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Lui & Lei

Il bello dei b&b


di LoveFree90
20.01.2022    |    8.754    |    2 9.4
"Lontano dalla routine quotidiana..."
Avevo bisogno di evadere, di stare da solo qualche giorno. Lontano dalla routine quotidiana. Sarebbe andato bene qualsiasi posto, l’importante che fosse una zona dove non c’era rischio che incontrassi qualcuno di conosciuto. Se proprio doveva capitare di fare quattro chiacchiere, doveva trattarsi di un viso nuovo e possibilmente di una donna. Nei miei pensieri c’era quello di scopare, solo per il gusto di farlo, senza lasciare strascichi. Nel caso non avessi incontrato nessuna avrei optato per qualche escort. Non mi importava. Volevo solo fare sesso senza alcun tipo di coinvolgimento. Scelsi Bologna, non ci ero mai stato ma ne avevo sempre sentito parlar bene, e viste le mie intenzioni avevo già consultato un sito di incontri a pagamento. L’obiettivo praticamente era staccare la spina ed eiaculare. Punto.

Arrivai con il treno alle 18:30 circa. Avevo prenotato un BB non molto distante, e avevo intenzione di raggiungerlo a piedi e fare quattro passi, ma siccome faceva freddo e piovigginava salii sul primo taxi e in 5 minuti ero a destinazione.

La reception restava aperta fino alle 18 per cui mi mandarono su whatsapp i codici per aprire il portone, e quello per la cassetta di sicurezza per prendere la chiave della stanza.

Entrai in ascensore e mentre si stavano per chiudere le porte una ragazza di corsa entrò dentro.

-“Giusto in tempo..”
-“Che piano?” Chiesi.
-“Secondo, alloggio al B&b.”
-“Ah bene anche io.”

Alta un metro e sessanta circa, capelli neri e occhiali neri spessì che nascondevano un po’ due occhi scuri e grandi e labbra carnose ma non troppo. Indossava un pantalone corto nero e calze spesse con disegni ricamati, un maglione arancione a collo alto è un cappotto lungo nero aperto. Il maglione era molto aderente disegnava in modo perfetto un seno grande, una quarta doveva essere. Il sedere era nascosto dalla lunghezza del cappotto, ma di sicuro sopra quelle gambe e sotto quelle tette ci doveva essere un bel culone.
La osservavo dallo specchio dell’ascensore.

-“Appena arrivato?”
-“Si adesso proprio. Tu?”
-“Io sto da tre giorni, parto domani mattina.” Rispose.
-“Sei campana mi sa, giusto?”
-“Sisi della provincia di Salerno. Tu? Sei di Napoli scommetto.
-“Si vede così tanto?” Chiesi sorridendo.
-“Abbastanza dai, voi napoletani avete qualcosa in più.”

Quest’ultima frase mi lasciò un attimo interdetto. Ci stava provando? Voleva che ci provassi io? O mi stavo facendo un film come al solito?
Non ebbi il tempo di rispondere che si aprirono le porte. Ci incamminammo verso le stanze.

-“Ecco io sono arrivato.”
-“Oh siamo vicini di stanza quasi, io sto alla fine del corridoio.”
-“E’ stato un piacere.” Dissi.
-“Piacere mio.” Si girò mentre camminava.

Temporeggiai prima di aprire la porta facendo finta di prendere delle cose dalla tasca. Volevo vedere la stanza e se mi avesse guardato ancora. Se si fosse rigirata prima di entrare allora voleva scopare.
Apri’ la porta, prima di entrare mi guardò e sorrise.
Ci guardammo per cinque secondi da lontano, per poi prendere una decisione d’istinto e coraggiosa.
Le andai incontro è arrivatole davanti senza dire niente provai a baciarla. Non si ritrasse, anzi, lascio’ cadere la borsa e accolse la mia lingua nella sua bocca. Non aspettava altro credo. Mentre la baciavo quasi ansimava. Entrammo in camera sua senza staccarci, chiusa la porta ci togliemmo subito i giubbotti. Come avevo immaginato aveva un gran culo grande e duro che le palpavo forte insieme alle tette. Le tolsi il maglione e il reggiseno che libero’ una quarta abbondante e morbida.
La prima cosa che notai fu che aveva un piccolo tatuaggio fra quelle tettone il che mi arrapo’ da morire. Che porca pensai.
Una alla volta le prendevo in bocca per intero che non ci stavano tutte talmente erano grandi. Succhiavo quei capezzoli e leccavo il tatuaggio. Gemeva forte e mi ci spingeva la testa in mezzo. Le piaceva da morire.
Si sbottono’ da sola il pantalone e lo lasciò cadere. Stavamo davanti allo specchio e vidi finalmente quel culone da vacca coperto dalle calze e sotto un perizoma che ne delineava perfettamente la forma.
La feci girare, mi inginocchiai e le sfilai le calze prima e il perizoma dopo.
Senza che glielo chiedessi si appoggiò alla scrivania, mi mise il culo in faccia. Glielo aprii a due mani e iniziai a leccare. Adoro questa pratica, mi piace da morire infilare la lingua nel buco del culo, bagnarlo con la saliva e vedere come si apre a poco a poco che lo sfintere si rilassa.

-“Oh cazzo..siii…così…sei un porco…”

Infilavo anche due dita nella fica già bagnatissima. Credo fosse già pronta per venire. La feci stendere sul letto a gambe aperte e mi ci buttai con la faccia. La aveva pelosa, il che nascondeva un po’ il clitoride grande e rosa. Era una fica irregolare, bella, aperta e carnosa. Mi piace quando sono così perché oltre a leccarla, quei pezzi di carne che sporgono tutto intorno si possono praticamente mangiare.
E fu quello che feci per parecchi minuti. Ci ficcavo la lingua, il naso, scendevo giù per il culo dove pian piano ci infilai un dito che accolse con piacere.

-“Continua..non ti fermare..vengo..porco fammi venire…ahh..ahhh..siii..”

Urlava e si contorceva mentre raggiunse un orgasmo fortissimo. Doveva essere troppo infoiata. Non chiedeva altro che godere.

Io ero ancora vestito in tutto questo. Mi ero dedicato prima al suo piacere. Mentre lei ancora ansimava sul letto, mi tolsi il maglione e le scarpe. Lei si avvicinò e mi baciò forte come per dimostrarmi quanto avesse apprezzato. Mentre lo faceva mi sbottono’ i pantaloni e me li tolse insieme alle mutande.

-“Ti piace prenderlo in bocca?”
-“Giudica tu..”

Me lo sego’ mentre mi leccava le palle, poi lecco’ l’asta e arrivò alla cappella. La prese in bocca, vedevo quelle labbra carnose che sembravano una ventosa. Segava e succhiava, non ingoiava la saliva, lasciava che bagnasse cazzo e palle.
Mi metteva le mani sul culo e si spingeva fino a che non le venivano i conati di vomito.

-“Ma quanto sei porca…sei una succhiacazzi proprio..”

Aveva la faccia piena di saliva, i capelli in disordine, quelle occhiaie appena accennate che rendono le donne piu troie.

La feci alzare, la baciai qualche secondo e la girai a pecora sul letto.

-“Mettimelo dentro ti prego…anche due secondi fammelo sentire…”

Presi un preservativo dallo zaino, e la scopai forte a pecora.

-“Siii..così…chiamami Troia..dimmelo…dimmi che sono Troia..”
-“Ti piace il mio cazzo troia…sei una vacca…”
-“Ahhhh…siii…che cazzo che hai…”
-“Che puttana….siii…vengo…”

Non durai parecchio, ma fortuna che l’avevo fatta godere anche prima.
Assestai gli ultimi colpi come un animale, forti e profondi prima di togliermi il preservativo e sborrarla sulle tette e su quel tatuaggio.
Se le strinse e accolse il mio sperma con piacere. Se lo spalmò per bene per poi leccarsi le dita.

-“Mamma mia ma quanto sei porca..oggi è proprio il mio giorno fortunato..”
-“Mi sa di sì..avevo talmente tanta voglia di cazzo che mi sarei scopata chiunque…sono contenta di averlo fatto con te, sei un bel porco anche tu.”

Mi avvicinai e la bacia in bocca.
Un po’ per i riscaldamenti, un po’ per la situazione ero tutto sudato.

-“Se vuoi puoi farti una doccia, c’è tutto l’occorrente.”

Non potevo rifiutare, quell’invito era una chiara allusione al fatto che ancora non ne aveva avuto abbastanza, e che era ancora infoiata.

-“Si grazie. Volentieri.”

Stetti una decina di minuti sotto l’acqua calda. Rilassai la mente e il corpo. Mentre mi asciugavo, nel silenzio del bagno sentivo ansimare leggermente.

-“Mmmm…ahhh…mmm..”

Uscii senza far rumore dal bagno con l’asciugamano in vita e vidi la scena più arrapante per me e per ogni uomo credo.
Lei in mezzo al letto appoggiata alla spalliera con le gambe aperte che si masturbava. Mi guardò ma non si fermò anzi, era come se non ci fossi.
Presi la sedia e mi sedetti a godermi lo spettacolo. Lei mi guardava con quel sorriso da puttana, si metteva le dita in bocca e poi giù dentro la fica. Due, tre, entravano facilmente. Alternava movimenti dentro e fuori e sopra e sotto, quando stava per venire alzava le gambe per arrivare più in profondità. Sfilava le dita lucide di fica e me le mostrava prima di leccarle tutte, per poi ricominciare. Venne tre forse quattro volte di fila, era assatana.
Mi toccavo il cazzo che era quasi di nuovo pronto. Mi avvicinai a lei:

-“Continua Troia..mi fai arrapare come un porco così…”

Prese la mano che aveva nella fica e me la mise in bocca.

-“Lecca porco, lecca tutto..così bravo…”

Sapeva di donna, di donna arrapata. Era fradicia, ci sarebbe entrato il pugno. La feci stendere e tirai le gambe a me quasi fuori dal letto. Le misi prima due e poi tre dita e facevo su e giù. Sentivo quel rumore di bagnato, di acqua sempre più insistente.

“Vuoi vedere che sta Troia squirta?” Pensai
“Non ti fermare..non ti fermare..più forte…vengooo..vengoo..”

Gliela sfondai letteralmente finché dalla fica uscirono numerosi schizzi che bagnarono le lenzuola. Lei urlava e tremava.

-“Hai squirtato porca..guarda.”

Le mostrai la mano ancora gocciolante. La afferro’ e la lecco’ tutta.

-“Mmm..che buono..mmm..sei un animale..mi hai fatto schizzare…fallo ancora..”

Stavolta mi misi in ginocchio sul letto, in modo che potesse prendermi il cazzo in bocca mentre la masturbavo. Non dimenticherò mai più quella scena. Lei stesa gambe all’aria col mio cazzo non in bocca, in gola lo teneva, e io che mi allungavo per metterle quattro dita nella fica per spingere violentemente finché non schizzo’ ancora più forte di prima.
Oltre al letto anche il muro era ricoperto di schizzi. Non potette urlare stavolta perché praticamente mi ero messo a cavalcioni sulla sua testa e le scopavo la gola.
Tolsi il cazzo pieno di saliva dalla bocca e lo strusciai sulla faccia. Potevo farle qualsiasi cosa. Alzai una gamba e mi feci leccare le palle, il sotto palla e il buco del culo. Cavolo se era brava!! Non capii più niente.
Mi posizionai davanti, non pensai nemmeno a prendere un preservativo. La scopai come un pazzo furioso.

-“Porco **o siii…vaiii…non ti fermare…ahhhhhh…”
-“È anche il tuo giorno fortunato troia…stai godendo come una vacca…”

E venne, venne ancora stavolta col cazzo. Era troppo arrapante guardala godere. Si dimenava come l’esorcista.
Ora non mi restava una cosa da fare, e non potevo non farla.

Mi alzai e la feci inginocchiare.

-“Vengo porca…la vuoi la mia sborra?”
-“Si che la voglio..sborrami in bocca..tutto quanto..”

E nel frattempo teneva la lingua di fuori. Mi segavo e guardavo la scena dallo specchio in modo da vedere bene il profilo di quelle tettone, quel culone e quell’accenno di pancia che rende ogni donna più femmina e più porca.

-“Sborroo…sborro Troia…eccolo…ahhhh…ahhhh”

Tre quattro schizzi tutti in bocca, qualcuno più debole alla fine le andò sul viso. Ingoio’ tutto, nemmeno una goccia sputo’ fuori. Continuò a succhiare finché il cazzo non fu pulito e moscio.

-“Non credo di aver mai scopato una Troia come te”
-“Ti confesso che non avevo mai squirtato, bravo davvero.”

Stava lì distesa, soddisfatta credo, aveva goduto tanto. Era bellissima.

Io ero di nuovo tutto sudato.

-“Cavolo mi ci vorrebbe un’altra doccia.”
-“Si hai ragione, però stavolta valla a fare in camera tua che devo riposare.”

Mi liquido’ come se la puttana fossi stata io. Era stata lei ad usare me.
Ci salutammo dicendo che magari avremmo fatto colazione insieme il giorno dopo.

La mattina seguente quando uscii notai che lei già se ne era andata.
Non l’ho più vista ne sentita. Che gran puttana.


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