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I segreti nel bosco (seconda parte)


di Silviaporcella
29.01.2023    |    437    |    4 9.4
"Solo l’equitazione ci avvicino’ , i miei ordini funzionavano sia con la sua puledra che con lei , più sbagliava e più la punivo , più la punivo e più..."
Le dissi di fermare i gemiti, di scendere dalla puledra e di appoggiare le ginocchia sulla verde erba ormai calpestata dagli zoccoli dei nostri quadrupedi.
Eleonore, con ancora le chiappe dolenti dalle frustate, ubbidì immediatamente e si colloco’ inginocchiata davanti a me con il volto rivolto verso il basso e le mani conserte dietro la schiena ; quella scena assomigliava ad un investitura in cui il Signore mette la sua scintillante spada sulla spalla del futuro Cavaliere .
“Grazie Padrona “… sussurro’ una debole voce .
“Come ?, non ho ben udito”, ed uno schiocco di frustino fece eco nell’aria .
“Grazie Padrona , non esiste altro all’infuori di te “… la sua voce aumento’ d’intensità , Eleonore si ricordava che alla padrona non garbavano le parole sussurrate.
Tom con le mani palpava il suo membro gonfio e saturo di eccitazione godendosi le scene a distanza di pochi metri .
Lo spettacolo di me che comandavo una donna lo faceva impazzire , ancor più sapendo che quella donna era la sua sorellastra; Tom conosceva bene le regole, sapeva benissimo che non avrebbe potuto svolgere alcun gesto o azione che non fosse scaturita dalla mia mente nefanda, dalla mia voce e dai miei sguardi.
Ingolosita dalla voglia di padroneggiare decisi di utilizzare Tom come antipasto del piacere di Eleonore cosicché’ indirettamente anche il mio ne avrebbe tratto beneficio.
Mi diressi verso Eleonore , mi posizionai dietro di lei e le proferii:
“ Ti dovrai mettere in quadrupedia come una brava pecorina in calore che aspetta di essere montata “
“Si padrona” , rispose lei , e con una spinta di manico del frustino sul suo coccige la abbassai a gattoni a terra. Le strinsi i ricci capelli e le mormorai :
“ Resta immobile e godi per me“
Mi voltai da Tom , che annusata la situazione, altro non aspettava che un mio cenno .
“Valle dietro, aprile bene le chiappe , sputa, infila tutta la tua faccia e lecca , deve godere per me “… gli sussurrai in un orecchio.
Tom incantato dalla situazione non esito’, prese da dietro Eleonore, le allargo’ le natiche ancora doloranti delle frustate , fece colare la sua saliva e infilo’ la sua lunga lingua ruvida in fondo all’ano di Eleonore ; lei accenno’ una smorfia mista tra dolore e piacere ma non emette’ alcun gemito, sapeva bene che se l’avesse fatto la Padrona si sarebbe infuriata . Tom continuo’ a roteare al suo interno gustandosi la prelibatezza di quel momento .
Io restavo incantata a contemplare quel godimento , sapientemente scatenato dalla mia perversa mente , dalla mia voglia e dalle mie lussuriose parole .
Eleonore era ormai totalmente mia , l’avevo snobbata il giorno in cui mi chiese di insegnarle a cavalcare ma , dopo sei mesi che la conoscevo, così timida e scaltra e nel contempo innocente e tremendamente sexy, avevo cominciato ad invaghirmi di lei, dei suoi gesti, del profumo di cavallo che le rimaneva addosso tra i capelli dopo ogni cavalcata . Lei era pazzamente attratta da me sin dal primo giorno in cui mi vide giocare a guardie e ladri a corte con mio cugino Tom , fece di tutto per avvicinarsi e conquistarmi ma , più io la snobbavo più lei si dimenava per avermi. Solo l’equitazione ci avvicino’ , i miei ordini funzionavano sia con la sua puledra che con lei , più sbagliava e più la punivo , più la punivo e più apprendeva , più’ mi obbediva e più mi eccitavo. Ormai dopo tanti anni aveva imparato ad ascoltare i miei occhi .

Non pienamente soddisfatta della scena mi accovacciai davanti al suo viso, le aprii la bocca e appoggiai la mia calda lingua sulla sua facendola poi mulinare su tutti i denti, sulle labbra e sul palato. In tal modo non avrebbe potuto parlare ma solo godere ed io avrei potuto guardarle le pupille nelle fasi del suo amplesso.
Eleonore restava lì , nuda, colante, appoggiata a gattoni su quell’erba in un tiepido pomeriggio di giugno come tanti dei nostri trascorsi insieme a divertirci nel bosco ; Temblor e la cavalla passavano il tempo tra una brucata e l’altra osservando come due voyeur attoniti la scena : Eleonore braccata , lingue ovunque , godimento puro, cotta a puntino e pronta ad attendere il successivo ordine.
Come in una fervida partita di scacchi la mia mente stava per compiere la prossima mossa. Decisi di muovere l’alfiere verso la regina attuando speranzosa un’idea che non avevo mai realizzato.

Fin ora avevo provato solo ad infilarle degli oggetti simili a strani dildi , frustìni compresi, che all’occorrenza trovavo in scuderia . Quelle volte , lei distesa sul fieno che faceva da letto a Temblor , aveva goduto delle mie doti da maschio Alfa implorandomi di farla eccitare sino allo sfinimento, ma un vero pene di rugosa pelle non l’aveva mai sperimentato. Chissà se le sarebbe piaciuto ? Il mio desiderio saliva…Avevo voglia di controllare le sue mimiche facciali e capirne il contenuto , avevo voglia di impartirle comandi ed esigerne ubbidienza .
Infarcita ed elettrizzata da questa scena parlai a Tom intanto che proseguiva ad insinuarsi con la lingua nell’ ano di Eleonore , ormai talmente spazioso che ci sarebbe entrato anche il membro di Temblor lì dentro . Era il momento giusto :
“ Tom sfila la tua lingua e infila il tuo godurioso cazzo . Oscillale dentro e fuori , con qualita’ e godi “ gli dissi.
La mia frase soffio’ come il vento e in un batter d’occhio Tom comincio’ a puntare il suo prepuzio sull’ orifizio di Eleonore che, bramante di piacere, gonfiava i suoi seni muovendo il bacino e avvicinandosi sempre più a Tom : la pecorella era pronta per la monta.
Ordinai a Tom di strisciare prima il suo glande facendolo roteare sulla superficie del buco di Eleonore che imprigionata nella mia lingua non poteva esprimersi . Capii che era il momento giusto quando Eleonore tento’ di stringermi un labbro. In quel mentre mi posizionai semi sdraiata davanti alla sua faccia con le gambe spalancate e le dissi :
“Infila e Lecca il mio clitoride con la tua lurida lingua intanto che Tom ti scopa il culo”
Alle mie parole entrambi i ragazzi cominciarono ad eseguire alla perfezione le prescrizioni che gli avevo impartito. Tom penetro’ completamente Eleonore spingendo avanti ed indietro il suo cazzo nella cavità’ che si contraeva e allargava sempre più ad ogni spinta mentre Eleonore procedeva succhiando e leccando con passione il mio clitoride cingendolo da destra a sinistra perfettamente ammaestrata nel farlo , sapeva come muoversi per farmi godere .

Temblor all’udito dei miei gemiti comincio’ a nitrire, narici dilatate , orecchie attente e bocca serrata, lo faceva sempre quando capiva che di lì a poco la sua padrona sarebbe arrivata all’apice del potere.
Tom eccitato dalla scena diede ancora delle spinte a Eleonore e sgrano’ gli occhi davanti a me facendomi intuire che stava per eiaculare , io nel frattempo spingevo la lingua di Eleonore sempre più verso di me mentre le ordinavo di venire, esplodere, godere .
All’udito di ciò Tom scoppio’ in un abbondante eiaculazione di sperma all’interno di Eleonore che spinse in avanti totalmente il suo corpo verso di me per far sì di sfilare il pene al fratello e finire ciò iniziato con il mio clitoride. Io avevo già parzialmente goduto ma , quando Eleonore si concentrò totalmente su di me comincio’ a leccarmi in quel punto che solo io e lei conoscevamo e che mai nessuno avrebbe scoperto . Lì la goduria esplose :
“ Mia schiava Eleonore ci siamo, non spostarti , sputa e lecca , lecca e sputa “, le dissi.
Attorcigliai sulla mia mano i suoi capelli in una grande coda e la avvicinai ancora più a me che quasi non riusciva a respirare da tanto che eravamo vicine .
Quando, dai suoi ricci, l’odore di cavallo giunse al mio olfatto esplosi in un orgasmo paradisiaco, il breve tempo di terminare, la tolsi e la spinsi indietro. Lei esausta si accovacciò in una di quelle posizioni da rilassamento con il di dietro all’insu’.
Tom spaparanzato a terra con ancora il pene gocciolante di sperma e io , incuriosita da quella situazione mai esplorata prima passai il pomeriggio guardando la crema che fuoriusciva dall’ano di Eleonore. Quel nettare era frutto del mio intelletto, era di mia proprietà, orgogliosamente mio ; lei ,bellissima schiava, innocente , fedele , obbediente e lussuriosa giaceva lì stanca ma felice.
La guardai negli occhi , le strinsi le rosee guance e attivai la mia coclea per ascoltare appieno quella frase che a breve avrebbe pronunciato, il mio mantra , la mia ragione di vita :
“Grazie Padrona , non esiste altro all’infuori di te “.
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