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La famiglia perversa - Cap.1: La genesi


di Phicomane
23.11.2012    |    33.223    |    1 9.2
"Quasi inevitabilmente i due finirono per fare coppia e finito una volta che Marco si laureò in marketing aziendale e cominciò a lavorare presso la ditta di..."


Marco era il ragazzo più popolare della scuola. Alto quasi 1.90, bello come il sole, capitano della squadra di pallavolo del liceo era un tipo molto sportivo, infine era anche il primo della classe. Insomma il figlio che tutte le mamme vorrebbero avere che faceva girare la testa a tutte le ragazze del liceo.
Anna era il suo equivalente femminile, alta 1.70 circa, tipica bellezza siciliana dalla carnagione scura e forme abbondanti ma non eccessivamente. Capelli lunghi ricci, un seno abbondante, una quarta più o meno, fianchi larghi e culo bello sodo. Anche lei era una ragazza per bene studiosa e con la testa sulle spalle.
Quasi inevitabilmente i due finirono per fare coppia e finito una volta che Marco si laureò in marketing aziendale e cominciò a lavorare presso la ditta di famiglia i due si sposarono. Nel frattempo Anna portava avanti senza fretta i sui studi in Lettere classiche. Una volta sposati i due andarono a vivere in una lussuosa villa alla periferia di Palermo che i facoltosi genitori di Anna avevano loro donato per le nozze. Una villa su due piani immersa in uno splendido giardino lontano da altre abitazioni e dal caos della città. Alle dipendenze della coppia c’erano la colf Carmela a la cameriera Martina, oltre a Rashid il giardiniere magrebino che 3 volte a settimana si occupava del giardino. Marco per motivi di lavoro era costretto ad andare in giro a promuovere i prodotti dell’azienda a volte anche per uno-due mesi interi. In quei periodi i romanzi di cui Anna andava ghiotta e il personale erano l’unica sua compagnia. Fu così che in un caldo pomeriggio di maggio Anna era in giardino a prendere il primo sole sempre leggendo un buon libro, quando al sua attenzione fu attratta da degli strani rumori provenienti da dietro una siepe. Credendo si trattasse magari di una volpe o di qualcosa del genere si avvicinò lentamente ma ciò che vide fu uno spettacolo totalmente diverso e inaspettato. Carmela la quasi sessantenne colf era inginocchiata a seno nudo con in bocca il cazzo del giardiniere Rashid… Anna rimase sconvolta e quasi paralizzata da quella scena, sia per la cosa in sé, sia per gli inaspettati protagonisti di quella scena hard. Ma la cosa che più di tutte la colpì fu il cazzo di Rashid, dato che l’unico che lei avesse mai visto era quello del suo compagno di sempre, il marito Marco, averne un altro sotto gli occhi le provocò una forte eccitazione ed una grande curiosità che la trattenne a godersi la scena. Scena che si rivelò scioccante quando Rashid che dava le spalle ad Anna si voltò leggermente mostrando il suo palo di carne scura in tutta la sua maestosità, Anna alla sola vista di quel bastone di carne vacillò e si sentì mancare la terra sotto i piedi, non aveva mai pensato che potessero esistere delle proboscidi umane; proprio così Rashid tra le gambe aveva un mazza di 30cm di lunghezza grossa come una da baseball, che Carmela, forse abituata, riusciva a far scomparire quasi per intero nella sua bocca. Alla vista di quel cazzo enorme qualcosa si accese nel profondo dell’anima e delle viscere di Anna, lei che era abituata a quello di suo marito che non raggiungeva neanche la metà di quello del giardiniere, cominciò a bagnarsi come non le era mai capitato al solo pensiero di aver il cazzo di Rashid tutto per lei. Quel pomeriggio fu per lei e per la sua famiglia l’inizio di tutto… Il suo unico obbiettivo da allora in poi fu farsi scopare in tutti i modi da cazzoni di quelle dimensioni, cominciando proprio con quello di Rashid!
La domenica successive diede la giornata libera alle due cameriere e mentre Rashid era in giardino a lavorare approfittando della calura Anna se ne andava in giro in bikini mostrando e ostentando tutta la sua femminilità, cosa che il,povero Rashid non poteva non notare. Con la scusa di una birra fresca lo invitò sotto il gazebo all’ombra a riposarsi un paio di minuti e fu allora che senza tanti fronzoli si avventò su Rashid che senza sapere come e perché si ritrovò il suo cazzo in gola della sua datrice di lavoro. Anna si avventò sulla sua preda con una lussuria ed una voglia mai provata prima, come un assetato in mezzo al deserto che si imbatte in una fonte d’acqua fresca, essa si avventò sul palo di Rashid ma faticò parecchio per prenderne anche solo metà, nel frattempo Rashid palpava le fantastiche tettone di Anna a cui aveva slacciato la parte superiore del costume. Anna solo tenendo quel maestoso cazzo tra le mani e in bocca ebbe un orgasmo che la fece tremare fin nelle viscere, ormai non poteva più tornare indietro la sua vita da allora sarebbe stata consacrata ai cazzoni di tutti i tipi, purchè enormi, con buona pace del pisellino del maritino.
Dopo pochi minuti di stupore Rashid decise di prendere l’iniziativa, fece alzare Anna e una volta tolto anche il sotto,ormai completamente fradicio, del costume, la fece adagiare a pancia sotto sul tavolo e cominciò a penetrarla con il suo spadone.
“Ecco lurida troia bianca adesso ti sfonderò la figa”
“Arriverò fin dentro il tuo stomaco con il mio palo di carne”
“Oh si, oh si, Rashid mettimelo tutto dentro ti prego voglio anche le tue grosse palle dentro di me”
“ Quel cazzetto di mio marito e come se mi avesse lasciato ancora vergine, finalmente ho trovato un cazzo in grado di aprirmi per bene”
“Come godo, mi sento la più grande troia della terra, si scopami scopami, come quel cornuto di mio marito non è riuscito mai a fare in questi anni, finalmente godo come la porca che sono…”
“si lurida zoccola eccolo tutto il mio cazzo, ti piace he, dimmelo che ti piace…?”
“Siii mi piace, lo adoro, da ora in poi lo vorrò sempre, ogni giorno: mattina pomeriggio e sera, non potro più farne a meno!!!!”
“lo voglio anche nel culo, sfondami anche quello ti prego…sfonda il culo della tua puttana…”
Così dopo averla stantuffata per bene in figa, Rashid passò anche al culo…
“Ecco lurida cagna adesso ti rompo il culo, per una settimana non potrai neanche camminare, lurida troia schifosa, da adesso sei la mia schiava… farai sempre ciò che ti ordinerò vero? Lurida vacca!!
“si padrone farò quello che vuoi, adesso rompimi il culo non vedo l’ora voglio il tuo cazzone ovunque, in tutti i buchi, rompimiiiiiiiiiii
“siiiiii, godoooooooooo,!!!!!”
Da quel giorno Anna divenne schiava del cazzo di Rashid quasi come una droga non poteva farne a meno, ormai aveva due gallerie al posto della fica e del culo e la sua bocca aveva ingoiato chissà quanti litri di sborra…
Ma quello non fu che l’inizio…
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