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Lui & Lei

conoscenze a scuola 8 ( la versione di Angelica )


di chiara94
01.04.2016    |    2.683    |    11 9.4
"Il suo sguardo mi chiedeva di essere maggiormente disinibita del solito, di mostrargli cosa sapessi fare..."
Oggi e' Angelica che racconta in prima persona.

Era ormai un mesetto abbondante che origliando di nascosto, per ascoltare i pettegolezzi di mia sorella, sentivo sempre piu' spesso ripetere un nome: Diego. Diego di qui, Diego di li. Quella stronza di Chiara, quello sfigato di Guido, quella pompinara di Giada. Ne aveva per tutti e tutte. Sembrava che lei fosse l'unica perfettina.La predestinata a vivere nell' Eden.
Quel ragazzo e' un vincente. Quel ragazzo sa comportarsi in mezzo ad un covo di vipere. Quel ragazzo tratta come si meritano le puttanelle che lo circondano. Questo era Diego, quasi un messia sceso dal cielo.
Io ascoltavo , curiosa di dare un volto a questo. Diego.
La prima volta che lo vidi fu al termine di una partita di pallavolo. Non era propriamente come me lo immaginavo, ma gia' dallo sguardo e dai modi, per una volta diedi ragione a mia sorella. Erano sensazioni a pelle, ma difficilmente mi sbagliavo.
Quando feci la foto con lui, Diego rimase freddo e impassibile. Sembrava quasi che il soggetto principale fosse lui, che io fossi solamente un qualche contorno , dietro la sua aurea di sicurezza. Purtroppo dovetti raggiungere subito Filippo, e non potei indagare di piu'.
Verso sera, mi chiesero tutti e tre l'amicizia facebook, e decisi di non fare torti.
Gaetano tappezzo' le mie foto con tantissimi mi piace, creando nervosismo nel mio ragazzo. Gli consigliai di andare a vedere le foto del tipo: la pancia occupava gran parte delle foto. Si tranquillizzo'.
Chissa' se Diego era andato a spiare tutte le mie foto..Sfogliai gli album. Erano tutte foto molto tranquille, non come come quelle di mia sorella piu' grande. Bea era felice di mettere in mostra il suo corpo, per poter manovrare ancor di piu' le persone che la circondavano.
Ibiza duemilatredici, Formentera duemila quattordici, e cosi' via. Selfie allo specchio per la prova costume da condividere con le altre ragazze per farle sentire brutte e grasse, da condividere con i ragazzi per arrivare ai mille mi piace e per leggere le sviolate piu' originali nei commenti. Un commento non gradito? La persona colpevole di cio' veniva eliminata dalla cerchia di amicizie. Per mia sorella l'apparire era tutto. Una volta un ragazzo fece una battuta sul fatto che un'amica di Bea fosse piu' bella di lei. Mia sorella ando' a commentare le sue foto , definendolo un topo, un bidone della spazzatura. Questi erano i commenti piu' carini, altri erano irrepitibili. Commenti rafforzati dal susseguirsi di quelli delle amiche e degli amici. Beatrice aveva ordinato di fare fuoco, e per paura di essere il prossimo bersaglio, anche senza condividere cosa stavano facendo , fuoco veniva fatto. Quel ragazzo si cancello ' da facebook il giorno stesso.
Io ero completamente diversa da mia sorella. Andavo due volte a settimana a provare nel coro della parrocchia, la domenica mattina ero sempre coi genitori a messa. Se per colpa della partita di pallavolo non potevo, andavo verso le sei del pomeriggio. Le uscite erano rare, la pallavolo e lo studio erano al primo posto. Poi veniva il mio ragazzo, che non vedevo spesso comunque. Era molto carino, per tentare di ovviare a cio' , veniva sempre a prendere per accompagnarmi e riportarmi a casa.Certe volte sembrava piu' un'autista, il Guido di Beatrice. Pero' era un ragazzo che presto si sarebbe voluto sposare, mettere su famiglia, tutti i miei sogni nel cassetto. Non ero una ragazza come le altre, odiavo le perditempo come mia sorella. Mia sorella aveva piu ' vizi che virtu' , eppure i ragazzi sembrava avessero i prosciutti sotto gli occhi.
La seconda volta che incontrai Diego, fu al cinema.Era seduto dietro di noi. Sebbene fossi girata , sentivo i suoi occhi addosso. I suoi occhi penetravano attraverso i miei vestiti e mi lasciavano un senso di inquietudine. Quando il mio ragazzo mi fece girare per baciarlo, come con due fari che puntavano gli abbaglianti, mi stava fissando. Non riusci' a distogliere lo sguardo, fui come ipnotizzata. Il suo sguardo mi chiedeva di essere maggiormente disinibita del solito, di mostrargli cosa sapessi fare.Io non mi ero mai spinta oltre semplici baci e qualche carezza sopra i vestiti. Sembrava una statua di pietra, che mi avrebbe fissata per l'eternita'. Baciavo il mio ragazzo, ma i miei occhi erano rapiti da lui, erano incollati ai suoi. Una linea retta li univa. Iniziai a stringere piu' forte Filippo, la mia lingua inizio' a essere furiosa, a cercare uno sfogo mai voluto. Diego sembrava soddisfatto, la passione stava saturando l'ambiente, ero in pubblico, ma non mi interessava. I Baci e i succhiotti sul mio collo mi avrebbero marchiata, sarei uscita da li a chiazze, ma quel ragazzo voleva vedere la passione, voleva vedere il contatto fisico.Filippo provo ' a mettermi la mano sotto la maglietta, una due tre volte, lo bloccai. Dopo il mio rifiuto, la magia' svani'. Diego ,seccato, si volto' e torno' a seguire il film. Ma cosa avevo fatto di male? Non poteva pretedendere che mi lasciassi spogliare dentro un cinema.La sala era gremita. Nessun ragazzo aveva mai visto i miei seni, neppure Filippo. Solo mio marito li avrebbe visti. Lui voleva che la mia maglietta si alzasse. L'avevo gia' accontentato, mi ero lasciata palpare i seni con irruenza, le mammelle ballavano dentro le coppe del reggiseno ,come impazzite. I capezzoli erano stimolati dai continui passaggi delle dita e dei palmi delle mani. Senza la partecipazione di Diego, mi spensi come un fuoco , che non viene piu' alimentato.
Finito il film, Diego si era dileguato subito. Mi guardai intorno e lo individuai. Mi resi conto che accanto a me c'era Filippo. Non ci pensai neppure un secondo, e mi misi a correre per raggiungerlo all'uscita e salutarlo.Mi preoccupavo di salutare un illustre sconociuto, reso famoso dai pettegolezzi di mia sorella. Mi avvicinai, e al mio " ciao " rispose domandandomi il colore del reggiseno. Fu un colpo basso, persi il dono della parola. Si accorse che c'era un barlume di esitazione in me,e si allontano'.
Ci rimasi male, tra me e Diego non c'erano state altre parole oltre le quattro lettere del saluto. Eppure , non ricordandosi forse neppure il mio nome, senza sapere in che scuola andavo, pretendeva gia ' di sapere il colore del mio reggiseno.
La notte guardai il soffitto, contando le pecore nella speranza di addormentarmi. Doveva essere un gregge immenso. Se al posto di Filippo, ci fosse stato Diego, sala gremita o no, sarei finita con i seni di fuori.
Se invece dell'uscita, fosse stata la porta della toielette, mi avrebbe obbligata ad entrare, facendomi capire chi comandava.
Il giorno dopo andai in parrocchia e mi confessai. Avevo le lacrime agli occhi mentre ripercorrevo gli eventi.
Dentro di me speravo di non vederlo piu'. Avevo conosciuto il diavolo, si era il diavolo tentatore.
Ero come un'ancella con una tunica bianca pronta a essere sacrificata dal suo tiranno.
La sera che incrociai mia sorella e Chiara, decisi di andare con loro in discoteca perche' ero sicura di rimanere colpita da qualche ragazzo, che mi avrebbe fatta tornare in me. Non volevo tradire Filippo assolutamente , quello mai, volevo solamente dimostrare a me stessa che i bei ragazzi affascinanti fossero altri.
Ballai poco, mi ero pentita di non essere andata direttamente a casa.
Quando apparve Diego, non sapevo cosa fare o cosa dire. Non sarei stata cosi' oca da fare come la volta prima, nel mettermi a corrergli dietro. Fui sollevata nel vedere che i ragazzi stavano prendendo l 'iniziativa. Rifiutai il grassone, avrei preferito ballare con un vecchio piuttosto. Le sue mani su di me? mai . A contatto con il suo odore ? mai. C'e' un limite a tutto.
Finalmente Diego decise di invitarmi. UN contatto delicato, le mani che planavano sulla mia schiena. Che modi garbati e gentili, eppure dovevo stare attenta, era il diavolo. Pensavo volesse corteggiarmi, ero curiosa di scoprire la sua tattica. Invece dalla sua bocca uscirono parole di rimprovero per aver rifiutato il suo amico.
Mi colpi' come un macigno l'ultima frase " e' la terza volta che dici di no"
Ci pensai su, e lo guardai con aria perplessa.Di cosa stava parlando? Glielo chiesi, sottovoce, avevo paura che le altre persone sentissero" Non ti sei fatta toccare le tette come si deve dal tuo ragazzo al cinema, non mi hai detto il colore del tuo reggiseno, non hai ballato con il mio migliore amico " Continuai a ballare , facendo finta di nulla.
Terminata la canzone, una molla scatto' dentro di me. Invece di dirigermi verso le mie amiche, puntai verso Gaetano. Gli dissi " vuoi ballare?" e accennai un sorriso.
Senza rendermene conto, avevo eseguito un ordine di un estraneo.
Delle tre cose, era l'unica che mi sentivo di fare.
Fui subito abbracciata, inizio' a mancarmi il respiro ma dovevo resistere e sopportare. Non conoscevo la canzone, non sapevo se sarebbe durata tre o cinque minuti. Mi dicevo " adesso arriva il ritornello, e' quasi finita".
Un leggero tremolio mi percorse la schiena, come se un sibilo di vento ,a una pazza velocita, mi avesse sfiorata.
Avevano spento il riscaldamento? no, piu' semplicemente Gaetano stava armeggiando con la felpa della tuta.
Senti' le sue grosse dita sulla mia pelle, le sue pesanti impronte digitali scavavano i miei fianchi. Ribellarmi? Protestare? a che scopo, per essere poi di nuovo redarguita dal diavolo?
Lo lasciai fare , sperando che non esagerasse.
Finita la canzone, esagerai io. Appoggiai le labbra su pozzanghere di sudore , per dare il dovuto saluto a uno squallido grassone. Le sue gote erano ruvide, mi ero spinta a fare una cosa orrenda, solo il ricordo mi fa venire il ribrezzo. Baciare sulle guance una persona sudata, il giorno dopo sarei dovuta tornare a inginocchiarmi in chiesa , a raccontare i miei peccati.
I germi e i sapori di quel ragazzo mi sarebbero scivolati dentro di me, dalle labbra. Come su uno scivolo, sarebbero scese a raggiungere le mie viscere.
Tra me e mia sorella era una bella gara a chi era piu' schizzinosa.
Filippo? Filippo chi ? Ah, il mio ragazzo, e' vero. Non avevo voglia di sentire storie e paranoie quella sera, sarei tornata con le mie due amiche. Il giorno dopo , facendo la carina, gli avrei chiesto scusa. Stavo diventando come mia sorella? Dovevo ricordarmi di dire anche questo al parroco.
Alla vista della fotografia, i miei occhi scintillarono. Come l'aveva avuta Diego? Si era interessato a me, gli piacevo.
Un momento. Pero nella foto c'era anche mia sorella. Poteva avergliela data lei. Oppure era mia sorella che gli piaceva?
Mia sorella a casa era misteriosa, parlava poco, cercava in tutti i modi di nascondere il cellulare.
Anche il mio cellulare squillo', probabilmente era Filippo che non voleva lasciarmi dormire, ossessionato dalle sue paranoie.
Era Diego, su facebook mi aveva scritto un messaggio
" tua sorella mi ha mandato la buonanotte con una foto , mandala anche tu a gaetano "
stava scherzando? come poteva pensare che facessi una cosa simile?
no era serio, purtroppo per me era serio
gli chiesi " che foto ti ha mandato mia sorella?"
dopo che la vidi, mi tranquillizai. Che piani aveva mia sorella?
Diego non era il suo tipo, perche' faceva la gattona con lui?
Gli risposi " puo' vedere tutte quelle che vuole su fb "
Diego lesse il messaggio ,sconnettendosi.
Mi misi a guardare la televisione, c'erano solamente film in bianco e nero e televendite. Un altro bip, questa volta doveva essere Filippo.
No, era Gaetano. Mi mandava la buonanotte.
La mia mente era tutta da un'altra parte, ripensai a come avevamo trovato Giada. Altro che gocce di sudore di Gaetano, era piena di un'altra sostanza.
Guardai il cellulare e con impeto lo presi, mandando delle faccine che mandano bacini a Gaetano come risposta.....


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