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Lui & Lei

IO E VALERIA – Prima parte


di Doctor_Wild
03.01.2024    |    3.573    |    2 9.2
"Non riuscivo a staccare gli occhi da quel bel culo invitante che desiderava il mio membro ora durissimo, avevo bisogno di penetrarla, di accontentare lei e me..."
Io e Valeria ci eravamo lasciati poche settimane prima, dopo 10 anni, di cui 5 di convivenza.
Diceva di non amarmi più, che era cambiato tutto, che tutte le delusioni subite e il mio comportamento non avevano fatto altro che far sparire l’amore, allontanandola da me e dal desiderio di un futuro insieme.
Come se l’amore possa essere cancellato così, come se niente fosse, semplicemente passandoci sopra una spugna.
Mancava la voglia di riparare quel vaso ormai rotto.

Da allora, dopo una breve convivenza forzata, abbiamo vissuto le nostre vite separatamente.
In realtà, vuoi per le amicizie ormai condivise, vuoi perché la nostra era una piccola città, ci si vedeva frequentemente, ed entrambi ci sforzavamo di fare finta di nulla, finta di stare bene da soli quando dentro invece soffrivamo, ognuno a modo proprio.
Apparentemente vivevamo la nuova vita da single con trasporto ed entusiasmo, immersi nel lato godereccio dell’estate in litoranea, tra locali, alcool, nuove amicizie, flirt e scopate con sconosciuti di cui non ci importava nulla.
Eravamo decisi a vivere le nostre esistenze appieno, con un sentimento reciproco di rivalsa l’uno nei confronti dell’altra, inebriati da quella nuova vita che si apriva dinanzi, tutta da gustare.

In verità le cose erano ben diverse, non si poteva mentire a sé stessi, e il dolore e il rammarico, almeno inizialmente, affioravano intensamente.
Capitava di vedersi a vicenda in compagnia di altre persone, intenti a vivere le varie situazioni che si presentavano, che fossero uscite a cena, serate ad alto tasso alcoolico in discoteca ballando appiccicati a partner rimorchiati o semplici chiacchierate in spiaggia con amici.
Questi incontri non facevano altro che agitare il cuore e la mente di entrambi, ancora sottilmente legati da quel filo trasparente ma indissolubile che lega due persone legate da un rapporto profondo, intimo, da non poter essere mai veramente spezzato.
Provavamo ad ignorarci, ad ostentare una apparente felicità, ma tutto quello che davvero succedeva era che pensavamo continuamente all’altra persona, dal vivo, sui social, durante i discorsi con gli amici.

Col passare delle settimane però il risentimento ha fatto posto alla malinconia, la voglia di rivalsa si è trasformata in voglia di stabilità emotiva, di riconquistare una pace interiore che possa proteggere il Sé: era l’istinto di sopravvivenza.
E così, poco alla volta, quegli incontri erano occasioni per parlare un po', dapprima timidamente e con un certo disagio, poi via via sempre più sciolti, ricordando i vecchi tempi con quella complicità che ci univa, mai abbandonata.
A volte ci si scambiava qualche messaggio prima di dormire, ritornando ad una quotidianità che ci apparteneva; altre volte ci si scambiava un favore, un passaggio per la stazione, un souvenir di ritorno da un viaggio, come a dirsi “ti penso”.
Succede quando ci si vuole ancora bene, quando non si può fare a meno di apprezzarsi reciprocamente, di stimarsi.

Da alcune settimane vivevo in un appartamentino affittato vicino il centro, 50 mq in un piano ammezzato, di quelli che potremmo definire garçonnière, una dimensione che a me stava benissimo poiché facile da pulire, già ammobiliato e riservato.
Quella sera ero tornato a casa da una serata ad alto tasso alcolico e sessuale, un appuntamento con una bellissima ragazza separata da poco, conosciuta tramite FB, che senza giri di parole mi aveva invitato ad uscire. Incontro sulla spiaggia al tramonto, stesi su un telo, quattro chiacchiere, una bella pomiciata e una scopata selvaggia tra la macchia mediterranea con i passanti che sfilavano ignari sul litorale della località balneare, il tutto coronato da un inaspettato quanto spettacolare ingoio dopo lunga fellatio.

Sdraiato sul letto, stanco ma ancora su di giri, ricevo un messaggio di Valeria.
Rispondo subito, e dopo un po' di chiacchiere su vari argomenti mi chiede come stessi. Le scrivo che stavo bene, che era carina a chiedermelo e ricambio la domanda, alla quale però mi risponde inaspettatamente che, invece, lei non stava bene, non mentalmente ma fisicamente.
Dopo un primo momento di preoccupazione, mi dice che non aveva nessun problema di salute, ma semplicemente…era in astinenza, astinenza da sesso.
Saranno stati gli ormoni che ballavano dentro il suo corpo, ma ha iniziato a scrivere che non andava a letto con qualcuno da più di un mese, che non provava interesse per nessuno e che nessuno era riuscito ad accendere in lei la scintilla del sesso, nonostante avesse frequentato molti uomini.
Aveva voglia di scopare, aveva terribilmente voglia di un uomo dentro di lei.
Mi confessa che si stava bagnando anche in quel momento, solo a digitare sulla tastiera dello smartphone quelle frasi. Le ho detto, quasi con distacco, che poteva sempre masturbarsi, magari con quel vibratore che le avevo regalato l’anno prima, quello con cui abbiamo giocato qualche volta insieme ma mi ha risposto che lei non amava usarlo da sola, semplicemente non praticava la masturbazione, lei concepiva il sesso solo con altre persone e come completamento di sé attraverso un altro uomo.

La mia mente ha cominciato a viaggiare, Valeria mi ha sempre molto attratto fisicamente, anche ora dopo anni lei non è mai cambiata, stesso meraviglioso e stretto sedere, su un fisico minuto ma tonico e sempre allenato. In più, qualche mese prima della fine della nostra relazione, dopo anni di risparmi si era regalata un paio di tette quarta misura che hanno alzato la sua carica sessuale a livelli altissimi.
Purtroppo, non ho potuto godere tutto ciò se non per pochissime volte; col senno di poi, avrei dovuto capire che erano un segno della crisi del nostro rapporto, uno di quelli che lanciano molte donne quando desiderano cambiamenti nella propria vita, ma che spesso finiscono solo per accettarla passivamente, vivendo con le proprie frustrazioni e accontentandosi di un nuovo colore o taglio di capelli.

Cogliendo la palla al balzo, ormai con un’erezione violenta, ho iniziato a nominare amici, conoscenti o ex con cui sapevo era stata in quei mesi, dicendole che avrebbe potuto andare con loro, tanto ero sicuro che le sarebbe bastato schioccare le dita per ottenere quello che voleva.
Alla fine, mi scrive quello che avrei voluto leggere dall’inizio, ovvero che se doveva farlo con qualcuno solo per sfogarsi, allora tanto valeva farlo con me, con cui avrebbe avuto quel trasporto emotivo che le mancava. Con me sarebbe andata sul sicuro, perché io sapevo quello che le piaceva e perché il sesso tra di noi è sempre stato coinvolgente e molto animalesco.

Valeria era per il sesso duro e puro, preferiva essere schiaffeggiata e insultata che coccolata, adorava provocarmi e portarmi al limite, vedere nei miei occhi quello sguardo che nasceva dalla passione rabbiosa, perché sapeva che così l’avrei fatta godere ancora di più. Non si accontentava di fare l’amore, lei voleva il sesso in tutte le sfumature, voleva provare le cose che sognava di notte e mettere in pratica le nostre fantasie più recondite.
Tutto questo a me è sempre piaciuto terribilmente, le nostre sessioni erano lunghe e sudate, condite con il pepe delle voglie, dei racconti e desideri di entrambi.

Le scrivo perciò che sono lusingato e contento di leggere quelle parole, ovviamente accetto con entusiasmo, senza far trasparire la mia voglia, semplicemente assecondandola.
La invito da me nei giorni successivi, dopo il suo turno di lavoro, a bere un bicchiere di vino e ci accordiamo per il giorno dopo, avrebbe finito il turno a mezzanotte e sarebbe passata direttamente.

L’indomani mattina mi alzo tardi, prendo il telefono e la vedo online, aprendo la chat scopro che mi ha inviato una foto con un emoji, si era fatta un autoscatto in topless per me corredata dell’impronta delle labbra rosse, e su una tetta aveva scritto col rossetto il mio nome. Quel giorno il mio alzabandiera mattutino fu esemplare!
Sono andato in bagno, ho sfilato gli slip che era l’unica cosa che indossavo la notte, e ho ricambiato con una foto di me nudo allo specchio, in posa indicando il mio pene eretto e le ho scritto semplicemente che era colpa sua.

Siamo andati avanti stuzzicandoci tutta la giornata, con foto esplicite, frasi sconce ed emoji allusivi. La mia eccitazione era a livelli massimi, sono andato al mare per sbollire un po’ e rilassarmi quando mi arriva un messaggio su Messenger, era Graziana, la bella bionda separata che mi invitava ad un aperitivo pomeridiano, ma mi avvertiva che aveva il ciclo e che quindi non potevamo divertirci come avevamo fatto il giorno prima.
Decido di accettare, Valeria sarebbe venuta da me sul tardi, quindi avevo il tempo di organizzarmi. Casa, doccia e via in un locale sulla litoranea, un baretto sulla spiaggia tranquillo, dove lei già mi aspettava in semplice vestitino a fiori e sandali, come una ragazzina in tutto il suo splendore.

Dopo un cocktail leggero e due stuzzichini mi ha detto che voleva andare in auto e farmi un pompino, voleva assaggiarmi di nuovo perché era super eccitata. Così abbiamo salito le scale fino al parcheggio, entrando nella mia auto, ma mentre giravo la chiave per accenderla lei mi ha preso la mano e l’ha bloccata, spegnendo il motore e abbassando subito il mio sedile.
D’istinto ho guardato intorno per vedere se fossimo osservati, ma avevo parcheggiato vicino ad una villa che ci proteggeva dalla vista dalla strada; quindi, ero abbastanza tranquillo che nessuno potesse vederci se non chi percorreva la via laterale allo spiazzo. I miei timori invece non sfioravano minimamente lei, che si è subito prodigata.
Mi ha sfilato velocemente i bermuda che indossavo e si è fiondata sul mio pene che non era ancora completamente eretto, ma sorridendo in segno di approvazione lo ha preso nel suo caldo palmo.
Per i successivi quindici minuti non ha più parlato, concentrandosi sul suo giocattolo e limitandosi a guardarmi con i suoi profondi occhi celesti. Ancora oggi ammetto che è stato il lavoro di bocca più bello che abbia mai ricevuto, le piaceva succhiare e tenerlo tutto dentro e si vedeva, ma in quel momento non ero pronto a quello che sarebbe successo da lì a poco.
Sono rimasto estasiato quando ha iniziato a spingersi il mio cazzo fino in gola per due minuti buoni, riempiendolo di saliva e con esso tutto il suo viso ed i capelli, lasciandomi tutto l’inguine e il ventre bagnati.
All’improvviso si è fermata, riprendendo fiato e ho guardato esterrefatto i suoi occhi che ora erano come in trance, circondati dal suo volto arrossato. Il suo vestitino scollato era parzialmente sceso giù, scoprendo il seno piccolo ma con un capezzolo incredibilmente lungo e turgido. Respirava velocemente ora, cercando di riprendersi dallo sforzo fatto; l’immagine di quell’istante, fermata come una polaroid nella mia testa, era la cosa più sexy che potessi vedere.
Ormai la mia eccitazione aveva raggiunto l’acme, ero pronto a venire ma evidentemente lei non era d’accordo. Sempre guardandomi dritto negli occhi si è tolta il vestitino ormai scivolato sui fianchi, gli slip, si è girata di spalle mettendosi a carponi sul suo sedile che aveva reclinato e mi ha invitato a mettere il mio cazzo dentro.
Ero confuso, mi aveva detto che aveva il ciclo e che non avremmo potuto farlo, la cordicella del Tampax che spuntava dalla sua fica esposta me lo stava sottolineando, poi la lampadina si è accesa: lo voleva nel culo! Non avremmo potuto farlo COME il giorno prima, mi aveva detto, ma non che non lo avremmo fatto… Non appena realizzato quello che stava per accadere, mi sono spogliato completamente, ho preso in mano il pene ancora pieno di saliva e mi sono posizionato dietro di lei.
Ho abbassato il suo sedere fino a far toccare i suoi talloni e le sue natiche, così da avere la giusta visione e ho iniziato a leccare il suo buchino, come se stessi mangiando un gelato dal cono. L’ho sentita sussultare (anche lei non vedeva l’ora) così ho spinto la punta della lingua dentro, dapprima con difficoltà ma quando lei ha iniziato a rilassarsi ho potuto spingerla completamente, cominciando a scoparla così, semplicemente con la mia bocca.
È bastato poco per iniziare a farla gemere, da sotto ha allungato la sua mano tra le gambe e si è infilata l’indice e il medio già bagnati nell’ano, facendoli roteare dentro e allargando il buco ancora di più, ho aggiunto un altro dito alle sue e quando ha inarcato il culo verso l’alto ho capito che era pronta.
Il mio cazzo si era un po' asciugato, così l’ho inumidito di nuovo con la mia saliva e l’ho appoggiato tra le sue natiche, ha iniziato a muoversi strofinandosi sotto il mio membro, in una sorta di danza che aveva su di me un effetto ipnotico. Non riuscivo a staccare gli occhi da quel bel culo invitante che desiderava il mio membro ora durissimo, avevo bisogno di penetrarla, di accontentare lei e me.
L’ho afferrato e l’ho guidato verso il centro, il glande è entrato dentro con una piccola spinta, dopodiché mi sono fermato qualche secondo per capire se le facevo male. Con un gesto veloce si è sollevata da sotto, inarcando la schiena, e si è infilata il cazzo completamente dentro, facendolo sparire magicamente.
Le mie palle ora toccavano la sua fica, potevo sentire la cordicella penzolante che le solleticava, mentre entrambi assaporavamo la posizione e le sensazioni. Lentamente si è abbassata mostrando nuovamente il mio membro bagnato, per poi rialzarsi velocemente e risucchiandolo dentro di sé.

Per alcuni minuti ha continuato a scoparmi così, aumentando sempre più il ritmo e la forza, spingendosi ancor più velocemente e violentemente contro di me. Non facevo nulla se non guardarla, colpendole le natiche con le mani e tenendole allargate, ormai ero rapito dal suo movimento e dalle sensazioni che il mio pene mi dava, i miei terminali nervosi erano in tilt, la mia mente completamente concentrata a godersi il culo di quella donna così eccitata ed eccitante.

Sono trasalito quando l’ho sentita gridare nel momento in cui si è fermata, spingendosi forte il mio cazzo dentro, in preda ad un orgasmo fortissimo. I muscoli del suo ano si contraevano a ritmo di quelli della sua fica e il suo corpo tremava in maniera incontrollata; mi godevo quello spettacolo esclusivo mentre il suo viso era sepolto nello schienale del sedile, coperto dai capelli biondo cenere.

Tutto ciò mi ha condotto al limite, avevo resistito per troppo tempo ed ora era il mio turno. Mentre lei ancora tremava in preda agli ultimi e lunghi spasmi della sua vagina, ho iniziato a muovere l’asta fuori e dentro di lei, facendola sospirare, prolungando il suo climax e portandomi rapidamente al mio. Mi sono piegato in avanti, appoggiandomi con tutto il mio peso sulla sua schiena e sono venuto dentro il suo culo, schizzando il mio seme in profondità mentre lei contraeva involontariamente l’ano alla base del mio pene, accentuando il piacere e prolungando la sensazione.

Dopo lunghi minuti di riposo, ognuno sdraiato sul proprio sedile, ci siamo scambiati un bacio appassionato, con le nostre lingue che si sono intrecciate lentamente, come a volerci ringraziare l’un l’altra per quello splendido sesso. Senza dirci null’altro che un ciao, ci siamo rivestiti e poi lei è scesa, dirigendosi verso il suo scooter, lasciandomi addosso la sensazione, poi rivelatasi sbagliata, che non l’avrei più rivista.
Ho acceso l’auto e sono partito verso la città, i pensieri vagavano tra quello che era appena successo con Graziana e quello che sarebbe successo più tardi con Valeria.
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