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Lui & Lei

SUPERMERCATO


di LeccaLeccaFica
29.06.2016    |    17.228    |    2 9.7
"La giornata fredda di pieno inverno non mi permetteva di indossare abiti troppo trasparenti, ma un maglioncino dall'ampia e generosa scollatura, una gonna di..."

Quando, finita la doccia, mi ritrovai nuda sul divano, con un cioccolatino in una mano e un vibratore nell'atra, capii che sarebbe stata l'ennesima domenica pomeriggio noiosa e lunga, ma soprattutto in solitudine; mi stavo rassegnando quando qualcosa mi spinse ad alzarmi e vestirmi.
La giornata fredda di pieno inverno non mi permetteva di indossare abiti troppo trasparenti, ma un maglioncino dall'ampia e generosa scollatura, una gonna di morbida pelle scamosciata e un paio di stivali dal tacco alto mi avrebbero permesso di sentirmi attraente come in un bikini.
Salii in auto e guidai sicura.
Il centro commerciale era pieno di gente decisa a non prendere freddo: uomini, donne e bambini che giravano annoiati tra le corsie, alcuni chiacchierando, altri impegnati a controllare chissà cosa sul cellulare, i più presi a confrontare i prezzi.
Pensai che uno scaffale colmo di uomini tra cui scegliere mi avrebbe facilitato il compito, il solo pensiero mi fece sorridere e, dopo una veloce controllata al trucco, leggero ma ben definito, cominciai a seguire un biondino che nel carrello aveva solo frutta e verdura. Lo seguivo senza stragli troppo vicino, lo studiavo con attenzione, aveva un fisico curato, non da palestra, ma attraente.
Cominciavo a pensare cosa avrei potuto fare con lui, quando lo vidi infilare nel carrello latte in polvere per neonati. Non ho nulla contro i papà, ma sentivo il desiderio di qualcuno che si dedicasse completamente a me. Delusa, con le grandi labbra già umide, girai i tacchi e ripresi la mia caccia.
Dopo pochi minuti, lo vidi, era fermo al banco dei surgelati e infilava nel carrello solo pasti monoporzione. Niente pacchi formato famiglia. Qualche birra e qualche pizza surgelata. Non poteva che essere lui quello che stavo cercando.
Lo seguii senza farmi notare, si stava avvicinando alla cassa e tutto procedeva nel migliore dei modi, presi un pacchetto di gomme da masticare e mi misi in fila dietro di lui.
Da vicino era un uomo non bello, ma interessante, sui 45anni, capelli corti, uno sguardo sereno e buono, mi faceva sentire coccolona, ma allo stesso modo super eccitata, non so cosa gli avrei fatto già li, in fila alla cassa del supermercato.
Ravvivai la mia lunga chioma castana e lo guardai con occhi da cerbiatta, il trucco fatto apposta per far risaltare la mia iride azzurra come l'acqua del mare limpido, il movimento delle palpebre studiato e provato molte volte, uno sbattere di ciglia che mi assicurava la sua attenzione.
"vuole passare? Ha solo quel pacchetto..." La sua voce era calda e profonda, mi sentii avvampare, la mia fighetta bagnata e pronta.
"se mi fa passare non potrò più stare qui ad ammirarla... o poi, nel parcheggio, troverò una moglie arrabbiata?"
La sua risata mise in risalto un paio di rughe attorno agli occhi che lo rendevano ancora più sensuale.
"Nessuna moglie arrabbiata. " sorrise di nuovo.
"Alessandra" dissi tendendo la mano.
"Francesco, piacere" rispose lui tra l'imbarazzato e il divertito.
"non ho impegni per questo pomeriggio. Vuoi una mano a riporre tutti quei surgelati?" la mia proposta lo aveva lasciato basito per un istante, ma solo un brevissimo istante, la zip della giacchina che si abbassava lasciando intravedere il mio seno grosso e sodo lo convinse a rispondere.
"se non hai impegni...."
Nel parcheggio, dopo aver caricato la spesa nel baule della sua auto, un pò impacciato, ancora incredulo, mi aprì la portiera e mi fece accomodare.
L'abitacolo aveva il caratteristico odore di auto nuova, inspirai profondamente.
Quando salì accese subito il motore senza nemmeno guardarmi, lo vidi guidare piano e mi allungai verso di lui armeggiando un pò per abbassare la zip dei pantaloni, da dove uscì, già pronto e duro, il suo sesso caldo.
Lo sentii sussultare leggermente mentre con la lingua disegnavo cerchi lenti sulla punta e muovevo piano la mano pregustando il suo succo.
Lo succhiai solo un paio di volte, con gusto, come fosse un calippo rovente, quando lui mi disse:
"siamo quasi arrivati..." la voce strozzata. Capii che dovevo smettere.
Pochi minuti dopo eravamo nel suo appartamento, uno spazio ampio e luminoso, con pochi mobili, curato e pulito.
Lo sentivo trafficare con la spesa in cucina e per un istante pensai che non aveva capito nulla e che forse mi ero sbagliata...
Mi tolsi il giacchino e lo poggiai con la borsa in un angolo vicino al divano.
"Posso togliere gli stivali? I tacchi mi fanno male..." dissi con voce più dolce del miele.
Dalla cucina sentii rumori indistinti e il suo "mettiti comoda! Vuoi da bere?"
"Dopo grazie. Ti serve una mano?" domandai mentre toglievo gli stivali e mi sedevo sul divano che probabilmente aveva visto altre donne e altri orgasmi.
Un istante dopo arrivò mostrando un'evidente erezione sotto la stoffa tesa dei pantaloni.
Si avvicinò lento e appena fu vicino slacciai di nuovo i suoi pantaloni calandoglieli, lui li tolse con poca cura e li lasciò a terra mentre armeggiavo con il suo cazzo che sapeva di bagnoschiuma e di uomo, lo leccavo in tutta la sua lunghezza e mentre giocavo con la punta della sua asta disegnando cerchi con la lingua, con le mani accarezzavo i testicoli.
Sentivo il suo piacere crescere e lo feci sedere sul divano, mi tolsi piano il maglioncino e slacciai il reggiseno lasciando i capezzoli già turgidi a pochi centimetri dal suo naso.
Non si fece pregare: allungò le mani e prese i seni stringendoli fra loro, cominciò a succhiare un capezzolo e poi l'altro per qualche secondo. Un brivido di piacere mi percorse dalla nuca alle natiche. Ancora incredulo della fortuna capitatagli, lasciò i seni per sfilarmi la gonna e il perizoma.
Ero tanto emozionata quanto eccitata. Fui percorsa da un secondo brivido mentre riprendeva in bocca un capezzolo per succhiarlo e mordicchiarlo, con due dita mi penetrava piano, con esperienza. Contrassi i muscoli e intrappolai le sue dita, si fermò e succhiò il mio capezzolo con maggiore intensità, mi rilassai impercettibilmente, ma tanto gli bastò per ricominciare a muovere le sue dita nella mia fessura calda. Lo lasciai fare per qualche minuto, poi, delicatamente, mi spostai.
Completamente nuda, con addosso solo le autoreggenti velate, mi sedetti su di lui infilando dentro di me l'intera sua erezione, sentivo quel palo trafiggermi e riempirmi, sui fianchi le sue mani calde che spingevano il bacino sempre più giù, mi mossi appena, solo qualche sussulto prima di liberarmi. Ero bagnata ed eccitata, vogliosa, e la fighetta mi pulsava, ma non volevo finire troppo in fretta il mio giochetto.
Si alzò per prendermi in braccio ed io allacciai le gambe ai suoi finachi e le braccia al collo. Sentivo la punta del suo cazzo sfiorarmi la fessura pulsante, bagnata e calda.. La tentazione di farmelo infilare tutto dentro era forte, per un istante pensai di cedere e farmi scopare contro il muro, ma resistetti. Infilai la lingua nel suo orecchio e ansimai, sentivo i brividi sulla sua pelle mentre mi portava con dolcezza nel letto e mi sdraiava deciso a riempirmi.
Glielo impedii prendendolo con fermezza e dolcezza in bocca, lo leccai dalla punta alla base e non lo lasciai nemmeno mentre si sdraiava sotto di me. Un istante dopo sentii la sua lingua che me la leccava impaziente, una lingua esperta e decisa, mi infilò uno, poi due, poi tre dita nella figa bagnata e pronta; io succhiavo avida il suo cazzo lungo e liscio mentre le sue dita esploravano ogni mio meandro interno. Mi sentivo così bagnata che il mio stesso piacere avrebbe potuto colargli in mano. Un minuto dopo le stesse dita che sentivo con piacere nella figa si infilarono nel mio prezioso buchetto, senza cerimonie, con forza, facendomi sussultare per la sorpresa e il godimento. Intanto, l'altra mano, titillava il mio clitoride dando man forte alla lingua insaziabile.
Sentivo il piacere salirmi nel ventre e riempirmi la figa bagnatissima e poi sentii scoppiare un orgasmo potente che mi lasciò il bacino sussultante per alcuni secondi, ma non fermai quella lingua e quelle mani che lavoravano così bene e che di certo mi avrebbero portato ad un altro orgasmo.
Il suo cazzo duro cominciò a vibrare, lo sentivo pulsare nella mia bocca, percepivo la sua fatica a fermare il bacino pronto a dare colpi.
Rallentai fino a fermarmi.
Mi sollevai piano, con dispiacere perchè la sua lingua esperta mi stava dando brividi in tutto il corpo e mi sentivo la fighetta pulsante e gonfia, pronta per altri orgasmi.
Mi inginocchiai di fronte a lui in modo che potesse guardarmi mentre riprendevo in bocca l'intero cazzo duro e lucidato dalla mia saliva, leccavo quell'asta lentamente, dalla base alla punta e poi ridiscendevo, succhiai delicata prima un testicolo poi l'altro e quando le sue mani strinsero i miei capelli capii che era giunto il momento. Ripresi il cazzo in bocca e ciucciai come se avessi avuto paura di perderlo. Lui, senza esitare, spinse la mia testa ad un ritmo più veloce.
Succhiai avidamente il succo del suo piacere, ingoiai ogni goccia come nettare vitale e presi a succhiarlo con decisione e leccare per pulirlo bene. Le sue mani che fino a qualche istante prima stringevano con forza due grosse ciocche dei miei capelli, ora mi accarezzavano la nuca.
Sentivo il suo cazzo già pronto e tenendolo saldamente in mano mi sollevai, continuai a menarglielo mentre lui strizzava le mie grosse tette, giocando con i capezzoli, pizzicandoli, mordicchiandoli, piccole fitte di dolore misto a piacere mi trafiggevano i seni protesi, mi inarcavo per offrire alla sua bocca e ai suoi denti i miei capezzoli vogliosi e lui non si faceva pregare, le mani strizzavano i seni con forza e la bocca si muoveva esperta dandomi brividi ovunque.
Senza preavviso mi prese per i fianchi e mi poggiò sul letto a quattro zampe, istintivamente inarcai la schiena per offrirgli la mia figa vogliosa, lui infilò due dita e la sentì già bagnata e pronta. Giocò con il mio clitoride facendomi sobbalzare, lo titillava, lo pizzicava, lo sfregava e lo maltrattava, scosse di piacere mi attraversavano il bacino rendendomi incapace di stare ferma, mi dimenavo cercando la sua mano perchè era davvero molto piacevole la sensazione e il mio godimento cominicava a colarmi sulle gambe. Ansimai forte, gemetti ormai prossima ad un orgasmo, ma la sua mano si fermò d'improvviso.
A quel punto infilò la sua asta dura e calda e pompò con forza, sentivo l'animale che era in lui esplodere in quei colpi, il suo bacino picchiare forte e ritmico sulle mie natiche che ogni tanto schiaffeggiava divertito, poi il piacere mi avvolse con foga e si trasformò rapidamente in un orgasmo pieno e appagante, ansimai e urlai finchè lo sentii grugnire e mi sentii piena del suo seme caldo e denso.
Con il fiato corto mi diede un bacio sulle natiche leggermente arrossate, poi si sfilò piano da me e mi propose una doccia.
Appena fui pronta gli feci un gran sorriso : "mi riporti al centro commerciale? Ho lasciato l'auto nel parcheggio..."
Nessuno dei due parlò durante il breve tragitto, ma appena arrivammo Francesco prese coraggio: " Alessandra, mi lasci il tuo numero di cellulare?"
Aprii la portiera e scesi dall'auto, gli sorrisi dolcemente e prima di richiudere la portiera dissi: " non serve, ci vediamo in coda alla cassa." Mi diressi a passo deciso verso l'auto, sicura che i suoi occhi mi fissavano ancora, svoltai dietro una colonna e attesi che lui se ne andasse.
Quando vidi la sua auto imboccare il viale d'uscita rimisi in borsa le chiavi della mia macchina e tornai sorridente nel centro commerciale.
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