orge
sei donne (6!) a caccia
di LucasFromParis
22.11.2023 |
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"L’esibizionismo non rientra infatti nelle sue perversioni anche se le piace molto fare sesso in mezzo ad altre coppie per avvertire l’energia che si sprigiona..."
Lo confesso, lo confesso subito: la mia donna, Galatea, è una puttanella.Indiscutibilmente puttanella.
Lo è nel suo modo, particolare e unico. Nulla di volgare o sfacciato, nulla di vizioso, nulla di esibito. Galatea è solamente…Galatea. Spontanea, vera. Non le interessa farsi notare, non va nei locali per il semplice piacere di far sbavare maschi senza concedersi. Non fa mai nulla per compiacere gli altri. Non prova mai il bisogno di essere accettata. Ha il dono di sapersi ascoltare e quello di sapersi rispettare. Non cerca mai di prevaricare gli altri e non permette a nessuno di prevaricarla. Prova emozioni e le fa sue. Accoglie gli altri con sorriso, gentilezza e spontaneità. Non ho mai conosciuto nessuno che ne parlasse male. Come la Nutella, Galatea piace a tutti, uomini e donne.
Detto questo, rimane una grandissima e insospettabile puttanella. Lo dico con il sorriso. Cosa faccio con una ragazza timida e inibita se non annoiarmi e stancarmi?
Ppprodata relativamente tardi al mondo libertino, si potrebbe meglio dire che vi è giunta al momento giusto per lei. Ogni donna e ogni uomo compie il suo percorso, con le sue motivazioni. Traccia il proprio sentiero come riesce e come ne è capace per diventare un libertino se questa è la sua natura. Quindi, semplicemente, Galatea mi ha incontrato al momento giusto. Non ne sapeva nulla, assolutamente nulla quando, agli albori della nostra conoscenza, le ho illustrato la mia filosofia di vita. Ricordo bene quando gliene accennai la prima volta, sdraiati sul letto dopo aver consumato il nostro primo e fiammeggiante incontro erotico una calda notte estiva. Nei suoi occhi non lessi mai disapprovazione né tantomeno giudizio; ma solo genuino interesse e tanta curiosità. Il suo primo commento fu sfacciatamente onesto: “che bello, così posso continuare a frequentare il mio amico Discobolo senza dover raccontare bugie!”.
Negli anni mi sono reso conto di quanto aprire una coppia che nasce “chiusa” (ovvero tradizionalmente monogama) sia un’avventura davvero ardua. Può riuscire, ma è faticoso per entrambi. In quei casi c’è spesso uno dei due che propone, che esprime il suo desiderio di sperimentare. Ma quante volte la risposta dell’altro/a è convinta ed entusiasta fin dall’inizio? Da quanto ne so io, raramente. Anzi in genere la prima reazione è molto negativa. A me fu risposto una volta: “mi fai schifo, sei molto malato, devi farti curare!”. Quante discussioni, quante battaglie! Quante volte il tutto si risolve in un disastro annunciato? La coppia scoppia oppure qualcuno in qualche modo si “sacrifica”: uno dei due può rinunciare oppure l’altro seguirlo controvoglia. In entrambi i casi è un tradimento verso sé stessi che alla lunga può solo generare risentimento. Alla lunga avvelena la coppia.
Avendo ben chiara almeno questa lezione, da alcuni anni non ho mai iniziato una relazione senza rendere immediatamente esplicito che tipo uomo io sia e quale la mia filosofia di vita. Altro errore, infatti, consiste nel non dirlo subito. Lasciar passare le settimane, poi i mesi, in attesa del momento “giusto”. Il momento giusto non arriva mai. In compenso diventa sempre più faticoso mettersi a nudo. Meglio essere subito onesti. Vale nel libertinaggio come in ogni altro aspetto della vita.
Anche con Galatea, quindi, fui onesto e chiaro. Rimasi poi stupito quando mi disse: “io non sapevo che esistessero coppie così, che si potessero fare certe cose. Non lo sapevo proprio”. Da questo punto di vista lei era del tutto ingenua. Eppure qualcosa doveva esserle risuonato dentro fin da subito. Era sempre stata, per così dire, esuberante. Il suo appetito sessuale sano e robusto. Si era divertita molto e la fedeltà non era sempre stata il suo pezzo forte. I bei ragazzi, il corpo maschile sono sempre stati una delle sue passioni. Non sbagliavano le sue amiche, fin da ragazzine, a sostenere che lei “non fosse fatta per un solo uomo”. Senza capire fino in fondo quella frase scherzosa, avevano colto nel segno molti anni prima. Lei non sapeva, non immaginava che esistesse un equilibrio anche per “quelli come noi”; che si potesse avere una relazione di coppia senza rinunciare alla varietà.
Nel primo periodo ci siamo frequentati in modo libero, anche se assiduo. Le raccontavo delle mie uscite, dei locali, delle feste. Ogni volta mi ascoltava con partecipe attenzione. Affermò che “si stava ascoltando” e che quando si sarebbe sentita pronta a partecipare me lo avrebbe detto. Non le misi mai pressione. Rispettai in pieno i suoi tempi e la sua sensibilità. Finché quel momento venne. Entrò anche lei a far parte della mia Tribù di Libertini. Le piacque fin da subito. Le presentai tante persone che conoscevo nell’ambiente e si crearono bei rapporti di amicizia. Da lì iniziarono molte avventure erotiche in parte già narrate.
Di una cosa sono ben certo: Galatea non è libertina per compiacermi, per tenermi legato a sé o per non perdermi. Se la conosceste, il sospetto non vi sfiorerebbe neppure. Continua regolarmente a vedere i suoi “amichetti” (come li chiamo io) per serate private sue. Le è capitato di partecipare a feste piccanti come singola (perché io ero impossibilitato a venirci). Infine, ed è la storia che mi accingo a raccontare, per il suo ultimo compleanno ha avuto un’idea e l’ha messa in pratica. Ha radunato un gruppetto di amiche libertine conosciute in questi anni e ha proposto loro di andare in un noto locale a passare la serata. Solo fra donne, nessun accompagnatore. Nessun maschio, perché quelli li avrebbero trovati sul posto! Sarebbero andate a caccia. Chi ha detto che il ruolo del cacciatore spetti all’uomo. Anzi, in realtà non è quasi mai così, se non nella finzione. Come posso definire una donna così libera nella sua mente se non una puttanella?
Se sue amiche non erano da meno. Talvolta scherzo e sostengo che “le peggiori zoccole sono tutte mie”. Il fatto è che a me le puttane piacciono proprio. Fatalmente sono le donne da cui sono attratto e sono le donne a cui io posso piacere. Sono le donne con cui sto davvero bene. Non uso mai il termine “puttana” come una forma di insulto o di denigrazione. Parto da una considerazione molto egualitaria, per così dire: uomini e donne hanno la stessa dignità e gli stessi diritti. Lo penso davvero. Non riesco, non riesco proprio a uniformarmi alla triste morale imperante per la quale, ancora oggi, la libertà sessuale è incoraggiata per l’uomo e stigmatizzata nella donna. Ma perché?
Davvero abbiamo così tanta paura dell’energia femminile da voler a tutti costi incanalarla, frenarla, reprimerla, inibirla? Davvero non siamo capaci di accoglierla e di goderne appieno? L’unico risultato di questo moralismo è produrre frustrazione, rabbia e solitudine tanto negli uomini quanto nelle donne. Non voglio fare come quelli che “lei no, queste cose non le fa, la mia donna non la deve toccare nessuno” mentre loro possono. Rifiuto questo doppio standard e mi metto in gioc. Metto in gioco me e le mie relazioni. Sì, mi piacciono le troie. Mi piacciono le donne che, ciascuna a suo modo, sfidano le convenzioni e decidono di vivere la loro vita intima nella libertà. Basta, basta menzogne per me. Basta doppie vite. Voglio vivere nella sincerità. Siccome sono un Libertino posso amare solo chi condivide la mia filosofia. Ovvero con quelle che per altri sono “le troie da scopare e basta”. Scopatele pure, se ci stanno. Io però da loro cerco di prendere molto molto di più. Il loro amore, il loro rispetto, la loro stima, la loro amicizia, la loro fiducia, la loro confidenza. Mi hanno aperto il cuore oltre che le gambe. Non mi interessa essere il più figo, il più dotato, il più muscoloso, il più sexy. Mi interessa essere accettato e amato come sono.
L’allegra combriccola aveva risposto presente alla convocazione di Galatea: Amélie, Akira, Pulcina, la Dea e dulcis in fundo Anastasia. Io mi sentivo in modo un po’ bizzarro quella sera. Ero distante, e cercavo di godere e stare bene nella mia situazione. Tuttavia non è sempre facile sapere che la tua donna si appresta a vivere una serata libertina senza di te. Ci sono molte più coppie scambiste di quante siano coppie aperte. Penso sia più facile essere scambista che aperti. Nella prima situazione in genere si gioca con altre persone, ma assieme. Resta una esperienza di coppia. Essendo lì, possiamo avere la situazione sotto controllo. Per dirlo meglio, l’esperienza di coppia offre l’illusione di avere controllo, perché noi non controlliamo mai nulla. Ma un accordo di relazione che preveda anche la libertà di vivere esperienze individuali richiede un sovrappiù di fiducia e di autostima. Implica l’accettazione completa del fatto che l’altro non è nostro. Essere coppia aperta è anche fatica, quella fatica che può farti crescere. Una scelta minoritaria nel mondo libertino, già di per sé minoritario. Una nicchia nella nicchia. Questa era stata la strada che avevamo scelto Galatea ed io. Anzi, che io le avevo proposto e che lei aveva accettato. Ci andava bene, ci va bene. Ma questo in ogni caso ci costringe a fare i conti con la gelosia. Perché nessuno dei due è perfetto. Cerchiamo solamente di superare le nostre fragilità perché pensiamo ne valga la pena. Quindi io quella sera distoglievo il pensiero da ciò che stava accadendo. Non mi ero immischiato dell’organizzazione, non avevo fatto troppe domande. Ci sentimmo per messaggio nel tardo pomeriggio. Le augurai solo di vivere una splendida serata e di divertirsi senza mettersi limiti. Di certo non l’avrei chiamata, quello spazio era suo. Mi avrebbe raccontato tutto (tutto!) il giorno dopo, com’è stabilito dai nostri accordi.
Le sei ragazze si incontrarono in pizzeria per la prima parte della serata. A parte Pulcina, che indossa sempre degli outfit super sensuali, il resto della comitiva era vestita in modo sportivo e comodo. Alcune si conoscevano meglio ed erano già in confidenza fra loro, altre meno. Tutte erano state sedotte dalla formula “sei ragazze al club libertino”. Per alcune di loro, come Akira e Anastasia, era una situazione che avevano già vissuto che piaceva loro molto. Per altre, compresa Galatea, sarebbe stata invece un’esperienza del tutto nuova. In ogni caso, nessuna aveva mai avuto un gruppo all women così numeroso! Il feeling fra loro, la complicità femminile che era il vero ingrediente segreto della serata, si manifestò subito fra loro. Erano donne molto diverse. Con percorsi di vita diversi. Caratteri diversi. Eppure erano tutte lì per lo stesso motivo: divertirsi fra donne. Tutte loro erano abituate a vivere esperienze libertine a fianco di uomini (amici o fidanzati) e io stesso avevo giocato in coppia con molte di loro. Per essere precisi avevo fatto sesso con ciascuna di loro molte volte, con una sola eccezione. Queste donne non sono affatto contro gli uomini. Anzi, a loro gli uomini piacciono eccome e non solo nella sfera sessuale. Tutte loro sapevano quanto sia divertente e complice condividere le esperienze libertine in coppia. Ma le donne possono anche stare fra loro. Sì, anche in questo contesto. Possono andare a cena, al cinema, in discoteca fra amiche. Perché allora non al Club? Ci furono fin da subito risate, scherzi, animazione.
Agli occhi degli altri avventori sembravano semplicemente un gruppo di ragazze che stavano lì per festeggiare il compleanno di una di loro. Niente tradiva il loro segreto. Tuttavia. Se un cliente più curioso degli altri avesse teso l’orecchio per captare i loro discorsi, forse un dubbio l’avrebbe avuta. In mezzo ad argomenti più tradizionali (figli, lavoro, moda…) il piccante iniziava a farsi strada. Si iniziò a parlare di vibratori, per esempio. E del Magic Wand che in particolare era ampiamente apprezzato dalla gran parte di loro. Poi la Dea introdusse in modo scherzoso il tema degli schiavi. Perché lei è prima di tutto e soprattutto una Mistress BDSM. Quando parla di schiavi, di uomini sottomessi, sa perfettamente di cosa si tratta. Parlarono anche, e fu Galatea in questo caso a spiegare i nostri, come funzionassero gli accordi di relazione per far funzionare una relazione aperta. Insomma, per una “normale” compagnia la conversazione era piuttosto singolare! L’allegria raggiunse il culmine quando fu stappato il Prosecco e le fanciulle brindarono tutte assieme. Nessuna era esclusa, nessuna era protagonista. Non vi erano gelosie o invidie fra loro. Erano e si sentivano davvero unite, solidali, invincibili. Questo è il piccolo miracolo che si realizza quando si mettono assieme delle belle persone. Sono molto fiero di aver dato il mio contributo al crearsi di queste amicizie.
A quel punto erano pronte per seconda parte del programma. Giunsero quindi al club che era stato scelto. Vennero accolte, così immagino io, con un grande stupore. Io non penso che quel locale, dalla sua apertura, abbia mai visto un gruppo così numeroso di donne non accompagnate! La parte adibita a SPA era semideserta a quell’ora e le ragazze erano quasi da sole. Poterono quindi rilassarsi nude nelle vasche. A un certo punto Pulcina urtò inavvertitamente uno dei pochissimi uomini presenti. Era un singolo, ma decisamente troppo attempato per i gusti delle ladies. Lui cerco in qualche modo, goffamente, di avvicinarsi. Ma se ne liberarono senza troppa fatica, facendo quasi scudo alla loro amica. Negli spogliatoi iniziarono quindi a prepararsi e Galatea ricevette i suoi regali. Erano ovviamente doni “in tema”, quindi vestiti estremamente sexy. Quella era l’occasione giusta per indossarli, anche perché le misure erano state perfettamente indovinate! Si lavarono, vestirono e truccarono assieme negli spogliatoi. Quanto avrei dato per essere una formichina, per ammirare lo spettacolo di queste magnifiche donne tutte assieme. Avrebbero fatto impazzire tutti!
Iniziarono immediatamente a calamitare gli sguardi quando si sedettero su uno dei divani con il loro cocktail in mano. Vi erano Coppie (e non tutte vanno lì per giocare) e tanti singoli. Le donne sole sono merce rarissima. Immagino perfettamente i maschi passare, osservarle sbalorditi e cercare con gli occhi dove fossero i loro accompagnatori; quindi proseguire. Per molti di loro erano anche uno spettacolo che poteva intimidire. Come approcciare un gruppo di ben sei donne? Eppure uno di loro fu abbastanza sfrontato e coraggioso da tentare la sorte. Fra le ragazze, ce n’era una in particolare che aveva attratto la sua attenzione: era Pulcina.
Il nostro eroe abbordò quindi arditamente questa ciurma allegra e festante. Lo accolsero con sorrisi e simpatia. Ma c’era in loro anche un piacere segreto nel provare a metterlo alla prova e testarne la personalità. Fu Akira a chiederli: “ma ce la faresti con tutte e sei?”. Lui annuì apparentemente convinto, ma lei non si fermò lì: “ma quanto ce l’hai lungo?”. Lui rispose “quindici centimetri” … e giù risate e commenti da parte di tutte. Il tema era divisivo: conosco tutte queste donne e so perfettamente come la pensa ciascuna di loro a questo riguardo. Alcune sono favorevoli alle taglie XXL, altre molto meno. Come vedete, è un’altra leggenda che solo i superdotati possano avere successo in questo mondo. Ogni donna ha la sua preferenza. Il ragazzo continuava a mostrarsi interessato a Pulcina. La mia amica è una donna splendida: due occhi chiarissimi come diamanti, un sorriso di una dolcezza disarmante, un corpo pieno di curve. Un concentrato di femmina. Lei esitava. Fu bellissimo vedere come agì lo spirito di gruppo, come tutte le altre fosse felici per lei, di come la incoraggiassero. Superò le sue titubanze e si alzò per andare a fare un giro del locale in compagnia dello sconosciuto.
D’altro canto, sarebbe stato ben difficile che le ragazze riuscissero a giocare tutte e sei contemporaneamente. Erano in gruppo, si spalleggiavano a vicenda ma erano anche libere di andare a caccia singolarmente. Per una volta non dovevano preoccuparsi di nulla. Non dovevano pensare al loro compagno o amico; non dovevano cercare la coppia giusta in cui tutti piacessero a tutti. Erano come al supermarket: dovevano solo allungare la mano e prendersi ciò che volevano. Nella più totale libertà.
Il resto del gruppo iniziò a ballare. Posso immaginare perfettamente quanto scalpore abbia suscitato nei presenti questa compagnia così insolita. Ballavano con allegria e sensualità, offrendosi agli sguardi dei maschi increduli davanti a tanto ben di Dio. Si guardavano fra loro, osservavano gli uomini come lupe osservano le potenziali prede. Erano loro le cacciatrici. Le prede potevano solamente farsi notare per simpatia o prestanza e sperare di venire prescelti. Chissà quanti provarono ad avvicinarsi. Sospetto che molti di loro in realtà fosse intimiditi. L’atmosfera si scaldava sempre più. Akira, Pulcina e Anastasia, non a caso le più esibizioniste, salirono sul cubo per! Erano letteralmente scatenate! Aki suggerì ad Anastasia di togliere la maglia, e il magnifico seno della mia amica apparve assieme alla sua meravigliosa pancia tonica. Non ancora soddisfatta, la mia sorellina le tolse la gonna. Sorpresa! L’altra non indossava alcun intimo. Credete forse che si sia scomposta? Per nulla al mondo! Rimase nuda, in tutto il suo splendore di giovane donna, con solo i tacchi addosso continuando la sua danza lasciva e sensuale.
La serata proseguiva: le ragazza adesso si separavano a gruppetti. Certe rimanevano in pista, altre andavano a fumare una sigaretta o andavano a dare un’occhiata per i corridoi dove si scopa. Altre ancora andavano all’abbordaggio. L’ammiratore di Pulcina non l’aveva ancora avuta. Lei desiderava prima e soprattutto stare con le sue amiche ma gli aveva promesso che più tardi… In realtà era stato anche un modo di prendere tempo, perché non aveva ancora deciso. Lui però era lì e non la mollava con lo sguardo di un millimetro. Amélie fu la prima a darsi da fare. Un ragazzo che conosceva da tempo aveva incrociato la sua strada. Non conosco tutti i dettagli di questa conoscenza ma fra i due c’era un evidente feeling reciproco. Parlarono, poi si allontanarono per rifugiarsi in una delle alcove del piano terra. La prima cacciatrice aveva trovato la sua preda. Se la prese, se la scopò. Fece tutto quello che desiderava. Anche Amélie è una troia. La cacciatrice di gran lunga più decisa è indubbiamente Anastasia. Ho avuto il privilegio di giocare in coppia con lei e adoro il suo stile. Quella sera aveva individuato un paio di potenziali obiettivi. Non era rimasta lì ad attendere, come fanno troppe donne stile “bella addormentata nel bosco”. Ma si era avvicinata loro. La sua frase iniziale non lasciava spazio a dubbi: “ciao, mi chiamo Anastasia. Ti ho notato, sei un bel tipo. Come ti chiami?”. Potete immaginare la scena? In pratica la stava servendo su un piatto d’argento! Onestamente a me pare difficile che si possa non riuscire a stabilire un contatto. Eppure ci furono uomini che non furono capaci neppure di questo. Bofonchiarono qualcosa. Non presero alcuna iniziativa. Non si sforzarono di intrattenere la benchè minima conversazione. Se non me lo avesse raccontato lei non ci avrei creduto. Eppure andò così. Per Anastasia la capacità di un uomo di saper parlare è una qualità essenziale. Dopo aver fatto un paio di tentativi a vuoto per conoscere il ragazzo che potenzialmente le poteva piacere e aver ricevuto solo silenzio e imbarazzo, si allontanò. Questo va al di sopra della mia capacità di comprensione, lo ammetto.
Akira e la Dea erano cariche anche loro. Non avevano trovato ragazzi interessanti ai loro occhi ma non si erano certo scoraggiate. Andarono quindi in una delle gabbie al piano superiore e iniziarono a giocare fra di loro, a provocare i presenti. Si baciavano, si accarezzavano sensualmente. Quando non serve parlare, quando si tratta solo di mostrarsi con il cazzo in mano, quando si tratta solamente di infilarsi in un buco qualsiasi, ecco che i singoli diventano subito bravissimi. Molti di loro le guardavano e cercavano senza alcuna grazia di toccarle e di inserirsi in qualche modo simili a una muta di cani randagi. Ma le lupe non hanno paura dei cani. Nessuno di loro rientrava nei gusti delle due amiche e furono respinti nel loro goffo e primitivo approccio. Tutti loro. C’era però una coppia che li guardava. Loro sì erano carini. Ma non dovevano avere le idee chiare. Quando le due ragazze chiesero loro se stavano assieme, uno rispose di no mentre successivamente l’altra disse di sì. Incomprensioni fra gente che non ha capito molto del nostro mondo. Imbarazzo fra i due e anche quell’occasione sfumò. Le ladies quella volta giocarono fra di loro e si divertirono molto, come tante altre volte in passato.
Lo spasimante di Pulcina vide infine ricompensata la sua tenacia. Anastasia e Galatea si stavano aggirando nella zona di gioco. Fra ombre, odore di sesso, gemiti e godimento. Nello spazio riservato alle coppie c’era una baraonda di corpi in movimento impegnati nella danza del sesso e dell’orgia. Pulcina non le aveva potute seguire perché stava bevendo un drink. A un certo punto video il ragazzo che l’aveva corteggiata. E gli dissero che la sua favolosa bionda si trovava sotto, a bordo pista. In pratica lo invitarono a raggiungerla un momento in cui si trovava sola. Da vere amiche le apparecchiarono la situazione! Il tipo era sveglio e non se lo fece ripetere. Si dileguò sulle scale e la raggiunse. Superò le sue ultime reticenze e andarono nelle stesse alcove in cui prima Amélie aveva consumato. Finalmente riuscì a baciare quelle labbra che aveva anelato tutta la sera. Finalmente la bellissima donna era lì con lui. Per lui. Non avrebbe avuto un’altra occasione, dato che in genere la mia amica esce sempre con il suo compagno. Ma lì per una volta era libera e sola. Sono certo, conoscendola, che fu molto molto troia. I suoi pompini sono sempre stati golosi e gode bagnando e squirtando generosamente. Fu anche lei troia, nella sua libertà. Mi disse di aver goduto molto della situazione per lei così inusuale. Le mie amiche mi raccontano tutto, la loro intimità più segreta.
La serata iniziava a spegnersi. La gente a partire. Le ragazze, una a una, avevano lasciato il club. Erano rimaste Pulcina e la festeggiata. Galatea non aveva ancora trovato un uomo che le piacesse. Lei in materia ha le idee chiarissime. Ha una capacità straordinaria di comprendere le molte sfaccettature del sesso e quella di godere appieno di ciascuna di esse. Sa fare l’amore quando il suo cuore è coinvolto. Conosce il sesso complice assieme a un amico con cui ha confidenza. E’ anche capace di godere a livello fisico, senza sovrastrutture mentali. Riesce a connettersi al suo primo chakra per entrare in contatto con la sua parte più istintiva e animale. Non si crucciava di non aver ancora giocato. Non le importava. Il suo principale obiettivo era stato festeggiare con le altre ragazze e la serata era stata un pieno successo. Eppure. Eppure io so perfettamente che le sarebbe piaciuto molto. Era carica, era calda. Aveva voglia di sesso. Di quel sesso primordiale, leggero che lei ama tanto. Un sesso svincolato da sentimenti. Stimolato semplicemente dall’attrarsi delle energie. Quel sesso arrivò come un coronamento, la ciliegina sulla torta. Ma una ciliegina, a quanto pare, molto gustosa e molto consistente. Le due amiche stavano facendo un ultimo giro perlustrativo fra le gabbie. Improvvisamente si trovarono di fronte due ragazzi, due amici. Uno dei due attrasse immediatamente l’attenzione della mia donna. Aveva “la mercanzia” come la chiama lei: un bel corpo atletico e muscoloso che rappresenta un’autentica calamita. Si guardavano, ma entrambi avvertivano timidezza. Nessun profferiva parola. La mia Galatea è in realtà una cacciatrice abbastanza timida, in contrasto con il suo carattere. E’ abituata ad essere lei abbordata e scegliere. D’altra parte, avrà pure qualche limite questa ragazza! Non può avere solo qualità. E meno male, la perfezione è così noiosa!
Fu l’amico del singolo, un ragazzo cubano, a rompere il ghiaccio. E Pulcina fu magistrale nel sostenere l’amica. Ovviamente i due avrebbero voluto giocare entrambi con le due ragazze, ma la bionda era sazia, credo, dopo la sua esperienze. Ma ancora una volta agì la complicità femminile. Aveva compreso quel che voleva Galatea e semplificò il primo contatto con la sua presenza. Cosa non si fa per far scopare un’amica! Scambiarono qualche parola sussurrata. Lo sguardo di Galatea non si staccava dagli occhi del ragazzo. I loro sorrisi non lasciavano dubbi. Si piacevano. Finalmente fu lui a sussurrare, con un filo di voce “mi piaci molto”. Lei non attendeva altro e rispose semplicemente “anche tu”. Non serviva altro, non serve altro alla mia puttanella per farsi avanti. A quel punto era sicura. La cacciatrice aveva trovato la sua preda e stava impossessarsene. Quando vide che la situazione era ben avviata, Pulcina si dileguò con discrezione lasciando a bocca asciutta il secondo ragazzo. I loro visi si avvicinarono sempre più finché le loro labbra si toccarono e nel bacio esplose tutta la loro passione. Nulla avrebbe più potuto frenare la puttanella. Si sentiva calda, umida. Tutto il suo essere era focalizzato sul qui ed ora. Non le importava nulla. Non vedeva nessuno. Meno di tutto stava pensando al suo ragazzo, addormentato a molti chilometri. Lui (cioè io) non c’entrava.
Quel momento era suo e solamente suo esattamente come quando accadeva quando la situazione era inversa. Questo non significa affatto amarsi di meno, come superficialmente qualcuno potrebbe pensare. Non vi era alcun senso di colpa in lei, perché stava semplicemente esercitando una libertà concordata onestamente all’interno di confini precisi: gli accordi di relazione. Era questo a permetterle di essere sé stessa. Non stava togliendo nulla alla sua relazione. Nulla al suo compagno. Quando si arriva a un tale punto di consapevolezza per me significa che una relazione poggia su fondamenta solide.
Entrarono nella gabbia, oramai presi uno dall’altro. Lei era certamente (come la immagino bene!) ansiosa di toccare quel corpo, quella pelle. Di avvertire la forza dei suoi muscoli e la sua potente energia maschile. I vestiti sparirono. Altre coppie erano entrate assieme a loro, altri li stavano guardando. Lei non vedeva più nessuno. L’esibizionismo non rientra infatti nelle sue perversioni anche se le piace molto fare sesso in mezzo ad altre coppie per avvertire l’energia che si sprigiona da tutti i corpi. Sdraiata a pancia in giù sul letto, aveva il ragazzo in piedi di fronte a lui. Poteva forse esimersi, la puttanella, dal fargli provare la sua bocca. Iniziò il suo miglior pompini, mettendo tutta sé stessa. Succhiava, leccava, gli sputava sul cazzo, lo guardava negli occhi per poi farlo sparire più che poteva nella sua gola. Galatea non li faceva così i pompini quando l’ho conosciuta. Non so se gli altri uomini della sua vita avessero un’idea di cosa sia un super pompino. Di certo ce l’ho io. Nel tempo era diventata sempre più porca, sempre più golosa. La sua bocca era una vera dispensatrice di piacere. E so fin troppo bene le sensazioni che quel ragazzo deve aver provato. Poi fu lui ad assaggiarla tutta. Ancora baci e passione fra loro, finché lui scese fra le sue cosce aperte. Galatea era lì, pronta. Di certo bagnatissima. Lui fu molto bravo; trovò facilmente i suoi punti sensibili toccando e leccando. Era passionale, ma anche dolce e delicato. Erano perfettamente appaiati e lei iniziò a gemere come una cagna. A venire, a squirtare inondando il letto e i loro corpi. Non desiderava altro che essere montata da quello sconosciuto affascinante. Si fece prendere e scopare in tutte le posizioni. La loro energia cresceva all’unisono assieme ai loro gemiti. Erano uno affascinato dal corpo dell’altro. Il ragazzo era letteralmente impazzito per il fisico atletico di Galatea. Non smettevano di parlarsi, di comunicare con le parole oltre che con i corpi. Nel loro rapporto c’era molto di leggero, di divertente e di sensuale. A tratti fu lui a dominarla e prenderla. Il movimento del suo cazzo (Galatea è soprattutto vaginale) produceva fiotti e orgasmi a ripetizione. Che spettacolo deve essere stato quando poi fu lei a salire sopra di lui. Tutta la sua timidezza era evaporata. Voleva godere, godere ancora. Voleva cavalcarlo urlando al suo ritmo. Voleva prenderlo. Voleva quel cazzo duro dentro la figa per sentirlo premere e strusciare contro i punti più sensibili del suo corpo. Questo lo sa fare molto bene. Conosco quei colpi di bacino sempre più violenti interrotti da orgasmi quasi continui. Conosco le sue frasi, conosco l’espressione selvaggia dei suoi occhi. Conosco quel suo oscillare rapida avanti e indietro quando l’uomo le afferra il culo per tenerla stretta, attaccata. Conosco il suo spruzzo che arrivava fino al viso dello sconosciuto bagnandolo di piacere sulle guance e sulle labbra. Conosco tutto questo. Provo anche una umana debolezza, la mia gelosia, nel rievocarlo. Però voglio essere onesto fino in fondo. Le sei cacciatrici avevano vissuto la loro serata. Tutte mi hanno riferito quanto è stata bella e coinvolgente per ciascuna di loro. Tutte hanno evocato un senso di libertà e di onnipotenza (vi devo dire io quanto sia più comoda la vita della singola?) che le hanno accompagnate. Galatea infine aveva avuto la sua avventura. Non fu una scopatina rapida, come talvolta accade nei club. Era già tardi ma a lei non importava. Prese tutto il tempo di cui aveva voglia per questo momento di sesso intenso e coinvolgente.
Come chiamarla altrimenti che “puttanella”?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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