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Gay & Bisex

Nella sala di Sandro 5


di Megaciccio
08.08.2015    |    6.428    |    3 9.9
"Poi Sandro si getto all'indietro, appoggiando le mani sulle mie ginocchia e continuando ad impalarsi alzando ed abbassando il bacino..."
Sandro mi slacciò i pantaloni, io mi abbassai le mutande e le sue mani si impossessarono del mio membro.
Lo accarezzava delicatamente provocandomi dei brividi di godimento incredibili. Stuzzicava la cappella sfiorandola dolcemente con i polpastrelli, facendoli scivolare verso la punta, per poi dedicarsi all'asta ed alle palle. Mi stimolava lo scroto facendo vorticare i mie peli neri per poi farmi provare spasmi con un fugace solletico al perineo. Bisognava ammetterlo: Sandro conosceva gli uomini e sapeva come gestirli.
Io ero in estasi, stimolato da quella mano che, per ora, aveva fatto poco più che muoversi a pochi millimetri dal mio corpo.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurro "posso continuare?"
Io con gli occhi chiusi, la testa gettata all'indietro e la schiena appoggiata allo schienale della sedia risposi con un gemito "non provare a fermarti"
Sandro iniziò a sospirarmi nell'orecchio con la bocca, stimolando le mie zone erogene, per poi scendere sul collo, dove fece poco di più che appoggiare le sue labbra umide in pochi punti, moltiplicando la mia eccitazione. strofinò le sue guance sulla mia barba incolta e ruvida, fino ad arrivare alla bocca e appoggiare le sue labbra sulle mie. Cercò la mia lingua, ed io gliela diedi, mentre gli afferrato la nuca con una mano per tenerlo incollato a me.
Lentamente mi sbottonò la camicia, mentre baciava e succhiava il mio collo, scoprendomi il petto. Delineò i miei pettorali sfiorandoli, affondò la mano tra gli intricati peli del petto, tirandoli e costringendomi ad un leggero lamento. Toccò delicatamente i capezzoli con i polpastrelli, come per saggiarne il turgore, e poi si avventò sul sinistro con la bocca per succhiarlo, ma sembrava volesse staccarlo, tanta fu la voracità che impiegò.
E mi resi conto che Sandro non stava facendo sesso con me.
Sandro mi stava amando.
Non stava semplicemente provvedendo alla mia erezione, cosa che avrebbe potuto fare con una sega e un pompino. Si stava dedicando a me, al mio corpo.
Mi sentivo carnalmente adulato, sessualmente irretito. Forse lui cercava qualcosa più del solo sesso, e io non ero pronto per un tale passo. Ma, come fosse una Circe, non ero in grado di oppormi alla sua seduzione.
Mi accarezzava i pettorali, mordicchiava quel filo di pancetta che ho sempre avuto, facendomi desiderare che si dedicasse al fulcro del mio piacere, come aveva fatto tanti giorni prima.
Mi baciò le cosce fino ad arrivare ai testicoli ed iniziò a dedicarsi a quelli per primi.
Li leccava, li succhiava, li impugnava dalla base tendendone la pelle per poi ciucciarli avidamente. Non avevo mai subito un tale trattamento ai coglioni, ma il saldo tra dolore e piacere risultava nettamente positivo per quest'ultimo.
Finalmente arrivò il turno del cazzo. Iniziò leccandomi la cappella, cosa che mi è sempre piaciuta, per poi ingoiare tutto il glande, stringendolo per alcuni secondi e lavorandolo solo con la lingua. Quando decise fosse ora protrasse la testa in avanti, iniziando a far sparire la mia asta tra le sue labbra.
Mi stava facendo impazzire, di un godimento dolce e lento che continuava a crescere e che non sapevo quando sarebbe esploso.
Decisi di fermarlo. Non volevo venire così presto.
Cercai di ricambiare il favore denudandolo e cominciai a succhiargli i capezzoli, con lappate ampie che gli stuzzicassero tutta l'aureola.
Con le sue dita afferrava ampie ciocche dei miei capelli mori e ribelli, trattenendomi a se mentre mugugnava.
Lo liberai dei vestiti e lo spinsi sul divano che, dopo quanto successo, appariva ai miei occhi come l'alcova del piacere.
Gli carezzavo l'asciutto petto da nuotatore, mentre con le labbra cercavo la punta del suo uccello per riempirmi la bocca.
Ero intento nel secondo pompino della mia vita e, liberatori dallo shock della prima volta, potevo concentrarmi sulla tecnica, oltre che sull'attrezzatura.
Scoprii presto che mi piaceva leccarlo, dal frenulo fino alle palle, per poi risalire, facendolo scorrere verso l'alto, strisciando contro il mio naso e sulla fronte. Stringevo tra le labbra la cappella, con un leggero risucchio della bocca, mentre con la lingua la lucidavo con veloci movimenti circolari.
Anche ad Sandro piaceva, e gemeva chiedendomi di continuare mentre mi teneva le mani sulla testa e mi accarezzava i capelli. Poi lo ingoiai, facendolo sbattere contro le tonsille e riempiendolo di saliva per facilitare l'operazione. Gli presi in bocca i coglioni, entrambi contemporaneamente, giocandoci con la lingua come fossero due biglie.
"Basta! Fermati" esclamò "non voglio venire cosi"
"Perché?" Replicai contrariato.
"Io....vorrei che mi scopassi. Voglio il tuo cazzo nel culo."
Lo fissai negli occhi e annuii
Mi fece sedere sul divano ed uscì dalla stanza, per tornare poco dopo con un rotolo di carta igienica e del lubrificante.
Si mise a cavalcioni sopra di me, bloccando il mio membro sotto di lui.
Io iniziai a leccargli i capezzoli, lui a baciarmi e leccarmi collo e orecchie. Mi mordicchiava i lobi mentre sospirava nelle orecchie, facendo salire la mia eccitazione e la rigidità del mio uccello.
Nel frattempo, con il mio cazzo lungo e rigido bloccato tra le sue chiappe, iniziò ad oscillare avanti e indietro, in una sorta di spagnola fatta con il culo. Nel dondolio sentivo la cappella bloccarsi leggermente sul suo buchetto per poi scappare via e capii che quello sfregamento lo eccitava maggiormente.
Poi si sollevò leggermente, prese il gel e se ne mise un po' su due dita, per poi farle sparire dietro di sé. Sentii che ne sparse un po' anche sulla mia punta, prima di afferrare saldamente l'asta con la stessa mano e guidarla verso il suo orifizio.
Sentii la cappella schiacciata sotto il suo peso, che faceva pressione sul suo ano che lentamente si aprì sotto le nostre spinte. Sentii l'anello di carne allargarsi della circonferenza necessaria per far passare il glande, per poi restringersi immediatamente sotto di esso, iniziando lo sfregamento con l'asta.
Sandro emise un lieve gemito di dolore ma, passato questo primo momento, si impalò completamente sul mio mazzo con un mugugno di compiacimento. Contemporaneamente io non potei trattenere un sospiro soddisfatto di piacere, nel sentire il mio cazzo venire stimolato per tutta la sua lunghezza da quello stretto buco.
Trovandosi su di me, iniziò a guidare la cavalcata. Si alzava e abbassava lentamente sul mio uccello, scorrendolo fino alle palle. Sul suo viso leggevo un misto di gioia e dolore e non distinguevo se i suoi gemiti indicassero piacere o fastidio.
Poi accelerò l'andatura, iniziando ad incitarmi e ogni mio dubbio venne fugato.
Mi cavalcava con ritmo, mentre il suo cazzo duro sfregava sul mio petto lasciando ciuffi di pelo appiccicoso per via del suo liquido seminale.
Lo afferrai per il culo per aiutarlo nella cavalcata, sentendo il mio uccello stantuffato dal suo retto stretto e caldo.
Poi Sandro si getto all'indietro, appoggiando le mani sulle mie ginocchia e continuando ad impalarsi alzando ed abbassando il bacino.
I suoi affondi erano pieni e completi e la mia cappella poteva godere dello stretto abbraccio dell'ano ad ogni risalita, facendomi godere.
Ora potevo osservare il mio cazzo entrare ed uscire dal suo culo e la sua fava rigida sbatteva ritmicamente sul suo addome sotto i colpi secchi del bacino che dondolava ritmicamente.
Lui ansimava ed io decisi di volere una parte più attiva nel nostro amplesso.
Lo afferrai per il sedere e velocemente ci voltai entrambi, posizionandolo sul divano.
Tenendogli le gambe divaricate inizia ad affondare la mia mazza nel suo bacino, con movimenti regolari e profondi. Ad ogni affondo il mio addome sbatteva contro le sue palle ed i suoi rantoli sembravano dirmi di non fermarmi.
Mi afferrò sopra i glutei, cercando di aiutarmi nei miei affondi, iniziando a mugolare ansimando "si, siii!!"
Credevo che sarebbe venuto da un momento all'altro, anche giudicando dalla quantità di precum che stava rilasciando sul suo addome piatto.
Invece arrivai al culmine prima io
"Oddio, sto vedendo, non c'è la faccio più! !!"
"Vienimi addosso" mi disse velocemente, "schizzami tutto!!!"
E così feci. Rapidamente estrassi il mio cazzo dal suo culo e senza avere neanche il tempo di menarmelo un po' iniziai a sborrare godendo come un maiale.
"Godo, godo, siiii!!!!" rantolai
Schizzai come un mitragliatore, e sicuramente più di quanto avessi mai fatto, arrivando a colpirlo anche in faccia. Due o tre colpi lo colpirono sulle guance, poi via via più in giù, fino all'ombelico, trasformando il suo petto in una sorta di raffigurazione di un bianco fuoco d'artificio
Scosso dalle convulsioni dell'orgasmo dovetti sedermi sul divano con lui e lo baciai appassionatamente.
"Mi è piaciuto moltissimo" gli dissi mentre mi asciugavo il sudore dalla fronte, "Non credo di aver mai sborrato così tanto"
"Senti, mi rivesto, non vorrei tornassero i tuoi e ci beccassero così " aggiunsi
"Primo, i miei non torneranno prima di stasera. Mio padre è in giro per clienti e non sarà di ritorno prima delle 21; mia madre è dalla nonna, e quando ci va non torna mai prima delle 19.
Secondo, sei proprio uno stronzo egoista. Sei venuto tu ed è tutto finito??? Vorrei venire anche io....." e così dicendo si afferrò il cazzo per menarselo.
"Hai ragione", replicai, "non ci avevo pensato, scusami "
Restavo lì a fissare la sua cappella viola e gonfia mentre lui si dava piacere, quando decisi: mi chinai su di lui e feci sparire il suo cazzo nella mia bocca, per quanto potei.
Lo strinsi forte con le labbra, risucchiandolo e pompandolo su e giù mentre la lingua lo accarezzava dall'interno della bocca.
Complice il massaggio anale appena ricevuto, F non durò molto. Iniziò presto a genere rumorosamente e subito dopo ad esclamare "vengo, godo, vengo... togliti, togliti".
Memore del precedente pompino, Sandro fu attento ad avvertirmi dell'arrivo della sua colata bianca.
Quello che non sapeva era che non avevo solo deciso di ritentare la sorte del rapporto orale, ma avevo appena stabilito che quel giorno avrei anche provato per la prima volta il seme maschile.
Non mi tolsi, anzi, continuai a pompare con più potenza mentre sentivo il suo glande gonfiarsi.
"Togliti, non reggo più!!!" esclamò. Ed era vero, dato che pressoché in contemporanea iniziò ad inondarmi la bocca con il suo bianco liquido.
Sentivo lo sperma arrivare ad ondate che mi riempivano la bocca. Le papille gustative furono subito saturate del suo sapore ed il sentirne la consistenza sulla lingua mi fece uno strano effetto. La sentivo densa ed infuocata, con un retrogusto acidulo che mi stava pervadendo.
Sandro continuava a venire ma io non avevo considerato che, tra l'effetto risucchio e lo spazio occupato dal suo cazzo, nella mia bocca non ci fosse abbastanza spazio per contenere tutta quella sborra calda che mi stava per soffocare. D'istinto iniziai ad ingoiarla, sentendone il tepore scendere giù per la gola, poi aprii le labbra e la lasciai fuoriuscire, riversandola sul mento e poi sul petto.
Sandro mi osservava estasiato, sotto gli effetti del suo orgasmo, e dopo aver ripreso fiato mi afferrò per la nuca e mi bacio profondamente. Ripulì lo spera dal mio volto, leccandolo con la lingua per poi tornare a baciarmi, mentre io ormai pienamente coinvolto da questa nuova esperienza, mi lasciavo travolgere .
"Fabrizio, sei stato grande" disse dopo un po', staccandosi dalla mia bocca.
"Grazie, ne sono felice " gli risposi riportandolo sulle mie labbra.
"Bene, ora se vuoi puoi andare" disse poco dopo ridendo "grazie della visita"
"Scemo" gli risposi con una smorfia. "Senti Sandro, hai detto che i tuoi torneranno tardi, vero? Quindi abbiamo ancora del tempo"
"Certo, abbiamo tempo, perché "
"Perché io ho deciso, voglio farlo"
"Scusa, fare cosa??" Chiese F interrogativo
"Voglio provare a prenderlo." Dissi io abbassando lo sguardo con un po' di vergogna "voglio prenderlo nel culo.
E dato che abbiamo fatto tutte queste cose insieme, vorrei che facessimo anche questo. Ti va?"
"Se mi va?" Disse lui cercando di guardarmi dritto negli occhi "non vedo l'ora!!! E ti farò godere in modi che non avresti mai creduto"
E tornammo a baciarci


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