eseguo..."
Raccolsi un attimo le forze e lo raggiunsi in bagno. Non ero proprio sicuro di quello che avrei fatto, del resto non avevo mai provato a fare un pompino, non sapevo nemmeno se mi sarebbe piaciuto, io ero eccitato dai suoi piedi. Ma il fatto che me l'avesse chiesto, ordinato lui...ormai ero totalmente in suo potere e avrei fatto di tutto per soddisfarlo, volevo essere il suo schiavo, in tutti i sensi e per tutto quello che lui avrebbe deciso.
Arrivato in bagno lo trovai seduto sulla tazza chiusa, con i jeans sbottonati e le mani poggiate sulle ginocchia; mi guardò e disse: "Devo aspettare ancora?". "No, no, scusa!". Sorrise, con quel sorriso beffardo che più volte avevo visto quando faceva i suoi scherzi ai nostri compagni, conscio del fatto che ormai io ero sua proprietà e che avrei fatto tutto quello che mi avrebbe ordinato. "Muoviti", ribadì, indicando fugacemente con la testa il suo cazzo che già svettava in tutta la sua meraviglia tra le gambe.
Mi avvicinai e mi misi in ginocchio, mi disse di sfilargli i pantaloni, così feci, poi gli slip. Ogni volta che arrivavo con le mani alle sue caviglie e dovevo sfilare l'indumento dai piedi, lui me li piantava in faccia con quell'aria schifata di chi schiaccia un insetto molesto, io lo guardavo, mi sentivo umiliato al massimo...ma godevo.
In ultimo mi prese la testa e dolcemente mi avvicinò al suo pene, aprii la bocca e lo feci entrare, stando attento a non urtarlo con i denti. Aveva un sapore strano, un misto di dolce ed acre, ma la sensazione era meravigliosa: gocce di liquido trasparente e viscoso erano già fuoriuscite ed ora io le stavo assaggiando. Leccai un po' la sua turgida cappella per raccogliere il liquido sulla lingua ed assaggiarlo per bene. "Ti piace?" mi chiese dall'alto della sua posizione dominante, sempre con una mano sulla mia testa, "è strano", gli risposi, allora mi disse: "Non ti preoccupare, dopo è più buono."
Cominciai a succhiare il suo pene andando su e giù con la testa come avevo visto fare alle ragazze dei film porno, ma mi arrivava troppo vicino alle pareti della gola, avevo i conati di vomito, allora dissi: "ma mi fa male alla gola!". Allora mi rispose: "Vai avanti, voglio godere.". Era chiaro che non gliene importasse una mazza, voleva solo svuotarsi le palle e farlo nella mia bocca.
Continuai per non contraddirlo, cercando di soffocare le mie difficoltà e concentrandomi sul fatto che mi piaceva da morire. Io ero lì, in ginocchio, a succhiare il cazzo del mio amico Francesco, il sogno di perfezione della mia vita, e lui me lo stava lasciando fare, sarebbe venuto nella mia bocca.
Con rinnovato coraggio quindi, succhiavo, baciavo e leccavo quella meraviglia di carne, sangue, muscoli e liquidi viscosi che cercava di farsi spazio sempre più in profondità nella mia gola. Ad un certo punto mi sentii afferrare vigorosamente la testa dalle sue potenti e calde mani. Si alzò e cominciò a muovere velocemente il bacino...mi stava scopando la bocca, la mia testa ormai era solo un buco caldo e umido in cui lui soddisfaceva la sua lussuria..."Bravo il porcellino" pensai tra me, "allora ti piace". Quel pene me lo sentivo nel cervello, le sue palle urtavano contro il mio mento mentre io carezzavo le sue gambe sode e rigide e le sue caviglie perfette. Il ritmo incalzava, le labbra mi facevano male, il naso era continuamente solleticato dai peli del suo cazzo...all'improvviso gemette: "O Dio..." e io capii che stava succedendo. Un fiume caldo, anzi, un geyser mi inondò la bocca. Crema calda e densa che si insinuava tra i miei denti, nella mia gola, sulla mia lingua. Dovetti per forza ingoiarne una parte. Mentre arrivava lo guardai, aveva gli occhi chiusi, era bellissimo nella sua incoscienza animale, nello stadio abnorme della coscienza, quando il mondo intorno a te non esiste più, esiste solo il piacere. Era una statua, un Dio greco, e io stavo adorando proprio quel Dio.
L'ultimo schizzo di sborra mi rimase sulla lingua quando Fra mi tolse il cazzo dalla bocca, ansimando ancora.
"Mammamia...che bello!". Non rispondevo perché avevo la bocca piena; feci per sputare ma lui prontamente mi prese la testa fra le mani e mi disse: "che fai? non vorrai mica sporcare tutto? Apri la bocca, fammi vedere." Aprii la bocca e lui guardò con la sua solita aria schifata: "Che schifoooo, hai preso la mia sborra in bocca" e rise di gusto: "ahahahahah, la sborra in bocca, bleah! Ora ingoia!!! Ahahahah". Io chiusi la bocca, assaporai per un attimo il succo divino del mio padrone e poi mandai tutto giù. Francesco continuava a ridere. "Vuoi finire di leccare?" mi chiese sarcasticamente, cosa che feci immediatamente. Mentre lui continuava a guardarmi e ridere io presi di nuovo il suo cazzo in bocca, che ormai stava perdendo consistenza, e continuai a leccarlo, spremendolo con le labbra per far uscire tutte le ultime gocce. Ansimò ancora un po', poi ci staccammo definitivamente. Io stavo armeggiando con la lingua sui miei denti per togliere i residui e lui si stava rivestendo.
"Torniamo a studiare, ma sta cosa la rifacciamo, tanto a te piace.", mi disse. "A me piace, ma basta che piace a te!"...Rise ancora e tornammo a studiare.
Da quel momento io sono diventato suo...ma la cosa più bella è che lui non è un padrone cattivo...anzi, si può dire che non fa per niente il padrone. Niente regole, rituali, comportamenti particolari o punizioni. Io sono suo. Punto. Lo conosco troppo bene e so cosa vuole e quando lo vuole, sono a sua completa disposizione e lo soddisfo in tutti i modi. Siamo sempre gli stessi amici a cui piace fare tutto insieme, viviamo le nostre esperienze, parliamo, condividiamo tutto e ci vogliamo un bene dell'anima. E' solo che quando stiamo insieme da soli io lo servo in tutti i modi, gli porto da bere e da mangiare, lo coccolo come si deve e poi so che lui impazzisce per i miei massaggi ai piedi con la lingua, quindi lo faccio sistemare per bene, gli tolgo le scarpe e faccio il mio dovere. Poi gli chiedo se gli va un pompino e, a seconda di cosa mi risponde, eseguo. Quando è nervoso, stressato o "deluso" per qualcosa, io so che il miglior rimedio è il relax e lo svuotamento delle palle, quindi non me lo faccio nemmeno chiedere e gli faccio tutti i servizi di cui ha bisogno.
Ora siamo grandi, ognuno ha più o meno preso la sua strada, ma siamo sempre vicini, o almeno ci proviamo. Lui non sa che scrivo su questo sito, forse potrebbe dispiacergli, ma sa che ha un amico speciale, pronto a donarsi a lui in qualsiasi momento e completamente, come anche lui fa con me.
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