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Il mio primo appuntamento su Annunci69


di Claire1980
31.08.2024    |    5.128    |    19 9.9
"Abbiamo deciso di concederci questa serata, di immergerci nella follia del desiderio, e poi chiudere tutto..."
Questo racconto non ha niente di originale. Chissà quanti di voi hanno vissuto la stessa situazione: Annunci69 è nato per questo, no? Per incontrarsi, amarsi, perdersi.
Non ha niente di originale, dicevo, il racconto di un incontro come tanti. Molti lo troveranno banale. Per me non lo è. Perchè è il mio.


Abbiamo deciso di incontrarci al residence, nella suite che la società per cui lavoro mi mette a disposizione quando, una volta al mese, vengo in sede per le riunioni in presenza.

Ci siamo scritti per tanto tempo, coltivando una connessione che è diventata una fiamma nascosta tra le pieghe delle nostre vite. Abbiamo condiviso fantasie, foto, piccoli video, ogni messaggio era un frammento di desiderio proibito, un gioco pericoloso che ci ha avvolti sempre più. Eppure, non abbiamo mai fatto il passo ulteriore, non abbiamo mai attraversato quel confine che ci avrebbe portato fuori dal regno del virtuale. Troppo rischioso. Le nostre vite sono complicate, intrecciate con altri legami, altre promesse. E tu, per quanto tentato, mi hai confessato di non ha mai tradito tua moglie.
Finora.

Ma adesso, mentre il destino ci mette nello stesso luogo, tutto sta per cambiare. Il caso ha deciso per noi, offrendoci questa opportunità inaspettata. Hai un corso di aggiornamento nella stessa città, la scusa perfetta per vederci, finalmente. L'eccitazione è palpabile, ma è avvolta da una consapevolezza fredda e tagliente: questa sarà l'unica volta. La prima e l'ultima.
Abbiamo deciso di concederci questa serata, di immergerci nella follia del desiderio, e poi chiudere tutto. Per sempre.

E’ la Regola con la R maiuscola, quella imposta da mio marito in cambio del “permesso” alle mie scappatelle trasgressive, è la decisione più saggia, ma il pensiero di ciò che ci aspetta ci fa tremare. Sappiamo che siamo troppo pericolosi l'uno per l'altro, che una frequentazione potrebbe cambiare tutto, spezzare ciò che è stato costruito con tanta fatica. Eppure, il richiamo dell'ignoto è irresistibile. Il desiderio di toccare la pelle che abbiamo solo immaginato, di sentire il calore del corpo che abbiamo solo sognato, è troppo forte.
Mentre mi preparo per questa serata, la mente è un turbine di pensieri proibiti. Sarà la prima volta, l'ultima volta, l'unica volta. Ma in quella breve eternità, ci perderemo l'uno nell'altro, sapendo che, dopo, nulla sarà più lo stesso.

Siamo un contrasto affascinante, noi due, vero? Il giorno e la notte che si sfiorano all'orizzonte. Due mondi opposti che si attraggono inevitabilmente. Tu, il ragazzo affidabile e tranquillo, con i piedi ben piantati a terra. La tua calma è disarmante, un porto sicuro in cui è facile perdersi. Riposi in te stesso con un'aura autoritaria naturale, una presenza che comanda rispetto senza nemmeno doverlo chiedere.
Io, invece, un'esplosione di energia. Estroversa, impulsiva, piena di vita. Triestina patoca, parlo in dialetto, gesticolo senza sosta, un vulcano in perenne eruzione. Sono abituata a decidere, a prendere in mano le situazioni nel mio lavoro impegnativo, a essere quella che guida, che detta il ritmo. Ma con te... è diverso.

Nella nostra conoscenza virtuale, queste differenze diventano un gioco di potere e sottomissione, una danza sensuale dove i nostri ruoli si fondono e si scambiano. La tua calma è per me un'arma di seduzione, e la mia energia si trasforma in un desiderio bruciante di compiacerti, di lasciarmi andare.

Sulla carta, sessualmente, siamo una coppia perfetta. Lo dice anche l’astrologia: Sagittario io, Gemelli tu. C’è un’intesa profonda che si manifesta ogni volta che le nostre parole si intrecciano, un gioco di potere e sottomissione disegnato su misura per noi. Io, abituata a tenere le redini nella vita quotidiana, scelgo di rinunciare al controllo, di lasciarmi guidare. E tu, con quella tua sicurezza naturale, prendi il comando senza esitazione, trasformando ogni fantasia in realtà, almeno per iscritto.
Non è qualcosa che abbiamo coltivato con i nostri partner. Con loro, abbiamo sempre mantenuto una certa distanza, una linea che non abbiamo mai oltrepassato. Ma con te... è diverso. Nelle nostre fantasie, abbiamo esplorato territori sconosciuti, abbiamo osato e ci siamo spinti oltre, provando tutto ciò che la mente poteva concepire, lasciando che il desiderio ci conducesse.

E stasera, finalmente, scopriremo se questa attrazione, questo desiderio che abbiamo nutrito così a lungo, è reale quanto sembra nei nostri scritti. Le parole ci hanno legati, hanno costruito un ponte tra i nostri mondi opposti, ma è nel contatto fisico che si svelerà la verità. Ogni bacio, ogni tocco, ogni sussurro sarà una vittoria o una sconfitta. Sarà il momento in cui le nostre fantasie si materializzeranno, dove non ci saranno più schermi a separarci, solo la nostra pelle.

Siamo pronti a scoprire se il sesso sarà davvero così sorprendente come lo abbiamo immaginato, se quella scintilla che accende i nostri messaggi sarà capace di bruciare anche nel mondo reale. Stasera, tutte le nostre parole prenderanno vita, e non ci sarà più spazio per il dubbio. Solo noi, insieme, finalmente.

Il mio outfit lo hai deciso tu, mi hai dettato come vorresti essere ricevuto, puntuale alle 20:00, sono già d’accordo col portiere di lasciarti passare. Stasera, per te, indosso un tubino corto senza maniche con colletto alla coreana di Marciano Guess e le mie amate pumps hot chick 70 di Loboutin, decollete che uso solo nelle occasioni speciali. Sotto, solo il perizoma, e un paio di spruzzate di Loewe Aire.
È sorprendentemente erotico stare qui ad aspettarti, guardarmi allo specchio e sentirmi dannatamente femmina.


“Prego accomodati.”
“Wow wow wow, sei fantastica!”
“Anche tu non sei male, tesoro.”
Ci scambiamo due casti bacetti, anche se già sento le farfalle nel basso ventre. Mi sembra di conoscerti da una vita.

Ti faccio sedere sul divanetto, ti offro un bicchiere di prosecco, passiamo del tempo cercando di conquistare quella complicità che avevamo costruito nel virtuale. I minuti passano, e la mia impazienza di entrare nel vivo della nostra conoscenza carnale si fa sempre più feroce.
Lo schermo ci proteggeva, ti credevo un leone e ora ho di fronte un ragazzo insicuro, che non sa afferrare la situazione facendo la prima mossa.

“Scusami se sono così… teso”, cerchi di giustificarti. “Sei troppo bella, Molto più bella delle foto che mi hai mandato.”
“Ma nelle foto ero quasi sempre nuda...” rispondo sorridendo, per sdrammatizzare.
“Sei così… così… così…”
Mi sa che qui devo prendere l’iniziativa io.

Prendo il telefonino, cerco “Closer” dei Nine Inch Snail su Spotify che invade la stanza dallo speaker posizionato sullo scrittoio. Mi alzo dal divano e mi metto davanti a te.
Mi avvicino lentamente, il tuo sguardo si riempie di lussuria. Con un sorriso malizioso, inizio a muovermi in modo sensuale, facendo ondeggiare il mio corpo in un balletto lento e provocante, cercando di farmi entrare sottopelle la musica . Ogni passo è calcolato, ogni movimento è pensato per accentuare la tensione, per farti ardere di desiderio.
Mi fermo di fronte a te, il mio corpo a pochi centimetri dal tuo, il tuo respiro più pesante. Il mio Marciano Guess mi stringe come una seconda pelle, le curve perfettamente delineate. La cerniera, che scende lungo la mia schiena, è la chiave di questo spettacolo. Con un gesto elegante, ti invito a liberarmi.
“Aprila,” dico con una voce calda e invitante, girandomi lentamente per offrirti la vista della cerniera che si arrampica lungo la mia schiena nuda.

Man mano che la zip si abbassa, il vestito si disvela, i tessuti i allontanano dalla mia pelle.
Quando finalmente il vestito cade a terra, mi rimane addosso solo un perizoma bianco, e io mi volto a guardarti, mi stai mangiando con gli occhi mentre un sorriso estasiato commenta senza parlare l’incanto svelatosi davanti a te. Quanto sei tenero, “xe cocolo”, diciamo a Trieste. Quanto mi sento desiderata…
Ogni respiro, ogni battito del cuore, è un promemoria della tensione che ci avvolge.
Sfilo le mie adorate Loboutin, con un risolino salto sul letto, e tolgo anche l’ultimo minuscolo indumento che copriva la mia intimità. Sono completamente nuda. Pronta ad accoglierti.

“Che fai li fisso come un ebete, tesoro? Cosa mi avevi promesso quando ci siamo conosciuti?”

Nel nostro primo contatto, sembra passato un secolo, avevi esordito così: “Mi piacerebbe leccarti la figa”, e io ti avevo dato del banale, dicendoti che di messaggi così ne ricevevo a decine.
Ma eccoti finalmente, la tua testa immersa tra le mie cosce, la lingua che danza sulla mia clitoride con maestria. Ogni tocco è una scintilla, e quando inserisci due dita, sobbalzo per l’impeto.
Mi lecchi così bene, la tua devozione mi fa sentire una dea. Sei un re nel darmi piacere, e te ne accorgi.

Mentre mi fai perdere la testa, ti sento goffamente cercare di slacciarti i pantaloni, l'impaccio nel tuo movimento mi fa sorridere. Ti stacchi da me, il viso segnato dal desiderio, e finalmente ti liberi dei pantaloni e dei boxer, rivelandomi una superba erezione. Il tuo cazzo è dritto, duro, proprio come promesso nei tuoi messaggi!

“Tocca a me!” dico. “Sdraiati sulla schiena”
La tua eccitazione mi fa bruciare. Senza esitare, le mie dita scivolano verso il tuo cazzo, avvolgendolo con fermezza. Sento il calore e la forza pulsante tra le mie mani, e non posso fare a meno di abbassarmi, prendendolo tra le labbra.
Ti accolgo profondamente, la mia frenesia di soddisfarti cresce con ogni movimento. Mentre la mia bocca si muove lenta, poi più decisa, la mia mano esamina le tue palle, impastandole, sentendo la tensione crescere.

Non resisto a lungo. Il calore tra le mie cosce è insopportabile, la mia figa gocciola di voglia, pronta a sentirti dentro di me. Mi sollevo e, senza esitazione, mi impalo sulla tua asta, sentendone ogni centimetro riempire il mio corpo. È una gioia che mi fa tremare, una scarica di benessere che mi invade.
Le mie braccia si avvinghiano al tuo corpo mentre inizio a muovermi, avanti e indietro, aumentando il ritmo ad ogni spinta. Le tue mani scivolano sul mio seno, le tue dita giocano con i miei capezzoli, prima di scendere a stringere le mie cosce, guidandomi, stabilendo il ritmo. I nostri corpi si fondono in una danza di passione, un crescendo che ci travolge, finché ogni pensiero si dissolve, lasciando spazio solo al piacere puro e totale.

“Sei brava, oh si, continua così, cavalcami forte.”
“Aiinn! Aiinn! Aiinn!”
Il piacere mi sale addosso come una bestia rabbiosa, non c’è scampo. Ogni tocco è un colpo di martello che batte forte, ogni movimento mi incendia il sangue. Lo sento, sta per esplodere, un fuoco che brucia e non si spegne.
Il respiro diventa corto, affannato, sto rincorrendo un treno che non riesco a prendere. Il cuore batte forte, troppo forte, e ogni muscolo del corpo si tende, si irrigidisce. Le mani si aggrappano a qualsiasi cosa, il lenzuolo, il cuscino, cazzo, persino alla mia pelle, mentre cerco di tenere insieme tutto, ma non ci riesco. Mi sento impazzire.

Poi arriva, improvviso, violento. L’orgasmo mi colpisce con una scarica di energia pura, mi scuote da dentro, mi fa volare. Il corpo si inarca, si contrae, e io urlo, un urlo che esce dalla gola senza controllo, come un animale ferito. È un piacere che fa male, che mi squarcia l’anima, ma non posso farne a meno. Lo voglio, lo cerco, lo prendo. Lo amo.
E non si ferma. L’onda di piacere continua a sbattermi, a farmi tremare, a trascinarmi via. Mi perdo in quel mare in tempesta, non c’è più niente, solo il caos che mi scuote. Non so più chi sono, dove sono, sento solo questo fiume in piena che mi trascina giù.

Poi, tutto si calma. Il mio corpo si abbandona, molle, come se non avessi più ossa. Il sudore mi cola lungo la schiena, il respiro si fa lento, e un senso di pace strano, quasi surreale, mi avvolge. Mi sento svuotata, distrutta, e allo stesso tempo così fottutamente viva.

Soddisfatta, in uno stato di benessere post-orgasmico puro, cado sul letto.
E’ in quel momento che mi accorgo che ci sei anche tu, Ti ho trattato come un oggetto, un giocattolo per il mio piacere egoista.
“Dove vuoi venire?” ti chiedo, ancora avvolta nel mio stato di benessere.
“Mi piacerebbe… nel sedere” rispondi con un sussurro carico di desiderio.
“No, il culo no, non me la sento” replico, ma poi vedo i tuoi occhioni imploranti e aggiungo: “Puoi venirmi nel sedere, ma senza scoparlo.”
Mi metto a pecorina, offrendo il mio corpo, con le mani allargo le natiche, esponendo le mie intimità. Sento il tuo sguardo bruciante.
“Madonna, che bel culo, Chiara, mi ecciti da morire,” mormori, la voce carica di lussuria.
Giro il viso verso di te, ti guardo mentre inizi a masturbarti, il movimento della tua mano diventa sempre più rapido, più urgente. Vedo il tuo desiderio e mi lascio andare, metto due dita sulla mia clitoride, sfiorandola con delicatezza per aumentare ancora di più la nostra eccitazione. La vista delle mie parti intime così spalancate ti spinge sull'orlo del climax.
“Hmmppff, hmmppff, sto venendo,” ansimi, la voce rotta dal piacere.
Resto voltata verso di te, voglio godermi lo spettacolo della tua masturbazione frenetica. Il tuo corpo si tende, e finalmente esplodi con una forza travolgente. Il primo schizzo di sperma mi colpisce sulla schiena, caldo e viscoso. Con il secondo getto, prendi la mira e centri il mio buchetto grinzoso. Gli ultimi colpi di mano ti fanno svuotare nel mio sedere, riempiendomi con il tuo seme.
Ancora inebriati, ci sdraiamo l’uno contro l’altra, i nostri corpi caldi, avvolti in un abbraccio intimo e appagato. Il silenzio della stanza è spezzato solo dal battito dei nostri cuori, un ritmo lento e sereno, che ci tiene uniti in quell’amore che ci siamo appena donati.


“Non devi rientrare in albergo?” ti chiedo, la voce ferma, anche se so cosa speri.
“Mi piacerebbe dormire con te, Chiara,” rispondi, con quel tono che mescola desiderio e una sottile supplica.
“Preferirei di no.”
“Domani mattina possiamo rifarlo, e salutarci dopo la colazione.”
“Preferirei rimanere da sola.”
La mia risposta è netta, tagliente, e ti vedo cedere, capire che non c’è spazio per ripensamenti. So di essere crudele, ma fa parte delle regole, quelle che ho stabilito con mio marito. Dormire con un uomo è un gesto molto più intimo che scoparci, un confine che non voglio oltrepassare.

Insisti ancora un paio di volte, con un’ombra di speranza, finché non ti rassegni. Ti guardo mentre ti rivesti, ogni gesto è lento, quasi greve, come se ogni pezzo di abbigliamento fosse un peso che devi portare. Non ci diciamo altro, niente baci, niente promesse. Mai più messaggini del buongiorno, mai più lunghi scambi di confidenze, mai più sexting, mai più foto del tuo cazzo sull’attenti per me. Esci, e il rumore della porta che si chiude è un sollievo.

Rimango sola nella stanza, l’odore del sesso ancora nell’aria, denso, quasi appiccicoso sulla mia pelle. Mi alzo e vado in bagno, la mente già altrove. Mi lavo i denti, lasciando che la routine mi pulisca anche dai pensieri. Dormirò con lo sperma che mi si seccherà addosso, la doccia la farò domani mattina, quando avrò lasciato definitivamente questa notte alle spalle.

Anche se è tardi, sento il bisogno di chiamare mio marito. È come un rituale, una necessità. Il telefono squilla solo una volta prima che risponda. La sua voce è calda, familiare, il mio Massimo, il mio rifugio sicuro. Racconto tutto, senza omettere nulla, perché è così che funziona tra noi. Il suono della sua risata mi rassicura, mi avvolge come un abbraccio invisibile.
Stasera, la vera intimità non è stata nel sesso, ma in questo momento, in queste parole scambiate nel buio, mentre la stanza lentamente si raffredda e il nostro legame si rafforza ancora di più.
“Ti aspetto a casa, coniglietta.”


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