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Gay & Bisex

Il fattorino ti incula sempre....due volte !!!


di NENE_MALO
18.02.2013    |    24.328    |    2 8.7
"Non saprei dire cosa provavo mentre gli ficcavo un dito nel culo e mi sentivo ringraziare per quello dalla mia troia..."
_ GUIDO !!! GUIDOOO!!! Maledetto incompetente, ma dove si è cacciato quel cretino ?

Erano appena le 8 del mattino, non avevo finito d appendere il cappotto all’ ometto che l’odiosa voce del direttore già rintronava nelle mie orecchie.

_ Sono qui signor direttore, mi dica.

_ Maledetto imbecille! Ieri ti avevo detto di inviare i documenti per email, perché non hai eseguito i miei ordini ?

_ L’ ho fatto signor direttore, ma per questo tipo di documenti occorre che lei esegua la conferma dal suo computer e questo lo si può fare solo dal suo ufficio.

_ Sei un imbecille ! Un cretino ! Pensi che io debba occuparmi o ricordarmi di tutto ?
Per cosa pensi che paghi tipi inutili come te ? Levati dalle palle e non ronzarmi intorno oggi.

A malo modo mi spinse fuori dall’ ufficio davanti a decine di colleghi che se la ridevano di gusto.

Scusate, mi dispiace che mi conosciate in questa circostanza. Mi chiamo Guido, 43 anni, fattorino di una multinazionale di sondaggi su differenti studi di marketing.

Quello che avete appena sentito urlare è il mio direttore oramai da 20anni. Un uomo che come avrete capito è abituato a comandare e purtroppo ad umiliare.
Io sono l’ultima pedina di quest’ ufficio, ma data l’età e i tempi che corrono ultimamente, non mi sognerei mai di lasciare il mio insignificante lavoro.

Quando entrai in questa azienda pensavo di poter far carriera. Non certo d’arrivare a essere direttore, ma almeno responsabile gestione dell’ufficio o aiuto capo reparto. Insomma non che avessi alcuna laurea, ma anche il tempo e l’esperienza possono contare.

Poi però ti accorgi di come ragazzini/e più preparati ti soffiano via il posto e tu da eterno fattorino li vedi crescere, avanzare e ,la cosa più mortificante, comandarti senza pudore fregandosene del fatto che la mia età si possa paragonare a quella dei loro padri.

Tutti gli impiegati ti ordinano, l’autista ti ordina, i clienti ti ordinano, direttori, capi, responsabili, tutti…tutti, sempre ordini: esegui, vai, fai presto. E bastaaaa, insomma, ma cosa si sente quando si ordina ? Quando si esige senza esitare.

Ho sempre sognato provare ad essere anch’ io un dirigente. Urlare a squarciagola, insultare e sentirsi onnipotente, intoccabile odiato e amato, ma soprattutto sentirsi padroni della vita altrui. Tocca a me decidere se questo fine settimana te lo faccio passare bene o male, semplicemente facendoti dubitare sulla sicurezza del tuo lavoro.

L impresa non era facile, a che posto di responsabilità potevo ambire io ?
Ma chi è come me, sa, che se un tarlo rosica in testa.......

Era finalmente l’atteso venerdì, finito il mio calvario salutai quelle poche persone che si degnavano di rispondermi e mi incamminai verso casa.
Fermata all’edicola per il solito pacchetto di sigarette, la vista si sofferma su una rivista di "contatti", attimo di esitazione, la prendo e la arrotolo velocemente e con un po’ di pudore la consegno all’ edicolante che incurante del mio titubare, la infila in una borsetta di plastica assieme al pacchetto di sigarette.

A casa mi metto comodo, acqua calda a bollire sul fuoco in previsione di una buona spaghettata, apro il rubinetto della doccia e accendo il televisore. Butto la pasta. Ho 10 minuti prima che sia cotta, giusto il tempo per la doccia.

Mangio in solitudine, guardando le ultime notizie del giorno. Finito mi alzo, lavo il piatto e mi verso il caffè riscaldato del mattino, poi la mia immancabile sigaretta. Ma dove accidenti è il pacchetto ? Ah si! Ora ricordo, è insieme a quella rivista di contatti che ho comprato, mi era passato di mente.

Cosi, mentre consumo la mia sigaretta, dò una sbirciata. C'è un po’ di tutto: etero, gay, lesbo, trans, centinaia di annunci di porci e troie che cercano di fottere o farsi fottere.

Un annuncio attira la mia attenzione, mi aggiusto gli occhiali e leggo quello che per me potrebbe essere la rivincita alla mia situazione.

" Vera Schiava, di mezza età, disposta a qualsiasi umiliazione a cui vorrai sottomettermi, passivo, depilato e soprattutto ubidiente, cerca "VERO PADRONE BASTARDO" da amare e riverire.”

_ Uno schiavo? Tutto mio ? Il fatto che fosse uomo, mi fece dubitare un po’, non avevo mai avuto rapporti con un uomo, ma quella parola "schiavo" mi eccitava dannatamente.
_ Potrei provare almeno una volta ad essere autoritario, sentire cosa si prova ad umiliare un altro simile.

L’unica forma di contatto era tramite email cosi, aiutato dal fatto che scrivere non provoca imbarazzo, redassi d’un solo fiato e da vero padrone:

_ “Ciao troia!! Voglio una cagna come te al mio servizio, voglio punirti come ti meriti, voglio essere il padrone assoluto della tua vita mente e corpo. Ti ordino di scrivere subito, voglio iniziare la tua educazione e disciplina al più presto, cagna.”

Titubai un istante, poi ..."click"....inviato. Ora attendiamo l’esito. Intanto lavo i denti e me ne vado a letto la giornata è stata lunga.

Mattino presto, suonano alla porta. La vicina gentilmente mi ha raccolto il bucato, oggi è il suo turno di lavanderia. Intanto oramai non ho più sonno, vado in cucina a fare un po’ di caffè ed ad accendermi una sigaretta, maledetto vizio.

Il pc sul tavolo da cucina mi ricorda qualcosa in sospeso, click sul power, ed attendo l’avvio, versandomi il caffè. Eccolo!! Ho un messaggio. Mi tremano perfino le mani.

_ “Ho letto il "suo" messaggio "padrone" e non vedo l’ora di servirla, le lascio il mio nr. dove può chiamare per metterci d’accordo su un primo incontro. Questa sera sarei libero, se Lei desidera iniziare la sua schiava. La ringrazio padrone per essersi degnato di rispondere al mio annuncio. Umilmente in ginocchio la sua "schiavapersempre".

Ero tremendamente agitato, ma anche eccitato, le parole "la sua schiava per sempre", cominciavano a darmi un senso di autorità, sentivo che sarebbe stato la mia valvola di sfogo.
Avevo circa 11 ore di tempo per documentarmi su internet sul tema Dom/Sub. e per apprendere che punizioni infliggere al mio neo schiavo.

Ma il problema per me era come occultare la mia identità. Non avrei mai avuto il coraggio di presentarmi a viso scoperto, questa città non era molto grande, e se qualcuno mi avesse riconosciuto ne sarei morto dalla vergona. Su internet vidi che alcuni padroni e schiavi indossavano delle maschere di latex o di cuoio anche molto eccitanti.

Con sommo coraggio chiamai il mio schiavo:

_ Ciao cagna, è il tuo padrone che ti parla, hai un luogo d’ incontro ?
_ Lei (lui): _ Si padrone, conosco un alberghetto tranquillo, molto discreto, se per Lei padrone va bene, alle 21.00, prenoto subito e pago da brava cagna.

_ Ecco brava troia!! Prenota e paga, e come primo ordine voglio che tu indossi una maschera con un bel buco ampio intorno a quella bocca che stasera scoperò come si addice a una cagna troia. Quando arriverò ti farai trovare nuda dietro la porta e in ginocchio, e con solo indosso la maschera e attenderai i miei ordini.

In un sex shop locale acquistai diversi oggetti che avrebbero dato inizio alla mia carriera di padrone e naturalmente una maschera di cuoio dalla quale solo si potevano intravedere le fessure per gli occhi. Deposi uno per uno gli articoli in una valigetta 24 ore, sembrava la valigetta di un torturatore a domicilio ed io il sadico che ne avrebbe fatto uso.

Con un email la mia schiava mi annunciava la prenotazione avvenuta e l’indirizzo dell’alberghetto, appena fuori città.
Nervoso ma eccitato mi recai all’appuntamento. L’ alberghetto era un Motel e le stanze erano rigorosamente all’esterno per cui non bisognava passare davanti a nessuna reception.

_Brava la mia cagna ha il senso del riservato e della discrezione.


Busso alla porta convenuta, è aperta, una sbirciatina intorno, non c'è nessuno, indosso la maschera ed entro.

_ Buonasera padrone, la sua cagna è pronta a servirla in tutto e per tutto.

Un uomo sulla 50ina ben portati stava in ginocchio nudo dietro la porta come gli avevo ordinato, prostrato ai miei piedi con la sua maschera di latex.

_ Alzati cagna ! Ma non guardarmi mai negli occhi, tieni lo sguardo sempre basso, se incrocerai la mia vista sarò costretto a punirti.

In piedi ispezionai la mia schiava. Mi eccitava da morire il fatto di disporre di qualcuno senza volontà sul quale poter sfogare le mie frustrazioni e per essere sicuro di quanto potevo osare lo feci girare, piegarsi a novanta e gli ficcai il dito medio nel culo d’un sol colpo e senza inumidirlo.

Fece per allontanarsi, ma velocemente lo afferrai per le palle a penzoloni e lo ritrassi di nuovo verso la mia mano che insistentemente gli rugava l intestino.
_Stai buon cagna! Il tuo padrone deve visionare i luoghi dove presto infilerà il cazzo.

Non saprei dire cosa provavo mentre gli ficcavo un dito nel culo e mi sentivo ringraziare per quello dalla mia troia.

La feci inginocchiare davanti al mio pacco e le ordinai di annusare l’odore del suo padrone. Poi abbassandomi nell’ordine pantaloni e mutande, lo dovette annusare a pelo.

Dalla valigetta estrassi un collare in cuoio con catena che la mia troia capi subito a chi era destinato porgendomi il suo collo. Glielo strinsi e con uno strattone secco lo trascinai fino al bordo del letto.

_ Toglimi le scarpe, le calze me le toglierai con la bocca. Forza cagna...ubbidisci.

E lei prese a togliermi le calze unicamente aiutata dai denti, ultimato lo sforzo, mi feci fare una minuziosa pulizia con la lingua fra le dita. Poi ormai sempre più sicuro della mia autorità le infilai mezzo piede in bocca e con un movimento rotatorio mi facevo spazio in quel buco umido e insalivato.

_ Ora girati brutta troia d’una cagna. Porgimi il tuo buchino, il tuo padrone vuole giocarci.

Ubbidiente si girò, ed io presi a frugare con il pollice del piede il suo orifizio.
Lubrificai quel buco per bene e poco a poco comincia a introdurre dapprima le dita poi ,sforzando, entrò quasi mezzo piede, ma a quel punto la troia si ritrasse ed il mio piede usci fuori.

Un calcio ben assestato nelle palle fece capire alla mia cagna che tale comportamento non era gradito.
Quindi legai i coglioni della mia schiava alla gamba del letto, cosi legato almeno che non volesse rimanere senza testicoli non poteva più sottrarsi alle mie voglie, e mettendo in tensione corda e coglioni ripresi a incularlo con il piede che questa volta arrivò quasi fino al tallone.

Più si lamentava ed in me più aumentava l’eccitazione e il desiderio d’autorità. Col culo totalmente dilatato e dolorante gli feci leccare il piede sodomizzatore.
E brava la mia troia, forza seguimi a 4 zampe, devo andare al cesso. Mi sistemai sulla tazza del water e sistemai la mia propietà in ginocchio davanti a me con la testa in mezzo alle mie cosce.

_ Adesso, mentre faccio le mie necessità , tu odorerai il buon odore del tuo padrone e lo farai con il mio cazzo in bocca. Così dicendo gli infilai l’uccello moscio in bocca e gli spinsi la testa nel water. Nel frattempo mi accesi un sigaretta e contemplavo con ammirazione la mia schiava, in ginocchio, prostata davanti a me. Umiliata senza volere, ne volontà. La serata prometteva bene, ed io già mi sentivo direttore.

Una pisciata abbondante senza avviso riempì la bocca della mia troia e l’ avvisò della fine dei miei bisogni su quel trono.

_ Pulisci bene l’asse, ci sono delle gocce.

Poi la strattonai e la riportai in camera. Le ficcai le mie mutande in bocca e la misi a cuccia con la faccia sulle mie scarpe. Non era qualcosa che mi eccitasse granché, ma mi dava un senso di potere e controllo indescrivibile.

Ritornai a sbirciare nella valigetta e ne estrassi un dildo della lunghezza di 15 cm. poi , toltole le mutande dalla bocca, gli cacciai il dildo in gola. Forse con troppa irruenza a giudicare da un accenno di conato di vomito. Lo feci girare e con lo sfintere ancora dolorante gli affondai il dildo fino alla base.

_ Non mi sembra che tu gradisca il regalo del tuo padrone, forse questo e più di tuo gradimento.

E detto e fatto estrassi il piccolo dildo per introdurre quello da 22 cm. Questa volta sì che urlò.

_ Bene, Bene, adesso sì che sei la mia cagna. Siediti!! Devi sentirlo dentro tutto, ed intanto ciucciami il cazzo.

Cominciai a scopare la bocca della mia schiava con forza.

_ Tho! Tho! Apri bene la bocca, troia.

Sentivo un euforia da dittatore, ero padrone, avrei potuto fare qualunque cosa in quell'istante e per mettermi alla prova appoggiai tutto il mio peso sulle spalle della zoccola che me lo succhiava e le feci penetrare in quel culo gli ultimi cm di quel dildo enorme.

Un urlo soffocato fece allentare la mia pressione.Le afferrai con forza la testa e cercai di infilargli anche i coglioni dentro quella bocca.

_ Sto per sborrare, se ne sprechi una sola goccia, sai che dovrò punirti.

Detto fatto sborrai dentro quella sua cavità calda e profonda ed osservai da aguzzino che veramente non ne fuoriuscisse niente.

Un occhiata veloce alla mia valigetta e prendo un imbuto.

_ Girati schiava! Togliti quel cazzo di gomma dal culo. Le introduco l'imbuto e la riempio con una lunga pisciata calda.

_ Ora rimani con la mia sborra in bocca e la mia piscia in culo finchè mi fumo la sigaretta.

La contemplo!. Li accucciata per terra, piena come una troia, e mi compiaccio del mio lavoro.
Non male per essere la prima volta, mi sento soddisfatto, scaricato da tanta rabbia repressa.

Sono a metà sigaretta e la mia troietta si contorce per andare in bagno. Si è comportata bene, le allungo il piede e glielo metto in bocca, due o tre ciucciate, poi con un tocco sul mento, le faccio capire che può andare in bagno a svuotarsi e a ripulirsi.

Per questa sera può bastare, sono scarico, sono un altro, ora anch io conto per qualcuno.

Sento la mia schiavetta sotto la doccia e dal letto disteso noto un oggetto sotto la sedia dove poggiano i vestiti. Ê un portadocumenti, una sbirciata veloce e rimetto tutto a posto.

Esce dalla doccia in silenzio e si inginocchia ai miei piedi.

_ Se il mio padrone non ha più bisogno, dovrei andare.
_Vai pure cagna. Ma ricordati che la prossima volta esigo più rispetto e più disciplina.

E così dicendo entrai in doccia per darle il tempo di togliersi la maschera ed uscire. A casa non facevo altro che pensare alle cose che ero stato capace di fare, ma qualcosa dentro di me diceva che ben presto sarei diventato un vero "AMO" per la mia schiava.

Lunedi mattina, con mezzo sorriso sulla bocca, mi dirigo al lavoro. È lo stesso percorso di ogni giorno. Incontro la medesima gente, i soliti odori di brioche e cafè fuoriuscire dai bar, ma i colori, il modo di vedere la vita, è cambiato.

Prendo posto al mio tavolo e mentre sbircio la posta....

_ Guido! imbecille che sei ...vieni subito nel mio ufficio, ma è mai possibile che fra tutti i deficienti di questo mondo mi sia capitato anche quello più coglione.

Come sempre tutti ridono, non è una novità per me, aspettano le spintonate del direttore buttandomi fuori, aspettano sempre ridere qualunque cosa lui faccia.

Mi avvicino al direttore che continua a urlare, prendo i documenti, poi mi accosto ancora più vicino a lui, gli faccio cenno d'avvicinarsi e di porgermi l'orecchio.
Vedo la sua faccia arrabbiata cambiare espressione, e incuriosito si avvicina.....ed io sussurrando:

_ Brutta troia! Ti avevo avvisata d'aver più rispetto per il tuo padrone. Questa sera me lo succhierai senza maschera, e subirai la punizione che meriti.

Uscendo senza essere spintonato, chiusi la porta, augurando al mio direttore, una buona giornata, ed altrettanta "SERATA".




Dedicato al mio amico "MALATEMPORA" di A69 !!!
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