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Lui & Lei

Io non ho paura del buio


di giochinsieme
16.11.2021    |    2.793    |    0 7.5
"E se gli sfigati fossero loro, capaci solo di ripetitivi atti di ginnastica sessuale che coinvolgono solo i propri organi sessuali senza nemmeno immaginare..."
E' un racconto scritto tanto tempo fa e all'epoca pubblicato su un sito di racconti erotici dove ancora oggi è presente nell'archivio della biblioteca.
Un'esperienza unica, che ha sicuramente caratterizzato anche molte delle mie successive proposte di fantasie da realizzare e che quindi ricondivido volentieri in questo spazio per conoscersi meglio.
Buona lettura!

Sembrava una storia come tante di quelle che ogni giorno nascono nei siti di incontro.
Lui sufficientemente brillante e acculturato da sapersi distinguere con il suo approccio fra i cento messaggi banali e volgari che un nick femminile riceve non appena entra in Rete.
Lei volutamente provocatrice nell'attirare quelli come lui, definendosi sensuale ma irraggiungibile in quel boxino dove all’epoca si avevano solo due righe per potersi raccontare.
Quando cominciò quel flirtare via pc, quello stare di fronte ad una tastiera e a un video che poco alla volta sembrano assumere i contorni di una persona irresistibile, lui certo non poteva immaginare che - prima del suo sguardo - avrebbe conosciuto la sua vulva bagnata.
E così per alcuni giorni quegli attimi rubati alla routine del lavoro, quella finestra che si apriva sul computer, sembravano essere l'intrigante deja-vue di momenti in realtà già vissuti da entrambi.
Come anche quando lei – fidandosi - gli lasciò il suo numero di cellulare, il famoso step 2, e una sera lo accompagnò con la sua dolce voce mentre lui era in viaggio in auto verso una regione lontana.
Il feeling della chat non era mutato, anzi, le loro voci sensuali costituivano per entrambi un richiamo.
Fra una innocente chiacchierata e l'altra, fu con estrema naturalezza che si cominciò a parlare di fantasie erotiche, normalmente lo step 3.
Lei, a casa sul letto, si stava bagnando al pensiero delle parole che lo sconosciuto le diceva e nello stesso tempo si eccitava a sentirgli dire che anche il suo membro nel frattempo era cresciuto ed era durissimo sotto i pantaloni nel buio dell'autostrada.
Già, il buio. Fu proprio il buio uno degli argomenti di cui si arrivò a parlare: lui raccontò dell'eccitante emozione provata una volta nel sentire mani sconosciute sfiorarlo nelle parti basse, nell'oscurità di una dark room di un privèe, senza neanche poter sapere se chi lo stava toccando era una donna o un uomo; lei nel confessare che poche settimane prima era rimasta intrigata dalle fantasie in chat di un altro uomo - rivelatosi poi troppo più grande di lei per approfondire (per fortuna, pensò lui) - che le scriveva di immaginare di sfiorarla e toccarla al buio.
Fu così che lui per provocarla disse "Allora lo faremo io e te!".
Per più di una settimana le innocenti conversazioni pomeridiane si alternavano a bollenti telefonate notturne dove lei sapeva fargli sentire perfettamente quanto la sua fica fosse bagnata. Era eccitata e appagata sentendo di provocare i suoi orgasmi, immaginandolo col suo membro stretto fra le mani a schizzare probabilmente sul letto o sul tavolo mentre fantasticava che ciò avvenisse invece sulle proprie tette. Anche questa attività notturna in realtà era un deja-vue per entrambi: c’è chi non è in grado di assegnare alla mente il ruolo di principale organo sessuale, quello dove si scatenano fantasie, eccitazioni, orgasmi e quindi guarda con scherno quelli che sanno godere anche col sesso virtuale, giudicandoli degli sfigati o dei segaioli.
E se gli sfigati fossero loro, capaci solo di ripetitivi atti di ginnastica sessuale che coinvolgono solo i propri organi sessuali senza nemmeno immaginare quanto sia eccitante stimolare la propria mente?
Una sera lui nelle loro telefonate descrisse alla perfezione il famoso incontro al buio: due corpi che si cercano, si sfiorano nel buio di una stanza, poi lui che la spinge contro il muro, apre la sua camicetta, inizia a stimolare con la lingua i suoi capezzoli turgidi, infila la mano sotto la gonna corta e - nel sentire il perizoma intriso del suo desiderio - le alza una gamba e la penetra, per poi farla girare e prenderla da dietro fino a raggiungere un rapido orgasmo.
Entrambi si eccitarono molto nell'immaginare quella scena per cui forte tornò nelle loro menti il desiderio di vivere un'esperienza che per entrambi sarebbe stata inedita.
Quando lui qualche sera dopo le chiese di uscire, notoriamente lo step 4, decise di giocare il tutto per tutto e le chiese di farsi trovarsi ad un casello autostradale poco distante da casa sua.
Non si aspettava una risposta affermativa, pensava che alla fine si sarebbero incontrati come tutti per il solito cocktail, modello speed date, il cosiddetto step 5, per poi magari poco alla volta (o subito) ritrovarsi nello stesso letto, il famigerato step 6.
E invece la sventurata rispose, direbbe il Manzoni.
A pochi metri da quel casello lui aveva letto di un hotel quattro stelle, utilizzato anche per le riprese di una nota soap opera televisiva pomeridiana, che avrebbe garantito charme all'incontro e quindi prenotò immediatamente una camera.
Lei, uscendo di casa in un misto di agitazione e paura, non lo poteva immaginare e più semplicemente pensava a come sarebbe potuto essere un incontro in un parcheggio a fianco dell’autostrada.
Dove sarebbero andati? E il buio fantasticato?
Certo il fatto che lei al telefono volle precisare che si sarebbe presentata all’incontro con dei castigatissimi jeans, anche piuttosto stretti da sfilare, non sembrava certo deporre a favore del suo piano di regia e quindi si sentì un po’ idiota nel trovarsi oramai da solo dentro una stanza d’albergo.
Ma non c’era più tempo per i ripensamenti: lei aveva mandato un sms (all’epoca non esisteva whap) avvisando che era partita e si stava quindi avvicinando al luogo dell'appuntamento, lui a quel punto con fare trafelato preparò l'atmosfera nella stanza: si era portato il necessaire per preparare un Kir Royal per cui vanno pazzi i francesi e anche del pregiato rhum, ricordo di una vacanza a Santo Domingo, per un ipotetico CubaLibre post serata. Il kit era completato da una colonna sonora di arpa celtica e qualche bastoncino di incenso profumato.
Nello spegnere le luci della stanza e tirare la tenda della finestra sentì il cuore battere all'impazzata: era veramente buio pesto.
Lei era ormai giunta al casello e solo quando lui le disse di percorrere la strada laterale fino in fondo, capì che non si sarebbero "visti" nel parcheggio, ma in quel famoso albergo dove lei cento volte era passata davanti distrattamente senza immaginare che un giorno (anzi una sera) sarebbe potuto diventare nei suoi ricordi un luogo dove aveva vissuto un’esperienza indimenticabile.
Mille pensieri oramai passavano veloci nella sua mente: si chiese se era sicura di quello che stava facendo, in fondo non sapeva nulla di lui. E se si trattava di una persona pericolosa? E se aveva mandato un amico?
Dopo essersi sentita un po' una puttana di alto bordo nel varcare la reception e lasciare il documento chiedendo della stanza 210, come se dovesse raggiungere un cliente, fu sul punto di tornare indietro una volta arrivata davanti alla porta chiusa.
Sapeva che era l’ultima possibilità, ma era ancora in tempo secondo la sua razionalità.
Lei al telefono una volta peràò gli aveva detto che amava giocare e andare fino in fondo, non poteva mollare proprio adesso e al diavolo tutto, bussò.
Il bagliore del corridoio fece contrasto col buio pesto che si trovò davanti, entrò timidamente e la porta della stanza si richiuse immediatamente.
Due sconosciuti erano insieme in una camera d'albergo ma non potevano vedersi.
"Hai la stessa voce che al telefono" disse lui per rompere il ghiaccio.
"Ho preparato un cocktail di benvenuto" aggiunse porgendole il bicchiere con il Kir (oggi non sarebbe più possibile, tutti penserebbero immediatamente alla droga dello stupro)
Lei aveva perso quell'aria sensuale e provocante che aveva saputo darsi al telefono e sembrava piuttosto un agnellino impaurito.
Lui capì immediatamente che la scena immaginata del prenderla contro il muro era un ricordo ormai lontano e più volte - mentre chiacchieravano con un po’ di imbarazzo fu sul punto di accendere la luce per porre fine al disagio di lei.
Ma all'improvviso lei salì a cavalcioni sul suo corpo ed iniziò ad accarezzarlo, si chinò per fargli sentire tutta la dolcezza delle sue labbra e la perfezione dei suoi seni, il cui profilo fu l'unica cosa che lui riuscì a distinguere in quell'incredibile notte.
Pochi minuti dopo si ritrovarono nudi e uniti in un mix di dolcezza e sensualità come se fossero da sempre complici. Dopo averla baciata e stimolata con la lingua morbida, che sapeva muoversi con dolcezza su tutto il corpo, lui per un abbondante quarto d'ora si perse fra le sue gambe, sentendo ripetutamente colare sul viso il suo piacere.
Per un attimo gli venne anche da sorridere pensando alla situazione paradossale: nella vita gli era capitato di far sesso con alcune donne che poi quando ti rivesti ti chiedi "come hai fatto?" ed ora che invece aveva la sensazione di sentire fra le braccia una delle ragazze più belle che gli fossero capitate, non la riusciva a vedere!
Fu quella notte che lui percepì quanto diventano amplificate le sensazioni non potendo contare sulla vista, una costrizione che stimola all'estremo gli altri sensi: il tatto in primis, ma anche l'olfatto, l'udito e - perché no - il gusto!
Quando lei non ce la fece più a resistere alla sua lingua, dopo aver più volte gemito di piacere, lui le salì sopra per infilare il suo turgido membro nella fica bagnata e venire dentro di lei probabilmente prima di quello che entrambi avrebbero voluto! Ma il contesto era stato troppo eccitante per sapersi trattenere.
Si ritrovarono reciprocamente stupiti dalla dolcezza provata nel farsi le coccole, come se - anziché non essersi ancora mai visti - fossero amanti da una vita.
Si ritrovò stupita, una volta vestita e pronta ad andare via, nel sentire il suo cazzo nuovamente duro come il marmo. Fu così che buttò nuovamente all'aria i vestiti e questa volta fu lei a prendere in bocca quel membro che nel buio poteva solo assaporare, ma non le fu consentito per molto.
La dolcezza di pochi minuti prima venne sopraffatta dalla voglia di sesso sfrenato, lui si sincerò con le dita che fosse nuovamente bagnata, cosa che a lei sembrava riuscire con una naturalezza disarmante - e iniziò a penetrarla con vigore. Sotto i suoi colpi la stretta fighetta sembrava doversi squarciare, lei si girò per continuare a farsi prendere stringendo forte con le mani il poggiatesta del letto che iniziò a oscillare e sbattere contro il muro. Questa volta il suo seme non ne voleva sapere di uscire e quindi continuò a prenderla con decisione fino a quando lei - stremata - disse basta.
Con fra le mani un Cuba Libre decisero che il gioco doveva finire come era iniziato e quindi rigorosamente al buio uscirono in tempi separati da quella stanza che aveva suggellato una meravigliosa fantasia che per entrambi era diventata realtà
Mentre tornava verso casa, lui, ancora ebbro di emozione, voltò lo sguardo verso il cielo e gli sembrò di vedere che quella luna piena che dal finestrino lo stava accompagnando al rientro in città gli stesse strizzando l’occhio sorridendo.
Non si incontrarono mai più, consapevoli a malincuore entrambi che mai sarebbe stata ripetibile un'emozione così forte.
Ho dei ricordi vaghi di come finì, probabilmente ci si scambiò qualche messaggio ancora per qualche tempo, per poi perdersi ognuno nelle proprie vite e nelle proprie relazioni.

Ancora oggi ogni volta che guidando in solitudine mi compare la luna piena, il ricordo va a quella meravigliosa notte che ha successivamente ispirato altri momenti piacevolissimi, dove però la nel frattempo sopravvenuta conoscenza e pratica del massaggio sensuale e sensoriale ha messo al centro dell’attenzione e della realizzazione delle fantasie quelle donne con il “coraggio” di entrare in una stanza buia e spogliarsi per ricevere un prolungato massaggio sensoriale che le faccia sentire in una dimensione spazio temporale mai provata in precedenza
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