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Tutti i messaggi dell'utente: Indaco_TN
» Nell'argomento: Sessualità e religioni
6 anni fa
Il sesso è sempre stato un problema sociale, e ogni società si è data regole diverse, spesso affidando il compito alla religione. Naturalmente, come si è divertito a notare Voltaire, ognuno pensa che i costumi sessuali degli altri siano tutti indecenti, senza considerare che gli altri penseranno lo stesso dei nostri.
Purtroppo, siamo nati nel paese che ha la religione più sessuofobica del pianeta (grazie a San Paolo?). In aggiunta, io sono nato in una famiglia che ci credeva profondamente. Da ateo, credo di essermi (faticosamente) liberato dai suoi condizionamenti. C'è però chi ci convive serenamente: una delle donne sessualmente più disinibite che ho conosciuto era una catechista... :-)
Una morale bisogna pur averla, e io preferisco l'antica morale greca, almeno per come la racconta Foucault: non esistono piaceri illeciti, tutto è consentito finché si conserva la propria dignità, cioè non se ne diventa schiavi, perdendo la propria indipendenza. Come per il cibo, per il vino o per le droghe (cioè per gli altri piaceri): ognuno mangi pure tutto quello che vuole, purché non diventi bulimico; beva quello che gli pare purché non diventi un alcolista; sballi con quel che preferisce, purché non diventi tossicodipendente. E purché, aggiungo io, non nuoccia a nessuno.
A quanto pare, non molto diversamente pensavano i romani. Poi sono arrivati i cristiani (ahinoi!), e la festa è finita. 😒
Purtroppo, siamo nati nel paese che ha la religione più sessuofobica del pianeta (grazie a San Paolo?). In aggiunta, io sono nato in una famiglia che ci credeva profondamente. Da ateo, credo di essermi (faticosamente) liberato dai suoi condizionamenti. C'è però chi ci convive serenamente: una delle donne sessualmente più disinibite che ho conosciuto era una catechista... :-)
Una morale bisogna pur averla, e io preferisco l'antica morale greca, almeno per come la racconta Foucault: non esistono piaceri illeciti, tutto è consentito finché si conserva la propria dignità, cioè non se ne diventa schiavi, perdendo la propria indipendenza. Come per il cibo, per il vino o per le droghe (cioè per gli altri piaceri): ognuno mangi pure tutto quello che vuole, purché non diventi bulimico; beva quello che gli pare purché non diventi un alcolista; sballi con quel che preferisce, purché non diventi tossicodipendente. E purché, aggiungo io, non nuoccia a nessuno.
A quanto pare, non molto diversamente pensavano i romani. Poi sono arrivati i cristiani (ahinoi!), e la festa è finita. 😒