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Trasformato in troia - L’autobus (Cap. 13)


di shinigami83ge
16.04.2014    |    20.126    |    3 9.1
"” non riesco a terminare la frase e sento chiaramente i mie pantaloni che vengono tagliati sul retro, insieme alle mutande, probabilmente da un cutter..."
(E dopo la lunga assenza dovuta anche al shout down del sito eccoci di nuovo qui.
Storia di fantasia. Come sempre graditi commenti. Se non sei iscritto qui e vuoi comunque condividere con me i tuoi pensieri ho attivato un indirizzo mail apposito: [email protected], non chiedete cose assurde. BUONA LETTURA)
Fisso la notifica sul mio cellulare
“devi scopare il tuo capo”
Ormai il mio aguzzino, chiunque esso sia, può gioire del suo operato, non solo ha plasmato il mio corpo a prendere due cazzi contemporaneamente, ma ha plasmato anche la mia mente e la mia anima.
La luce del cellulare si affievolisce ed infine si spegne lasciandomi lì, immerso nell’oscurità, seduto sul pavimento dell’ingresso di casa mia con ancora il volto ricoperto dello sperma del carabiniere.
Mi porto la mano al volto e sento chiaramente l’umido dello sperma ed inizio a pensare. In questo ultimo periodo sono stato preso con forza e contro ogni mia volontà sono stato buttato fra le braccia di tantissimi uomini con una rapidità tale che all’inizio mi ha destabilizzato.
Ora che però ho ammesso a me stesso di essere una troia sento di aver finalmente trovato un nuovo punto di equilibrio ed con una sorta di calma interiore mi accorgo di non essermi mai soffermato davvero su alcune cose semplici e basilari.
Lentamente accarezzo la mia guancia e aiutato da indice, medio e anulare raccolgo lo sperma dell’uomo con il pizzetto portandolo alla mia bocca.
Mi sporco le labbra ed inspirando profondamente sento distinto l’odore dello sperma; è profumo di uomo, di virilità, è l’essenza di una persona che odio ma che sa eccitarmi in un modo incontrollabile.
Con la punta della lingua tocco le mie dita sporche e assaporo quel liquido; abituato a tutto lo sperma che ho bevuto ormai la sborra degli uomini ha per me un significato diverso: è buona.
Inspiro ancora profondamente, poi sfregando le guance a pieno mano mi spalmo la sborra del carabiniere sul viso, quasi a cercare di cancellare il suo viso dalla mia mente con quel gesto.
Il cellulare si illumina di nuovo, è la mia sveglia. Devo muovermi o rischio di fare tardi a lavoro.
Mi alzo in piedi, vado in bagno, mi lavo e finisco di prepararmi, poi prima di uscire di casa cancello il messaggio dal mio cellulare, tanto è assolutamente inutile che resti lì ad occuparmi memoria.
Vado verso la macchina, poi vedendo che è relativamente presto e avendo la testa su troppi pensieri decido di andare in autobus.
Dato l’orario il bus è piuttosto pieno e subito mi pento della mia scelta, trovandomi compresso come una sardina tra gli altri pendolari.
Ad un certo punto sento distintamente una mano che si posa sul mio culo, non è uno scontro accidentale, ma una vera e propria palpata che stringe con forza per sondare la consistenza delle mie natiche.
Infastidito, e desideroso di concentrarmi sui miei pensieri, mi volto e vedo un uomo distinto sulla quarantina, capelli brizzolati corti, occhiali, senza barba.
Mi sorride sornione, come se sapesse che non avrei reagito alla sua avance, ma anzi la avrei accettata.
Non ho voglia di fare una scenata, ne di litigare, quindi gli lancio un’occhiataccia sperando che sia sufficiente a raggiungere il mio scopo, ma mi sbaglio. La sua mano si fa più audace e scivolando lungo la curva del mio gluteo si infila fra le mie gambe arrivando ad accarezzarmi le palle e solleticandole delicatamente.
Ho un piccolo spasmo di piacere, ma a questo punto mi trovo costretto ad allontanare la sua mano con forza.
L’uomo però ritorna all’attacco e questa volta avvicinandosi al mio orecchio mi sussurra
“ciao lurida troia come stai? È bello rivederti“
Riverdermi? Sento il sangue gelare nelle vene, sono sicuro di non conoscere quest’uomo.
La sua mano mi stringe forte il cazzo quasi facendomi male.
“è stato bello farti succhiare il mio cazzo in quella stanza della punizione, hai davvero una bocca caldissima, ed è stato anche bello riempirti del mio piscio, non pensavo che un tipo come te viaggiasse in autobus”
Ecco chi è, lui è uno dei tanti cazzi che ho dovuto succhiare il giorno in cui mi sono definitivamente trasformato in troia. La cosa mi sconvolge, in qualche modo nella mia testa avevo creduto che quell’esperienza sarebbe rimasta confinata fra quelle mura, ma purtroppo non è così.
“cosa vuoi?” gli chiedo
“bhè, dato che sono stato così fortunato da averti incontrato voglio giocare”
“ma siamo su un autobus affollatissimo” gli faccio notare esterrefatto
“appunto è questo il bello, che ne dici di iniziare pisciandoti nei pantaloni?”
“cosa?” chiedo incredulo
“hai capito benissimo, voglio che ti pisci nei pantaloni”
“ma io… non… non posso fare una cosa del genere, non ci riesco”
“mi avevano detto che saresti stato reticente. Mettiamola così, o tu adesso esegui ogni singolo ordine che io ti impartisco o altrimenti pubblico su youtube il video della tua performance”
CRACK! Quasi fosse un suono reale sento il mondo intorno a me andare in frantumi. Mi hanno filmato,ora non solo mi hanno trasformato nella loro troia, ma ora possono pure ricattarmi.
“avanti, che aspetti, voglio che ti pisci nei pantaloni”
“ma io…”
“avanti fallo lurida troia” e mi stringe ancora più forte il cazzo
Inizio a concentrarmi, è difficilissimo pisciare a comando, specie in una situazione di imbarazzo come quella e con il cazzo stretto dalle mani di un altro.
“sto aspettando” mi dice spazientito
“ci sto provando, ci sto provando e che non ci riesco” dico con tono preoccupando avendo paura che possa decidere di abbandonare i suoi propositi e deluso sputtanarmi con il video su youtube.
“non mi accontento di un: ci sto provando, impegnati di più”
Passano alcuni minuti senza alcun risultato
“forse hai bisogno di qualche stimolo extra, vedi di non muoverti troppo” molla la presa dal mio cazzo e lo sento cercare qualcosa nella sua valigetta
“cosa vuoi far….” non riesco a terminare la frase e sento chiaramente i mie pantaloni che vengono tagliati sul retro, insieme alle mutande, probabilmente da un cutter.
“vediamo se così riesci meglio” e con prepotenza due dita mi si infilano su per il culo “avanti troia, voglio che ti pisci addosso”
Continuo a spingere per cercare di urinare, ma le dita dello sconosciuto peggiorano ulteriormente le cose causandomi una parziale erezione, poi finalmente sento uscire le prime gocce di urina che mi bagnano le mutande, spingo ancora, ed esce un nuovo getto, seguito da uno più forte, ed infine, superato lo scoglio iniziale finalmente la pisciata procedere senza problemi.
Sento la mia piscia inzuppare le mutande e calda spandersi sui pantaloni, scendere lungo le gambe e disegnare una macchia scura sul davanti. Mi sento imbarazzatissimo e al contempo eccitato da una strana sensazione di libertà.
“sei stata brava, ma ci hai messo troppo, ora dovrò fare di fretta per causa tua”
L’uomo toglie le sue dita dal mio culo, armeggia alcuni secondi, non capisco cosa stia combinando, l’autobus è davvero troppo pieno, poi sento chiaramente il suo cazzo puntare contro il mio buchetto e senza delicatezza, con un colpo di reni, me lo infila tutto dentro fino in fondo.
Sono incredulo di quello che sta succedendo e al contempo sono eccitato.
“allora ti piace il mio cazzo troia”
Sono stato sfondato da cazzi ben più grossi del suo, ma sicuramente non posso dire che non sia dotato e senza aspettare una mia risposta inizia a fottermi con un ritmo folle con abili colpi di bacini.
Sono eccitato da matti e per contenere i gemiti sono costretto a mordermi la mano.
Uno sconosciuto mi scopando su un autobus in mezzo ad altre 50 persone, mai imbarazzo ed eccitazione si sono mischiate come in questo caso e dopo pochi minuti, senza avere il minimo controllo sulla cosa, mi sborro abbondantemente nelle mutande senza bisogno di toccarmi.
L’uomo va avanti ancora alcuni minuti ed infine anche lui mi riempi il culo della sua sborra.
Resta dentro di me aspettando di perdere completamente l’erezione, poi in prossimità della fermata si sistema e aggiungendo un frettoloso
“è stato magnifico, spero di ripetere quanto prima” scende dal bus lasciandomi lì in balia di me stesso.
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