Gay & Bisex
La poltrona di pelle rossa
di DaddyXboy_LT
13.07.2024 |
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"Godevo dei suoi gemiti, del rumore delle natiche sul mio bacino, delle sue parole confuse che sussurrava ad ogni mio colpo..."
Quando tornai a casa, le luci erano soffuse. Tutto era avvolto da una morbida penombra. Lui era lì esattamente dove gli avevo detto: in ginocchio su una poltrona di pelle rossa. Nudo. Aveva solo aggiunto un particolare: si era bendato con una delle mie cravatte.
Studiai a lungo la sua figura.
Un corpo maschile ben fatto.
Spalle larghe, belle cosce, un culo perfettamente aperto in quella posizione.
La cravatta sul viso lasciava intravedere solo la sua bocca che ansimante aspettava di godere.
Mi avvicinai ed allentai un po' il nodo della cravatta che stringeva il mio collo. Sputai della saliva su due dita e senza dire niente le infilai dritte nel suo retto. Lui si morse le labbra. Io gliele baciai e iniziai a fare avanti indietro con le dita in quel suo buco morbido e caldo che lentamente si apriva sempre di più. Notai che il suo cazzo era gonfio e gocciolava sul cuscino della poltrona. Si bagnava come una donna. Sfilai le dita dal culo lentamente. Raccolsi un po' dei suoi umori sul cuscino della poltrona e glieli passai intorno al buco... poi senza che se lo aspettasse mi chinai e iniziai a leccargli il buco. Era favoloso. Lo scopavo con la lingua e lui non riusciva a trattenere i gemiti. Erano quasi lamenti.
- continua mi fai impazzire
- devi stare zitto, questi erano i patti! Non voglio sentire parole ma solo i suoni di te che godi.
Lui annuì e spinse ancora più indietro in culo per offrirmelo sempre più aperto. Mi sbottonai i pantaloni e tirai fuori il cazzo. Anche il mio era bagnato. Allora presi i miei umori e glieli passai sulle labbra. Lui come un cagnolino iniziò a leccare. Tirava fuori la lingua, ne voleva ancora di quel sapore maschile. Lo accontentai, infilandogli in gola il cazzo, poi lo presi per il collo e iniziai a scopargli la gola. Lui tratteneva i conati a volte ma era diventato bravo a prendere il mio cazzo e sapeva che amavo quel momento in cui a forza di succhiare a fondo, dalla bocca iniziano a scendere fiumi di saliva... è quello che successe! Amavo quel suo modo di essere maschio e porco.
Staccai il cazzo e avvicinai la mia bocca al suo volto. Lo tenevo per il collo e intanto gli leccavo la faccia e lui rispondeva cercando con la sua lingua la mia. Si prendeva i miei sputi e me li restituiva misti alla sua saliva. Eravamo in estasi.
Mi tolsi la giacca e allentai ancora di più la mia cravatta. Sbottonai la camicia e abbassai i pantaloni. Eravamo entrambi bagnati di umori e saliva. Gli andai dietro
- adesso afferra bene lo schienale della poltrona!
Entrai dentro di lui. Forte, deciso. Il mio movimento fu accompagnato da un suo sonoro lamento. Lo afferrai per il bacino e spinsi ancora più a fondo. Doveva sentirlo bene il mio cazzo. Dovevo farlo godere come gli avevo promesso. Iniziai a spingere sempre di più. Le spinte lasciarono il posto a colpi continui e le sue natiche che ballavano leggermente ad ogni colpo erano uno spettacolo da togliere il fiato. Il ritmo si fece più serrato. Non lasciavo scampo al suo respiro. Entravo ed uscivo con il mio cazzo da quel culo di maschio arrendevole. Godevo dei suoi gemiti, del rumore delle natiche sul mio bacino, delle sue parole confuse che sussurrava ad ogni mio colpo. So bene che voleva il premio finale e glielo concessi proprio in mezzo a quelle morbide natiche.
Schizzai tutta la sborra sul buco rovente e la vidi colare lungo le sue palle e arrivare al suo cazzo. Lui si masturbava velocemente e intanto si infilava le dita sporche della mia sborra nel culo. Stava per venire quando si alzò dalla poltrona e velocemente si giro verso di me. Mi abbassai e presi i suoi schizzi sul viso. Un fiotto dopo l'altro. Allora lui si inginocchiò e si tolse la cravatta dagli occhi. Mi guardò. Sorrise. Sapevo quello che avrebbe fatto... si avvicinò al mio volto e iniziò a leccare tutta la sua sborra. Fino a quando non rimase più niente sul mio volto. Poi si fermò a guardarmi. Io feci lo stesso. E le nostre lingue si unirono in un lungo bacio che sapeva di noi
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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