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Lui & Lei

La studentessa


di darkbard
24.05.2013    |    17.797    |    0 9.8
"I miei pensieri vengono interrotti dal primo studente che si decide a consegnare..."
-Che palle!!!Non basta dover lavorare il 23 di Luglio, dovevo beccarmi anche questa rottura degli esami- penso stizzito mentre scruto i sei “sfigati” che aspettano ansiosamente i compiti che ho in mano. Il mio Prof., nonché capo, visto che sono al primo anno del dottorato di ricerca, mi ha appena chiesto di controllare gli studenti mentre fanno un esame scritto e così mi trovo d’avanti a quei ragazzi con solo qualche anno in meno di me a dare indicazioni: “ Sedetevi separati, e non esagerate con le chiacchiere.... avete due ore da questo momento”.
“Certo capo!” sento rispondere all’unica ragazza nel gruppo di studenti, che mi sorride maliziosamente per poi voltarsi e andare a sedersi in terza fila ancheggiando in maniera evidente.
- Ma guarda questa- penso tra me - si è vestita per andare in discoteca.
La biondina indossa un vestitino bianco molto corto, con la parte superiore che si conclude con un nodo dietro il collo, il tutto completato da un paio di sandali da schiava con un tacco a spillo di almeno 8 cm.
Non è tanto alta, circa un 1,60 ma ha tutte le curve al posto giusto e uno sguardo da gatta ammaliatrice, insomma veramente un bel bocconcino sexy.
Il tempo scorre molto lentamente e fa caldo, la biondina è bella abbronzata, probabilmente ha frequentato più le spiagge che i libri nelle ultime due settimane, e sembra in difficoltà. Gli studenti ogni tanto mi fanno qualche domanda, a cui rispondo svogliatamente. Anche la ragazza mi chiama per due volte per farmi domande generiche, quasi si aspettasse da me un’imbeccata. Intuisco subito dal suo tono che è una più abituata a pretendere che a chiedere, ragion per cui decido di non aiutarla come ho fatto fino ad ora con tutti gli altri, ma di lasciarla cuocere nel suo brodo.
Dopo un ora non ne posso veramente più: “ Ragazzi, mi sposto un attimo nel mio ufficio, seconda porta a destra, mi raccomando non esagerate” dico a voce alta mentre esco dall’aula, voglio lasciarli un po’ tranquilli e poi non resisto più seduto li a non far niente, perciò vado in cerca di qualcosa da leggere. Tra dare un occhio alla mail e trovare due articoli scientifici interessanti perdo circa dieci minuti, decido di tornare verso l’aula silenziosamente. Arrivato vicino alla soglia sento vociare concitatamente sotto voce, entro e vedo la biondina passare un foglio al collega che le siede dietro. Passo tra di loro e mi rendo conto che il foglio volante altro non è che il compito del ragazzo da cui evidentemente il bocconcino ha copiato a piene mani.
Senza dire niente torno a sedermi e fisso i due: il ragazzo è chiaramente imbarazzato, non osa guardarmi in faccia; la spudorata invece mi guarda inizialmente sorridendo poi si posa, apparentemente in maniera distratta, la penna sulle labbra e dopo a verla inumidita la fa scorrere lungo il collo fin dentro la generosa scollatura del vestitino. – Che puttanella- penso mentre le sorrido –bisognerà punirla!-
Intanto lei incoraggiata dal mio sorriso accavalla e scavalla per due volte le gambe, dandomi un ampia visuale delle cosce ben tornite, lo ammetto me l’ha fatto diventare duro e inizio a guardare con ansia l’orologio sperando che i 45 minuti che ancora mancano finiscano il più in fretta possibile.
Mi metto a leggere ostentando indifferenza ma, continuo a guardare l’orologio e a sbirciarla di tanto in tanto. Convinta di essere riuscita a rabbonirmi la puttanella si concentra nel modificare il compito copiato, salvo fissarmi e sorride ogni volta che incrocia il mio sguardo.
I miei pensieri vengono interrotti dal primo studente che si decide a consegnare.
“Mancano 5 minuti” dico a voce alta, e vedo che si affrettano a completare.
Nel giro di 10 minuti consegnano tutti, lei è la penultima, dopo di lei il collega che le ha passato il compito mi guarda per un secondo interdetto, quasi incredulo del fatto di passarla liscia, ma il ragazzo è fortunato perché ormai ho un altro obbiettivo!
Sono appena usciti tutti e come sempre si fermano a scambiare le impressioni fuori dall’aula, io cerco il suo compito e leggo il nome sopra, poi esco dall’aula.
Lei è al cellulare: “Si amore, ho finito adesso. Si bene, credo… allora mi vieni a prendere?Ok ci vediamo tra dieci minuti”.
“Alessia?” dico a voce alta, “ puoi avvicinarti un attimo?”.
“Certo?!?” mi dice un po’ sorpresa. “ C’è qualche problema?”
“Ho bisogno di un chiarimento sul tuo compito, puoi seguirmi nel mio ufficio?” le dico passandole d’avanti senza darle il tempo di ribattere, e faccio i pochi passi che mi separano dalla porta del mio ufficio ascoltando due tacchi a spillo che mi rincorrono.
“Chiudi la porta, per favore” le dico non appena entra, lei mi guarda sempre meno sicura ma esegue.
“Allora dato che questo compito l’hai copiato, vuoi rifarlo o ti presenti al prossimo appello?” le dico a bruciapelo.
“No ti prego, non dirlo al Prof., mi ha già bocciato tre volte!!!”mi dice con gli occhi sgranati, poi si inchina sulla scrivania a cui sono seduto offrendomi un’ampia visuale della sua scollatura e aggiunge con voce sensuale: “Facciamo così io ti lascio il mio numero, ti offro una birra e dimentichiamo tutto”.
“ No cara, se vuoi giocare giochiamo fino in fondo!” le dico, “Tu mi sembri proprio il tipo che fa rizzare i cazzi ma poi si tira indietro. Purtroppo per te sei anche brava a fare questo giochino e hai già ottenuto ciò che volevi” concludo indicandole il gonfiore nei miei pantaloni.
Lei mi guarda interdetta, indecisa tra la paura per la piega che il discorso sta prendendo e l’orgoglio per l’erezione che mi ha provocato. “Quindi cosa proponi?” mi dice infine con aria di sfida.
Mi avvicino a lei, sono a pochi centimetri dalla sua faccia: “ Succhiamelo!” le ordino.
“Per chi hai preso? Per la tua puttana?” mi chiede rabbiosa senza indietreggiare.
“Non è quello che hai fatto fino ad ora?” le chiedo mentre la spingo verso il basso.
Lei continua a fissarmi negli occhi, ma sento che le sue mani iniziano a slacciare i miei pantaloni, tira fuori il mio cazzo dalle mutande e dopo un attimo di esitazione lo impugna con un mano e inizia a segarmi lentamente. Il mio obbiettivo però è un'altro. perciò le metto le mani sulle spalle e la spingo con decisione verso il basso, le sembra apprezzare e aumenta il ritmo della sega mentre inizia a leccarmi le palle.
Le metto una mano dietro la nuca assecondando il suo movimento e mi godo il momento: sento la sua lingua risalire tutta la lunghezza dell’asta, soffermarsi un po’ sul frenulo, in maniera quasi dolorosa ed infine la sua bocca mi risucchia. È bravissima, mi impossesso del suo seno destro, scostando vestito e reggiseno, e mi rendo conto che ha il capezzolo durissimo, mentre sento il mio orgasmo iniziare a montare.
Veniamo interrotti da un’odiosa suoneria, lei si scosta immediatamente dal mio cazzo: “è il mio ragazzo, mi dice indicando la borsa, mi sta aspettando giù”.
“Rispondi!” le ordino indicandole la borsetta. Lei si alza e recupera la borsetta poggiata sulla mia scrivania, io mi avvicino da dietro.
“Amore?” dice al cellulare, mentre la mia mano si avventura sotto la gonna sul suo culo, lei cerca di scostarsi ma è chiusa tra me la scrivania.
“Si scusa amore, mi sono ricordata che devo parlare con un altro professore …” dice quasi sospirando, intanto io sono riuscito a scostarle il perizoma e con l’indice le sfioro le grandi labbra, è fradicia di umori perciò senza esitare ulteriormente affondo il dito in quel vasetto di miele. “ No!” la sento gridare “Aspettami lì, faccio prima possibile!!!” poi mette giù mentre si abbandona ad un profondo sospiro di godimento.
“Il tuo ragazzo e qui sotto?” le chiedo.
“Siiiii, ma continua” mi dice divaricando ulteriormente le gambe per facilitarmi il compito. Io la spingo verso la finestra, le bacio il collo da dietro e mentre con una mano solletico il suo clitoride con l’altra le stringo il seno.
“è quello li giù, a fianco alla macchina nera?” le chiedo indicando l’unica persona visibile nel parcheggio.
“Siiii, lui”geme, io la penetro con due dita e accelero il ritmo, lei stessa porta una mano sul clitoride.
Sento la sua bella fighetta contrarsi sulle mie dita ed infine viene violentemente osservando il ragazzo dalla finestra. Per l’orgasmo quasi le cedono le gambe e la devo sorreggere, così sconvolta è veramente bellissima, non resisto e la bacio appassionatamente.
“Adesso scopami!” mi dice appena interrompe il bacio.
“No, per quello ci sarà tempo ...” le dico mentre spingo nuovamente giù la sua testa.
Lei capisce e riprende da dove aveva interrotto, e mentre me lo succhia guardandomi negli occhi con una mano mi accarezza le palle e con l’altra mi sega sempre più rapidamente. Sento l’orgasmo salire prepotentemente, lei si accorge e prova scostarsi ma io le tengo la testa affondando il cazzo nella sua bocca e vengo copiosamente. Un attimo in paradiso!!!
Ingoia tutto e mentre si pulisce con una mano le labbra, con l’altra si risistema alla bella e meglio e il vestito, io la guardo sorridendo appagato.
“Sei uno stronzo, un porco e uno stronzo!!!” mi dice andando verso la porta
“Tu invece sei una dea” le rispondo.
Lei non si volta ed esce decisa dalla porta, io mi risistemo il cazzo nei pantaloni sentendo il ticchettio dei suoi passi allontanarsi nel corridoi. e guardo fuori dalla finestra: il suo ragazzo è ancora li, dopo meno di un minuto la vedo uscire dall’edificio si avvicina al ragazzo e dopo aver lanciato un intensa occhiata verso la mia finestra gli stampa un bel bacio sulle labbra.

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