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“Mettimelo nel culo, ti prego"


di Claire1980
22.09.2024    |    8.437    |    11 9.8
"Salutarono Chiara, che pareva voler sparire dalla faccia della terra, poi salutarono pure me..."
Quel giorno di un sacco di anni fa, io e Chiara decidemmo di andare alle Torri d’Europa, il centro commerciale di Ponziana, quello che ormai, purtroppo, sta chiudendo. C’era quel bar che ci piaceva, facevano uno spritz con tanto di rebechin niente male. Arrivammo lì, il bar era strapieno, e appena ci sedemmo... boom, non potevo crederci: Boris, l’amante di mia moglie, seduto con un altro stronzo. Dopo scoprii che pure lui lo conosceva Chiara, ovviamente. Li beccai subito, ma me ne stetti zitto, feci finta di non sapere niente, perché a quel punto Chiara non aveva idea che io fossi già a conoscenza di tutto il suo teatrino. Quando se ne accorse pure lei, si fece di colpo nervosa, tutta rigida.
“Amore, non mi sento bene... forse è meglio se ce ne andiamo,” disse, guardando verso il tavolo dove Boris se ne stava seduto con il suo amico. Aveva quella faccia da colpevole che cerca di mascherare il panico.
La guardai senza troppo farci caso, facendomi scivolare la cosa addosso.
“Ma dai, hai appena ordinato lo spritz. Magari è solo perché hai lo stomaco vuoto, mangia qualcosa."
“No, davvero... non mi va.”
“Chiara, smettila. Hai quella faccia strana solo perché c’è qualcuno che conosci?” dissi con un mezzo sorriso, guardando verso i due campioni. “Guarda, se vuoi vado io a salutarlo, così ti rilassi. Tanto lo sai, non mi interessa niente di queste cose.”
Lei sgranò gli occhi.
“No, no! Non fare niente, davvero. Va tutto bene…”
Mi feci più vicino, abbassai la voce.
“Rimaniamo, ci facciamo due risate, poi andiamo a casa tranquilli. Nessuno ti sta guardando, fidati.”
Chiara annuì, stringendo il bicchiere.

Passarono tipo dieci minuti. Boris e il suo amico, Kevin, si alzarono e vennero verso di noi. Salutarono Chiara, che pareva voler sparire dalla faccia della terra, poi salutarono pure me. Boris si presentò come il “collega di vecchia data” di Chiara, come se non sapessi chi cazzo fosse. Io li invitai a sedersi, facendo finta di niente, mentre Chiara sudava freddo e cercava di non farsi sgamare. Potevo quasi sentire il panico che le scorreva nelle vene, convinta che stessi per fare una scenata.
Dopo due chiacchiere di circostanza, ordinammo delle birre. Feci per alzarmi dicendo che dovevo andare al cesso, avrei fatto in fretta. Prima di andarmene, lasciai il cellulare sul tavolo, accendendo di nascosto la registrazione audio. Volevo farmi i cazzi loro, sapere cosa si sarebbero detti mentre non c’ero. Stetti in bagno un po’, a farmi prendere dal senso di colpa. Non perché spiavo, ma perché ero arrapato come un fottuto adolescente.

Quando tornai al tavolo, Chiara era molto più tranquilla. Mi piantò un bacio sulla bocca da sembrare quasi un gesto di rivalsa. Kevin era già scappato; Boris disse che aveva avuto un imprevisto e se n’era dovuto andare. Bevemmo e parlammo di monate, senza fretta.
Dopo un po’, tornai in bagno a pisciare la seconda birra, stavolta col cellulare per ascoltare la registrazione. Sentii che Chiara aveva litigato con Boris. Gli aveva dato del cretino e gli aveva detto che non voleva che io sospettassi nulla. Boris le rispose che mi sarei insospettito solo se lei avesse continuato a comportarsi in modo strano. Kevin sembrava imbarazzato e se ne era andato con una scusa ridicola. Dopo un paio di birre, era palese che i due cercavano di nascondere lo sguardo, ma non c’era niente di nascosto: era evidente come il sole cosa stava succedendo.

Quando erano circa le 21:50, il centro commerciale stava per chiudere, Boris disse:
“È un peccato che chiuda così presto, si stava così bene assieme.”
”Possiamo continuare a casa… qualche cartone di birra ce l’ho, continuiamo a bere lì!”, dissi.
“Per me va bene! Facciamolo…”, disse Boris.

Una volta soli in auto, mentre Boris ci seguiva, pensavo che Chiara sarebbe stata imbarazzata per il mio invito. Al contrario, era euforica, ‘sta stronza!
Mentre guidavo, mi aprì la patta, mi afferrò il cazzo e cominciò a masturbarlo, baciandomi il collo. In mezzo a tutto quel casino, mi sussurrò all'orecchio che moriva dalla voglia di scopare.
Le parole che mi disse, piene di disperazione e bramosia, mi fecero immaginare tutto quello che probabilmente aveva fatto con Boris. La mia mente iniziò a galoppare e, in meno di due minuti, gli sborrai nella mano. Lei scoppiò a ridere e disse: “Presto come sempre, amore…”

Quando arrivammo a casa, prendemmo le birre dal frigo e andammo in soggiorno.
“Cosa cazzo ho mangiato stasera?” dissi dopo pochi minuti.
“Che c’è amore?”
“Ragazzi, devo essere onesto, ho un mal di pancia che non vi dico. Salgo in camera a riposare un po’,” dissi, cercando di sembrare sfinito.
Chiara mi lanciò uno sguardo preoccupato.
“Sei sicuro? Vuoi che ti porti qualcosa? Magari un po’ d’acqua o un antidolorifico?”
“No, no, niente di che. È solo un fastidio passeggero. Vado a sdraiarmi un attimo.” risposi, facendo un sorriso forzato.
“Se volete me ne vado a casa,” disse Boris.
“No, no, fermati pure,” dissi. “Godetevi tranquillamente le birre voi due, ho solo un po’ di sonno arretrato da recuperare.”
“Beh, se hai bisogno di qualsiasi cosa, fammelo sapere,” disse mia Chiara, cercando di mantenere un tono allegro.
Mia moglie, che era chiaramente eccitata all'idea di restare sola con Boris, mi mandò un sorriso che non lasciava dubbi sulle sue intenzioni. Salutai e salii le scale, ma mi fermai a metà, nascosto dall’angolo, con una visuale chiara sul soggiorno. Rimasi lì, in attesa di vedere che cazzo combinassero quei due, con un misto di curiosità e eccitazione.

La prima cosa che vidi fu Chiara inginocchiarsi davanti a Boris, che sfoderò un cazzo gigantesco, tipo il doppio del mio. Cercava di prenderlo tutto in bocca, ma era in difficoltà e stava quasi soffocando, non riusciva nemmeno a prenderne metà.
Succhiava l’amante con una dedizione che non aveva mai mostrato con me, e cazzo, era questo che mi faceva impazzire. Vederla sbavare sull’uccello di quel bastardo nella nostra casa, mentre lottava con i conati che gli venivano su dall’esofago… mi mandava in visibilio. Ero eccitato come una bestia, così mi segai lentamente, cercando di non venire subito.

Facevano tutto in silenzio, come se avessero la paura fottuta di essere sorpresi. Lei lo spompinò per pochi minuti, poi lui la prese sotto le ascelle e la buttò sul divano, le sollevò con forza il sedere, le gambe divaricate, e la penetrò con un ritmo deciso e brutale. Chiara cercava di trattenere i gemiti, ma era difficile con la furia che Boris le stava riversando addosso.
Non si limitò a scoparla duramente; la dominava con le parole, usando il dirty talk. Sapeva anche lui quanto le piacesse. La trattava come una troia, con voce bassa. La vedevo contorcersi e dimenarsi, il tavolo scricchiolava sotto la pressione, mentre Boris continuava a darle dentro con una potenza che sembrava non finire mai.
“Ti piace il mio cazzo, puttana?” disse Boris tirandole i capelli.
”Si, si, scopami, scopami forte.”
“Dimmi che sei la mia troia”
“S-sono l-la t-tua t-t-roia”, disse Chiara quasi piangendo.
“Sei la mia troia e ti fai scopare mentre il cornuto sta male!”
“Aiinn... aiinn... aiinn…”
“Voglio vederti godere, puttana!!”

Boris aumentò le spinte finché Chiara ebbe un orgasmo che la lasciò senza forze. Le gambe le tremavano così tanto che se non si fosse aggrappata al tavolo sarebbe caduta. Boris estrasse il cazzo dalla fica di mia moglie, ora gonfia e arrossata per il trattamento. Con il cazzo bagnato degli umori di Chiara, si abbassò e cominciò a leccare il buchetto grinzoso della mia piccola puttanella.

“Mettimelo nel culo, ti prego,” disse Chiara.
Boris non si fece pregare e, senza troppi complimenti, le infilò l’uccellone nel culo con un colpo secco, facendola urlare. Anche se cercava di trattenere i gemiti, io potevo sentire il piacere che le esplodeva dalla bocca. Boris pompava furiosamente, il cazzo entrava e usciva dal culo di Chiara mentre la troia si masturbava la figa con fervore. Venne di nuovo in fretta, le mani tremanti per l'eccitazione.

Dopo alcuni minuti Boris afferrò mia moglie e la fece inginocchiare sul pavimento.
“Apri la bocca!”, le ordinò.
Chiara obbedì al suo maschio, che con pochi colpi forti al cazzo le riversò in gola il suo bottino viscoso. Nel posto privilegiato in cui mi trovavo potei vederla ingoiare tutto, senza sprecarne una sola goccia.

Venni quasi in contemporanea con lui, e con la mano imbrattata dal mio sperma, vidi Boris ricomporsi velocemente tirandosi su i jeans e indossando la giacca. Chiara lo accompagnò alla porta dove rimasero a parlare qualche minuto. Dalla mia posizione potevo solo sentire le loro risate, Immaginai che parlassero di me, e mi risalì nuovamente l’eccitazione, Andai finalmente in camera e mi stesti sul letto.

Quando dopo aver salutato il suo amico, essersi fatta una doccia e preparata per la notte mia moglie venne a letto, mi sorprese con il cazzo in mano, occupato a farmi la quarta sega della sera. Mi sorrise, saltò sul letto e mi disse: “Ti aiuto io, amore mio.”




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